Credo di essermi innamorato di
Octavia non appena ho
incrociato i suoi occhi.
So che ero solo un ragazzino ma
quando l’ho vista per la
prima volta il mio cuore ha perso un battito.
La
sua famiglia dopo
aver vissuto in campagna aveva deciso di trasferirsi nel nostro piccolo
paese
dove vivevano i suoi nonni materni.
Io stavo tornando a casa, mia madre
mi aveva mandato al
negozio a comprare del pane per la cena, suo padre e sua madre stavano
scaricando degli scatoloni, lei stava scendendo dall’auto
insieme a sua sorella
minore, che strano pensai una mora e l’altra bionda.
Mentre mi avvicinavo, una voce
chiamò le bambine, Octavia
aveva in mano una bambola, l’ha lanciata in aria e si
è messa a correre nella
mia direzione sorridendo ed è lì che sono
capitolato.
Correva felice verso sua nonna che la
chiamava, il sole gli
illuminava il viso, gli occhi brillavano di felicità,
passandomi accanto si
voltò verso di me e sorrise, vidi i suoi occhi, sembravano
scuri come i capelli
ma illuminati dal sole vidi delle sfumature verdi.
Forse non notai così bene
i suoi occhi in quel momento,
magari lì avrò notati negli anni successivi,
quando giocavamo o andavamo a
scuola, mentre litigavamo prima di fare pace, o forse quando mi parlava
dei
ragazzi di cui s’innamorava, non so di preciso quando ho
notato questo dettaglio,
so solo che quando l’ho vista correre quel giorno io mi sono
innamorato di lei.
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