Avanzava
placido,tranquillo e pensando solo agli affari suoi. Cercando a terra
col grosso naso,piatto e umido qualcosa da mangiare a terra,fossero
bacche,semi o frutti di qualsivoglia sorta. Era beato,distratto...e
poi morto. Si rovesciò a terra con una freccia a lato del
collo,preso esattamente nella zona cervicale,con la punta d'acciaio
infilata tra le vertebre del corto e spesso collo da suino che si
trovava. Nemmeno un lamento è il grosso cinghiale
lasciò questo
mondo senza alcun dolore,come se si fosse addormentato e Nym,con
l'arco trattenuto ancora nella salda mano si inginocchio di fronte
alla creatura,controllò che non ci fosse alcun pericolo
attorno a
lui,poi posò l'arco a terra ed infine recitò
alcune parole rivolte
agli spiriti della foresta e al cinghiale,per quello che comunque era
risultato un uccisione e da ciò non aveva tratto ne gioia
né
orgoglio per la propria abilità. Tornò indietro
con il grosso
animale gettato sulle spalle,cosa che non fu un problema per le sue
braccia e tornò indietro dal gruppo in attesa del suo
ritorno.
Camminò per dieci minuti prima di intravedere un fuoco
acceso in
mezzo ad un accampamento già presente sul posto,allestito da
banditi
e poco lontano dalla via principale che conduceva verso la prima
tappa del loro viaggio,il piccolo avamposto di Cherunensis. Situato
poco fuori dai confini orientali del territorio occupato dalla
città-stato di Aegis sorgeva l'avamposto di Cherunensis,era
un
piccolo fortino militare dove i legionari pattugliavano il confine
con la piccola democrazia confinante,anche se nell'ultimo periodo di
pace dopo la guerra civile era stato limitato al compito di
pattugliare la zona è impedire a merci contrabbando di
passare il
confine,oltre che impedire a criminali,briganti e fuggitivi di ogni
sorta di cercare la salvezza oltre i confini imperiali,cosa che la
maggior parte delle volte non aveva successo e i malcapitati venivano
consegnati alla giustizia e puniti a seconda del crimine compiuto.
Erano in viaggio dall'alba è fino ad ora tutto bene,nessun
mostro,nessun brigante,nessun pericolo inaspettato si era fatto
presentare alla loro presenza,che ora,verso la prima
mattina,riposavano tranquilli,intenti a consumare una colazione a
base di pane,formaggio salato e olive e da bere della semplice
acqua,una colazione leggera e nutriente,adatta per una mattina
d'estate così soleggiata,mentre un leggero venticello si
insinuava
tra le fronde degli alberi e portava freschezza in quella radura
selvatica. Quando l'elfo tornò dal gruppo notò
come tutti erano
beatamente impegnati a non fare niente,tranne Lucilla,che continuava
ad osservare la mappa e teneva in mano il libro,che il mago le aveva
offerto per aiutarla nel suo viaggio. Era intenta a tracciare il
percorso usando solo gli occhi come strumento di precisione e il
libro aperto accanto a se per apprendere le informazioni riguardanti
i pitagorici,il misterioso gruppo di maghi e filosofi che si erano
interessati al demiurgo sia come materia di studio che come
obbiettivo,concreto e tangibile dei loro studi e delle loro teorie.
Riposavano placidamente ma tenevano addosso le loro protezioni e le
loro armi a portata di mano,mentre i loro sensi restavano
sull'attenti,in attesa di dover ricevere brutte sorprese.
“Mia
signora.”,disse Nym avvicinandosi a Lucilla,mentre teneva
ancora
per le mani l'arco e la sacca della cacciagione.
“Oh Nym...”,disse
lei di soprassalto,mentre staccava gli occhi dalla mappa e dal libro
che occupavano gran parte della sua attenzione, “Sei
tornato,com'è
andata la caccia?”
“Bene,ho trovato
un cinghiale e per oggi possiamo dire di esserci guadagnati il
pranzo,per la cena invece possiamo attendere direttamente
all'avamposto direttamente dietro il confine. Ci vorrà
ancora molto
tempo prima che i noviani capiscano che abbiamo lasciato Aegis e
quindi,darci il tempo di entrare di nuovo nell'impero senza destare
troppi sospetti. In ogni caso,credo che almeno per stanotte potremmo
riposare in un un letto caldo. Comunque,scoperto qualcosa in
più?”
“No nulla di
rilevante. Conosco la meta ma il tragitto non mi è noto,non
ho
visioni di alcun genere e per quanto riguarda questa setta per ora ho
solo letto di teorie e filosofia di questi pitagorici,ma per ora
nulla di pertinente al nostro viaggio.”
“Capisco. In ogni
caso non si sforzi troppo e trovi del tempo per riposare quando
può.”
“Lo farò
senz'altro,grazie Nym.”
L'elfo
fece un breve
cenno con la testa e si separò dalla ragazza,portando la
defunta
bestia vicino al focolare allestito, che Gordlack e braxus si erano
occupati di montare mentre Milziade era rimasto al campo a fare la
guardia,ma sarebbe stato meglio dire a non fare niente.
“Ehi matto di
orecchie a punta,cosa ci hai portato di buono oggi?”,disse
Gordlack
mentre sistemava una manciata di rami e rametti che avevano raccolto
nei dintorni.
“Cinghiale,anche
se non te lo meriteresti.”
“Quindi c'è né
di più per me?”,disse Milziade mentre era intento
a controllare la
nuova spada e la qualità del metallo lavorato,che come le
altre
attrezzature ricevute in dono erano di fattura più che
eccellente.
“Per te ancora
meno mercenario.”
“Ogni giorno che
passa ti voglio sempre più bene elfo.”,disse
Milziade con tono
chiaramente ironico.”
Nym
non ricambiò
affidandosi alla sua classica natura calma
distaccata,qualità più
che adatte ad un arciere e si limitò a sedersi vicino agli
altri tre
e prendendo anche lui la sua parte di colazione e mangiando poco alla
volta la sua parte.
“Comunque,ancora
un paio d'ore e saremo giunti al confine con le terre di Nova e da li
bisogna passare per l'avamposto di Cherunensis. Se tutto va bene
passeremo il confine senza nemmeno che si accorgano che Lucilla sia
tornata nel suo impero senza neanche che le guardie al confine se ne
accorgano. Certo,controlleranno le merci e dovremmo pagare una
piccolo dazio per far passare tutte le cose che ci portiamo dietro,ma
a parte questo,prevedo che passeremo senza problemi.”
“Tu
dici?...”,intervenne Braxus con tono preoccupato,
“Non vorrei che
si fossero accorti che abbiamo lasciato Aegis e che adesso
controllino il confine alla ricerca della principessa. Se fosse
così
non avremo modo di passare.”
“Se fosse così i
reparti di cavalleria di quell'esercito posto fuori dalla
città ci
avrebbe già inseguito e dubito che avessero così
tanti ricognitori
da poterli spargere in ogni punto attorno alla città e anche
se
avessero potuto osservarci e coordinarsi per riferire della nostra
fuga avrebbero dovuto inseguirci ,cosa comunque
improbabile,perché
avrebbero rotto la tregua appena stipulata,cosa per nulla opportuna
per l'imperatore,oltre che perdere tempo e tardare alla richiesta di
rinforzi alla quale sono stati costretti a lasciare l'assedio. Sia
dal punto di vista tattico che logistico la nostra fuga per loro
è
un problema minore visto che il loro compito principale era la presa
della città di Aegis.”
“Ma a che scopo
prendere Aegis? Non sarebbe stato meglio inseguire noi piuttosto che
iniziare un assedio? Tutto questo non ha alcun senso.”,chiese
il
nano confuso riguardo al discorso.
“Da quello che ho
capito la città-stato prima era parte dell'impero
è il suo
presidente era disposto a dare sostegno alla vostra principessa,in
qualche modo è venuto a saperlo è ha deciso di
muovere guerra ad
Aegis sapendo il loro intento e così,sia nel tentativo di
riprendersi la città che impedire ad una fuggiasca e i suoi
collaboratori di trovare rifugio in una nazione straniera,avendo sia
le motivazioni che la giustificazione,o casus belli come dicono a
Nova,di poter attaccare senza che nessuno potesse dire qualcosa e
impedire a Silla di fare la sua mossa. Il resto lo sapete
già.”
Nym
erano rimasti
in disparte nel discorso ma aveva ascoltato tutta la spiegazione
senza battere ciglio e doveva ammettere che il mercenario aveva
ragione. Tornava tutto,il tempismo,il numero di uomini,i mezzi e le
circostanze avevano portato Aegis,il loro porto sicuro dagli artigli
dell'aquila dorata era divenuto un obiettivo strategico e centro
d'interesse per le mire dell'imperatore,sia dal punto vista militare
che da quello personale,in quanto anche lui alla ricerca del
Demiurgo. Purtroppo nella lista dei loro nemici Silla era senza
dubbio il peggiore. Feroce,spietato,attento,calcolatore e con una
forza fisica da far impallidire persino il peggiore dei mostri. Uno
così di certo non vorresti mai averlo contro.
“C'è un problema
riguardo al tuo ragionamento”,disse Nym pensieroso,
“Se è vero
che Silla ora è stato costretto a scendere a patti con Aegis
per
coprire lo scandalo della disfatta di un suo generale e della
rinuncia della conquista di Aegis per far inviare rinforzi da un
altra parte,cosa ci garantisce che le sue spie,ammesso che ci fossero
ad Aegis,non abbiano aspettato che fossimo usciti dalla
città per
poi essere catturati appena giunti a Cherunensis?”
Milziade
si prese un
attimo di tempo per raccogliere le idee e cercare di dare la miglior
risposta a lui più conveniente,in quanto Nym aveva tirato in
ballo
un ottima questione. Doveva riordinare le idee,ragionare,concentrarsi
sulla situazione è valutare tutte le
disponibilità possibili. Dare
la risposta migliore e dare una risposta che piacesse a tutti non era
la stessa cosa.
“Nulla...assolutamente
nulla. Per quello che ne potete sapere potevate essere seguiti fin
dall'inizio e non esservene accorti ed ora,con me in mezzo a voi e
noi,che stiamo per mettere la testa tra le fauci del lupo,o della
lupa se preferisci,potremmo anche cadere in una trappola. Ma
tuttavia,ritenete saggio restare in questi territori,seppur al
sicuro,bloccati mentre l'imperatore e chissà chi altro trova
questo
Demiurgo e ci fa quello che gli pare e piace? Rispondete
onestamente.”
“No
Milziade....”,disse Lucilla tutto a un tratto,staccando la
sua
attenzione sulla mappa e dal libro, “Non possiamo permetterci
di
restare fermi quando sappiamo che qualcun altro,la fuori,nel
mondo,potrebbe usare il potere del Demiurgo per scopi puramente
malvagi ed io,Flavia Lucilla Equo,sacerdotessa di Apollo ed erede al
trono di Nova non posso permetterlo,al di là di ogni mia
paura,di
ogni mia incertezza io devo riuscire nell'impresa o per lo meno
tentare. Voi restereste fermi a guardare ciò che
più amate sapendo
che rischiate di perderlo,se non farete nulla per impedirlo?”
Restarono
tutti in
silenzio. Sentirla parlare in quel modo la faceva sembrare molto
più
grande dell'età che dimostrava,che agli occhi del mercenario
pareva
andasse tra i quindici e i diciassette anni,ma non si era informato
sulla cosa,sia perché il saperlo non lo ripagava in alcun
modo,sia
perché non era veramente interessato,eppure,con quel
tono,così
pacato e allo stesso tempo così serio la faceva sembrare in
tutto e
per tutto una vera e propria regina. Nym,Gordlack e Braxus non
osarono parlare e sapevano bene quale fosse la risposta più
ovvia da
dare a quella domanda. Sapevano a cosa si stava riferendo e
imbarazzati non aprirono bocca,le loro espressioni parlarono per
loro. Passò il tempo nel silenzio generale e quando fu l'ora
del
pranzo iniziarono a preparare il cinghiale,lo tagliarono grazie agli
utensili che avevano ricevuto,insieme a molte altre cose di cui erano
stati forniti,lo spellarono,lo fecero a pezzi,accesero il fuoco e
grazie ad una sapiente disposizione della legna e della carne,insieme
a due piastre di ferro dalla superficie ondulata prepararono una
griglia di fortuna e misero a cuocere i diversi pezzi dell'animale.
L'ora del pranzo si rivelò particolarmente
ricostituente,poiché la
carne del cinghiale,che venne poi salata e aromatizzata con alcune
erbe selvatiche locali che l'elfo conosceva bene,diede un sapore
più
acceso e corposo al selvatico suino che ora riempiva i loro stomaci.
La sacerdotessa come sempre mangiava piano e senza ingordigia come
l'era stato insegnato per i costumi dell'alta società e
completamente all'opposto il nano mordeva,strappava e di tanto in
tanto doveva pulirsi la lunga barba con cura e usando la mano
pulita,quella con la quale non stava tenendo la carne,mentre gli
altri tre mangiavano più o meno alla stessa maniera,in
particolar
modo l'elfo,che se ne stava leggermente in disparte dagli altri e
mangiava appoggiato ad un albero,restando ad una distanza che gli
permettesse di controllare i dintorni e allo stesso tempo non essere
troppo distante dal gruppo. Una volta terminato il pranzo decisero di
passare un altra oretta per digerire e mettere a posto le proprie
cose. Poi partirono,allontanandosi ancor di più dalla
sicurezza
della città di Aegis.
Erano
passati un paio di giorni da quando aveva subito quell'orrenda ferita
all'occhio. Odio,per la preda che aveva osato ferirlo rovinosamente.
Odio,per l'umano che lo aveva sconfitto e umiliato,facendolo sentire
un debole. Odio,odio,odio e nient'altro che odio. Nimerin sentiva
solo odio in quei due giorni passati ad aspettare. Aveva trovato un
altura rocciosa,che sormontava,il sottostante avamposto di
Cherunensis,che lui sapeva un tempo,prima della costruzione della
zona di controllo era presente un villaggio dove una volta sorgeva un
sito cerimoniale,dove un tempo i barbari della zona offrivano animali
in sacrificio per calmare o ingraziarsi le forze della natura,ed
ora,vi era stato costruito un avamposto militare. Sulla sua pelle
erano nuovamente presenti i precedenti tatuaggi che aveva dovuto
sacrificare,insieme a buona parte del suo potere per salvarsi la vita
contro quell'umano,che era riuscito a imbrogliarlo così
maledettamente bene che si era reso vulnerabile al contrattacco della
sua preda. Miele,miele delle api di bronzo,quante
probabilità
c'erano che c'è ne fosse una scorta in un magazzino
abbandonato?
Poco importava oramai,sapeva bene che quell'umano sarebbe dovuto
passare di li se voleva tornare all'interno dei confini imperiali. I
presagi erano giusti e gli dei parlavano attraverso coloro che
stavano ad ascoltarli,questa volta non avrebbe fallito e l'orda
selvaggia avrebbe tratto solo vantaggi da questa nuova offensiva.
L'ultima volta aveva confidato in orsi e goblin per i suoi agguati.
Si guardò alle spalle e li in alto,insieme a lui,questa
volta,si
sarebbe accompagnato a bestie e umanoidi ben più spaventosi
ed
agguerriti per la sua nuova ed ennesima brutalità,in attesa
che
questa volta fossero tutti insieme per cadere nella sua trappola. Il
lupo questa volta avrebbe pranzato con il cadavere della pecorella e
lo avrebbe fatto con estremo piacere. I rinforzi erano
presenti,l'inganno preparato e questa volta aveva usato anche la
malizia tipica della gente civilizzata. Ora doveva solo aspettare.
Arrivarono
a
pomeriggio inoltrato,di fronte alla muraglia di pietra che difendeva
il confine. L'avamposto di Cherunensis era di fronte a loro. Erano
giunti in quel punto attraverso una delle vie principali,in questo
caso quella settentrionale controllate da Aegis,dalla quale molti
viaggiatori e mercanti,dovevano passare per giungere alla
città
dalle bianche mura o per fare la strada contraria e tornare
nell'impero,che fosse da una parte o dall'altra. In quel momento la
strada era poco percorsa,a parte l'ora,dalla quale si poteva intuire
che passare non sarebbe stato difficile,almeno fisicamente. Nella
pratica invece c'erano una serie di pali di legno appuntiti e uniti
tra loro e disposto in modo da formare un primo perimetro
difensivo,come quando si montava un castrum,utili per rallentare le
cariche di fanteria e arrestare completamente quelle di
cavalleria,solo la strada non era stata occupata,per ovvi motivi
legati alla viabilità del passaggio. Oltre a ciò
era un piccolo
manipolo di guardie,una decina di uomini,semplici legionari sotto il
controllo di un ufficiale diretto con il compito di controllare i
passanti e ciò che si portavano dietro. Nulla di che,solo
una
semplice mansione di controllo.
“Bene,ci conviene
scendere da cavallo e metterci in coda. Se tutto va bene,passeremo
senza destare sospetti.”,disse Milziade con tono neutrale e
muovendosi per primo,incoraggiando gli altri quattro e se stesso a
mettersi in coda con altre persone,tutte intente a voler passare il
posto di guardia.
Il
prezzolato sapeva
bene come bisognava comportarsi in queste situazioni e gli era
capitato più di una volta di dover oltrepassare un
confine,un posto
di blocco,un zona sotto controllo militare per motivi legali,o meno e
a seconda della situazione la cosa poteva andare bene o male,ed
essere giunto vivo fino a quel momento voleva dire che conosceva il
suo mestiere meglio di molti altri. A mano a mano che le persone
avanzano,la maggior parte venne fatta passare senza troppi
problemi,mentre due nani,vestiti come mercanti di gemme e con tanto
di carro,con valori in oro e gemme vennero riconosciuti e arrestati
immediatamente. Accusati pubblicamente di essere due truffatori
implicati nel commercio di false pietre preziose,erano ricercati da
tempo vennero riconosciuti dalla guardie,grazie anche ad alcuni
documenti di identificazione che vennero distribuiti alla forze
militari presenti in zona. Furono presi di forza,legati ai polsi e
scortati da un paio di legionari dentro l'avamposto e scomparendo
dietro la porta d'ingresso. Dopo questa scena il morale del gruppo
calò leggermente,ma ciò non gli impedì
di avanzare ulteriormente e
avanzarono ancora,altri passi,prima della verità,prima di
sapere se
il loro passivo inganno avrebbe funzionato,o no. Si fecero avanti
tutti insieme quando toccò al loro e le guardie
sospettose,com'era
implicito nel loro lavoro e li scrutarono con fare serio e rigido. A
loro si avvicinò un soldato,un umano,un uomo maturo,non
troppo
alto,ma con le spalline ornate e la corta mantella che gli coprivano
le spalle indicavano un rango superiore,seppur di poco,alle altre
guardie presenti al posto di blocco. L'uomo,con espressione dura sul
volto si rivolse
“Fermi,siete in
gruppo per caso?.”,disse il soldato con tono autoritario.
“Si
signore...”,rispose Milziade con tono falsamente pacato e
tranquillo, “Siamo un gruppo di avventurieri,ci siamo mossi
verso
Aegis in cerca di lavoro,abbiamo superato il confine noviano qualche
giorno fa.”
“Davvero? E come
siete usciti dalla città se era sotto assedio?”
“Non eravamo in
città al momento dell'assedio. Ci trovavamo fuori,nella zona
rurale,poco fuori dalle mura,stavamo svolgendo un compito per conto
di un cliente che intende restare anonimo,in quanto ha richiesto per
contratto,che non facessimo parola riguardo allo svolgimento del
nostro compito.”
“E il contratto?”
“Terminato e
rimasto in mano al cliente come da regolare richiesta.”
“E il pagamento?”
“In moneta
sonante,che adesso stiamo trasportando con noi.”
Il
soldato continuò
ad osservare il mercenario con fare torvo e attento,volendo imporre
la sua autorità anche con lo sguardo. Milziade sapeva che
quell'uomo
non era stato convinto completamente dalla sua storia. Ma sapeva
anche che oltre a fare il suo compito,non poteva fare molto altro.
“Va bene
entrate...ma state attenti al vostro argento,non sarebbe bello se
qualcuno ve lo portasse via sotto il naso. Ora andate.”,disse
il
soldato con aria provocatoria.
Milziade
chinò
leggermente il capo e lui e gli altri passarono il posto di blocco
senza nemmeno che i soldati li perquisissero le borse o chiedessero
loro di dichiarare quali oggetti portassero con se,oltre alle
vesti,le protezioni e le armi che già impugnavano. Una volta
passati
attraversarono l'ingresso è si trovarono all'interno della
zona
fortificata che appariva a tutti i viaggiatori,come un piccoli
fortino militare,attorniata da una cinta di mura in pietra,il tutto
costruito circondati da un piccolo bosco di abeti,che ricopriva anche
una grande altura rocciosa che si innalzava a di sopra delle difese
in pietra lavorata. L'interno dell'avamposto invece sembrava una
delle tante stazioni di posta, o mansio nella liingua dell'impero e
consistevano in postazioni di origine militare,e che offrivano
vitto,alloggio e cavalli freschi nel caso c'è ne fosse stato
bisogno
a tutti i viaggiatori che ne avessero avuto bisogno ed erano
distribuiti in ogni parte dell'impero. Presero alloggio alla taverna
del forte,il soldato squattrinato,così si chiamava la
taverna e
misero i tre cavalli nella stalla,poi quando arrivò l'ora di
cenare
si misero ad un tavolo e fu portata loro,per una modica somma di
cinque cesari d'argento,alcuni piatti con:pane,formaggi locali,pollo
grigliato,zuppe di fave e di fagioli e vino rosso,richiamando
l'appetito di tutti gli occupanti del tavolo.
“Bene
ragazzi,anche questa è fatta,abbiamo superato il confine
senza che
destassero sospetti.”,disse Braxus mentre agguantava del pane
lo
usava per raccogliere una manciata di fave e buttarle giù
con
entusiasmo.
“Abbasso la voce
sbarbatello,vuoi forse farci scoprire?”,disse Gordlack
irritato per
quel comportamento da ragazzo irresponsabile.
“Oh scusa.”
Tutti
stavano
mangiando tranquillamente quella cena abbondante che li avrebbe
aiutato a cedere al sonno e soprattutto a soddisfare i loro stomaci
affamati. Tuttavia Milziade e anche Nym avevano una strana
espressione sul volto. Erano pensierosi e il suo sguardo vagava
chissà dove mentre addentavano passivamente qualcosa e lo
accompagnavano ad un po' di vino.
“Ehi
Milziade,tutto bene?”,chiese Braxus con tono di voce
più cauto e
accorto,per non farsi nuovamente rimproverare.
“No,temo di no.”
“No? Di che
caspita stai parlando matto di un umano? Abbiamo passato il confine
con Aegis e siamo nuovamente dentro Nova. Mi spieghi cosa
c'è che
non va?”
“C'è che qualcuno
ci ha scoperti.”
Tutti
smisero di
mangiare e le espressioni sul loro volto si fecero più serie.
“Continuiamo a
mangiare,cerchiano di non destare più sospetti di quelli che
abbiamo
già rivelato.”
“Sei certo ci
abbiano scoperto? Eppure avrebbero dovuto arrestarci al confine come
hanno fatto con quei due nani qualche ora fa. Perché allora
farci
passare?”,chiese preoccupata la sacerdotessa.
“Più che sicuro e
immagino di non essere stato l'unico ad accorgersene,vero
Nym?”
Milziade
si rivolse
all'elfo,che con calma apparente continuava ad affondare il cucchiaio
di legno nella zuppa e mangiava,come se non fosse successo nulla.
“Avevo il sospetto
che ci fosse qualcosa che non andava. Quel soldato con cui hai
parlato,ha accennato a dell'argento.”,disse Nym rivolto al
mercenario.
“E io ho accennato
a del denaro contante...non ho mai nominato dell'argento. A questo
punto le spiegazioni sono due: Ho qualcuno dei soldati li presenti
vede attraverso le superfici e questo mi pare il caso più
improbabile,oppure....”
“Sapeva già del
contenuto,il che vuol dire che lo sapeva di suo oppure qualcuno lo ha
informato. Ma perché sembrava interessato
all'argento?”
“Perché è
corrotto. Sembrava interessato ai nostri soldi e non al fatto che
stiamo scortando una criminale imperiale. Può darsi che sia
stato
informato dell'argento ma non della principessa...”
“Quindi chi lo ha
informato della cosa non voleva fargli sapere di Lucilla,ma voleva
coinvolgerlo per poterci ostacolare.”
“E qui siamo in
trappola. Quel soldato mi sembrava un sottufficiale,ha
l'autorità
necessaria per informare il comandante di questo avamposto e chiudere
ogni nostra via di fuga,ma forse,conoscendo la sua avidità
possiamo
sfruttarla a nostro favore.”
“E come?”,chiese
Gordlack mentre imboccava pane e pollo tutti insieme.
“Prima mangiamo,ci
serviranno energie in caso di azione e poi è ancora presto
per
agire,tranquillo,ho già in mente qualcosa. E tu mia
cara...”,disse
Milziade rivolgendosi a Lucilla con un sorriso degno di un lupo,
“Avrai un ruolo cruciale in quello che sto per
fare.”
Lucilla,rimase
interdetta e spaventata di fronte a quel ghigno malefico,mentre il
nano,ancora con la bocca piena di cibo,prese d'istinto il maglio in
mano,tenendolo pronto vicino alla sedia. Mugugnando qualcosa sul
voler spaccare la testa al mercenario e giustificandosi per
l'omicidio con i soldati all'avamposto per legittima difesa.
Qualche
ora più
tardi
Il
cielo si era
fatto scuro,coprendo di nero la volta celeste,mentre le stelle in
lontananza brillavano come tanti gioielli ricamati su una stoffa
preziosa. Dalla taverna uscì il sottufficiale,allegro e con
un
sorriso che solo chi aveva il vizio di bere molto,ma non a cadere al
terzo bicchiere di vino forte,dal gusto selvatico e acidulo,come
piaceva agli imperiali. Si guardò attorno,soddisfatto e
sicuro di
se,quando all'improvviso,sentì qualcosa urtargli la
spalla,fece per
guardarsi attorno,che fosse per l'ora tarda o per gli effetti del
vino che si facevano sentire,non riuscì a vedere chi fosse
stato e
si accorso solo di un foglio di pergamena,forse caduto a terra da chi
lo aveva spinto. Lo raccolse e notò che sopra c'era scritto
qualcosa,in latino.
“Comodo
arricchirsi con i soldi altrui vero? Sarebbe un peccato non
condividerne con un compagno d'armi non trovi? So di come sottrai
soldi ai viaggiatori e se non vuoi che spifferi tutto al centurione
in comando e sappi che le prove non mi mancano. Vai nella stanza del
gruppo di avventurieri che hai fermato oggi e preleva tutto il denaro
che possiedono,secondo piano terza stanza,poi dirigiti alle
stalle,li troverai altre istruzioni. Attento a ciò che
fai,ti sto
osservando.”
Quando
finì di
leggere il suo cuore iniziò ad accelerare sempre
più forte. Com'era
possibile che fosse stato scoperto? Era un attività che
andava
avanti da anni ed era stato più che attento a non farsi
scoprire. Ma
chi era e da quanto tempo lo sapeva? Possibile che avesse veramente
delle prove?Che avesse trovato gli ori e i preziosi che conservava
nella sua stanza? Che sapesse anche delle monete sottratte ai due
truffatori di quel pomeriggio e che non aveva dichiarato durante la
perquisizione? Non sapeva più cosa pensare e preso dalla
paura e
dalla disperazione rientrò nella taverna,salendo le scale a
perdifiato. Una volta giunto non impiegò molto tempo per
trovare la
porta indicata nella lettera e come scritto,controllò se ci
fosse
qualcuno nella stanza,appoggiando l'orecchio alla porta e quando non
sentì nessuno,aprì leggermente incurante del
pericolo. La stanza
era illuminata da una finestra che dava sulle stalle e dalla sua
angolazione,permetteva alla luce di entrare quel tanto che bastava
per illuminare la zona centrale,dalla quale si potevano intravedere
nel semi oscurità della stanza un letto singolo e ai suoi
piedi un
piccolo baule di legno,stranamente non era stato chiuso a chiave,ma
poco importava al soldato e decise di aprire il baule,al cui interno
trovò un pesante sacchetto contenente monete della
città di Aegis
per un valore di cinquemila cesari d'oro,con una paga da soldato come
la sua non avrebbe potuto raggiungere una tale cifra in così
breve
tempo nemmeno se fosse stato ufficiale in periodo di guerra. La prese
e appena si alzò andò alla finestra,per
controllare se ci fosse
qualcuno alle stalle. All'inizio non gli parve di vedere
qualcuno,però,con la coda dell'occhio,notò in
lontananza una strana
figura affacciarsi all'angolo esterno della stalle e dirigersi verso
l'entrata dell'edificio. Appena scomparve fece per andare alla
porta,ma quando tentò di aprirla,la trovò
bloccata,fece per tirare
la maniglia,ma se prima la porta,di semplice legno,aveva un peso di
pochi chili adesso invece,sembrava di trascinare un macigno a mani
nude,qualunque cosa ci fosse dall'altra parte a spingere.
“Che ti avevo
detto,c'è un ladro nella nostra stanza. Presto va a chiamare
le
guardie,io lo tengo qui dentro.”
Un
ladro?Le
guardie?Ma lui era un soldato di Nova,non poteva farsi trovare in
quella stanza,che ne sarebbe stata della sua carriera?Della sua
rispettabilità? I ladri secondo il codice penale noviano
scontavano
un periodo in prigione e la maggior parte delle volte finiva
abbastanza bene,senza troppe conseguenze. Ma se un soldato veniva
scoperto a rubare a cittadini noviani e viaggiatori,che secondo la
legge vantavano gli stessi diritti dei cittadini fin tanto che non
infrangevano la legge o non venivano riconosciuti come criminali e
nemici dello stato erano protetti anche loro, veniva congedato con
disonore,processato,fustigato pubblicamente,imprigionato o anche
fatto schiavo,per crimini contro lo stato e per disonorato il
giuramento fatto di fronte agli dei quando venne riconosciuto come
legionario. Non poteva farsi catturare. Disperato,guardò la
finestra
e con i soldi in mano decise di gettarsi dalla finestra. La caduta
non fu rovinosa,ma atterrò male su una gamba,che gli dolse
sotto la
pianta del piede e col favore delle tenebre si diresse alle
stalle,confuso e per nulla sicuro di quello che stesse succedendo.
Entrò nelle stalle,dove coperto dall'interno buio,dove
animali come
cavalli,asini e muli erano intenti a dormire e riprendere le energie
dal trascinare i carri,mercanzie o più semplicemente i loro
padroni,che dopo miglia e miglia di faticosi e difficili
passi,potevano sdraiarsi a terra,circondati dalla paglia per tenerli
caldi e nutriti con biada e cereali quali orzo e avena,più
nutrienti
della semplice erba e acqua a volontà per dissetarsi. Si
guardò
attorno e non vide nessuno,troppo buio per vedere se c'era
qualcuno,troppo agitato per capire cosa stesse succedendo e il vino
che gli circolava in corpo di certo non lo aiutava a pensare meglio.
“Hai portato i
soldi?”
Una
voce
improvvisa,da uomo,non capiva dove fosse e agitato estrasse il gladio
e puntò l'arma di fronte a se,dove credeva di aver sentito
la voce.
“Si.”
“Bene,adesso
rispondi ad un mia domanda,come facevi sapere dei soldi?”
“Cosa?”
“Oggi
pomeriggio,quando siamo passati hai fatto riferimento a dell'argento
che quegli avventurieri si portavano dietro e non mi pare che
avessero specificato di avere dell'argento con loro. Chi ti ha dato
l'informazione?”
“Ha importanza? Ti
ricordo che stai minacciando un soldato,per giunta un
sottufficiale,quindi,se non vuoi passare dei guai arrenditi
e.....”
Non
fece in tempo a
finire la frase che sentì qualcosa colpirlo dritto sul naso
e farlo
cadere a terra,poi,qualcosa gli venne rovesciato addosso,sentiva che
era qualcosa di liquido,acqua forse? No aveva un odore inteso e
familiare,qualcosa che aveva consumato qualche momento fa. Vino? Era
forse vino quello?
“Ma cosa stai
facendo?”
“Condivido una
brocca di vino,ma aspetta,tu se non sbaglio dovresti dovresti essere
a letto a quest'ora,non a bere e a derubare i passanti. Hai preso
proprio un brutto vizio lo sai?”
“Non ti conviene
fare il furbo con me.”,disse lui ancora più
nervosamente,cercando
di rialzarsi. Ma venne spinto di nuovo a terra e altro vino gli fu
buttato addosso.
“Quanto vale la
parola di un soldato ubriaco e per giunta ladro? Sono sicuro che
tutti i presenti a Cherunensis siano curiosi di sapere cosa ci fa un
loro superiore con del denaro che non gli appartiene,che stava per
andare a nascondere chissà dove inseme ad altra refurtiva
non
dichiarata. Chi ti ha dato l'informazione? Ti consiglio di dirmelo,
ho tra pochi minuti ti troverai un gruppo di legionari pronti a darti
un trattamento peggiore del mio.”
“Io...io non lo
so.”,disse il sottufficiale spaventato
Altro
vino gli venne
gettato addosso
“CHI TE L'HO HA
DETTO?”, tuonò la voce,tanto violentemente e
improvvisa che alcuni
cavalli li vicino si mossero intimoriti,nitrendo per lo spavento
appena subito.
“Non lo so è la
verità. Si è presentato un paio di giorni fa un
viaggiatore,era
sera è mentre bevevo mi ha appoggiato un sacchetto pieno di
soldi è
mi ha detto che sapeva che sottraevo denaro ai passanti duranti i
controlli della merce. Mi ha promesso che se avessi visto un gruppo
formato da tre umani,un nano ed un elfo avrei dovuto fermarli e che
avrei avuto solo da guadagnarci.”,disse il soldato ormai
impaurito
e preda del terrore di essere colto in flagrante.
“Come faceva
sapere dell'argento?”
“E io che n'è so?
Mi ha solo detto che sapeva dei soldi. Ho preso quelli che ha offerto
è aspettato il loro arrivo.”
“Che aspetto
aveva?”
“Aveva una
cicatrice sul volto ed era parzialmente cieco. Era coperto da un
mantello,ma era a petto nudo e portava dei tatuaggi neri,come quelli
delle tribù barbare. Qui molti dei locali discendono da
quella
gente.”
“E poi? C'è
dell'altro?”
“Ha detto solo che
avrei dovuto trattenerli qui all'avamposto per una qualunque ragione,
ma è tutto ciò che so te lo giuro.”
All'improvviso
però
la luce di alcune fiaccole illuminò le stalle,portando la
luce
emessa da quelle piccole fiammelle,accompagnato dai pesanti passi di
uomini in armature metalliche. Il passo dei legionari era
inconfondibile.
“Adesso,chiunque
tu sia,prendi i soldi se vuoi,ma non farmi arrestare ti
prego.”
“Avresti dovuto
pensarci prima,avresti dovuto farti furbo invece che avido. Paga le
conseguenze delle tue azioni noviano.”
L'area
in cui si
trovava il sottufficiale si illuminò a giorno e se prima il
suo
interlocutore non c'era più ora sapeva di essere veramente
nei guai.
Ora al suo posto vi era un manipolo di guardie,con le loro loriche
segmentate e spada alla mano guardavano il loro superiore,con aria
disgustata e piena di giudizi verso l'uomo che per loro avrebbe
dovuto essere un esempio di marziale rettitudine e che invece si era
rivelato un volgare ladro da due soldi,ubriaco e senza alcun
ritegno,sdraiato a terra in mezzo all'olezzo di sterco e paglia.
“Signore...”,disse
uno dei legionari con voce colma di sdegno e autorità,
“Lei è
accusato di furto e incriminato per probabile corruzione,in quanto
sospettato non solo di aver sottratto illecitamente denaro ai
criminali arrestati,ma anche di essere in combutta con criminali e
trafficanti di vario genere. Lei è in arresto.”
“No aspettate,non
potete,mi hanno incastrato lo giuro.”
Altri
due
legionari,gli sottrassero le monete d'argento è lo alzarono
di
forza,legandogli le mani dietro la schiena con una corda e
spingendolo in avanti verso l'uscita delle stalle,mentre gli
animali,nervosi,nitrivano e ragliavano,confusi a quella scena,con le
fiaccole accese e il suono delle armi contro le armature tenne gli
animali da soma svegli e nervosi ancora per un po',prima che si
calmassero e tornassero a riposare. Mentre arrivarono all'uscita,uno
dei soldati,che teneva la borsa si avvicinò ad una coppia,un
uomo e
una ragazza,in attesa vicino alle stalle.
“Ecco signori,il
vostro denaro,mi auguro che ci sia tutto.”,disse il
legionario,mentre si avvicinava all'uomo,che preso il sacchetto,lo
legò alla cintura di cuoio del gonnellino. Il sottufficiale
squadrò
entrambi e riconobbe,la ragazza,che aveva osservato brevemente quando
era passata e lui,l'avventuriero. Gli passò per la mente un
pensiero,una vaga idea della loro presenza li,fuori dalla stalla,nel
cuore della notte. Erano Milziade e Lucilla.
“Aspetta...”,disse
il sottufficiale mentre guardava l'uomo,
“Aspetta,tu,lei,siete
quelli di oggi. Mi avete incastrato. Mi avete incastrato,bastardi.
Fermatevi,fermatevi ho detto,sono un vostro superiore...”
L'unica
risposta che
ricevette quando si mise a protestare,fu un forte schiaffo sulla
nuca,intimandogli di avanzare e di stare in silenzio,se non voleva
aggravare la sua situazione.
“Vi ringrazio
signori per il vostro aiuto,se non fosse stato per voi non avremmo
recuperato i nostri risparmi. Io e la mia fidanzata siamo andati a
trovare un suo zio mercante di tessuti,che soggiornava ad Aegis dove
aveva fondato la sua attività. Ma con il rischio di un
conflitto
siamo dovuti partire subito e oggi abbiamo passato,il
confine.”,disse
il mercenario,mentre teneva a braccetto la sacerdotessa,fingendo con
una certa abilità di essere il suo fidanzato.
“Capisco,l'importante
e che non ci sia stata alcuna violenza da parte del nostro superiore.
E dire che non avremmo mai sospettato di lui se non fosse stato per
questo episodio.”
“Si beh,ora io e
la mia fidanzata,nonché promessa sposa,potremmo tornare a
casa e
convolare a nozze e per fortuna con la sua dote ancora intatta. Vero
cara?”
Lucilla
non
rispose,troppo timida e impacciata per dire anche una sola singola
bugia,si ritrasse in se stessa,anche perché non voleva farsi
smascherare per una pessima messa in scena come avrebbe potuto essere
per le sue pessime capacità recitative. Ma fortunatamente
Milziade
era pronto anche per quella situazione.
“Temo che sia
rimasta sconvolta per quello che è appena accaduto,sa che
come sono
le ragazze,così facilmente impressionabili. Non so se mi
spiego.”
“Si
certo,comprendo. Ora se volete scusarmi....”
“Aspetti,per
ringraziarvi volevo offrire un giro di bevute a lei e al suo gruppo,
io e la mia fidanzata sentiamo il bisogno di sdebitarci in qualche
modo. So che non è molto però...”
“Molto gentile,ma
ora non possiamo siamo in servizio. Guardi,come se avessimo
accettato,tuttavia...se volete sdebitarvi,vi chiedo a nome del mio
comandante, e di questa centuria si intende,se poteste evitare di
raccontare quanto accaduto qui,sapete...non vogliamo dare una brutta
immagine dei soldati noviani, soprattuto di quelli che lavorano
presso i confini,non so se mi sono spiegato.”
“Si
certamente...”,Milziade si passò una mano sulle
labbra chiuse,come
se ci avesse passato un ago e un filo,segno di essersele cucite a
dimostrare che non avrebbe detto niente.
“Grazie
infinite,buona notte e che Mercurio protegga il vostro viaggio.
Così
facendo il
soldato fece un leggero cenno con la testa e tornò presso ai
suoi
compagni per scortare il sottufficiale,o meglio,ex sottufficiale per
scortarlo nella sua cella e da li in avanti,il suo destino era
già
stato segnato.
“Milziade,posso
farti una domanda?”,chiese Lucilla come in preda ad un dubbio
atroce.
“Dimmi.”
“Mi spieghi come
sei riuscito ad organizzare tutto quanto? Io veramente non ci ho
capito nulla.”
“Oh ma è semplice
raggio di sole. Basta pensarci su.”
Per
lui era facile
parlare,pensare ad un piano tanto orchestrato quanto campato all'aria
era proprio nel suo stile e la cosa più assurda e che buona
parte
delle volte funzionava. Il tutto era stato fare in modo che ognuno
facesse la sua parte. Non era difficile intuire che il sottufficiale
sarebbe andato a farsi una bevuta dopo il suo turno di lavoro,da li
in poi il piano si sarebbe svolto in maniera rapida e precisa. Nym
aveva aspettato che il soldato entrasse a farsi una bevuta e
nell'attesa avrebbe aspettato,come avrebbe fatto ogni buon cacciatore
e quando sarebbe uscito,rilassato e in preda agli effetti del vino
avrebbe spintonato il soldato e sarebbe filato via,lasciando a terra
un foglio di pergamena,uno dei tanti che il mago aveva consegnato nel
caso avrebbero dovuto mandare un messaggio o annotare qualcosa con
dell'inchiostro. Appena il sottufficiale sarebbe salito per prendere
i soldi sarebbe stato il turno di Gordlack,che appena vicino alle
scale,sarebbe salito anche lui e nel breve lasso di tempo avrebbe
usato tutta la sua forza nanica per tenere la porta e fingere che
stesse parlando con qualcuno e incitando la figura fittizia da andare
dalle guardie e lasciando la finestra,ovviamente,aperta il soldato si
sarebbe gettato giù non volendo essere scoperto in
flagrante. Qui
entravano in gioco Milziade e Lucilla. Milziade con la scusa di
controllare Briseide si era portato con se tre otri di vino,che aveva
nascosto nella cella della giumenta e a quel punto sarebbe uscito,si
sarebbe accompagnato alla principessa verso la caserma dei legionari
e inventarsi una storia su un furto avvenuto nella loro stanza e che
una strana figura si era diretta verso le stalle,sapendo che,le
guardie non avrebbero potuto rifiutare la sua richiesta d'aiuto in
quanto seppur un avventuriero non poteva farsi giustizia da solo e
sguainare la spada come se nulla fosse. Avrebbero dovuto pensarci i
legionari a quella situazione e così,raccolsero un manipolo
di
uomini e controllare che il malfattore fosse li. Da qui
entrò in
scena Braxus,che giunse nella cella di Briseide,vide il vino e sapeva
già cosa fare. Aspettò il soldato e nel buio
delle stalle il
vantaggio fu suo,passò esattamente vicino alla cella di
Briseide,da
li lo interrogò e gli buttò addosso il
vino,ricordando le
istruzioni del mercenario,si fece dire quello che doveva sapere e
quando arrivarono le guardie dovette solo andar via. Ora non restava
altro da fare che aspettare il giovane e ricevere le informazioni che
aveva estrapolato dal sottufficiale. Un piano complicato,ma
necessario affinché il noviano corrotto potesse essere
catturato non
solo con le mani nel sacco,ma che non potesse nemmeno difendersi e fu
così,che quella accurata messa in scena si era conclusa nel
migliore
dei modi e senza colpo ferire. Quello che non sapevano però
e che la
notte non aveva ancora finito di portare
novità,perché nell'ombra
c'era chi aveva osservato la scena con molta cura e aspettava solo il
momento per attaccare. Snudava le zanne mentre un ghigno che non
aveva nulla di sano attendeva di affondare artigli e denti nella
carne del mercenario e di tutti coloro che lo accompagnavano. Aveva
recuperato le forze e questa volta aveva dalla sua parte aveva numeri
ben più efficienti dalla sua parte. Aveva visto
abbastanza,ora
poteva attaccare.
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