Todavía te amo

di Hana S
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Cap. 7 – Figli che crescono

Anita si svegliò appena sentì il piccolo Pedro lamentarsi, stava per alzarsi quando vide Bruno già in piedi prendere in braccio il neonato e cullarlo: «Non è ancora l’ora della pappa, rimettiti a dormire Anita ci penso io» ma la moglie rimase seduta ad osservare il marito alla luce di una candela, Pedro si calmò in pochi minuti e Bruno tornò a letto.
«Stai diventando bravo!» gli disse Anita avvicinandosi a lui, Bruno la prese fra le braccia: «Se non ci fossi stata tu a insegnarmi tutto, non so proprio come avrei fatto» poi le baciò la fronte; si riaddormentarono fino all’alba, quando i piccoli cominciarono a farsi sentire perché avevano fame.


Passarono i mesi e una mattina Bruno e Anita furono chiamati da una voce allegra: «Tía Anita! Tío Bruno! Venite presto!» i due si precipitarono nel patio, dove Antonio stava giocando con i gemelli «Guardate!» disse indicando i piccoli in piedi appoggiati ad un pacifico capibara. Un tucano volteggiò vicino a loro e Pedro lo seguì muovendo i suoi primi passi, prima di ritrovarsi seduto per terra, i genitori entusiasti si precipitarono dal piccolo e Bruno lo prese in braccio. Anita guardò verso Martín, era rimasto aggrappato al capibara e guardava la mamma, Anita si inginocchiò e tese le braccia: «Vieni dalla mamma, mí vida» il bambino sorrise e mosse i primi incerti passi verso il genitore, la madre lo prese in braccio prima che cadesse a terra per riempirlo di baci.
Anche se erano molto piccoli, già si vedevano tratti che li distinguevano nettamente l’uno dall’altro: Pedro era impulsivo ed esuberante, amava stare al centro dell’attenzione e assumere atteggiamenti buffi; Martín invece era più tranquillo, quasi non si faceva sentire, anche se rideva sempre con il fratellino. Ma a differenza di Pedro che saltava in braccio a chiunque, Martín voleva sempre stare con la madre, nemmeno Bruno riusciva a tenerlo in braccio a lungo se c’era Anita in giro.

I bambini avevano due anni ormai e una sera, dopo averli messi a letto nella loro cameretta, Bruno fece questa considerazione ad Anita: «P-perché non ne facciamo un altro?» la donna, stanca della giornata, stava indossando la camicia da notte e non realizzò subito, quando le parole udite si collegarono fra loro si voltò divertita verso il marito «C-cosa?» camminò lentamente verso di lui e gli mise le braccia intorno al collo «Non sei mai stato così diretto … ne desideri un altro?» si alzò in punta di piedi e avvicinò la bocca all’orecchio di Bruno «O hai solo voglia di farlo?» chiese spingendo il suo corpo verso quello del marito.
Bruno deglutì «Beh … vedi … forse è una scusa un po’ stupida, ma le mie sorelle hanno tre figli, perché non dovremmo averne anche noi tre?» Anita lo baciò e poi si mise a ridere, lasciando Bruno perplesso.
«Ho pensato anche io a questo …» prese Bruno per il colletto della camicia dandogli un bacio appassionato «Ne farei cento di bambini con te!» Bruno avvampò e strinse a sé la moglie baciandola.


Anita stava vomitando in bagno, mentre Mirabel vicino a lei le passava una mano fra i capelli con dolcezza; non appena si riprese, Anita si voltò verso la nipote «Hai già capito, vero Mira?» la ragazza annuì. Quando Bruno tornò a casa gli fu data la notizia, prese in braccio la moglie piroettando insieme a lei. Dopo nove mesi, in una notte serena mentre le stelle sembravano splendere più luminose che mai, nacque una bambina e guardando fuori dalla finestra Bruno non ebbe dubbi sul nome: Estella.

«Pedro, Martín, venite a conoscere la vostra sorellina» li invitava Anita e i due bambini, anche se un po’ titubanti si avvicinarono. Salirono sul letto mettendosi vicino alla mamma, Martín allungò la mano verso quella della sorella, la piccola strinse il dito del fratello nella sua manina, il piccolo sorrise e guardò la mamma quasi euforico, reazione inaspettata da un bambino taciturno come lui, ma quel piccolo gesto sanciva un legame che sarebbe diventato sempre più forte nel tempo.
Nel frattempo altri avvenimenti felici si prospettavano all’orizzonte. Mariano fece la proposta di matrimonio a Dolores poco dopo la nascita di Estella, la ragazza rimase scioccata da come il suo fidanzato fosse riuscito a non farle scoprire nulla, così che la sorpresa fu ancora più grande per lei. Ma anche per altri in famiglia stava sbocciando l’amore …

«Ciao Alegra! A domani!» Mirabel si voltò e corse verso casa, ma proprio mentre passava davanti ad un’abitazione si scontrò con un ragazzo e caddero a terra, insieme al cesto pieno di pannocchie che il giovane stava portando.
«Hei! Stai più attenta!» disse scocciato, alzandosi e raccogliendo le pannocchie che erano rotolate ovunque, Mirabel era mortificata: «Mi dispiace, non ti ho visto» cercò di scusarsi, mentre lo aiutava. Finito di raccogliere il giovane si voltò verso Mirabel che arrossì «Diego?» i ragazzi si conoscevano fin da bambini, ma negli ultimi anni lui era stato sempre impegnato ad aiutare la famiglia in campagna e in paese si vedeva poco. Era alto con la carnagione molto scura, i capelli neri e ondulati normalmente gli arrivavano alle spalle, ma ora erano raccolti in una coda bassa, una leggera barbetta gli copriva il volto, spallato e muscoloso indossava abiti da lavoro: una camicia bianca e pantaloni beige. Il ragazzo sgranò gli occhi «Sei tu Mirabel! Viviamo nello stesso posto eppure non ci vediamo così spesso!».
«Già …» fu tutto quello che riuscì a dire Mira, poi lui la salutò visto che aveva del lavoro da fare e andò via. Mirabel tornò a casa con una strana sensazione al petto, andò in camera sua dove restò fino all’ora di cena, durante la quale fu molto distratta, non accorgendosi di quando le si facevano domande o semplicemente le si chiedeva se voleva ancora qualcosa. La madre la raggiunse la sera in camera «Mirabel?» Julieta si sedette accanto a lei «è successo qualcosa?» ma la ragazza preferì mentire, dicendo che era semplicemente stanca e forse doveva solo riposare … se almeno, quella notte, ci fosse riuscita! Si alzò il mattino successivo, tardi e quando uscì dalla stanza percepì subito una voce «Di nulla segñor Madrigal!» Diego aveva consegnato alcuni prodotti ordinati dalla famiglia e si stava accomiatando da Augustín, quando questi lo fermò «Diego, per caso realizzi ancora i ritratti intagliati nel legno? È quasi l’anniversario mio e di Julieta e volevo un regalo bello da farle». Il ragazzo parve imbarazzato «Vedo cosa posso fare segñor, è un po’ di tempo che non faccio pratica!». Mirabel si lasciò scivolare contro la porta «Intaglia il legno!» disse sottovoce, come fosse una scoperta meravigliosa.


Camilo si stava rivestendo, mentre Alegra, sotto le lenzuola, rimaneva immobile «Mí princesa?» Camilo si avvicinò dandole un bacio «è ora di alzarsi, dobbiamo tornare» le accarezzò la testa e poi guardò fuori il cielo che stava rischiarando. Alegra senza scomporsi gli disse «Tu devi andare, io ho detto che mi sarei fermata qui per la notte, mi alzo dopo a preparare la colazione per i miei fratelli che arrivano per mietere il mais» poi si voltò verso Camilo, tirandolo verso di sé per dargli un ultimo bacio: «Ci vediamo più tardi mí amor» disse dolcemente e sorridendo, Camilo le rispose «A dopo, mí vida». Camilo uscì dalla casetta e attraversando i campi di mais tornò a casa, sicuro che nessuno lo avesse visto, ma quando aprì la porta della sua camera «Dove sei stato ancora?» chiese a bassa voce Dolores, il ragazzo trasalì. «Senti Camilo, lo so che tu e Alegra vi amate» continuò la sorella chiudendo la porta «Ma dovete stare attenti, nemmeno io e Mariano siamo arrivati così in là!» Camilo si voltò verso la sorella preoccupato «No!» si affrettò a chiarire Dolores diventando rossa «Non vi ho ascoltato!».
«E come lo sai allora?»
«Vi vedo e sono un po’ più grande di te, le capisco certe cose! Ma voi non siete nemmeno sposati! Se succede qualcosa? Vi possono scoprire o Alegra potrebbe rimanere …» Camilo tappò la bocca alla sorella. «Non accadrà! Sono molto attento!» poi avvampò diventando di mille sfumature di rosso «E poi … io voglio sposare Alegra! Sono ormai tre anni che stiamo insieme! Devo solo aspettare che faccia 18 anni!» Dolores non capiva e Camilo le spiegò il perché «Il padre vuole che sia abbastanza grande prima di sposarsi e le ha detto che 18 anni potrebbe andare bene!».
«‘Potrebbe’, ahi Camilo! Spero solo non scoprano nulla!»
«Anche se succedesse? L’unica ‘soluzione’ sarebbe sposarci! E io sposerei Alegra oggi stesso, anche se non mi costringessero a farlo!» la conversazione terminò lì e Dolores non tornò più sull’argomento. Vedeva che il fratello era molto cambiato, era il solito Camilo a cui piaceva scherzare, ma ora qualcosa in lui si era raffinata: prendeva molto sul serio i lavori che svolgeva e si curava di più della famiglia; anche con i cuginetti più piccoli era molto attento, per non parlare delle premure che aveva per Alegra … ma era questo il punto, appena lei e Mirabel e forse qualche cugina di Alegra sapevano che loro stavano insieme, ai genitori non avevano ancora detto nulla e lei era preoccupata che potesse succedere qualcosa.


«Alegra! Dai torniamo a casa!» il fratello maggiore cercava di convincerla, ma lei preferiva così «Qui mi è molto più facile prepararvi da mangiare e poi ho un bagno tutto per me!» disse saltellando. La madre non disse molto, sapeva che ormai sua figlia era grande e forse il desiderio di un po’ di intimità l’aveva portata a voler rimanere nella casetta nei campi, ad Jaime non piaceva che la figlia rimanesse da sola, ma lei non aveva voluto nessuno e poi si trattava solo del tempo della mietitura, poi sarebbe tornato tutto come prima. Una volta che i famigliari se ne furono andati, rientrò in casa e preparò la cena, apparecchiò per due e attese, sentì bussare sul retro e corse ad aprire a Camilo, il quale si presentò con dei fiori in mano: «Buona sera mí princesa!» Alegra prese i fiori e gli diede un bacio, poi si guardò intorno: «Non ti ha visto nessuno vero?» Camilo le prese la mano «Stai tranquilla … ma che buon profumo!».
Dopo cena, riassettarono e si misero sul divano. Alegra era rannicchiata vicino a Camilo e si raccontavano della giornata «Dolores è così preoccupata?» la ragazza non aveva pensato a conseguenze burrascose, ma effettivamente potevano succedere, Camilo colse il suo viso cupo «Hei princesa, non ti preoccupare» le diede un bacio «Tra poco ci sarà il matrimonio di mia sorella e poi parleremo con le nostre famiglie, va bene?». Quella notte Camilo si svegliò colto da un brutto sogno, guardò Alegra che dormiva, si sdraiò sul fianco vicino a lei e le sussurrò «Ancora poco mí amor, e questa sarà la nostra normalità, tornerò a casa da te tutti i giorni e staremo sempre insieme, nel bene e …» i ricordi dell’incubo avuto pervasero la sua mente, non permettendogli di finire la frase. Si alzò e indossò i vestiti, uscì dalla camera chiudendo la porta e nel silenzio della cucina, disse sottovoce «Dannazione Dolores! Cosa mi metti in testa?».
«Cosa centro io adesso!?» Dolores, nella sua stanza, si nascose sotto le coperte borbottando.


Infine arrivò il felice evento, Dolores e Mariano dissero ‘lo voglio’ e ci fu una grande festa, dopotutto era la prima dei giovani Madrigal che si sposava. Dolores avrebbe voluto che la piccola Estella fosse abbastanza grande da farle da damigella, ma aveva appena un anno e si dovette accontentare dei due più adorabili paggetti che avesse mai visto. I piccoli Madrigal erano bellissimi, mentre Pedro e Martín assomigliavano molto a Bruno, Estella sembrava Anita in miniatura. Anche Antonio, con i suoi ormai 9 anni faceva la sua bella figura, tanto da ricevere il suo primo bacio quella sera; Dolores si mise a ridere mentre ballava con Mariano, dopo aver ascoltato la conversazione tra il fratellino e la bambina che poi lo baciò.
Diego, che ormai si era accorto delle attenzioni di Mirabel, la invitò più volte a ballare, suscitando in Augustín una certa apprensione, ma sapeva come era bello innamorarsi e non volle interferire rovinando il momento alla figlia, rimanedo in disparte con Julieta che lo confortava. Pepa dovette trattenere molto le sue emozioni quel giorno, vedere la figlia così bella e felice le provocava sensazioni contrastanti: dall’euforia di vederla sposata, alla tristezza di sapere che era cresciuta e iniziava una nuova vita. Purtroppo anche Félix fu preso dall’emozione e non poté dedicare molta attenzione ai cambiamenti di umore di sua moglie, toccò a Camilo gestire la situazione e nel contempo dare qualche attenzione ad Alegra, ma la ragazza non lo cercava come faceva di solito. Alegra aveva ancora paura che il padre si arrabbiasse se avesse scoperto che aveva un ragazzo, più che altro averlo tenuto nascosto le creava agitazione, pensando a quando gliene avrebbero parlato; agitata si ritrovò a mangiare più del dovuto, presa da strane … voglie. Nel bel mezzo della festa si allontanò andando verso casa, vomitò dietro un angolo e una paura profonda la pervase, corse a casa mettendosi a letto esausta, inondò il cuscino di lacrime prima di addormentarsi. Intanto Camilo se ne stava imbronciato in disparte, aveva saputo da Mirabel che Alegra se ne era andata, ma lui avrebbe voluto ballare con lei ora che i genitori erano più tranquilli.
Passarono alcune settimane, Alegra si allontanava sempre di più da Camilo, ignorava le sue lettere o meglio, le leggeva ma non rispondeva e voleva rimanere sola. Una sera, seduta sul letto con l’ennesima lettera dell’uomo che amava in mano si accarezzava il ventre, ne era ormai certa … non le erano venute e ci poteva essere solo una spiegazione. Pianse soffocando i suoi singhiozzi nel cuscino ‘Cosa diranno i miei? Cosa dirà la gente?’ ma soprattutto, la cosa che la faceva star male più di tutte ‘Camilo mi vorrà ancora?’. Si erano ripromessi di stare attenti, ma Alegra era convinta che fosse solo colpa sua, non aveva il coraggio di dirlo a nessuno e prese una decisione drastica.

«Tío Bruno è sparito per dieci anni, posso sparire anche io!» la sua famiglia era sempre stata molto rigida su certe cose, come matrimonio e figli, una come lei avrebbe solo creato tensioni e questo pensiero lo rifletteva anche su Camilo, credeva che non l’avrebbe più amata e accecata da questi stupidi pensieri non ragionò più. Una notte, mentre la famiglia dormiva mise poche cose in uno zaino e sgattaiolò fuori casa, nel silenzio di un paese addormentato, scivolò fra le ombre e si avviò verso le montagne. Pensava che adesso era il momento giusto per attraversare la catena montuosa, visto che non aveva ancora la pancia ad ostacolarla, si era arrampicata milioni di volte con i fratelli, anche se non erano mai arrivati su una cima, ma lei l’avrebbe addirittura superata. Niña le si parò davanti starnazzando e tirandole la gonna, per farla tornare indietro; nei giorni passati Alegra aveva confidato solo a lei le sue paure e la sua verità, ma perfino Niña, che era un animale, capiva che non era quella la soluzione.
«Quedate!» disse bruscamene Alegra strattonando la gonna «Questa è l’unica cosa che posso fare! Fuori dall’Encanto non mi conosce nessuno, e spero non facciano caso a una made sola con un bambino» Alegra cominciò a piangere, poi si strofinò gli occhi e sorrise all’animale che si adagiava sulle sue mani «Addio amica mia» poi la lasciò andare e continuò la sua faticosa marcia.
Il giorno seguente ci fu gran caos a casa Juarez, Jaime corse a casa Madrigal, sperando vivamente che la figlia fosse lì, ma Alegra era scomparsa. «Da giorni che non era più la stessa …» confessava Jaime fra le lacrime «… non sapevamo cosa fare, sembrava che nulla la confortasse o la facesse ridere. Ha lasciato solo poche parole su una lettera …» Camilo che in disparte cercava di contenersi, chiese speranzoso «Cosa ha scritto?» ma Jaime e gli altri lo guardarono sconcertati, Mira intervenne «Camilo voleva dire, che se sapessimo cosa ha lasciato Alegra come unica traccia, potremmo aiutarvi»
«Nella lettera ha scritto solo: ‘Mamma, Papà, mi dispiace ho commesso un grosso errore. Voglio bene a tutti voi, ma non posso restare. Addio per sempre» il padre di Alegra era disperato. Antonio tirò la ruana del fratello e chiamò anche Mirabel: «è venuta da me Niña questa mattina, mi ha detto che Alegra sta lasciando Encanto».


«Camilo sii ragionevole! Dobbiamo avvisare la sua famiglia e aiutarli nelle ricerche!» Mirabel guardava Camilo dritto negli occhi, lui voleva andare da solo a cercare l’amata, ma la cugina era certa che avvisare più persone sarebbe stata la cosa migliore.
«Mira, non capisci! Sicuramente se la prenderanno con lei per essersi allontanata! Se la riporto indietro, possiamo inventarci qualcosa e forse non ci saranno conseguenze drastiche» Mira era furiosa, forse quella povera ragazza aveva bisogno di aiuto e Camilo voleva andare da solo: «Ora basta! Vado a dirlo a suo padre, tu avvisa gli altri così andiamo a cercarla!» Camilo si mise fra lei e la porta con le mani che stringevano il legno degli stipiti, non poteva rischiare che se la prendessero con Alegra. Lo sguardo di Mirabel si addolcì: «Sono la sua famiglia, potranno anche arrabbiarsi, ma non le faranno nulla di male … siamo noi che aspettando di agire le facciamo del male. Camilo, lei deve tornare a casa! E se le fosse successo qualcosa di male?» a queste ultime parole il ragazzo abbandonò la sua posizione di difesa e si scostò lasciando che la cugina andasse ad avvisare.
Partirono subito le ricerche, grazie a Niña il campo di ricerca fu ridotto alla zona verso la quale Alegra si era diretta, ma risultò comunque difficile trovarla. «Mariano, hai sentito?» Dolores si fermò e prese il braccio del marito «Qualcuno chiede aiuto!» corsero nella direzione da cui proveniva la flebile voce che solo Dolores poteva sentire. Non fu facile muoversi fra le montagne, ma riuscirono ad arrivare al ciglio di un crinale che scendeva in una piccola valle, sul manto erboso Alegra era rannicchiata, infreddolita e tremante. Mariano si tolse subito la giacca pesante che aveva e avvolse la giovane, prendendola in braccio «Díos mio! È fredda come il ghiaccio!».
«Portiamola alla Casíta! Tía Julieta saprà cosa fare!» e con il sole ormai tramontato dietro le montagne i due ripresero la strada di casa.


Le campane della chiesa suonarono, avvisando chi era ancora alla ricerca della ragazza che era stata ritrovata. Camilo corse a perdifiato fino a casa, trovò tutti in apprensione, Alegra non aveva un bel aspetto quando era arrivata, ma ora era nelle mani di Julieta e alzando lo sguardo, Camilo vide la zia entrare nella stanza di Mirabel, dove l’amore della sua vita era stata portata. Pochi minuti dopo Julieta fece di nuovo capolino e scendendo le scale cercò qualcuno, oltre la famiglia di Alegra che le si era accalcata intorno per avere notizie della ragazza.
«Julieta, la mia bambina come sta?» domandava ansiosa la madre di Alegra, Julieta la guardò regalandole un dolce sorriso «Ora sta bene, ma vuole vedere una persona prima di tutte le altre … Camilo!» tutti si voltarono verso il ragazzo «Vai da lei, ti vuole parlare». Con il cuore in gola e gli sguardi di tutti addosso, il ragazzo salì le scale e chiuse la porta della stanza dietro di sé.
 
Angolo di Hana:
Ciao a tutti, e rieccomi! Capitolo ricco di avvenimenti, accorrete lettori! Cerco di immaginare come possa essere la vita a casa Madrigal negli anni successivi agli avvenimenti del film e devo dire che mi sono divertita a scrivere questo racconto.
Alla prossima!




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