Ciò
che sorge
***
Dal
patto
***
Crawling
to the darkness Waiting for some
hope Can't remember where all the
light's gone I tried to force
myself Not to think about the past
(Forgive
me – Serenity)
Maestro
Shifu si affrettò tra i corridoi della prigione dietro Mastro
Roccia per quanto la sua vecchia frattura gli permettesse.
Se
davvero era veramente vero quello che il messaggero gli aveva
riferito, il panda gigante si era appena meritato la sessione extra
nella sala degli allenamenti più lunga della storia!
Il
bufalo si fermò davanti ad una delle celle ed indicò
dentro.
Già
il fatto che la porta non fosse chiusa non prometteva nulla di buono,
ma appena mise la testa dentro Shifu ebbe la conferma che non solo
era come gli avevano riferito, ma poteva essere molto peggio!
Il
pavone era abbandonato e completamente inerte, con il bianco delle
ali e della coda drappeggiato addosso al panda; persino il collo non
era reclinato nella sua posizione naturale sotto l'ala, ma era
sostenuto sul torace di Po e con la testa nascosta nell'incavo del
suo gomito.
Tuttosommato
era una delle scene più singolari di cui gli fosse mai
capitato di essere testimone.
***
-Oh,
no, maes... mppff!!!-
Po si
tappò la bocca appena in tempo con la zampa libera.
Immediatamente
Shen scivolò e lui dovette afferrarlo prima che finisse a
terra.
Maestro
Shifu lo guardava sconcertato.
Po
avrebbe voluto dirgli tante cose, ma aveva paura di svegliare il
pavone, e quindi si sforzava in ogni modo di farsi capire con lo
sguardo.
Shifu
sospirò e roteò gli occhi, poi con un gesto gli fece
capire di stare fermo.
Po si
immobilizzò completamente, con le labbra serrate e le zampe
strette attorno a Shen che ancora non si era svegliato per chissà
quale miracolo.
Shifu
si avvicinò a loro lentamente, ma tutta la sua attenzione era
concentrata sul pavone.
Lo
scrutò attentamente per quel che poteva vedere sotto le zampe
di Po, e lentamente gli fece scorrere il palmo della zampa a pochi
centimetri dalla schiena.
Po non
poteva fare altro che aspettare.
Sapeva
che l'ultimo incontro tra Shifu e Shen non era andato esattamente
bene, ed aveva paura che gli ordinasse di lasciarlo.
Po non
voleva. Non prima di essere riuscito a parlare con lui ed essersi
assicurato che stesse bene. Per questo lo strinse in un gesto
protettivo.
Shifu
battè le palpebre un paio di volte, incredulo.
Ripetè
l'esame, ma la zampa che scorreva sospesa sopra il pavone ebbe lo
stesso movimento fluido di prima.
Shifu
sollevò lo sguardo su di lui, e Po riconobbe la stessa
espressione di quando lo aveva addestrato la prima volta, e di quando
lui era riuscito a portare a termine i suoi compiti nel modo corretto
senza combinare pasticci.
Il
sorriso di Shifu era lo stesso, ed anche la luce nell'azzurro dei
suoi occhi.
Il suo
maestro si allontanò di un paio di passi all'indietro, poi si
inchinò.
Non
sembrava per niente arrabbiato, anzi, sembrava contento di quella
cosa.
Annuì
verso di lui un'ultima volta ed uscì dalla cella.
La
porta rimase aperta come l'aveva trovata.
***
Shen
apri gli occhi di scatto. Si sentiva
circondato da pelliccia ed il suo primo istinto fu dibattersi per
liberarsi.
Il
cuore aveva accelerato per la scarica di paura, e tentava di prendere
fiato a grosse boccate. -Calma,
calma! Ecco fatto, ci penso io- Si sentì
sollevare e posare su una superficie di legno, che poteva essere solo
una branda.
Attorno
a lui c'erano le stesse le mura di pietra che aveva visto per un mese
intero, quindi era ancora in prigione, ma la cella era diversa da
tutte quelle in cui era stato fino ad allora.
Accanto
a sé trovò il panda, che lo scrutava concentrato, come
se cercasse su di lui i segni di qualche ferita. Shen
era ancora sconvolto per quello che era successo, ma almeno si
rendeva conto della realtà, che non era in pericolo, e
lentamente il suo cuore si calmò.
"Io...
io ho davvero...?"
Peccato
che una volta compreso dove si trovava e come ci fosse arrivato se ne
vergognasse da morire.
-Allora,
come stai?-
Guardò
il panda di sbieco, incapace di rispondere per le troppe cose che
ancora cozzavano dentro di lui. -Tu
non lo racconterai mai a nessuno- -Ehm...- Shen
lo guardò male. -Okay,
okay. Farò del mio meglio- -E
non ne parleremo mai più. Mai e poi mai discuteremo di nuovo
di quello che è successo oggi. Intesi?-
-Ma
perché no? Insomma, non è stato poi così
terribile! Cioè, no, sì, ad un certo punto è
stato terrificante perché...-
-Panda!- -Uff!
D'accordo,
come vuoi tu- -Bene-
Il
silenzio si prolungò fino a diventare imbarazzante.
Il
panda lo fissava, ed ad intervalli regolari apriva bocca come per
dire qualcosa ma poi la richiudeva.
-Si
può sapere che ti prende adesso?-
-Mpfff!-
-Prego?- -Non
lo posso dire! Mi hai detto che non vuoi parlare di quello che è
successo, ma a me vengono solo domande su quello che è
successo, e allora...-
-Panda!-
-Cosa?-
-Pensa
a qualcos'altro!-
-E a
cosa?-
-Fai
uno sforzo di immaginazione-
-...-
-...-
-Oggi
vorrei trovare dei ravanelli. Sono buoni, sai? A me piace cucinarli,
ma mi piacciono anche crudi. Una volta ero solo un bebé, e ne
ho mangiati una cassa intera tutti da solo. Ed un'altra volta ho
mangiato anche i mobili di bambù di mio padre. Sai, lui non
sapeva che a me piacesse tanto il bambù, mi ha lasciato un
attimo da solo in cucina e...-
-PANDAAA!!!!-
-Che
c'è? Me l'hai detto tu di immaginare qualcosa, e l'unica cosa
che so immaginare bene è il cibo!-
Shen
stava ancora tremando per la stizza.
-Com'è
possibile che... che...?-
-"Che"
cosa, Shen?-
Shen
buttò fuori l'aria.
-Niente,
lascia perdere. E basta con il cibo-
-Uffa,
non ti va bene proprio niente!-
Shen
gli scoccò un'occhiata laterale che lo ridusse al silenzio.
"Finalmente!
Non capisco come fa ad essere così! Non appena io comincio a
credere che lui sia davvero superiore, ecco che fa qualcosa di
immensamente idiota. Non credo nemmeno che lo faccia apposta. Una
simile pianificazione richiederebbe troppa intelligenza"
-Hai
detto che le cose possono andare in modo diverso. Come?-
-Ehm...
di questo posso parlare, giusto?-
Shen
gli diede il permesso con un cenno della testa.
-Okay.
Allora...- il panda si fermò con la testa bassa ed il mento
appoggiato ad un gomito.
Sembrava
intento in un grande sforzo mentale, e Shen sperò che
riuscisse a produre qualcosa di meglio di ciance sui ravanelli.
-Ci
sono!-
All'improvviso
Shen si trovò afferrato per le spalle e con il muso del panda
a pochi centimetri dal suo becco.
-Panda!!!
Lasciami subito!-
Ma se
lo scrollò di dosso prima che lui potesse fare qualcosa.
-Che
c'è adesso? Non va bene nemmeno questo?-
-Non
ti hanno insegnato a non toccare le altre persone senza permesso?-
-Ehm...
no-
-Bè,
impara! E non rifarlo mai più!-
-Ma se
fino ad ora... ops! Non posso parlarne...-
-Panda...-
sibilò Shen come avvertimento.
-Okay,
okay... scusa, ma perché non posso toccarti senza permesso? È
perché... perché sono io?-
-Che
tu sia tu è un'aggravante, ma in generale no, nessuno può
mettermi le zampe addosso senza avvertirmi e se io non sono
d'accordo-
-E
quando combatti?-
-Restituisco-
-Oh,
giusto... e da piccolo? Avranno pur dovuto prenderti in braccio, no?
Mio padre una volta ha provato a portarmi a cavalluccio e...-
-Panda!
Non farmi rimpiangere di non averti fatto male! Stavamo dicendo
qualcosa su come intendi "aiutarmi"- lo interruppe in
fretta Shen.
-Oh.
Sì, certo. Senti, io ce l'ho un'idea, ma prima devo parlarne
con il mio maestro e con gli altri. Non è una cosa brutta per
te, fidati-
Shen
lo scrutò intensamente.
Il
panda era speranzoso, non evitava il suo sguardo.
-Se io
mi fido di te, che cosa otterrò?-
-Bè...
è... non lo so di preciso. Dovresti chiederle a yi queste
cose. Ma sarà qualcosa di buono, te lo prometto-
Shen
lo scrutò ancora, scettico.
Ma
d'altra parte il panda era già riuscito in parecchie cose che
lui aveva reputato impossibili.
-Ti do
una possibilità-
-Evvai!
Senti, mentre vado... tu mi aspetti qui, vero? Sì?-
-Quante
alternative ho?-
-Intendo...
senza chiave-
Shen
non capiva. Solo seguendo la direzione dello sguardo del panda si
rese conto della porta aperta.
Un'ondata
di qualcosa di indefinito gli fece arruffare le penne.
"Ha
lasciato la porta aperta. Per tutto questo tempo ha lasciato la porta
anche se io avrei potuto..."
-Io...
io...-
Il
panda lo aveva appena rifatto: lo aveva lasciato senza parole.
Si
diede una scossa per riprendere il controllo.
-E
sia. Aspetterò qui-
-Grande!-
Il
panda si alzò in fretta e la branda cigolò per il
movimento.
Sulla
porta si voltò verso di lui come se avesse voluto dirgli
qualcosa, ma appena aperto bocca la tappò con entrambe le
zampe.
Gli
fece un cenno vaghissimo e poi sparì dietro il muro.
Shen
sospirò pesantemente.
Sapeva
che avrebbe dovuto essere grato perché il panda aveva
afferrato il concetto di non parlare di quello che era successo, ma
dentro di sé riusciva solo a tremare per la paura di scoprire
in quanti altri modi quell'orso bianco e nero avrebbe potuto essere
imbarazzante.
***
La
porta sbattè di lato con uno schianto.
-Maestro!-
-Panda!
Che è successo?-
Po si
buttò in ginocchio davanti a Maestro Shifu, che era più
perplesso che mai, e cominciò a parlare velocissimo a
proposito del fatto che Shen aveva pianto, che stava mantenendo la
sua parola, che si poteva recuperare, che non era giusto lasciarlo
solo, che...
Maestro
Shifu, dopo lo spavento iniziale, comprese che non era successo nulla
di grave, e che la sua impressione di quel pomeriggio sul pavone era
solo confermata.
-Sì,
panda-
-Ma
maestro, per favoooreee!!! ... ehi!- Il panda sollevò la testa
per guardarlo e poi si rimise seduto -Avete detto di sì? Ma
non vi ho ancora chiesto niente-
-Lord
Shen potrà essere ospitato al Palazzo di Giada. Se i maestri
dela città dei Gong accetteranno, naturalmente. E se accettarà
anche lui-
-Davvero?-
-Sì,
Po. Ci ho riflettuto, e credo che tutti meritino la possibilità
di cambiare e le condizioni giuste in cui farlo. Trovo che sia
fondata la tua preoccupazione per cui Lord Shen, senza qualcuno che
lo guidi, possa tornare su una strada sbagliata. Sarebbe davvero un
peccato sprecare quello che tu sei riuscito a fare, per questo sono
disposto ad accoglierlo... Panda?-
-Mmh?-
-Non
piangere-
-Sniff...
scusate...-
***
Aveva
sempre tenuto insieme a forza i pezzi della cosa che tappava la
sofferenza, certo che se l'avesse lasciata uscire sarebbe stata
intollerabile. Aveva avuto ragione. Aveva fatto male come
nessun'altra ferita fisica. Però in qualche modo era
passata. Si sentiva meglio. Meno a pezzi, meno ferito.
-L'ho
già detto anche a Po-
-Ah!-
Shen
trasalì alla voce proprio di fronte a lui.
Il
muso della capra lo scrutava con la solita espressione benevola di
sempre.
-Avere
ragione mi da ragione. L'universo sapeva esattamente cosa faceva
quando ha scelto proprio lui come guerriero destinato a fermarti-
-A
FERMARMI?!- scattò Shen.
-Esatto.
Solo a fermarti. Ti ha impedito di fare del male agli altri, ma non
ha mai voluto fare del male a te-
Shen
era prontissimo a ricominciare a gridare di tutto e di più
contro il panda, contro di lei, contro le ciotole e le profezie, ma
qualcosa in fondo alla sua mente scivolò al posto giusto alla
parola "fermare".
-Sì...
a fermarmi... non capisci? La tua dannata profezia non ha mai smesso
di compiersi! Da quando è ricomparso, lui... lui è
sempre stato lì, a fermarmi, ogni volta che avrei fatto
del male a qualcuno. E mi ha fermato anche dal fare del male a me
stesso-
Shen
si sentiva scuotere dalla consapevolezza.
Non
solo al porto, ma anche in prigione, e poi contro il panda minore,
quando aveva voluto impiccarsi, quando aveva minacciato di uccidersi
con la sua arma, tutte le volte che si era scagliato contro il bue,
quando aveva affrontato la popolazione, quando sarebbe morto di fame
piuttosto che rinunciare ad andare al cimitero.
Il
panda era sempre stato lì, a fermarlo.
Shen
aveva creduto che lo facesse per dispetto, ora sapeva che era stato
per proteggere, e non solo gli altri da lui, ma anche lui da sé
stesso.
-E
tu... tu lo sapevi!-
La
capra scosse la testa.
-Tu
sopravvaluti le mie capacità. In effetti non credevo che
avrebbe avuto questo senso-
-Non
mentire! Tu sai sempre tutto!-
-Non è
vero, Shen. Ci sono tante cose che vorrei sapere e che invece non so-
-Ad
esempio?-
-Vorrei
essere sicura di come sarà la tua vita da ora in poi, ma non
leggerò mai più il tuo futuro-
Lui la
guardò a testa alta.
-Bene.
E adesso?-
-Ne
parlerai con lui-
-Con
chi?-
-Credo
si riferisca a me-
Shen
si voltò verso l'entrata della cella e trovò il panda
minore ad attenderlo.
-Che
cosa vuoi qui?-
-Voglio
proporti un cammino da percorrere-
Shen
inclinò la testa di lato per osservarlo, gli occhi ridotti a
due fessure.
Il
maestro si avvicinò a lui ed alla capra con la massima
naturalezza.
-Ogni
creatura merita l'opportunità di cambiare e le condizioni
giuste per farlo. Se tu giurerai di comportarti in modo da non
danneggiare nessuno con le tue azioni, io mi impegno ad offrirti un
posto sicuro in cui vivere per farti ricominciare-
-Non
voglio la vostra carità-
-E se
fosse solo comprensione? Nessuno vuole umiliarti-
-Come
puoi pensare che accettare di vivere dove mi viene imposto non sia
umiliante per me?-
-Nessuno
ti impone nulla. Giura di non attaccare mai più nessuno per
primo e sarai ugualmente libero, ma dove andresti? Il bando dalla
Città dei Gong rimane, non si può cancellare. Saresti
libero ma solo al mondo, e nessuno merita di essere gettato in pasto
al mondo senza avere alcuna risorsa-
-Mi è
già accaduto-
-Ed è
un'esperienza che vuoi ripetere? Io non credo-
Shen
lo guardò offeso, troppo oltragiato dalla brutale verità
per ribattere.
Il
maestro scosse la testa.
-Le
mie scuse. Sono stato inopportuno. Quello che voglio dire è
che, per un periodo, possiamo offrirti ospitalità al nostro
villaggio-
-Un
villaggio?!-
-Che
ti aspettavi, che ti regalassimo un impero?! Un villaggio, sì!
E considerati fortunato!-
Il
panda minore gli voltò le spalle ed uscì dalla cella.
Solo
sulla porta si voltò verso di lui e lo scrutò severo.
Non
gli disse nulla, solo scosse la testa e sparì.
Shen
rimase a fissare con astio il punto in cui era scomparso.
-Ebbene?
Avevi previsto anche questo?-
-Non
ho bisogno di evocare il fumo per prevedere che difficilmente con il
vostro carattere potrete mai andare completamente d'accordo.
Servirebbe un grande sforzo da parte di entrambi per venirvi
incontro-
Shen
sapeva di avere sul becco un verso di disprezzo e non si curò
di nasconderlo.
-Shen,
pensaci. Non hai dove andare, non hai nulla. Potresti stare da me,
ma...-
-Non
so quale sia peggio-
-Qualsiasi
scelta sarà la peggiore, finché non riuscirai a vederne
i lati positivi-
-Quali
lati positivi? Sottomettermi a chi mi ha sconfitto, rinunciare a chi
sono per nascita e rinunciare al mio talento nell'usare la polvere
nera. Far dire di me che sono pentito e far credere a tutti che mi
sono ritirato perché ho accettato la sconfitta e riconosciuto
la loro superiorità, questi sarebbero i lati positivi?-
-Shen,
non...- la capra sospirò -Shen, tu sai cosa sei. È ora
che impari ad esserlo anche senza il giudizio degli altri. Io credo
che stare per un periodo in un posto diverso, dove nessuno ti
conosca, possa farti solo bene. La Valle della Pace non è
migliore né peggiore di altri posti, lì saresti solo al
sicuro e con persone che conosci già-
-Le
conosco perché mi hanno sconfitto, ed ogni giorno mi
ricordarebbe quell'umiliazione-
-Tu
la ricorderesti. Loro non ti portano rancore né vogliono
umiliarti, e ti hanno aiutato anche se diffidavano di te. Sei tu
che devi lasciare andare questi pensieri, Shen, altrimenti ti
consumeranno dovunque sarai-
Come
quando il panda minore gli aveva sbattuto in faccia il fatto che lui
fosse ancora vivo solo grazie alla pietà del guerriero nero e
bianco, anche in quel momento Shen si sentì costretto a vedere
quello che non voleva vedere.
Purtroppo
o per fortuna aveva una consapevolezza diversa, ed in quel preciso
momento prese coscienza di quanto male si fosse fatto da solo, e di
quanto avesse continuato a ferirsi attribuendo agli altri giudizi che
in realtà venivano da sé stesso.
Non
riusciva a dire nulla.
Sapeva
dov'era la verità, ma si rifiutava di sottomettersi.
-Non
sei solo. Anche se pensi che sia così, non lo è. Ma
devi imparare a vedelo-
Lui
rimase nel suo ostinato silenzio, a difendersi dalla sua comprensione
e dalla sua gentilezza.
-Ora
ascoltami, Shen. Avranno una proposta per te, e sarà
ragionevole. Quale che sia, io ti consiglio di accettarla, anche se
nell'immediato non ti piace-
Non
riusciva a dire nulla. Avrebbe voluto, ma nella sua mente c'era solo
il vuoto.
-Hai
tempo per riflettere. Ci vedremo presto-
Anche
la capra uscì dalla cella e Shen rimase solo.
Non
appena fu sicuro che non ci fosse più nessuno nelle vicinanze
lasciò andare un sospiro e crollò con le testa tra le
ali.
***
Po non
stava più nella pelle!
Di
fronte a Maestro Bue, Maestro Croc, e vicino al suo maestro ed ai
suoi amici, lui cercava spesso lo sguardo dell'anziana capra per
rassicurarsi.
Bue e
Croc si scambiarono un'occhiata, e Croc parlò per primo.
-Per
concludere questa storia, voi che proposte avete?-
Po
sapeva di dover lasciare parlare Shifu, che aveva parlato prima con
tutti loro e che sapeva benissimo cosa dire.
-Io
sono disposto ad accogliere Lord Shen al Palazzo di Giada per un
periodo di tempo, per controllare il suo comportamento. Non voglio
tuttavia imporglielo come obbligo, perché ritengo che sarebbe
controproducente imporgli delle restrizioni. Sappiamo quanto sia
testardo, ed imporgli limiti che non siano strettamante necessari
peggiorerebbe la situazione-
-Dunque
dovremmo lasciarlo andare anche se lui non volesse restare al Palazzo
di Giada?-
-Ritengo
che sarebbe la cosa giusta da fare-
-Questo
è troppo!- esclamò Bue.
La
Divinatrice lo toccò piano sul gomito per calmarlo.
-Maestro
Bue, l'unica cosa importante è che Shen accetti di non fare
del male agli altri. Ormai credo che abbia compreso, ma capisco che
voi vogliate delle garanzie. Posso fare io una proposta?-
-Parlate,
Divinatrice-
-Io
propongo di far firmare a Shen un giuramento solenne, in cui promette
di non costruire mai più armi da fuoco, di non usare in nessun
modo la polvere nera per arrecare danno di nessun tipo alle persone o
alle cose, ed in cui si impegna a combattere solo per difendersi, e
senza mai attaccare per primo in nessuna circostanza. Fino a che
manterrà queste condizioni potrà vivere come meglio
riterrà opportuno. Cosa ne pensate?-
-Credete
che manterrebbe questo giuramento?-
-Lord
Shen ha tanti difetti, ma non sporcherebbe il suo onore. Se
accetterà, lo manterrà-
-E se
non accetterà? Dobbiamo essere pronti a tutto-
La
Divinatrice sospirò.
-Se
non accetterà sarà difficile. Io...-
-Accetterà,
glielo dirò io!- esclamò Po.
Shifu
lo guardò male e Po si rese conto di aver infranto le regole
un'altra volta.
Mestro
Bue si rivolse direttamente a lui.
-Guerriero
Dragone, sappiamo quanto ci tieni che lui possa intraprendere un
cammino di non distruzione, ma dobbiamo essere pronti davvero a
tutto-
Po
annuì.
-Io
propongo che se rifiuterà queste condizioni o se le violerà,
la sua pena sia la reclusione a vita in una prigione in isolamento-
Po
trattenne il respiro.
-Tuttavia
non voglio usarla come una minaccia contro di lui. Gli proporremo
queste condizioni ed il documento da firmare, ma senza dirgli quale
sarebbe l'alternativa-
-Maestro
Bue, e se fosse lui a chiederla?- chiese la Divinatrice.
-In
quel caso saremmo costretti a dirgli la verità. Deve capire
che dobbiamo proteggere gli innocenti-
-Capisco.
Sì, sono d'accordo-
-Resta
la questione del suo bando dalla Città dei Gong- riprese Croc
-Io propongo di lasciarlo in vigore per il momento. Sarebbe
pericoloso riammetterlo nella città che ha subito tanti danni
a causa sua. Forse, con il tempo e se dimostrerà di essere
cambiato, potrà tornare. Sei d'accordo Bue?-
-Io
propongo un'unica eccezione. Potrà entrare dentro i confini
della città una volta l'anno, nel giorno in cui si onorano i
defunti, per visitare il tempio della sua famiglia-
A
quella proposta tutti si guardarono attorno in cerca dello sguardo
dei vicini.
Una
cosa simile proprio da Maestro Bue non se la sarebbero mai aspettata,
ma nessuno lo avrebbe contraddetto.
-Apprezzo
molto questa eccezione, Maestro. Spero che Shen sappia apprezzarla
allo stesso modo-
-Lo
spero anche io, Divinatrice-
-Oh,
bene! Quindi è andata? Può uscire di prigione e niente
pena di morte e... ahioo!-
Po si
chinò a massaggiarsi la zampa colpita da Mastro Shifu.
-No,
Guerriero Dragone, niente pena di morte- confermò Maestro Bue
-Quanto all'uscire di prigione, prima dovrà accettare tutte le
condizioni. E se accetterà la vostra ospitalità vi
auguro buona fortuna-
Po
stava per rispondere ma un'altro colpetto da Shifu lo dissuase.
-Maestro
Bue, so che Shen ha un carattere più che difficile, tuttavia
spero davvero che accetti. Potrebbe imparare qualcosa dalla vicinanza
con le persone giuste, ed io spero davvero per lui che riesca a
trovare un equilibrio-
Maestro
Bue rimase a guardarlo.
-Non
posso crederci... voi ve lo prendereste davvero? E tentereste persino
di rieducarlo o qualcosa del genere, scommetto-
-Shen
ha delle ottime capacità. Mi sento in dovere di provare almeno
a fargli vedere una via diversa per utilizzarle-
Bue
rimase in silenzio, a meditare sulle parole di Maestro Shifu.
-Va
bene! Prendetevelo! Portatelo via, fatene ciò che volete!
L'importante è che non faccia mai più del male a
nessuno!-
Nessuno
ebbe il coraggio di biasimare Maestro Bue per quell'ultimo scatto di
esasperazione verso il pavone.
***
In
fondo alla cella l'oscurità si era addensata più del
normale.
Nel
corridoio si vedeva il bagliore rossastro delle lanterne, ma non ne
entrava abbastanza per illuminare la parte più interna.
Shen
stava ancora aspettando.
Tentava
inutilmente di tenere a posto i lembi della veste dove era stata
strappata dal guan dao, ed in quel modo teneva le ali avvolte attorno
al corpo.
Di
tanto in tanto gettava occhiate alla porta che era rimasta aperta, ma
si distoglieva subito.
La
verità era che, per la prima volta in vita sua, non sapeva
cosa fare.
Si
sentiva confuso e talmente smarrito da non riuscire a mettere in
ordine le idee.
Lui
era sempre stato il tipo che prendeva le decisioni in fretta, senza
esitazioni, senza stare a fare troppi inutili calcoli, adesso invece,
anche volendosi buttare a testa bassa in una direzione qualsiasi, non
sapeva proprio quale prendere.
Ed
ogni volta che guardava la porta c'era una minuscola parte di sé
che sperava di veder comparire il panda o la Divinatrice, e poi
vergogna e rabbia per scoprirsi così insicuro.
Sentì
immediatamente i passi in avvicinamento perché il suo udito si
era ormai assuefatto all'acustica di quell'ambiente.
Dovette
aspettare ancora poco per veder comparire la Divinatrice ed il
coccodrillo.
Lo
salutarono entrambi con rispetto, e lui rispose con un cenno della
testa.
-Sono
qui in rappresentanza del Consiglio dei Maestri della Città di
Gong Min- cominciò il rettile.
Shen
gli fece cenno di continuare, anche se immaginava cosa gli avrebbe
detto: data la presenza della capra, quella doveva essere la
"proposta ragionevole" di cui lei gli aveva parlato.
Se era
così era strano che non ci fosse anche il bue con loro, ma
Shen capiva perché non volesse vederlo né sentiva la
sua mancanza.
-Sono
qui per proporre un accordo per concludere... il mese di proroga-
Shen
era praticamente certo che stesse cercando di dire qualcosa ma avesse
tentato di evitare parole come "prigionia" e "detenzione".
Il
rettile gli porse un rotolo di carta da una custodia a forma di
cilindro.
-Qui
c'è tutto quello che ti chiediamo di mantenere-
Shen
lo guardò ma senza prendere il rotolo.
-Dimmi
la verità, non provi soddisfazione a sapere che sono chiuso in
una cella dopo che io ho rinchiuso te ed il bue?-
Sperava
di vedere apparire rabbia o disgusto, invece il coccodrillo ebbe
quasi la stessa espressione del panda: malinconia, rassegnazione,
tutte cose che lui non comprendeva.
Non lo
guardò direttamente quando gli rispose.
-Sei
libero di non credermi, ma io sono stato umiliato altre volte e so
come ci si sente. E non mi piace farlo ad altri-
Per la
prima volta si guardarono davvero negli occhi, e Shen non trovò
nessuna malizia che gli facesse credere che il coccodrillo stesse
mentendo solo per manipolarlo.
Tese
l'ala per prendere il rotolo di carta e si girò in modo da
avere più luce per leggere.
C'era
tutto un elenco di cose che lui si impegnava a non fare, quali
attaccare per primo, convincere altri a farlo al posto suo, costruire
armi ed insegnare a costrurle ad altri, usare la polvere nera per
fare alcun tipo di danno, violare di nuovo il bando imposto su di lui
venti anni prima.
L'ultima
eccezione lo sorprese.
Gli
veniva concesso un unico giorno di sospensione dal bando, per la
commemorazione dei defunti, in modo che lui potesse fare visita al
tempio di famiglia.
Non
sapeva di chi fosse qull'idea, ma sapeva bene che gli ispirava
sentimenti contrastanti.
Alzò
gli occhi dal testo e guardò prima la capra e poi il
coccodrillo.
Entrambi
aspettavano la sua risposa, e lui poteva sentire addosso quanto loro
cercassero di convincerlo.
Volevano
che accettasse, quello sarebbe stato il modo migliore per tutti per
chiudere tutta quella vicenda.
Tese
la pergamena di nuovo al coccodrillo.
-Non
posso-
-Shen!
Ti prego...-
Gli
bastò incrociare lo sguardo con gli occhi dorati della
Divinatrice perché lei facesse silenzio.
-Non
posso- ripetè.
Gli
occhi dell'anziana erano lucidi di lacrime mentre si stringeva il
petto.
Shen
si rese conto che il suo dolore lo metteva a disagio, ma ugualmente
non bastava, e lui non riusciva a forzarsi a fare qualcosa che
rifiutava.
Il
coccodrillo fece per dire qualcosa ma un'altro sguardo bastò a
zittire anche lui.
-So
che ci saranno delle conseguenze, le affronterò-
Il
coccodrillo annuì a testa bassa, la Divinatrice invece era
triste come mai Shen l'aveva vista prima di allora.
-Outch!
Ahi!-
Si
voltarono tutti e tre verso la porta, in tempo per vedere il panda
che rotolava nel rettangolo e si fermava disteso di schiena.
-Accidenti,
che caduta! Credo di essere inciampato-
Si
diede una leggera spinta per mettersi a sedere e poi per alzarsi in
piedi.
Shen
si sentiva abbastanza in imbarazzo per entrambi a quel punto.
-Allora,
che mi sono perso? Hai accettato, non è vero?-
Il
silenzio nella cella era palpabile.
-Bè?
Perché nessuno dice niente?-
Si
fermò di nuovo a guardarli.
-Ehm...
c'è nessuno? ... andiamo, sì o no?!-
-Guerriero
Dragone, mi dispiace, ma...-
-Accetto!-
esclamò Shen.
-Cosa?!-
il coccodrillo si voltò di scatto verso di lui a bocca aperta
-Ma se hai appena detto che...?-
-Accetto.
Tutte le condizioni. Fatemi firmare-
-Oh,
bene! Ha accettato! Ci voleva tanto a dirmelo?-
Shen
ignorò il panda e si concentrò sulla pergamena che era
tornata a lui, assieme all'inchiostro e ad un pennello da scrittura.
Yeguang
Shen Xing.
Aspettò
che l'inchiostro si assorbisse completamente prima di arrotolare i
due fogli e consegnarne uno a Croc.
-Visto?
Tutto sistemato! Yi, Maestro Croc, perché eravate così
seri?-
Il
coccodrillo non ebbe il coraggio di rispondere, la Divinatrice invece
si avvicinò al panda e lo abbracciò stretto.
-Una
volta qualcuno ha detto che eri un panda magico. Aveva ragione, tu
sei davvero un panda magico. Grazie, ragazzo mio!-
E lo
strinse ancora.
Il
panda ricambiò l'abbraccio con tanta naturalezza, anche se
ancora era perplesso.
Shn si
guardò molto bene dal fargli sapere che era stato proprio lui
a definirlo "panda magico" e che subito dopo gli aveva dato
dello stupido.
Abbassò
lo sguardo sul documento che aveva appena firmato e sospirò.
***
Maestro
Shifu aspettava davanti all'ingresso principale della casa.
Avrebbe
dovuto capirlo già da quando il panda aveva lasciato il suo
posto a tavola prima del solito che c'era qualcosa che non andava, ma
tuttosommato quella volta non era grave come le precedenti.
Avrebbe
voluto rimproverare Po per essere sgattaiolato di nuovo fuori senza
permesso, ma dopotutto l'ultima volta che il panda aveva disobbedito
all'ordine di non andare alla prigione era stato un bene perché
aveva impedito a Lord Shen di impiccarsi, quindi non poteva essere
così male lasciar fare a lui.
La
porta si aprì di uno spiraglio, e quando Maestro Shifu avanzò
con la lanterna si trovò davanti non solo il panda, ma anche
il pavone bianco e la Divinatrice.
-Ma
che...?! Panda! Che significa questo?!- ed indicò Shen.
-Maestro,
ha accettato tutto! E quindi... ora è libero, no? E quindi...
viene con noi al Palazzo di Giada... e... oh, accidenti, ho sbagliato
di nuovo?-
Maestro
Shifu sospirò.
-La
cosa peggiore è che non hai sbagliato. Solo, mi aspettavo un
minimo di preavviso-
Si
fermò a guardare Shen, che ricambiò il suo sguardo
senza abbassare la testa.
-Va
bene, resterà qui già da stanotte. Domani vedremo se
c'è qualche altra formalità da sbrigare, altrimenti
partiremo prima possibile-
-Sì,
Maestro-
-Divinatrice,
spero che il mio allievo non abbia causato problemi-
-Al
contrario, Maestro-
-Bene,
sono contento. Quanto a Lord Shen, c'è una stanza libera. Da
questa parte-
Si
incamminò su per le scale ed il pavone lo seguì.
Shifu
si accorse che la Divinatrice usava il suo bastone per bloccare il
panda prima che andasse con loro, e questo lo sollevò dal
dover fare l'ennesimo rimprovero al suo allievo.
Non si
scambiarono nemmeno una parola per tutto il tragitto.
Arrivati
davanti alla stanza vuota Shifu scostò la porta e fece cenno
che poteva entrare.
Il
pavone lo sorpassò senza un parola di gratitudine, ma anche
senza la solita arroganza.
-Lord
Shen. Forse non riusciremo mai ad andare d'accordo, ma sono sincero
quando dico che vorrei che tu trovassi pace-
Per un
solo attimo qualcosa di simile ad un'emozione increspò la
superficie dei lineamenti del pavone, ma immediatamente tornarono
immobili e neutri.
Chinò
la testa in segno di comprensione, ma non aggiunse nulla.
Shifu
annuì e lo lasciò solo.
Era
ancora presto per pretendere una cosa come un ringraziamento.
__________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell'Autore
Sono
tornata!
Confido
nella vostra pazienza.
In
questo capitolo Shen si è trovato di fronte ad una scelta,
stavolta da affrontare a mente lucida.
È
stato molto più difficile questo che affrontare il crollo
emotivo del capitolo scorso.
Devo
ammettere che ce l'ho avuta la tentazione di lasciarlo fermo nel suo
orgoglio, ma alla fine non ce l'ho fatta.
Vi
aspetto al prossimo capitolo per una lettura più leggera.
Smeralda
E. Elessar
|