Capitolo 07
I Bambini Prescelti si riuniscono
Vamdemon prese un libro dalla sua libreria, iniziando a sfogliare
velocemente le pagine, fermando quando raggiunse il punto desiderato.
Non era felice di com’erano andate le cose: a causa dei ripetuti
fallimenti di PicoDevimon, ora ben quattro Digimon dei Bambini Prescelti
erano in grado di raggiungere il livello Perfetto. E lui, il grande
Vamdemon, era stato costretto a ritirarsi dalla battaglia contro il
Digimon della Bambina Prescelta dell’Amore.
Fortunatamente, il suo obiettivo principale era rimasto intaccato.
Chiuse il libro quando sentì la porta aprirsi, lasciando entrare
PicoDevimon.
“Grande Vamdemon, ho radunato diversi Digimon come da Lei richiesto.”
Disse il piccolo Digimon demone, facendo un inchino.
“Spero che siano degni di fare parte del mio esercito.” Commentò,
rimettendo al suo posto il libro.
“Senza dubbio! Sono tra i migliori disponibili!”
“Solo perché sono gli unici che ti hanno ascoltato.” Fece una voce alle
sue spalle, anticipando un gatto bianco che camminava su due zampe, che
entrò nella stanza e fece una riverenza a Vamdemon. “Maestro, sono tornata
dalla mia missione.”
“Tailmon. È bello vedere qualcuno di capace.” Disse il Digimon vampiro,
sorridendo e ignorando totalmente PicoDevimon. “Deduco che è andato tutto
come previsto?”
“Assolutamente. Ho radunato un sostanzioso gruppo di Digimon forti e
leali. Me ne sono assicurata personalmente.”
“Eccellente. E l’altra tua missione?”
“Parzialmente completata.” Rispose lei.
“Ah! Allora nemmeno la grande Tailmon è infallibile come vuole far
credere!” Esclamò derisorio PicoDevimon, solo per prendersi un pugno in
faccia dalla diretta interessata.
“Spiegati.” Ordinò invece Vamdemon.
“Io e Wizardmon abbiamo individuato e seguito l’ottavo Bambino Prescelto,
nonostante le voci che lo davano per disperso.” Iniziò il Digimon gatto.
“Abbiamo così scoperto che oltre al suo partner, stava viaggiando con una
bambina umana. Per quanto abbiamo potuto verificare, non è una Bambina
Prescelta. Pare sia la sorella del Bambino del Coraggio.”
“E l’Ottavo Bambino?”
“Come riportavano le informazioni in nostro possesso, è più grande
rispetto agli altri e sembra avere una conoscenza basilare di come
comportarsi in situazioni di svantaggio. Ha spesso parlato di come si
stesse addestrando a diventare un eroe.”
Qui Tailmon sorrise. “Ha confermato che proviene da un mondo diverso
rispetto agli altri Bambini Prescelti, come da Lei sospettato. E pare che
nel suo mondo gli umani siano in possesso di abilità simili a noi Digimon.
Abbiamo sentito tutto questo mentre ne parlava con l’altra umana.”
“E il suo Simbolo?”
“Non si è mai illuminato mentre lo osservavamo. Ciò confermerebbe che sia
un falso.”
Vamdemon sorrise, per poi muovere una mano e far apparire un Medaglione.
“Era ovvio, visto che il Medaglione dell’Ottavo Bambino Prescelto è in
mano mia. Ma ora dimmi perché non hai provveduto ad eliminarlo come
richiesto, dopo che hai raccolto tutte le informazioni che ci servivano.”
“Abbiamo aspettato il momento adatto. Il suo Digimon, un Leomon, era
sempre all’erta. Credo sospettasse che fossero seguiti. Sono spariti di
punto in bianco approfittando di un campo di nebbia che nemmeno i miei
sensi erano in grado di superare. Sono desolata.”
“Capisco. Beh, non importa. Andremo avanti con il nostro piano come
previsto. Preparate l’esercito, domani partiremo.”
“Sissignore!” Esclamarono assieme Tailmon e PicoDevimon, per poi uscire
dalla stanza.
Il Digimon vampiro restò in silenzio ad osservare il Medaglione.
“Il tuo Simbolo… Mi assicurerò che non s’illumini mai più! Anche se
dovessi uccidere ogni singolo umano del tuo mondo per assicurarmene!”
Disse Vamdemon, sorridendo. “Ma credo che iniziare dalla mamma e dai tuoi
conoscenti sarà sufficiente. Se sono fortunato potrebbe essere sufficiente
per oscurare del tutto il tuo sogno.”
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Taichi sorrise. Finalmente, dopo giorni passati a vagare per il Mondo
Digitale, erano riusciti a riunirsi.
Beh, quasi tutti, almeno.
“Allora nemmeno tu sai che fine abbia fatto Izuku?” Chiese Takeru a Sora,
che scosse la testa.
“Mi dispiace.” Rispose lei. “Sono riuscita a seguire tutti voi, ma di
Izuku non ho trovato tracce. So solo che nemmeno PicoDevimon era a
conoscenza della sua posizione.”
“Ma dove può essere?” Si domandò Yamato. “Potrebbe essere ancora nel
mondo reale? Hai detto di essere finito lì, giusto Taichi?”
“B-Beh, sì… io e Agumon siamo finiti proprio a casa di Izuku. E da quel
messaggio che ha inviato, lui parrebbe essere finito a casa mia.”
Taichi e Agumon avevano concordato di non dire nulla sul fatto che Izuku
provenisse da un mondo diverso dal loro. Dopotutto, non avevano nemmeno un
modo per dire che non stavano mentendo.
“Ma hai detto che, in quel video che hai ricevuto, diceva di aver trovato
un modo per tornare qui.” Disse Koushiro.
“Forse è stato rapito da Vamdemon!” Esclamò terrorizzata Mimi.
“Sono sicuro che sta bene. Izuku è sempre stato capace di badare a sé,
soprattutto dopo che Leomon è diventato il suo Digimon.” Cercò di
tranquillizzarla Joe.
“È vero, Leomon è uno dei Digimon più forti dell’Isola di File, sono
sicura che non lascerà che gli succeda nulla.” Disse Pyocomon, sorridendo.
Ma prima che potessero dire altro, il terreno cominciò a tremare, per poi
lasciare uscire da esso la piattaforma di proiezione di Gennai, che
infatti apparve pochi secondi dopo.
“Bambini Prescelti, è un piacere vedervi di nuovo tutti insieme.” Disse
il vecchio, mentre tutti si avvicinarono per ascoltarlo. Non lo avevano
più sentito da quando Etemon era stato sconfitto.
“Gennai!” Esclamarono tutti quanti.
“Vedo che alcuni di voi sono riusciti a far raggiungere il livello
superiore al loro Digimon. Ottimo, questo vi aiuterà contro Vamdemon.”
“Sai che cosa vuole da noi?” Domandò Yamato.
“Temo la risposta sia semplicemente eliminarvi. E sfortunatamente, è
disposto a tutto per riuscirci. Per questo penso sia giunto il momento di
incontrarci di persona.”
Mentre diceva ciò, un suono uscì dal portatile di Koushiro, che sorpreso
lo prese subito.
“Vi ho inviato la mappa per raggiungermi.”
“Aspetta! Non abbiamo ancora trovato Izuku!” Disse Taichi. “È sparito
dopo aver tentato di seguire me e Agumon!”
“Non vi preoccupate, Izuku sta bene.” Disse Gennai. “È già a casa mia che
vi sta aspettando.”
Detto ciò la comunicazione si interruppe, lasciando in silenzio il
gruppo.
“Mi state dicendo che mentre noi non facevamo altro che camminare Izuku
passava il tempo a riposarsi?!” Esclamò irritata Mimi, solo per
guadagnarsi un’occhiataccia da Taichi, Agumon, Joe, Gomamon e Palmon.
“Oh, davvero, Principessa Mimi?” Ridacchiò Sora, mentre la
diretta interessata divenne giustamente rossa per l’imbarazzo.
“Okay, punto preso…” Mormorò lei, mentre gli altri scoppiavano a ridere.
Il gruppo seguì le indicazioni di Gennai, fino a ritrovarsi a camminare
letteralmente sotto un lago, diretti verso una piccola villa che sembrava
immune al liquido che la circondava.
Lì, ad attenderli con le braccia dietro la schiena, c’era Gennai.
“Benvenuti, Bambini Prescelti.” Li salutò lui, sorridendo.
“Gennai!” Lo salutò entusiasta Koushiro. “Questo posto è fantastico!”
“Già. È un ottimo nascondiglio dalle forze dell’oscurità. Ma entrate,
immagino siate affamati.”
“Dov’è Izuku?” Chiese subito Taichi.
“È in palestra. Si sta allenando con Leomon.”
Gennai li guidò all’interno, fino a raggiungere una tavola imbandita, con
diciotto posti a sedere.
“Uh?” Fece Joe, contando i posti. “Non c’è un posto in più? Noi siamo in
quattordici, con Izuku, Leomon e te dovremmo essere in diciassette.”
“No, no, direi che sono giusti. Ho un altro ospite, che ora sta guardando
Izuku e Leomon allenarsi.”
“Non sarà Piccolomon, vero?” Domandò Mimi, deglutendo. L’ultima cosa che
voleva era essere nuovamente ‘allenata’ da lui.
“Non temete, è qualcuno che uno di voi conosce bene.” Rispose il vecchio,
sorridendo. “Ormai dovrebbero arrivare a momenti. Li avevo avvisati che
sareste arrivati presto.”
A conferma delle sue parole, si udirono una serie di passi veloci.
E prima che qualcuno potesse dire altro, una Hikari col sorriso sul volto
entrò di corsa nella stanza, raggiungendo un incredulo Taichi,
abbracciandolo.
“Fratellone! Finalmente sei arrivato!” Esclamò al settimo cielo.
“H-Hikari?!” Replicò lui, non credendo ai propri occhi mentre ricambiava
l’abbraccio, per poi guardarla preoccupato. “Che cosa ci fai qui? Eri a
casa perché non stavi bene!”
“Stavo già meglio quando sei partito. E una volta arrivata qui Gennai mi
ha dato altre medicine per far sparire i sintomi che stavano tornando.”
“Lei è tua sorella?” Chiese Takeru.
Sentendo ciò la bambina si rese conto che il fratello non era da solo, e
si girò verso di loro con un piccolo inchino.
“Piacere di conoscervi. Sono Hikari Yagami.”
“Aspetta, come hai fatto ad arrivare qui? Non eri con noi al campo
estivo.” Disse Sora, condividendo con Taichi la preoccupazione per la
bambina. Sapeva bene quanto fosse cagionevole di salute.
Hikari sorrise, per poi tirare fuori dalla tasca un Digivice.
“L’abbiamo trovato a casa. Così sono potuta venire anch’io qui. È bello
rivederti, Koromon.” Aggiunse poi, guardando Agumon, che sbatté le
palpebre confuso.
Taichi restò in silenzio, continuando a tenere la sorella stretta nel suo
abbraccio, solo per rendersi conto in quel momento di qualcosa.
“Aspetta… Sbaglio o sei più alta?” Domandò, lasciandola libera.
“Beh, è passato quasi un anno da quando sono qui. È normale, no?”
“Un anno?!” Esclamarono tutti quanti.
“Significa che sei qui da prima di noi!” Disse Koushiro. “Ma Taichi ha
detto che Izuku ti ha incontrato poco tempo fa.”
“Il tempo scorre diversamente tra il vostro mondo e questo.” Rispose
Gennai. “Per qualche motivo sconosciuto, quando Izuku e Hikari sono
arrivati, si sono ritrovati nel passato. Effettivamente è grazie a lui se
sapevo quando contattarvi senza temere le interferenze di Devimon.”
“Abbiamo vagato per mesi alla vostra ricerca.” Aggiunse Hikari. “Ma non
c’erano tracce di voi. Poi abbiamo incontrato Gennai, che ci ha fatto
venire qui dove siamo rimasti ad aspettare.”
“Sei sicura di stare bene?”
La bambina annuì. “Izuku e Leomon si sono assicurati che non mi
succedesse nulla. Hanno anche tenuto il mio Digivice per tutto il
viaggio.”
Ma prima che qualcuno potesse chiederle altro, un’altra serie di passi,
questa volta più lenti ma pesanti, cominciò a risuonare nell’aria.
Poco dopo nella stanza entrarono Leomon e un Izuku sudato privo di
maglietta, mostrando così dei muscoli che il gruppo era sicuro che non ci
fossero l’ultima volta.
“Ragazzi!” Esclamò lui, continuando ad asciugarsi con un panno. “Siete
arrivati!”
Sora e Mimi diventarono leggermente rosse nel guadarlo, voltando subito
lo sguardo.
“C-Che cosa… Cosa ti è successo?” Domandò Joe.
Il ragazzo dai capelli verdi ridacchiò. “Ho semplicemente deciso di
allenarmi. Da quando sono tornato nel Mondo Digitale mi sono allenato con
Leomon tutti i giorni. Certo, non che possa diventare forte come lui, ma
almeno contro i Digimon più deboli potrei riuscire a difendermi.”
“Beh, non credo che qualcuno possa diventare come All Might! È più forte
anche di Leomon!” Disse Agumon, solo per sentirsi il muso venire chiuso a
forza da Taichi, anche se troppo tardi.
Izuku sbatté le palpebre confuso, per poi sbiancare vistosamente. “E tu
come-”
“Ecco…” Cominciò Taichi. “Diciamo che lo abbiamo incontrato. E anche tua
mamma.”
“Allora… Allora siete stati a casa mia?” Chiese conferma Midoriya,
lasciandosi cadere seduto a terra.
“Già. Ma lì il tempo passato è stato ben maggiore rispetto a quanto hai
detto nel video.” Continuò il Bambino del Coraggio. “Erano passati dieci
mesi dalla tua scomparsa. Kacchan è stato piuttosto chiaro in proposito.”
“Dieci mesi?! E avete incontrato anche Kacchan?!”
“Già. Avevamo visto com’era da bambino, e ora è anche peggio. Mi ha fatto
paura.” Rispose Agumon.
Gli altri bambini e Digimon lo fissarono sorpresi. Avevano sentito da
Izuku i racconti di come Kacchan lo trattava, e se anche un Digimon come
Agumon ne parlava così...
“Allora voi due sapete tutto, eh?” Continuò Izuku, sospirando.
“Sanno che cosa?” Domandò Sora.
“Direi che prima sarebbe meglio lasciare che Izuku si dia una pulita e si
cambi.” Intervenne Gennai. “Ne parleremo a tavola. Ci sono diverse cose di
cui discutere.”
Pochi minuti dopo Izuku ritornò e il gruppo iniziò subito a mangiare,
restando principalmente in silenzio.
Non appena terminarono, fu Koushiro a prendere la parola.
“Com’è possibile che quando Izuku è tornato indietro nel nostro mondo
erano passate poche ore mentre Taichi dice che sono passati dieci mesi?”
“E cos’è che ha scoperto a casa tua?” Aggiunse Mimi.
Midoriya sospirò, per poi guardare Leomon, che annuì in incoraggiamento.
“Diciamo che vi ho nascosto qualcosa. All’inizio perché non avevo idea
che non ne foste a conoscenza, e poi perché non mi avreste creduto.”
“Sei un alieno?” Domandò Takeru.
“Non essere ridicolo, non vedi che è umano?” Rispose Yamato, divertito
dal fratello.
“Beh, sì, sono umano… Ma non sono del vostro stesso mondo.” Disse Izuku.
I bambini e Digimon si zittirono, per poi spalancare gli occhi sorpresi,
con l’esclusione dei due Yagami, Agumon, Leomon e Gennai.
“Che cosa?!” Urlarono infine tutti assieme.
“Allora esistono davvero altri mondi oltre al nostro e a questo?!”
Domandò Joe, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
“Confermo. Quando sono giunto nel suo mondo, inizialmente ho pensato di
essere a casa. Sono bastati pochi istanti per capire che non era così.”
Disse Taichi.
“Cos’è successo?” Domandò Gomamon.
“Beh, siamo stati subito attacchi da un robot, che poi è stato distrutto
da un ragazzo che poteva usare l’elettricità. E poi Taichi è andato a
sbattere contro una ragazza invisibile.” Rispose Agumon.
“Eh?” Fece Koushiro. “Aspetta, hai detto quello che ho sentito?”
“Proprio così. Il nostro caro Izuku non ci ha mai detto che da dove viene
la maggior parte delle persone possiede dei superpoteri, tanto da avere
una scuola per diventare eroi. E tra parentesi, a quanto pare siamo finiti
proprio nell’esame di quest’ultima.”
A quelle parole, tutti si voltarono verso Midoriya, che sorrise
imbarazzato, portandosi una mano dietro la testa.
“I supereroi sono reali?!” Esclamò Takeru con gli occhi che brillavano.
“Qual è il tuo superpotere?! Perché non ce lo hai mai fatto vedere
prima?!”
A quella domanda, innocente per il bambino che l’aveva pronunciata, un
velo di tristezza calò sul ragazzo dai capelli verdi.
“È anche per questo che non vi avevo detto nulla.” Disse. “Io purtroppo
faccio parte del 20% della popolazione priva di poteri, anche se ho sempre
avuto il sogno di diventare un eroe.”
“Aspetta, ma allora quando dicevi che Kacchan ti faceva esplodere…” Fece
Joe, spalancando gli occhi e sbiancando.
“Intendeva dire che può letteralmente provocare esplosioni dalle mani!”
Rispose Agumon. “E All Might è un umano gigantesco e incredibilmente
muscoloso. Con un solo salto ha superato diversi palazzi, e nel frattempo
ci teneva sollevati con un solo braccio!”
“E qui è il momento che intervenga io ad aiutare con le spiegazioni.”
Disse Gennai, per poi battere le mani, lasciando che le luci si
spegnessero, lasciandoli al buio.
Poi improvvisamente sopra il tavolo apparve una versione olografica del
Mondo Digitale.
“Questo è il mondo dove ci troviamo al momento.” Spiegò Gennai, per poi
lasciare che al fianco del primo pianeta ne apparissero altri due,
totalmente identici. “E questi sono i vostri: quello di Izuku…” E uno dei
due s’illuminò di verde. “E quello di voi altri.” Il terzo divenne blu.
“A differenza del Mondo Digitale, il mondo di Izuku e la nostra Terra
sono identici.” Osservò Koushiro.
“Perché fondamentalmente sono lo stesso mondo. Ma credo che Izuku possa
spiegarvi meglio in cosa differenziano.”
Midoriya annuì, per poi alzarsi e prendere la parola.
“Verso la fine del nostro ventesimo secolo, avvenne un fatto che cambiò
profondamente il mio mondo. Nacque un bambino che era la luce dei suoi
genitori. Letteralmente, dato che emanava luce da tutto il suo corpo. Da
quel momento, sempre più bambini sono nati con poteri straordinari. Come
ho detto prima, ormai solo il 20% della popolazione è priva di un potere…
di un Quirk”
“Una mutazione genetica?” Domandò Joe, ricevendo subito una silenziosa
conferma.
“Non è ancora ben chiaro cosa l’abbia provocata. L’unica cosa certa è che
con l’avvento di questi poteri, è diventato possibile intraprendere la
carriera da supereroe, tanto che ora è uno dei mestieri più ambiti. Penso
di poter affermare senza difficoltà che la maggior parte dei ragazzi si
iscriva a una scuola per poterlo diventare.”
“Ma aspetta, a cosa servono tutti questi eroi?” Domandò Tentomon.
“Beh, diciamo che l’eroe è la professione più desiderata… ma
sfortunatamente non è l’unica. Ci sono gli eroi… e ci sono i cattivi. E
anche loro hanno i propri Quirk. Per questo servono gli eroi per
fermarli.”
“Oh… quindi siete in una battaglia continua, eh?” Chiese Palmon.
“Già. Anche se, da quando All Might è diventato un eroe, il tasso di
criminalità è calato notevolmente. Non per niente è definitivo il simbolo
della pace. È l’eroe più forte del mio mondo.”
Dicendo ciò tirò fuori il suo smartphone, per poi guardare Gennai, che
annuì.
Izuku aprì subito l’app della galleria, selezionando un file, per poi
lasciare che un video di All Might apparisse come ologramma, mostrando
così a tutti l’eroe in azione.
“Beh, ora capisco perché lo consideri il tuo idolo.” Disse Yamato.
“Sembra davvero molto forte.”
“Ma quel sorriso è quasi spaventoso…” Mormorò Gabumon.
“All Might sorride sempre. È dell’idea che così tranquillizzi chi aiuta.”
“Ma perché ci state parlando ora del mondo di Izuku?” Domandò Sora. “C’è
un motivo preciso, vero? Non è solo perché Taichi e Agumon sono stati lì.”
Izuku annuì, sospirando.
“Si tratta di Vamdemon.” Rispose. “Abbiamo scoperto che per qualche
motivo ha messo gli occhi su di me. E grazie a Gennai, sappiamo che ha
intenzione di raggiungere il mio mondo.”
Tutti quanti sgranarono gli occhi.
“Che cosa?!” Esclamò Taichi. “Perché?!”
“Perché è convinto che Izuku sia il Bambino Prescelto che sta cercando.”
Disse Gennai, lasciando che le luci si accendessero di nuovo. “Vamdemon è
in possesso di un Medaglione con un Simbolo al suo interno, quello della
Luce. E non ha scoperto che quello di Izuku si è illuminato, quindi è
convinto che sia falso.”
“Aspetta, ma tutti noi abbiamo trovato il nostro Simbolo!” Esclamò Mimi.
“Allora di chi è quello?”
“È il mio.” Mormorò Hikari. “Vamdemon in realtà sta cercando me.”
“Ma prima che Taichi si agiti.” Intervenne subito Izuku. “Non ha idea che
Hikari sia una Bambina Prescelta. Per tutto il viaggio prima di arrivare
qui ho tenuto io il Digivice di tua sorella, così che nessuno lo
scoprisse. Come ha detto Gennai, Vamdemon è convinto che quel Simbolo
appartenga a me, e ha intenzione di attaccare il mio mondo per
costringermi ad arrendermi a lui.”
“Beh, non dovresti preoccuparti, no?” Fece Patamon. “Hai detto che il tuo
mondo è pieno di eroi, ci penseranno loro a sistemare Vamdemon.”
“Forse… ma non posso stare qui a fare finta di nulla. Vamdemon cercherà
sicuramente di raggiungere la mia famiglia, e non posso mettere il
pericolo mia mamma.”
“Ma come possiamo fermarlo? E soprattutto, come ha intenzione di
raggiungere il tuo mondo?” Domandò Koushiro.
“Vamdemon ha all’interno del suo castello un passaggio dimensionale.”
Spiegò Gennai, per poi tirare fuori un mazzo di carte con disegnati sopra
diversi Digimon. “E temo proprio che abbia scoperto come farlo funzionare.
Fortunatamente, con l’aiuto di Izuku, anche noi abbiamo scoperto il
codice.”
Le carte si alzarono in volo, per poi posizionarsi in un ordine preciso,
in una tabella tre per tre, lasciando in disparte solo due carte con
disegnati sopra Gomamon e Agumon.
“Questa è la combinazione di carte che permettono al passaggio di
funzionare. Bisogna fare attenzione, perché ogni combinazione porta a una
dimensione diversa. Fortunatamente per noi, le differenze tra i vostri
mondi sono minime. Sono le ultime due carte a fare la differenza.”
“E come facciamo a scegliere quella giusta?” Domandò Piyomon.
Izuku si alzò, prendendo la carta di Agumon. “Penso che ci toccherà
affidarci al caso. Ma, visto che Taichi e Agumon sono finiti nel mio
mondo… tenteremo così.” E posizionò la carta di Agumon nell’ultimo posto
mancante. |