TEMA:
“Alla
mia mamma piace tanto…”
Si
dondolava con la sedia, puntando i piccoli piedi sul bordo della
scrivania. Se sua madre fosse stata in casa, e l’avesse visto, l’avrebbe sicuramente sgridato. Tolse la matita, tenuta
in equilibrio tra il labbro superiore e il nasino, e la sbatté
sul ripiano. Basta, serviva una pausa, continuare così, non lo
avrebbe portato da nessuna parte! Si alzò di scatto e,
sconsolato, puntò verso la cucina.
……………………….
Finalmente
un’altra frustrante giornata di lavoro si era conclusa! Non che
fosse stanco, per un combattente del suo calibro serviva ben altro…
Ma quanta noia, quanta maledetta noia! Lesto, sfilò giacca,
scarpe e foulard, e abbandonati i resti sul tappeto, prese una bella
birra ghiacciata dal frigo, stappandola tranquillamente con il
pollice. “Urca! Ora, sì, che si ragiona!” Si
lanciò letteralmente sul divano, sospirando soddisfatto.
Meritatissimo relax.
“La
mamma non vuole che bevi a quest’ora.”
“Tanto
non c’è eheheh! N-non c’è, vero?”
Sempre meglio sincerarsi.
“No,
è andata a fare la spesa.” Il piccolo di casa Son era
sbucato silenziosamente dal corridoio. Aveva aperto un’anta
della credenza, preso un succo di frutta dal ripiano e, con la stessa
disarmante loquacità, si era seduto a cavalcioni sulla sedia a
capotavola.
“Hey,
figliolo! Tutto bene?”
“Mmm?
Sì…”
“Non
mi sembra.” Che aria da funerale! Era sicuramente successo
qualcosa, doveva indagare. Lo raggiunse, prendendo posto accanto a
lui. “Forza, sputa il rospo!”
“Tanto
non puoi aiutarmi.”
“Non
è detto.”
“Non
riesco a fare un compito e devo consegnarlo domani.”
“Ah…”
Già, aveva ragione. Di certo, non era il tipo adatto in queste
situazioni. Però, avrebbe potuto provarci… In fondo,
mai dire mai… “V-vediamo, magari potrei stupirti!”
Goten
scosse la testa, buttandola all’indietro. Perché Gohan
se n’era andato? Con il suo aiuto, sarebbe stato diverso…
“Dai,
su! Di cosa si tratta?”
“Un
tema per la festa della mamma.”
“Aaah!”
Tutto qui? Un tema su Chichi? Nulla di complesso! Si trattava di sua
moglie, la conosceva da una vita. Semplicissimo. “E che
problemi ci sono! Come mai non ci riesci?”
“Devo
scrivere cosa le piace, ma non ne ho la più pallida idea! So
che ama cucinare ma la Signorina Kentra ha detto che già ne ho
parlato e questa volta dovrò essere più specifico, meno
gene… Gene qualcosa… Non ho capito un bel niente. Tu,
papà?” Si grattò la testa confuso, notando il
padre con la stessa aria smarrita. “Allora? Cosa posso
scrivere?”
“Ehm…”
Urca, questa era bella! Possibile non fosse in grado di rispondere?
Sbarrò gli occhi, assumendo un’espressione di puro
disprezzo. Eh, sì, disprezzo. Dopo anni e anni di matrimonio
non conosceva così a fondo sua moglie? Inammissibile. Si alzò
d’impulso, facendo capitombolare la sedia. “Giuro che tuo
padre riuscirà ad aiutarti! Costi quel che costi!” Portò
le mani ai fianchi, con un luccichio negli occhi degno della sfida
più avvincente. “Fidati di me, figliolo!”
Goten
sollevò un sopracciglio. Forse, chiederlo a suo padre, non era
stata una mossa vincente. Pazienza, ormai il danno era stato fatto.
In fin dei conti, ne sapeva quanto lui… “Tu pensaci, va
bene? Io vado in camera mia…”
“D’accordo!”
Urlò, facendo arrivare la voce fin dentro alla stanza del
figlio. “Bene, iniziamo a riflettere… Forza, Goku…
Forza…” A braccia conserte, cominciò l’estenuante
ricerca.
Avanti,
indietro. Avanti, indietro. Ancora avanti e indietro. Il pavimento si
era consumato e di una idea neanche l’ombra. “Uffa!”
Si accosciò stancamente sul divano e fu lì, nell’attimo
dello sconforto, nel momento in cui tutto sembrava perso… Un
lampo di genio. Puntando la parete opposta, i suoi occhi si erano
posati sul nuovo acquisto di Chichi, tanto bramato e desiderato da
svariate settimane. “TROVATO!” Lo
agguantò,
correndo soddisfatto dal figlio.
“Goten!
Goten!”
Il
piccolo mise in pausa il videogioco, posò sul tappeto il
joystick e alzò lo sguardo. Suo padre si era fiondato nella
sua cameretta con una euforia travolgente. Possibile ci fosse
riuscito?! Si alzò, aspettando gioioso la soffiata.
“Ce
l’ho fatta!” Con un sorriso enorme, sfoggiò fiero
la sua trovata.
“Da-dan!”
“E’?”
Goten inclinò confuso la testa da un lato. “Una scopa?!
Cosa dovrei farci, papà?”
“Ma
stai scherzando?! Questa
non è una
scopa, è La
scopa!” Batté
fiero un pugno sul petto. “Tua madre se l’ha sognata per
giorni e giorni e, da quando l’ha comprata, non fa altro che
usarla, dalla mattina alla sera!” Orgoglioso della riuscita, il
padre si sedette sul letto, iniziando a enfatizzare la passione
provata dalla madre verso quello strano e, tanto osannato, arnese.
“Pensa che, l’altra notte, non mi ha fatto chiudere
occhio! E’ rimasta sveglia fino all’alba! Ovviamente,
sono riuscito ad addormentarmi, solo quando è crollata per la
stanchezza… Figurati!”
Il
figlio era alquanto scettico. Aveva ascoltato lo sproloquio del padre
senza interromperlo, ma non sembrava fosse entusiasta. “Mmm,
quindi, secondo te, dovrei scrivere che alla mamma piace tanto
spazzare?”
“Esatto.
Anzi, piace tanto usare La
scopa.” Suggerì fiero, non riuscendo, però, a
sottolineare con l’appropriato tono di voce quel
piccolo articolo,
almeno non nel modo giusto.
“D’accordo…”
Ma
sì, perché non provarci? Tanto, idee migliori non ne
aveva e, in più, suo padre era un eroe, e gli eroi non
sbagliano mai! In men che non si dica, si mise all’opera. Presa
carta e panna, si buttò a capofitto nella realizzazione del
compito assegnato. “Mmm… Allora, alla mia mamma piace
tanto spazzare… No!” Accartocciò il figlio e ne
prese un altro. “Alla mia mamma piace tanto usare la scopa…
Per carità!” Niente, riuscire a trovare la giusta frase
stava risultando un’impresa. Forse, riflettendoci bene, era il
verbo
a essere errato. Si sfregò per bene le meningi e…
Tutto sembrò più chiaro. “Trovato!”
………………………………..
Il
giorno seguente arrivò in fretta e, la mattina, tra la pulizia
della casa e la preparazione per il ricco pranzo, volò in un
batti baleno.
Chichi
era seduta davanti alla finestra, illuminata dai raggi solari che,
filtrando, l’aiutavano a rammentare per l’ennesima volta
la tuta di suo marito. “Giuro che, un giorno di questi, gliele
butto tutte e cambio pure il colore della stoffa! Non ne posso più
di questo arancione!” Si stropicciò gli occhi e, quando
la vista torno a essere nitida, sussultò. Goten era entrato in
casa, attraverso le persiane. “Signorino! Da quando in qua si
passa dalla finestra?! Che maniere sono? Stai diventando un
incivile!”
“Tanto
non sono altro che un maleducato!” Buttò la cartella a
terra, sbattendo poi con disprezzo un
foglio sul tavolo
da pranzo. “Non vedevo l’ora di portare a casa un bel
voto per la tua festa e, invece, ho fatto solo un disastro!”
“Cosa?!”
“La
Signorina Kentra mi ha messo anche la nota!”
“LA
NOTA?!” Dio, che colpo al cuore! Mancava un nonnulla per farla
svenire.
“E
la colpa… E’ TUTTA DI PAPA’!” Sbatté
forte la porta della sua camera e il silenzio calò.
Chichi
era rimasta senza parole, letteralmente di sasso. D-di papà?
Che cosa voleva dire? Cosa c’entrava Goku? Corrucciò lo
sguardo e prese tra le mani quel
foglio tanto
disprezzato.
TEMA:
“Alla
mia mamma piace tanto…”
“Amore
mio!” Portò il compito all’altezza del petto, lo
strinse forte. Il suo piccolo ometto si era rattristato perché
l’elaborato su sua madre non era andato a buon fine! Quanta
dolcezza nell’animo di quel ragazzino… Sospirò, e
con un tenero sorriso, si rimmerse curiosa nella lettura…
La
mia mamma è tanto bella e tanto severa, però mi vuole
bene.
Si
chiama Chichi e ancora non è vecchia.
E,
fin qui, nulla da dire. Non capiva dove fosse il problema.
Alla
mia mamma piace tanto scopare, me l’ha detto papà.
Alla
mia mamma piace scopare la mattina, il pomeriggio e la sera. Anzi,
pure la notte e il mio papà non ce la fa più. Sempre il
mio papà mi ha detto che l’altra notte lui voleva
dormire ma la mia mamma voleva ancora scopare e l’ha voluto
fare fino a quando è diventato giorno e così, quando si
è stancata il mio papà ha potuto finalmente dormire.
Fine.
Son
Goten
Il
foglio le cadde dalle mani. Il pavimento iniziò a tremare,
travolgendo nell’onda d’urto tutto il mobilio e le
pareti. Una fiamma ardente partì dai suoi occhi, incendiandole
il corpo. Il vulcano era pronto a eruttare… E l’esplosione
non avrebbe lasciato scampo.
“GOKUUU!!!!”
Vi
state domandando che fine abbia fatto quella
scopa? Chiedetelo
al papà…
Ma
buongiorno!
Buona
domenica a tutti e, soprattutto, buona festa della mamma a noi
<3 e a tutte le
mamme del mondo!
Ho
scritto questa one-shot, così, d’impulso… È’ molto stupida, ma spero, comunque,
l’abbiate trovata leggera e simpatica!
Ditemi,
mamme alla lettura, a voi cosa piace? Ahahahahah
Un
grazie di cuore a tutti per essere giunti fin qui e, per chi mi
segue, ci vediamo domani con il nuovo capitolo di “Tutto può
succedere”!
Un
abbraccio immenso,
Serena
<3
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