Titolo: 50 modi per dire Amore.
Fandom: RPF: Storico
Coppia: Alexander/Ephaistion
Set di temi: Delta
Rating: PG
Note:
Come sempre un grazie speciale alla mia Sere che mi
sopporta, mi fornisce di sinonimi delle varie parole e mi porta
ispirazione.
Grazie tesoro! <3
01.
Terra.
“E
in quel momento, quando si vide sbattuto a terra e intrappolato tra le
braccia di quel ragazzo così simile a
lui, capì che gli sarebbe stato accanto per
l’eternità.”
02. Orgoglio.
“Più
volte Cassandro gli aveva chiesto con quale orgoglio entrasse nel letto
di Efestione come un semplice schiavo; più volte Alessandro
gli aveva risposto che non vi entrava con nessun orgoglio, se non con
l’orgoglio di amare.”
03. Spirito.
“Alessandro
non ha paura della morte, poiché sa che anche se il suo
corpo sarà separato da quello di Efestione, i loro spiriti,
le loro anime rimarranno insieme per sempre.”
04. Storia.
“Perché
Efestione ad entrare nella storia come un grande condottiero
– questo d’altronde era il sogno di suo padre- non
ci pensava proprio; se però entrarci significava rimanere al
fianco di Alessandro per l’eternità, oh, allora
era tutta un’altra storia.”
05. Tempo.
“E
quando infine Efestione si addormenta tra le candide lenzuola di quel
letto, Alessandro gli accarezza i capelli e, in quel momento di
infinita gioia, vorrebbe fermare il tempo e rimanere così
per l’eternità.”
06. Guerra.
“La
guerra è ciò con cui Alessandro è
cresciuto, la guerra è ciò che sa fare meglio, la
guerra è necessaria; ma ogni volta che
insieme a Bucefalo scende in campo, non può fare a meno di
pensare che la guerra minaccia anche di portargli via
Efestione.”
07. Tradimento.
“Di
ciò che pensava Efestione quando guardava Alessandro
scomparire insieme a Bagoa, si poteva intuire una sola parola:
tradimento.”
08. Sentore.
“A
volte Alessandro, parlando con gli altri generali, aveva il sentore che
qualcosa non andasse, dubitava di ciò che stava facendo e di
ciò che aveva in mente di fare, ma poi incrociava lo sguardo
di Efestione, e tutto ritornava al suo posto.”
09. Giovinezza.
“Spesso
gli avevano detto che ormai era troppo tempo che quella relazione
durava, che un uomo ormai adulto come lui, e per di più re
della Macedonia avrebbe dovuto cercarsi compagnie più
giovani, ma Alessandro non ne voleva sapere: aveva dedicato la sua
giovinezza ad Efestione, e non l’avrebbe mai
abbandonato.”
10. Orme.
“Quando,
sedendo vicino ad Aristotele, Alessandro parlava dei suoi sogni ed
affermava di voler seguire le orme di qui grandi eroi che erano
riusciti ad arrivare ai confini del mondo, Efestione non poteva fare
altro che amarlo ancora di più.”
11. Preda.
“Lo
sguardo che Alessandro gli lanciava ogni volta prima di entrare nelle
sue stanze lo faceva sentire come una preda, una preda inerme e tutto
sommato una preda consenziente ad essere cacciata.”
12. Stirpe.
“Efestione
lo capiva, prendere in moglie Rossane era necessario per
Alessandro: infondo in qualche modo doveva pur avere dei figli ai quali
lasciare il trono; quando però lo vedeva insieme a quella
barbara, non poteva fare a meno di provare una dolorosa fitta di
gelosia.”
13. Passi.
“Con
il tempo aveva imparato a riconoscere i diversi tipi
del passo di Efestione: quando era irato con qualcuno quasi pestava i
piedi, come un bambino, quando era triste più che camminare
si trascinava, e quando voleva lui, il suo passo
era leggero e armonioso, come quello di un dio.”
14. Rito.
“Parlare
dopo aver fatto l’amore per loro era diventato quasi un rito:
parlavano del futuro, di quello che avrebbero fatto, dei sogni di
Alessandro, delle loro paure, di tutto: l’importante era
condividere qualcosa.”
15.
Vittoria.
“Una
vittoria non poteva essere definita tale, se non dopo aver visto il
sorriso di Efestione.”
16. Languore.
“Ogni
volta che il suo sguardo incontrava quello di Alessandro, un dolce
abbandono si impadroniva dei sensi di Efestione, tanto che le gambe
quasi cedevano.”
17. Mortale.
“E
benché tutti gli altri comincino a dubitarne, Efestione
è sicuro che Alessandro sia mortale; gliel’ha
promesso: quando arriverà il momento, moriranno
inseme.”
18. Favorito.
“Il
favorito del re, così lo chiamavano, e
questa era la causa principale dell’odio che alcuni provavano
per lui; ma ad Efestione infondo non importava: gli bastava sapere che
quello che gli altri dicevano, per Alessandro fosse la
verità.”
19. Giardino.
“Alessandro
ricordava spesso quella notte nei giardini di Babilonia, quando per la
prima volta aveva urlato con Efestione; quei giardini, che aveva sempre
trovato meravigliosi, quella sera gli erano sembrati terribilmente
spogli e vuoti.”
20. Eros.
“A
volte si chiedeva quale dio gli avesse fatto uno scherzo di tale
portata; lui, Alessandro il Grande, che non si sottometteva a nessuno e
che non dava retta a nessuno, era completamente
un’altra persona quando si trattava di Efestione.
21. Canto.
“La
sua voce per Alessandro era esattamente come il canto delle sirene:
ogni volta che la udiva ne rimaneva come incantato e qualcosa lo
spingeva ad avvicinarsi ad Efestione.”
22. Tocco.
“Un
solo suo tocco bastava a farlo rabbrividire; di paura, di piacere, di
felicità, ma riusciva a farlo tremare.”
23. Silenzi.
“La
cosa che più feriva Efestione erano i silenzi del suo re;
non le dure parole che gli rivolgeva quando qualcosa non andava, ma i
suoi ostinati, freddi silenzi.”
24. Movenze.
“C’era
qualcosa nelle movenze di Alessandro che riusciva a catturare sempre la
sua attenzione: non sapeva perché, ma ogni
dannata volta che se lo ritrovava davanti, il suo
sguardo scivolava inesorabilmente giù dalla sua
schiena.”
25. Calore.
“E
quando Alessandro compare sulla porta della sua stanza e lo avvolge in
un abbraccio, lì scaldato dal calore del suo corpo,
Efestione capisce di essere veramente felice.”
26. Apparizione.
“Nella
luce del mattino Alessandro è certo che quel ragazzo che gli
sorride non può essere umano e nemmeno un dio, Efestione
è qualcosa di più, qualcosa che va al di
là della comprensione.”
27. Inebriare.
“A
volte Efestione rimaneva per interi minuti a fissare il punto esatto
dove prima c’era Alessandro: non sapeva come né
perché, ma la sua presenza riusciva ad inebriarlo e a farlo
sentire esattamente come se fosse stato ubriaco.”
28. Dita.
“Alessandro
ora sapeva che cos’era il paradiso: la sensazione che le dita
di Efestione gli provocavano quando leggere sfioravano il suo corpo,
non potevano essere di questo mondo.”
29. Nostalgia.
“Perché
Efestione sa di non poter andare avanti così; tutte le volte
che lui è lontano il respiro gli manca
e tutto sembra piombare in un’ oscurità senza
fine.”
30. Legame.
“Lo
sapevano entrambi, il loro non era un legame comune: non era un
semplice legame tra amici, né qualcosa di così
costretto da sembrare soffocante, era lo stesso identico legame che
aveva unito tempo prima Achille e Patroclo.”
31. Erba.
“Alessandro
aveva ancora lo stesso odore di quando erano bambini: non profumava di
qualcosa di particolare, ma dell’erba dei prati dove
giocavano da bambini, e dell’erba del campo dove per la prima
volta si erano baciati.”
32. Sembianze.
“Spesso
quando si abbracciavano le loro sembianze si confondevano, non erano
più Alessandro ed Efestione, Re e Generale, ma diventavano
un’ unica persona.”
33. Nettare.
“Efestione
ne era convinto: neanche il nettare degli Dei poteva avere un sapore
così dolce come quello di Alessandro.”
34. Rossore.
“Alessandro
adorava fare complimenti ad Efestione; oh sì, certo, aveva
una razione di carezze in più, ma non era per quello
–o almeno, non solo- il fatto era che amava vedere le guance
di Efestione tingersi di quell’adorabile
sfumatura di rosso.”
35. Possesso.
“Per
molti anni Efestione aveva conservato come suo tesoro più
grande quel dente: averlo era in un certo senso come possedere anche
Alessandro.”
36. Crepuscolo.
“Efestione
ricordava quei mille incontri nei giardini di Pella, nella luce ancora
soffusa del crepuscolo, in quei momenti aveva capito di amare veramente
Alessandro.”
37. Fautore.
“A
volte Alessandro pensava che ormai nessuno più lo
sostenesse, ma gli bastava sentire la lieve pressione della mano di
Efestione sulla sua spalla per ricredersi.”
38. Sfrontatezza.
“Ormai
nessuno – neanche Parmenione o i generali più
anziani- osava redarguire o rimproverare Alessandro per ciò
che faceva: lo sguardo omicida di Efestione bastava a far desistere
anche i più coraggiosi.”
39. Fato.
“Il
fato li aveva fatti incontrare, il fato li aveva fatti innamorare e
diventare poi una sola cosa, il fato aveva in qualche modo permesso
il loro amore, ed ora questo stesso fato li stava dividendo.”
40. Labbra.
“Alessandro
sarebbe potuto resistere per giorni senza mangiare o senza dormire, ma
neanche un minuto di più senza poter sfiorare nuovamente le
labbra di Efestione.”
41. Pensiero.
“Quando
Alessandro vide entrare Efestione nella sua stanza, con indosso quella
tunica verde aperta sul petto, stranamente non
riuscì più a formulare un solo pensiero casto
per il resto della giornata.”
42. Ritorno.
“A
volte Efestione desiderava tornare indietro: oh, non
dall’India per tornare verso casa, né dalle scelte
che aveva fatto; desiderava solo tornare indietro insieme ad Alessandro
per smettere una buona volta di ferirsi a vicenda.”
43. Ferita.
“Poteva
sopportare le ferite del corpo inflitte dai popoli nemici, poteva
sopportare le ferite dell’animo causate dai tradimenti degli
amici; quello che però Efestione non poteva proprio
sostenere erano le ferite che –senza saperlo- Alessandro gli
infliggeva.”
44. Confine.
“E
dopo quel bacio, il loro primo e meraviglioso bacio, entrambi capirono
di aver superato il sottile confine tra amici e amanti.”
45. Furore.
“Quando
gli indigeni li attaccarono, lo sguardo di Efestione cercò
quello di Alessandro; era veramente cambiato, i suoi occhi erano in
qualche modo diversi: non mostravano più le emozioni di
quando erano partiti –rabbia, eccitazione e determinazione-
ora c’era solo furore.”
46. Volto.
“Tra
tutta quella gente raccolta intorno al suo letto, Alessandro cercava
–inutilmente- il volto di Efestione, non gli importava chi
avrebbe dovuto regnare dopo di lui, voleva solo rivedere il suo viso..
un ultima volta.”
47. Candore.
“Alessandro
era capace di prenderlo e sbatterlo contro il muro, mantenendo nello
stesso tempo quel candore e quell’aria da innocente e casto
re di Macedonia.”
48. Vino.
“Quella
notte, stretto tra le rassicuranti braccia di Efestione, ricordando
nell’incubo il corpo insanguinato di Clito, Alessandro
riusciva solo a mormorare che era colpa del vino, solo del vino, che
non l’avrebbe mai fatto se non fosse stato per
quello.”
49. Incisione.
“Efestione
lo ricordava bene quell’ albero, come d’altronde
ricordava bene quell’incisione:
Άχιλλεύς
καί
Πατροκλής:
Achille e Patroclo, Alessandro ed Efestione.”
50. Lanterna.
“Diogene
una volta gli aveva detto di cercare l’uomo, l’uomo
che avesse conservato la virtù più pura del
mondo; Alessandro l’aveva trovato quell’ uomo, e
l’aveva trovato in Efestione.” *
*La
leggenda vuole che Diogene girasse nottetempo con una lanterna, a sua
detta, per cercare l'uomo più puro al mondo. Sapendo che
Alessandro aveva voluto conoscere Diogene, ho pensato di mettere
insieme la cosa (:
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