Origliare
Bisbigli
dietro una porta semiaperta attirano l'attenzione di passi maturi,
che si fanno più ponderati, leggeri, lenti. Non si sente
più il
rumore delle suole sul legno, le orecchie tese, allungate verso le
voci. Summer e Morty sono in quei rari momenti in cui vanno
d'accordo, e si ritirano nella stanza di uno dei due a parlottare di
Dio sa solo che cosa, per questo Rick si ferma ogni volta ad
origliare.
«E
se mi uccidessi?», la voce ovattata di Morty fa sussultare il
cuore
di Rick, che affonda in un dispiegamento sottile e teso delle labbra.
I piedi sono incollati a terra, lo stomaco pesante come se fosse
imbottito da mille pietre. È stoico nell'aspetto, rigido
fuori e
tumultuoso all'interno. La debole domanda di Morty è
abbastanza per
congelare il sangue nelle vene, carpire un gemito di dolore sommesso e
ampliare la ricerca di un calore,
colmato con un sorso di brandy custodito vicino al petto.
«Ti
libererebbe da ogni tuo problema?». Summer rimane
impassibile,
perché è una Sánchez nelle viscere, ma
pian piano confuta il
pensiero di suo fratello.
«Mi
libererebbe da me stesso. Penso sia la stessa cosa, non ti
pare?».
Rick
serra la mascella: Morty è così stupido. Un vero
coglione, a
sperare che... a credere di poter... nessun pensiero completo sfiora
la mente dell'uomo - solo un turbine di frasi che si intrecciano e
aggrovigliano, come i fili delle luci di Natale. Rick non ha mai
disprezzato così tanto i concetti di privazione, assenza e
morte. A
dire il vero l'ha fatto, lo fa ancora, ma a Diane ci pensa fin troppo
spesso.
«E
le persone che ti vogliono bene? Non pensi a loro?».
«Le
persone che mi vogliono bene?», Morty gracchia, ripetendo le
parole
con disprezzo. Come se non ci credesse, come se Summer lo avesse
appena insultato. Alle orecchie di Rick ha lo stesso suono di una
cristalliera che si distrugge all'improvviso, tutte le schegge che
partono in aria e si disperdono - affondano nella pelle e liberano il
sangue.
Summer
rincara la dose: «Come puoi essere così
egoista?». Abbandona la
sua espressione statuaria, ma nessuna emozione diventa personale.
Morty
ride, ma non nel modo in cui a Rick piace. Non è quel suono
che gli
fa spiegare le giovani labbra, dove le guance mutano in morbide
pesche, e addolcisce lo sguardo, no. Niente di tutto ciò.
L'adolescente fa un verso secco, che scivola via in uno sbuffo.
Maledetto il giorno in cui quel marmocchio ha imparato ad essere
impertinente. «Egoista? Io? Sono l'unico a curarmi di tutti
voi,
eppure mi ripagate trattandomi come se fossi il più
imbecille
dell'universo. Mi vedete come fastidioso, e come pensate che non
possa accadere che io inizi a dare fastidio anche a me
stesso?».
Summer
trasale rumorosamente. «Mancheresti a mamma e
papà», fa una breve
pausa. Deglutisce, e usa la sua carta finale: «A Rick,
anche».
Morty
non risponde subito, e Rick è in equilibrio con un piede sul
filo
del rasoio. Aspetta il verdetto finale, modulando il respiro e
assottigliando lo sguardo. «A lui non interessa»
è l'ardua
sentenza.
E
si allontana, perché Morty ha ragione: a lui non frega
niente - ha
volutamente perso l'equilibrio, ed è caduto nel buio. Si
è perso.
La
mattina seguente Rick è un relitto, una balenottera
spiaggiata a cui
sono stati anestetizzati i sensi. Gli occhi pungono, bruciano, sono
fin troppo secchi. La gola gli sembra morta, ma la stanza gira
abbastanza da fargli venir voglia di rigettare ogni sostanza solida
che ha ingerito. E fosse solo quello, il problema! Lo stomaco gli si
stringe, perché sa fin troppo bene dove si trova.
È un brutto vizio
che si deve togliere, quello di ritrovarsi nella stanza di suo
nipote, ma Rick è sempre volubile con Morty — per
Morty. Non si
sente affatto bene.
È
tutta colpa di quella giovane mano vicino alla sua rugosa guancia,
del piccolo polso che gli ricorda un cuore che ogni tanto vuole
smettere di battere.
NdA
Sarò
veloce. Sì, è l’ennesima OS (o flash?)
per non far aspettare i
lettori di Let The Sunshine In (e se fate parte di questi, sul mio
canale telegram ci sono dei mini-spoilerini. Dateci
un’occhiata!).
Non ho ancora aggiornato per mancanza di tempo e ispirazione (mi
vengono in mente solo OS, figuratevi!), rip. Sì, il fandom
di RnM su
efp è la mia pattumiera, dove pubblico tutte le mie ff. E
sì, ho
scritto questa ff rifacendomi alle vecchie challenge “trova
una
parola a caso sul dizionario e scrivici qualcosa sopra” -
solitamente è una drabble, ma sorvoliamo. Immaginate
già la parola
che mi è uscita: origliare! Probabilmente è
ambientata dopo la quinta stagione - prima non riuscirei ad immaginarmi
un Morty così sassy, e depresso lmao. Scrivendola ho pensato
all'ultimo episodio della seconda stagione, dove Rick ascolta la sua
famiglia parlare di lui. Non è propriamente una rickorty, ma
potete immaginarlo se vi va.
Momento
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Per
il resto è tutto, alla prossima!
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