Amori proibiti, fraintendimenti e maschere. di Anown (/viewuser.php?uid=625123)
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A causa delle sue quasi inesistenti abilità sociali che lo
facevano apparire freddo e taciturno, il suo sembrare invisibile quando
si trattava di festeggiamenti e il suo modo rigido di portare la divisa
scolastica, molti studenti avevano classificato Morishige Sakutaro
nella categoria secchione amante delle regole e della scuola.
“Persone prive di abilità deduttive a cui basta
vedere un paio di occhiali per farsi diverse idee sulla
personalità del loro portatore... Adolescenti schiavi degli
stereotipi convinti di essere dei ribelli che pensano fuori dagli
schemi...” pensò stressato mentre stava rintanato
nell'aula vuota del club di teatro per sfuggire agli invadenti studenti
in visita da una specie di scuola per geni dai talenti a volte inutili,
detta “Picco della speranza”
Quei tizi rumorosi stavano riuscendo a rendergli la giornata scolastica
ancora più stressante. Perchè sì, la
verità era che Morishige detestava la scuola.
Quando i suoi compagni lo etichettavano come studente perfettino non lo
facevano per male. Ansi, avevano anche una specie di strano rispetto
per lui, ma lo stavano fraintendendo completamente. Anni prima aveva
anche rischiato di perdere l'anno a causa delle assenze.
“Del resto se gli adulti sono i primi privi di
elasticità come posso aspettarmi della maturità
dagli adolescenti? Al tempo era, sopratutto, una questione di salute e
la mia media era ok, quindi che senso aveva cercare di bocciarmi? Per
la maggior parte, i professori sono persone inutilmente rigide per cui
le apparenze contano molto più della sostanza...”
Mal sopportava l'autorità, indipendentemente dal fatto che
si trattasse di insegnati o coetanei che si credevano chissà
chi. C'era da dire che Morishige stesso non faceva molto per far
conoscere i suoi veri sentimenti sulla scuola o su qualunque altro
argomento.
“Anche quando agisco in modo incoerente rispetto ai loro
stereotipi, se ne scordano quasi subito per raddrizzare l'immagine che
hanno di me. Sarebbe inutile...” inoltre lui stesso tendeva a
volte ad assecondare le aspettative altrui. Non sapeva nemmeno
perchè lo facesse, era un meccanismo automatico.
“Non è così importante, se non mi
piacciono le interazioni sociali, perchè dovrei farmi
conoscere meglio? Non mi interessa cosa pensino di me e avere una
maschera rispettabile è un vantaggio, giusto? Se mi stavo
lamentando è perchè... ah, mi sento
stressato...”
Paradossalmente aveva l'impressione che Kishinuma Yoshiki avesse
afferrato la sua personalità quando il biondino aveva
scherzato con Mayu sul fatto che Morishige sarebbe stato perfetto per
il ruolo dello stregone malvagio. Morishige non ne andava fiero, ma
sentiva che in qualche modo si sarebbe sentito a suo agio in quei
panni. Così, contro ogni previsione di Kishinuma che si
aspettava qualche occhiataccia demoniaca, Morishige aveva sorriso alla
sua battuta, anche se dopo aveva assunto un tono di voce un po'
inquietante per prenderlo in giro. “Del resto se vuole che
sia uno stregone malvagio, devo recitarlo bene.”
pensò divertito.
Teoricamente non avevano dei caratteri molto compatibili, ma Morishige
sentiva di poterlo apprezzare a volte. Non era così in
confidenza da riuscire sinceramente a definirlo suo amico, ma in
qualche strana maniera poteva essere affidabile. Si sentiva tranquillo
quando lo lasciava in compagnia della sua Mayu.
Una volta il biondino l'aveva accompagnato a casa dopo avergli
accidentalmente rotto gli occhiali facendolo cadere. Kishinuma era
molto imbarazzato nel camminare a braccetto, Morishige non ne capiva il
motivo visto che si trattava di una causa di forza maggiore
“Quel ragazzo sa essere davvero poco pragmatico!”
ma dopo dei primi minuti goffi e fastidiosi in cui il compagno aveva
rischiato di farlo cadere e sbattere, si era sentito abbastanza
divertito dalle reazioni del ragazzo. Che quella fosse la sensazione
che si poteva provare nell'avere un amico maschio su cui contare?
“Ma non penso l'approverei come fidanzato di Mayu.”
Morishige preferiva non pensare al nefasto giorno in cui la sua
piccola, ma splendente, Mayu gli avrebbe presentato il suo ragazzo e
nemmeno a quando avrebbe partecipato al suo matrimonio, anche se
sarebbe stata adorabile in abito da sposa. “Preferirei non
pensarci, però ci sto pensando comunque...”
Stranamente, nonostante non fosse molto avvezzo ai bambini, o agli
esseri umani in generale, l'idea di badare alla prole della ragazza non
gli dispiaceva invece. Si vedeva bene in quel ruolo.
Poi cancellò tutto dalla sua testa. Anche se Mayu gli aveva
detto che anche a lei non sarebbe dispiaciuto andare a studiare
all'estero, Morishige non sapeva per quanto tempo le loro strade
sarebbero rimaste collegate. Non si era mai sentito particolarmente
attaccato ad un altro essere umano, ma anche se aveva accettato che
prima o poi sarebbe successo e preferiva non ingannarsi a riguardo, non
gli piaceva tenere presente che si sarebbe dovuto separare dalla sua
prima amica e musa ispiratrice.
Morishige sentì la maniglia della porta abbassarsi,
peggiorando la sua ansia. Poteva trattarsi di qualche membro del club
di teatro, forse di Mayu, ma poteva essere anche uno degli inquietanti
e rumorosi studenti dall'altra scuola.
Morishige vide spuntare un ragazzetto pallidissimo più o
meno dell'altezza di Mayu, quindi sul metro e cinquantacinque. Aveva i
capelli scuri e ondulati che non scendevano sotto le spalle e dei
grandi occhi viola che si guardavano intorno. Portava degli indumenti
strani, sembravano stracci bianchi tagliati male e cuciti insieme con
fili e pezzi di ferro. Al collo teneva una bandana con un motivo a
scacchi.
-Questo è il club di teatro... benvenuto, ma apprezzerei che
te ne andassi.- gli disse in tono calmo Morishige. Il ragazzino lo
ignorò e si mise a saltellare in giro controllando e
toccando tutto ciò che vedeva, sopratutto i costumi.
-Ehi!- Morishige provò a richiamarlo, ma lo spiritello
fastidioso continua a far finta di non vederlo. -Adesso basta!-
spazientendosi si vide costretto a mettere il nano al muro. -Degli
studenti ci hanno lavorato a quei costumi! Non mi importa se la tua
è una scuola di geni indisciplinati e hai coltivato un
qualche senso di superiorità! Mi aspetto un minimo di
rispetto, è chiaro?- non ne era sicuro, ma forse avrebbe
dovuto agire in modo meno aggressivo. Si sentiva facilitato
nell'imporsi a causa dalla statura e l'apparente debolezza dell'altro
ragazzo? Odiava chi si comportava come se tutto gli appartenesse? Si
era affezionato al club di teatro e voleva proteggerlo sopratutto in
quanto club di Mayu? Lei lo vedeva come un fratello più
grande e Morishige si era sentito per la prima volta a suo agio in un
ruolo sociale in vita sua. Proteggere il luogo preferito della ragazza,
oltre ad essere nei suoi interessi, era un suo dovere e un modo per
ripagarla! Senza di lei si sarebbe sentito come un pezzo di legno alla
deriva in un mare agitato.
Morishige non esitò nemmeno quando vide gli occhi del
pestifero ragazzino riempirsi di lacrime di coccodrillo. -Accidenti! Lo
so che stai mentendo, finiscila!- gli disse severo senza smettere di
guardarlo.
Come se le lacrime non ci fossero mai state, il ragazzino vestito di
bianco mutò la sua espressione affranta in una annoiata.
-Ah, non posso nemmeno divertirmi un po'...- poi assottigliò
lo sguardo e gli sorrise maliziosamente riuscendo a metterlo a disagio.
-Tu però mi piaci! Con questo tuo lato inaspettatamente
intimidatorio saresti un ottimo membro della mia organizzazione
malvagia segreta, sai? Allora... Uhm... com'è che devo
chiamarti?-
Morishige non rispose e si allontanò un po'.
-Io sono Ouma Kokichi, piacere di conoscerti.- disse per primo il
mostriciattolo con un tono socievole ed educato.
Morishige non si fidava molto, ma sospirò e decise di
presentarsi. -Morishige Sakutaro...-
-E' particolare! Mi piace Morishige-chan!- Ouma rise.
Se già Morishige non sentiva particolare simpatia per la
creatura, quel “Morishige-chan” peggiorava la
situazione. “Vuole darsi un tono più
infantile?” si chiese cercando di decifrare le sue intenzioni
“Si sta prendendo troppe confidenze... Mi ricorda un'altra
persona...” Morishige ricordò suo malgrado un
inquietante e prepotente ragazzo di un'altra scuola che l'aveva preso
in simpatia dopo averlo osservato in una giornata in cui si erano
conosciuti in modo estremamente casuale.
-Allora Morishige-chan, parlami un po' di te e della tua scuola! Sai,
la mia è un po' particolare... come hai detto tu, gli
studenti sono leggermente indisciplinati... abbiamo abilità
molto diverse gli uni dagli altri e non facciamo lezione in modo
normale quindi sarei un po' curioso di sapere come funziona da voi...-
-Non sembri davvero interessato.- sentenziò Morishige con
fare diffidente.
-Hai ragione.- confermò Ouma facendo spallucce. -Era per
rompere il ghiaccio. Preferisci fare qualche gioco magari?
Così per passare il tempo.- continuò il
ragazzetto avanzando verso di lui.
Morishige si trattenne dalla tentazione di indietreggiare. -Preferirei
di gran lunga che te ne andassi visto il tuo atteggiamento di poco fa
nei confronti dei vestiti e dell'aula.-
-Oh...- mormorò Ouma con aria triste. -Mi sa che abbiamo
cominciato con il piede sbagliato, peccato...- il ragazzo sembrava aver
accettato di andarsene, ma Morishige evitò di tirare un
sospiro di sollievo troppo presto e notò che Ouma con
disinvoltura stava cercando di portarsi via un vestito.
-Razza di cleptomane! Fermo!- scattò per bloccargli la via
d'uscita. “Quando diavolo l'ha preso?! Non me ne sono
minimamente accorto...”
-E daiiii! Prestameloooo!- cantilenò Ouma.
-Scordatelo! Ridammelo!-
-Ah? Vuoi indossarlo tu? Non è della tua misura, sono sicuro
che potresti trovarne uno più adatto.- disse sventolando la
refurtiva, un vestito da donna bordò con dei disegni in oro,
maniche a sbuffo e merletti.
Morishige sbiancò. Si sentiva come se dovesse crollare da un
momento all'altro. Una volta lui e Kishinuma per una scommessa persa
avevano dovuto portare degli indumenti femminili. La scelta era fra un
abito da sposa e un completo da maid con le orecchie da gatto e
inizialmente Morishige aveva preferito l'abito da sposa che nonostante
esponesse molta più pelle di quello da maid gli era sembrato
concettualmente più dignitoso, ma Shinozaki Sachiko,
tirannica vincitrice della scommessa aveva insistito perchè
portasse il costume da maid che a detta sua gli si addiceva di
più e dopo era successo qualcosa di molto strano.
Si era ritrovato a riferirsi ossessivamente a Kishinuma chiamandolo
“Mia Signora” con una voce in falsetto
eccessivamente entusiasta e a dirgli cose imbarazzanti dichiarando di
meritare qualche punizione corporale. Non era sicuro del
perchè fosse successo. Era entrato troppo nel personaggio?
Era davvero talmente represso che il suo subconscio aveva approfittando
dell'occasione per sfogarsi tramite quella performance angosciantemente
imbarazzante e sopra le righe?
Sapeva solo che mentre Kishinuma dopo una prima reazione stranita
l'aveva presa a ridere, Mayu sembrava traumatizzata dalla scenetta e
lui si era sentito morire. Aveva avuto un attacco di panico che l'aveva
reso ancora più imbarazzante ed era stato assente per
diversi giorni prima di avere il coraggio di farsi vedere di nuovo a
scuola. Mayu e Kishinuma erano stati d'accordo nel dire che aveva un
pessimo modo di gestire lo stress, ma avevano fatto del loro meglio per
farlo sentire a suo agio al rientro a scuola.
“Come se anche Kishinuma non fosse morto di imbarazzo davanti
la sua amata rappresentante di classe! Però in effetti l'ha
gestita meglio di me...” se pensava al modo in cui aveva
cercato di aiutarlo si sentiva morto e senza dignità. Il
biondino era molto più affidabile di lui. Mayu aveva
sbagliato fratello!
Morishige si rese conto di essere seduto, vide una piccola mano bianca
sulla sua spalla.
-Ti sei ripreso?- chiese Ouma con tono calmo. Morishige
annuì debolmente... forse quella momentanea debolezza era
una fortuna visto che gli permetteva di non avere le forze di sentirsi
troppo in imbarazzo.
-Ok.- Ouma sorrise guardandolo con una specie di apprensione. -Ora...
me lo presti o no il vestito?- riprese a chiedere deciso. -Sono stato
bravo e non ho approfittato del tuo quasi svenimento per rubarlo, no?
Dai! Voglio solo farmi vedere da un ragazzo della mia classe per vedere
la sua reazione... poi lo restituisco!-
-Non mi interessa!- sbottò Morishige.
-Oh... hai qualcosa contro gli uomini che si vestono da donna?-
-No...- sospirò “Purchè non si tratti
di me che perdo il controllo e comincio a sembrare un pervertito
masochista... Cosa che non sono!” -Da un punto di vista
antropologico e nell'ambito del teatro, l'uomo che si veste da donna
non è per forza qualcosa di perverso, ma...-
-Lo sai che diversi uomini che provano ribrezzo per l'idea di un uomo
vestito da donna in realtà potrebbero esserne attratti? Per
il bene della scienza non sei curioso di vedermi e scoprire se puoi
rientrare in questa casistica?- sussurrò Ouma con un
sorrisetto. -Magari lasciarti un po' andare e verificare le tue paure
potrebbe farti sentire meglio.- suggerì assumendo un tono
più maturo.
-Non è questo il mio problema!- Morishige era sempre
più spazientito, ma metaforicamente con le mani legate.
Cercando di riprendere l'abito con la forza rischiava di danneggiarlo.
All'improvviso la porta si aprì. -Oh, Ouma! Quindi eri qui!
Gonta temeva ti fossi perso!- disse con respiro affannato un ragazzo
estremamente alto, muscoloso, scalzo e dai capelli castani lunghissimi
e ondulati.
-Gonta! Capiti a proposito! Volevo provarmi questo vestito, ma il
cavalier guardiano del club non me lo permette!-
-Ouma, p-perchè dovresti portare u-un vestito come quello?!-
-Lo faccio per te, ovviamente.- disse Ouma con naturalezza.
-C-come? P-per G-Gonta?!- balbettò il ragazzone piuttosto
spiazzato.
Ouma sorrise gentilmente. -Vuoi diventare un gentiluomo, giusto? Ti
verrà sicuramente meglio se ti alleni con una lady a tua
disposizione.- disse indicandosi con fare compiaciuto.
Gli occhi di Gonta si illuminarono. -D-davvero? Diventeresti una lady
per il bene di Gonta?-
Ouma annuì. L'altro continuò: -Q-quindi sei
realmente amico di Gonta? Gli altri si sbagliano quando dicono che
cerchi solo di raggirare Gonta!- il ragazzo aveva gli occhi colmi di
commozione.
“No Gonta! Conosco Ouma da neanche un'ora, ma non ci cascare!
Scommetto che si sta solo divertendo alle tue spalle!”
pensò Morishige per antipatia, ma decise di non esprimersi
ad alta voce e si limitò a sfogarsi fra sé e
sé per non intromettersi sgarbatamente in un rapporto che
non conosceva e non lo riguardava.
-Oh... non capisco davvero perchè mi sia fatto questa fama
sinistra in classe.- sospirò Ouma con tono apparentemente
triste.
“Ah, già! Chissà perchè! Non
me lo spiego proprio!” Morishige continuò a
prenderlo in giro mentalmente per scaricare la frustrazione. Ouma si
voltò verso di lui con un sorrisetto come se fosse capace di
leggergli in mente.
Poi il ragazzetto tornò a guardare Gonta -Inoltre, magari se
impari a considerarmi come una lady, smetterai di mettermi degli
insetti addosso...- suggerì con aria passivo-aggressiva.
Gonta si rabbuiò in modo inquietante e la cosa mise in
allerta Morishige.
-Ouma... vuoi dire che non hai ancora imparato ad amare gli insetti?-
Sembrava impossibile, ma Ouma divenne ancora più pallido e
per un attimo sembrò davvero nel panico. -A-adoro gli
insetti.- balbettò mentendo palesemente. -M-ma... Ma sono
una persona delicata e riservata che vuole i suoi spazi e una sua
intimità, quindi, per quanto possano essere creature
assolutamente amabili, preferisco non avere degli insetti che mi
camminano addosso.- disse riacquistando un tono calmo. -Quindi impara a
trattarmi con più riguardo e delicatezza.-
-Mi spiace, Gonta non voleva essere rude... ma agli insetti piaci
così tanto...- disse il ragazzo grattandosi il capo.
Ma nonostante l'apparenza bonaria, Morishige lo trovava prepotente.
“A me non piacciono i rettili, Mayu li adora, ma non mi ha
mai sommerso di lucertole per farmi un dispetto o per spingermi ad
amarle! Il tipo di rapporto che hanno questi due tizi strani mi
sfugge...”
Gonta sembrava pensieroso. -Non è rude da parte di Gonta,
essere curioso di vederti con quel vestito da signorina?-
-Oh? Beh, è una mia idea. Perchè dovrebbe essere
rude nei miei confronti?-
Gonta si convinse e si rivolse a Morishige -Signor cavalier guardiano!
Per favore, faccia indossare il vestito ad Ouma!- lo pregò.
-Io...-
-Per favore Morishige-chan!-
-Sentite, “no” significa no!-
La porta del club si aprì di nuovo. -Shige-nii, mi hanno
detto che sono entrate delle persone strane, va tutto bene?- gli chiese
Mayu con apprensione.
Morishige era grato di vederla, ma anche un po' imbarazzato pensando
che probabilmente la ragazza era lì perchè
preoccupata dal fatto che lui potesse sentirsi a disagio con degli
estranei. Nessuno probabilmente l'avrebbe definito timido, all'esterno
sembrava più che altro facilmente irritabile, ma
indipendentemente dalle definizioni, che non fosse a suo agio era vero
e Mayu lo capiva molto bene.
-Cosa sta succedendo qui?- chiese la ragazzina rivolgendosi agli
intrusi improvvisando un tono autorevole e una postura severa.
Morishige sorrise dolcemente, incantato dall'interpretazione. Ma Mayu,
vedendolo con la coda dell'occhio, perse compostezza per un attimo e
sentì il suo battito cardiaco accelerare.
Ouma sorrise come se ci avesse fatto caso e cominciò a
saltellarle attorno avanzando le sue richieste sul vestito mentre Gonta
si inginocchiò ai suoi piedi.
Morishige si frappose fra loro e la ragazza istintivamente. -La state
intimidendo.- li rimproverò.
Ma Mayu alle sue spalle rise facendolo sussultare. -E' tutto a posto,
Shige-nii.- disse passandogli davanti e dando un occhiata ad Ouma. Gli
toccò le spalle e i fianchi come per misurarlo. Il ragazzino
fece un saltello all'indietro un po' stupito.
-Ok, puoi provare il vestito, ma qui sotto la mia supervisione.- disse
la ragazza rivolgendosi ad Ouma dolcemente come se stesse trattando con
un bambino. Ancora una volta, Morishige non potè fare a meno
di ammirarla, trasmetteva sicurezza e calore.
-Ho diciassette anni. Sarei un tuo senpai, sai?- la informò
Ouma con un tono calmo ma un'espressione divertita, come se volesse
stupirla e osservare la sua reazione.
Mayu si stranì solo un attimo -E' un po' difficile
considerarti un senpai se ti comporti come un bambino.-
-Beh, suppongo tu abbia ragione.- Ouma concordò
pacificamente.
Ouma si era appuntato i capelli con una rosa di stoffa gialla e aveva
fatto un giro su sé stesso facendo svolazzare e gonfiare la
gonna. -Allora, Gonta, sono una lady credibile?- chiese con entusiasmo.
Il ragazzo annuì energicamente. Poi Ouma corse verso
Morishige e Mayu.
-Shige-chan, Shige-chan! Che ne pensi?!- disse esibendosi nuovamente in
una giravolta concludendo in una posa drammatica facendo danzare le
ampie maniche.
Morishige era rimasto troppo turbato dall'essere chiamato
“Shige-chan” per rispondere e per un attimo Mayu
diede l'impressione che le fosse andato di traverso qualcosa.
Ouma continuò per qualche secondo a stare eccessivamente
vicino a Morishige mentre Mayu cercava di nascondere il suo fastidio.
Poi il ragazzetto dagli occhi viola si congedò da entrambi
con un ghigno e una riverenza tornando da Gonta che li osservava
incuriosito.
-Emh... Shige-nii...- mormò Mayu un po' intimidita. -Non
pensi che a Kishinuma potrebbe dare fastidio?-
-Non mi sembra si sia mai interessato al club di teatro...
perchè, voleva entrare?- l'idea gli suonava strana e un po'
buffa, ma non conosceva abbastanza Kishinuma per poterlo stabilire.
-Non intendo quello...- bisbigliò Mayu apparentemente
infastidita. -Senti... Non ci trovo niente di male se ti piacciono i
ragazzi, sarò sempre dalla tua parte, ma la tua propensione
a tenere un piede in più scarpe non mi sembra corretta.-
-Eh... Io cosa?-
-Tranquillo, non l'ho detto a nessuno, ma ti ho visto mentre tu e
Kishinuma tornavate a casa tutti a-a-abbracciati...- disse balbettando
come se stesse ricordando qualcosa di traumatico e doloroso. -Ho visto
anche quell'inquietante ragazzo alto di un'altra scuola con la camicia
eccessivamente aperta che si comportava in modo troppo amichevole nei
tuoi confronti... e non mi è sembrato che tu lo respingessi.
Non ci pensi ai miei... eh, ai sentimenti del povero Kishinuma? E-e ora
c'è questo ragazzo! Lo conosci da oggi ma già ti
lasci chiamare da lui S-Shige-chan... A-a-a.... Ah, voglio stare dalla
tua parte, sul serio, m-ma perchè ti comporti come una
ragazza facile e adultera?- balbettò mantenendo un tono
basso, ma sconvolto.
Morishige si ricordò della battuta che gli fece Kishinuma
dopo averlo aiutato a nascondersi da quella creatura molesta di Kizami
“Con la tua abilità di cadere addosso ai ragazzi
dando il via situazioni equivoche, potresti essere la protagonista
imbranata di qualche young adult romance!” Morishige aveva
insistito che gli era successo solo due volte, una con lui, l'altra con
Kizami e che non aveva la minima idea di cosa Kishinuma intendesse per
situazioni “equivoche” e continuava a non capirlo.
Ora che era Mayu a parlarne e fraintendere tutto, Morishige rischiava
di scoppiare in una risata isterica da un momento all'altro, ma si
impegnò con tutto sé stesso per evitare.
Ouma sospese quella che apparentemente era una lezione di danza con
Gonta per lanciare un'occhiata a Morishige come se avesse avvertito il
suo umore.
“Quello là è un telepate o cosa?! Forse
non mi sono trattenuto bene e ho emesso qualche sospiro di troppo?
Dannazione...”
Nel mentre Mayu continuava a fissarlo attendendo qualche
giustificazione.
-Ascolta Mayu, non ho la minima idea del perchè Kizami
sembri avermi preso in simpatia e del perchè abbia parlato
di una qualche connessione fra noi o qualcosa del genere. Ma non penso
proprio di interessargli in quel senso. A giudicare dai suoi strani
discorsi temo più che altro che mi veda come il potenziale
partner di qualche crimine.-
Mayu voleva credergli, ma continuava ad essere un po' sospettosa.
-Per quanto riguarda Kishinuma, mi stava solo aiutando a tornare a casa
dopo avermi rotto gli occhiali. Non abbiamo alcun tipo di relazione
segreta.-
-Ed era davvero necessario aggrapparti a lui come un koala? Sembravate
molto intimi.-
Morishige ci pensò. Senza occhiali era indifeso, ma magari
era stato davvero eccessivo. Forse una parte di lui si era divertita a
giocare con l'imbarazzo di Kishinuma? Non aveva mai fatto troppo caso a
quella parte di sé. Voleva ignorarla e fingere che non
esistesse.
-Inoltre...- continuò Mayu. -Non potevi chiedergli di
andarmi a chiamare? Avrei potuto portarti io a casa così...
no?- disse un po' imbarazzata.
-Beh... è stato Kishinuma a rompermi gli occhiali. In quel
momento ho pensato fosse la scelta più pratica e sensata
rivolgermi a lui. Magari sarebbe risultato imbarazzante tornare a casa
in quel modo visto che siamo un ragazzo e una ragazza. E la tua statura
poteva dare qualche problema.-
“Non portando gli occhiali non dovrei giudicare, ma
è davvero convinto che fosse necessario stargli appiccicato?
Non è che voleva una scusa per toccarlo il più
possibile?” più Mayu ci pensava, più
era di pessimo umore. -Se non ti sei fatto problemi con lui, non vedo
perchè dovevi fartene con me...- mormorò.
-Mayu, va tutto bene? Non prendertela, ovviamente preferisco passare il
tempo con te che con Kishinuma o chiunque altro. Sei... la mia persona
preferita possiamo dire.- sorrise e le carezzò la testa.
Per un attimo Mayu si rilassò al contatto, poi si
rabbuiò mentre continuava a sorridere nervosamente
“Molto fraterno...” era rassegnata “Mi
vedi proprio come una sorella, eh? Forse dovrei prendere l'iniziativa?
L-l'iniziativa per cosa? E-e... e in che modo?! Forse solo di fronte ad
un pericolo mortale riuscirei a confessargli i miei sentimenti... m-ma
vorrei riuscirci prima di arrivare ad una situazione tanto drammatica,
di essere morta, o peggio... invitata al suo matrimonio!”
-Sei arrossata.- commentò Morishige toccandole
innocentemente la guancia mentre cercava mentalmente una soluzione al
malessere di Mayu.
-Shige-chan, con le ragazze sei il peggiore!- esclamò Ouma.
Morishige cercò di non scomporsi, ma lo guardò
storto. -Mayu, per quanto riguarda quel tipo, giuro che non gli ho dato
nessun tipo di confidenza. È lui che fa tutto da solo.-
mormorò cupamente.
-O-ok, tranquillo, ti credo. È stato solo un malinteso.-
La porta si aprì di nuovo e Morishige sbiancò
quando vide entrare un altro tizio dall'aria stranissima. Era alto e
slanciato, dai capelli lunghi e scuri e portava una specie di
mascherina nera che si estendeva coprendogli il collo oltre che parte
del volto. Era dotata cerniera in corrispondenza della bocca.
In sua compagnia c'era anche un ragazzo di altezza medio bassa, dai
capelli scuri, le ciglia lunghe e un cappello scuro con visiera
nonostante fossero al chiuso. Quest'ultimo parlò. -Ouma,
Gonta! Ecco dove vi eravate cacciati! Dobbiamo tornare a... O-Ouma cosa
diavolo stai indossando?!-
Il pallido viso di Ouma si illuminò in modo inusualmente
sincero. -Mio adorato Saihara-chan! Era proprio da te che volevo farmi
vedere!- rise.
-Uh... non lo avevi fatto per Gonta?- chiese Gonta un po' confuso.
-Oh, bene... un altro che tiene il piede in più scarpe...-
commentò fra sé e sé Mayu.
-Mentivo.- disse Ouma facendo spallucce -O forse no?
Chissà!- poi tornò ad osservare Saihara con un
sorrisetto. -Allora, come sto?- chiese scoprendo leggermente le
caviglie forse in un tentativo di provocazione che avrebbe fatto
più effetto se si fossero trovati un secolo indietro nel
tempo.
-E-e io che ne so?!- esclamò confuso Saihara mentre il
ragazzo alto con la maschera produceva un'inquietante risatina che
suonava tipo “kukuku...”
-N-no, Ouma! Non devi alzare così la gonna! Una lady
dovrebbe essere meno maliziosa!- disse Gonta agitato.
-Eeeh? Ma io ho caaaaldo.- disse Ouma innocentemente mentre si faceva
aria muovendo la gonna.
Il mostriciattolo dagli occhi viola corse via inseguito da Gonta che
voleva impedirgli di continuare ad agire da lady svergognata prossima
alla rovina.
-Vi prometto che recupereremo il vestito sano e salvo...-
sussurrò Saihara intimidito.
-Altrimenti lo ripagherete.- affermò severo Morishige.
Saihara annuì inquieto e inseguì i due compari.
-Mi scuso per il comportamento dei miei compagni.- disse con tono molto
calmo il ragazzo con la maschera. -Sono Shinguchi Korekiyo, lieto di
conoscervi, ma suppongo di dovervi lasciare di già...-
Morishige annuì, nonostante i modi apparentemente pacati di
Shinguchi, continuava a non fidarsi. Anche Kizami aveva dei modi molto
pacati almeno in apparenza.
-Shige-nii, ora che se ne vanno sarai più tranquillo,
immagino.- disse Mayu prendendogli la mano per rassicurarlo.
-Non c'era bisogno di preoccuparsi per me.- rispose un po' inquieto, ma
le sorrise. Poi si accorse di aver abbassato la guardia troppo presto
quando vide gli occhi affilati e gialli di Shinguchi spalancarsi.
Istintivamente Morishige nascose Mayu dietro di sé mentre
l'inquietante ragazzo si avvicinava velocemente a loro e cercava di
guardare in viso sia Morishige che Mayu.
-E' amore?- sussurrò Shinguchi. -E... Ho sentito bene, hai
detto “Shige-nii”?- con uno strano entusiasmo,
Shinguchi unì le mani di entrambi i ragazzi. -Approvo la
vostra unione...- disse con un tono inquietantemente estatico. -Non
importa cosa dice la società, siete una coppia sublime! E vi
capisco... anche io amo con tutto il cuore la mia adorata sorella...-
-E-e c'è stato un malinteso!- disse timidamente Mayu -Lui
non è davvero mio...-
-Oh! Il trucco dei fratelli non di sangue? Come siete fortunati! Potete
approfondire il vostro rapporto carnale senza temere di generare della
prole difettosa!- disse Shinguchi ancora estasiato.
Morishige gli diede un calcio sulla coscia, poi cadde perchè
non era un tipo atletico, ma si rialzò riducendo al minimo i
lamenti e coprì le orecchie di Maryu prima che Shinguchi
potesse dire altre stranezze.
Il ragazzo scoppiò a ridere. -Che reazione adorabile!
Ciò che sfida la moralità umana suscita sempre
delle reazioni forti e avverse. Grazie per aver scoperto
così sinceramente le tue insicurezze, è un onore
che tu le abbia volute mostrare ad uno sconosciuto come il
sottoscritto.- poi lasciò l'aula come se niente fosse.
Morishige rimase immobile qualche secondo. Poi urlò per
sfogare tutto lo stress accumulato. Esausto si accovacciò a
terra e aspettò che la palpebra smettesse di pulsargli
mentre Mayu gli accarezzava la schiena. “Anche quando finisco
per rompermi, lei mi apprezza comunque...”
osservò. Nonostante la sensazione di inadeguatezza, il
comportamento di Mayu gli impediva di spezzarsi del tutto o forse era
moderatamente calmo solo perchè era troppo stanco e passato
un po' di tempo la situazione gli sarebbe tornata in mente facendogli
venire voglia di fare harakiri con un coltello da cucina.
-Tranquillo, Shige-nii, ora è tutto a posto. Abbiamo avuto
un po' di incontri strani oggi, eh?-
Morishige dopo un sospiro pesante si rialzò.
-Shige-nii... giusto per ipotesi...- cominciò Mayu con tono
titubante. -Troveresti così terribile se fossimo...
fidanzati o qualcosa del genere?- poi si pentì.
-I-intendo... N-non siamo davvero fratelli! P-però sembravi
scosso quando quel tizio ci ha visti come coppia...- si
ri-pentì.
Precisazione o meno, chiedersi il perchè di quella domanda
lo metteva a disagio. “Forse si sente come se la trovassi
sgradevole?” -Conosci i miei sentimenti...- le disse.
Mayu annuì. “Quelli di qualcuno che si crede un
giovane adulto che percepisce la sua amicizia con una ragazzina come un
rapporto platonico fra fratello e sorella? In realtà sono
nata almeno un mese prima di te...” le era d'intralcio in
quel momento, ma non odiava quella parte di lui, anzi, la faceva
sentire al sicuro. “A se volte sei buffo, ma giochi spesso a
fare l'adulto e ti riesce, Shige-nii, anche se sembri andare in crisi
quando questa tua maschera si crepa... Ti amo. Cosa dovrei
fare?” fra i due calò il silenzio,
rimasero semplicemente a studiarsi.
Dopo essersi preparato mentalmente, Morishige lo ruppe il silenzio. -Ti
amo...- disse.
Per un attimo Mayu sussultò e perse la capacità
di respirare, pensava di morire sul posto.
-Come un familiare...- continuò il ragazzo e Mayu
accarezzò l'idea di gettarsi dalla finestra mentre Morishige
continuava: -E' un sentimento più forte di un'infatuazione
ed è diverso...- “In realtà non so cosa
sia una famiglia in senso affettivo. Questo mi rende un bugiardo che
parla di qualcosa che non conosce? Ma non saprei spiegarmi in altro
modo...” -Comunque, non avrei la minima idea di come gestire
un rapporto, né da un punto di vista sentimentale,
né... beh, fisico.- le disse scrollando le spalle con un po'
di nervosismo, poi si pentì di aver precisato l'ultima parte.
-Nemmeno io.- disse Mayu. “E posso aspettarti tutto il tempo
che vuoi...” -Non ho pensieri impuri su di te...-
“...che sia disposta ad ammettere. Aspetta, cosa diavolo ho
detto?!” -N-nè sui ragazzi in generale! O sulle
ragazze!- “No, aspetta! Se gli faccio credere di non avere
pulsioni non è peggio?! Perchè l'ho
fatto?”
-Beh, sei un'adolescente... è normale se...- Morishige si
interruppe, per quanto volesse conoscere Mayu in ogni più
piccolo dettaglio della sua anima, preferiva ignorare il discorso
“pruriti” I due stavano cominciando ad avere
difficoltà ad incrociare gli sguardi.
Morishige si schiarì la voce. -Tornando a noi... penso
sarebbe una sorta di tradimento se una persona che consideri come un
fratello e con cui hai un certo tipo di confidenza ci provasse con te,
no?- osservò il ragazzo con tono serio. -E' un tipo di
sentimento e rapporto diverso...- “Sembra... sembra quasi che
cerchi di autoconvincermi... Non è così. Non
provo quel tipo di sentimento per Mayu... Giusto? Sbagliato?”
-Pensi lo stesso, giusto?-
“Non me lo chiedere, ti prego...” Mayu
deglutì.
Vedendo che la ragazza teneva lo sguardo basso e sembrava in
difficoltà, Morishige abbandonò qualunque
proposito di continuare la conversazione. La abbracciò,
sembrava molto inquieta e indifesa in quel momento. -Qualunque pensiero
ti sconvolga in questo momento, stai tranquilla. È tutto a
posto. È tutto com'è sempre stato...- a volte
sentiva un'attrazione non proprio fraterna nei confronti della ragazza,
ma erano sensazioni caotiche e lo spaventavano. Inoltre era probabile
che non fossero neanche causate da Mayu in quanto Mayu, ma in quanto
ragazza.
Si rese conto di non aver preso in considerazione cosa provava Mayu.
Nonostante fosse irrequieto cercò di rivolgersi alla ragazza
aggrappata alla sua giacca nel modo più tranquillo e
rassicurante possibile. A come reagire alla risposta, ci avrebbe
pensato dopo. -Tu per me cosa...-
-E-era solo un ragionamento ipotetico, Shige-nii! È tutto a
posto come sempre, sul serio!- disse ridendo nervosamente.
Ma era la solita Mayu. Morishige non percepiva nulla di preoccupante
nella sua espressione e nel suo tono, così si
tranquillizzò. In realtà, era lui quello che
più aveva bisogno di una relazione rassicurante, calma,
casta e familiare. Non si era sentito più a casa da quando
era morto suo nonno. I suoi genitori erano piuttosto gelidi, assenti e
disattenti. Sua madre sembrava anche spaventata da lui. Forse avrebbe
voluto un figlio più socievole e allegro, ma Morishige non
si sentiva in colpa perchè lei non aveva fatto nulla
affinché crescesse normale.
Sapeva che anche Mayu aveva dei problemi familiari, ma lei non faceva
trasparire i suoi disagi all'esterno e sapeva essere rassicurante e
disponibile nei confronti di chiunque. La trovava forte nonostante in
quel momento sembrasse una bambina imbarazzata.
-Sai, ho l'impressione che in realtà tu sia più
matura di me.- la incoraggiò senza pensarci.
Separandosi da lui ancora piuttosto arrossata, Mayu lo
guardò con stupore.
Morishige si chiese se non avesse fatto qualche errore. -Che
c'è? Non è che io non ti faccia mai complimenti o
non riconosca le tue doti. Ci sono cose in cui sei più abile
tu e altre in cui sono meglio io, non ho problemi ad ammetterlo.-
Mayu sorrise beffarda. -Se sono più matura, allora, mi
prenderò cura di te.- “E ti
aspetterò...”
-Ne sarei onorato.- rispose Morishige prendendole la mano e facendo un
lieve inchino. -Basta che non mi costringi a tenere in mano una
lucertola o qualcosa del genere...-
-Eh?-
-Niente, era una scemenza che mi è venuta in mente
ripensando a qualcosa di cui parlavano il tizio enorme e il folletto
malefico.-
-In realtà non mi dispiacerebbe avere il mio animale
preferito e la mia persona preferita così vicini! Sarebbe
esteticamente molto soddisfacente! Potrei farti un mare di foto mentre
tieni dei rettili.- scherzò, mentre Morishige rabbrividiva.
-Tranquillo! Ti proteggerò io! Con me sei al sicuro!- rise
poggiandogli le mani sulle spalle.
Morishige si abbassò verso di lei per osservarle meglio il
viso, era incuriosito da quell'atteggiamento insolitamente dispettoso.
La ragazza arrossì ma non distolse lo sguardo, Morishige si
sentì a disagio non ricordandosi l'obbiettivo originale e i
due rimasero ad osservarsi per diversi imbarazzanti secondi.
-Suzumoto, Morishige, uno strano ragazzino mi ha detto di riportarvi
questo abito...- disse Kishinuma entrando nell'aula. -Ho interrotto
qualcosa?- chiese inizialmente allegro. Poi notò Morishige
che, dopo quello che non capiva se fosse un sospiro di sollievo o uno
sbuffo, aveva assunto un'espressione indecifrabile, mentre Mayu
sembrava direttamente spiritata. -S-Suzumoto, per caso ti ho fatto
qualcosa di male? È da un po' di giorni che mi lanci
occhiate strane... e omicide... forse passare troppo tempo con
Morishige non ti fa bene...-
Angolo dell'autrice:
Questa storia è nata tutta dalla sciocca scenetta con
Shinguchi Korekiyo che ho scritto in questa storia. Ma in
realtà avevo pensato già tempo fa ad una storia
che coinvolgesse Morishige, Ouma e il club di teatro. Più
che altro perchè li vedevo entrambi molto legati al tema
della recitazione.
Ho pensato per quasi tutto Danganronpa V3 che in realtà il
talento di Ouma dovesse aver a che fare con la recitazione, anche se ad
una seconda lettura ho notato più insistentemente altre
caratteristiche del personaggio.
La storia del vestito invece è stata a causa di uno
scarabocchio in cui l'ho vestito come Beatrice di Umineko... Beh, V3 ha
il tema delle bugie, in particolare Ouma ne è
rappresentante, c'è una presunta maga, delle presunte magie
così durante il gioco ho insistentemente pensato ad Umineko
e quello scarabocchio ne è stato il risultato.
Sono stranamente soddisfatta del risultato di questo crossover.
Inizialmente mi sembrava strano ma mi sono sentita abbastanza a mio
agio a far interagire i personaggi e spero che il risultato posso
piacere anche a voi e che nel caso non conosceste i personaggi di
Danganronpa V3 il tutto non vi risulti troppo strano e confusionario...
scusatemi per questo e per eventuali errori.
Sono anche contenta di aver di nuovo scritto di Morishige dopo
parecchio tempo. È uno dei personaggi a cui sono
più affezionata in generale di qualsiasi cosa.
Non mi aveva fatto né caldo, né freddo nell'anime
e nel primo gioco, ma mi è piaciuto molto vedere in Book of
Shadows cosa c'era nella testa del personaggio, il perchè
dei suoi comportamenti e il suo modo di interagire con altri
personaggi. Mi ha fatto tenerezza in un certo senso... Può
suonare estremamente strana come cosa, ma sono abbastanza
intraumatizzabile, quindi invece di provare sopratutto disgusto, ho
finito per provare sopratutto pena, per Morishige, per i cadaveri, e
anche per quando si comportava in modo diffidente davanti a complimenti
e modi di fare amichevoli. È un personaggio inquietante, ma
molto interessante per me. Mi è piaciuto anche nel capitolo
extra di Blood Drive e in Hysteric Bithday lui e Kishinuma mi hanno
fatto abbastanza ridere (e sentire a disagio allo tempo stesso in
qualche scena)
Dopo aver detto che il personaggio è inquietante, forse
è un po' strano scriverlo in una situazione molto normale,
ma è stato rilassante!
Spero che la storia possa esservi piaciuta, mi scuso per questo lungo
angolo ma avevo delle cosa che volevo precisare.
Precisazioni su elementi ripresi ed ispirati da vari giochi di corpse
party, in caso servisse:
Kishinuma e Morishige a “braccietto”: In un
capitolo extra di Blood Covered (ambientato nella scuola normale)
Morishige e Kishinuma si scontrano facendo cadere gli occhiali del
primo che vengono in seguito calpestati dal secondo. Visto che
Morishige non può tornare a casa in autonomia senza
occhiali, si aggrappa a Kishinuma e si fa accompagnare.
Mayu vedendoli fraintende la situazione. La scena viene citata in
Hysteric Birthday e si ironizza sul fatto che Mayu potrebbe averla
presa piuttosto male.
Problemi di salute e famiglia di Morishige: Nel capitolo extra di Blood
Drive Morishige spiega di essere stato spesso malato quando era
più piccolo al punto di passare molto tempo da solo. Dice
anche che la madre è spaventata da lui e di avere un
rapporto freddo col padre, ma che era legato a suo nonno.
Costumi da maid: la situazione del costume da maid è
ispirata ad una situazione in Hysteric Birthday in cui Morishige e
Kishinuma sono costretti ad indossare un costume da maid e uno da
sposa. Se il costume da maid viene fatto indossare da Morishige, lui
comincia inspiegabilmente a credere effettivamente di essere una maid
masochista e che Kishinuma sia la sua padrona. Viene suggerito da
Kishinuma che la causa del comportamento di Morishige sia una
possessione demoniaca causata dal costume, in questa storia invece
perderebbe il controllo perchè tanto stressato da entrare
troppo nel ruolo.
Anche in Hysteric Birthday, quando svanisce la modalità
maid, Morishige va nel panico.
Morishige e Kizami: In un capitolo extra di Blood Covered, Morishige
nella Heavenly Host, si scontra con Kizami e cade. Kizami raccoglie il
suo cellulare e prima di restituirglielo nota le foto. Riconosce
Morishige come simile a lui e la cosa sembra metterlo di buon umore (lo
stesso non si può dire per Morishige) A giudicare dal
capitolo extra di Blood Drive in cui i due si riincontrano, Kizami non
aveva frainteso, è consapevole che le persone delle foto non
sono state ridotte in quello stato da Morishige.
In questo AU senza tutta la situazione di Sachiko. Kizami
considererebbe Morishige simile a sé per istinto, notando
che entrambi portano una maschera per sembrare ben integrati nella
società e rispettabili nonostante non siano socievoli e
nascondano la loro natura.
Al di la del giudizio di Kizami non so se considerarli affini o meno.
Forse prima o poi qualcosa su Kizami e Morishige devo scriverla...
Corpse Party: Hysteric Birthday è una visual novel basata su
situazioni assurde e sopra le righe, situazioni comico demenziali (che
dal mio punto di vista non funzionano benissimo) reazioni umane
bizzarre(ma ha senso visto il contesto sopra le righe) forse elementi
horror? (sono quasi intraumatizzabile e spesso non mi accorgo degli
elementi orrorifici e disturbanti, quindi non lo so, il fanservice
può essere disturbante per me ma non so se lo indicherei
come horror) parodizzazione di situazioni dei giochi originali,
fanservice strano e... fanservice strano?
Avvicinatevi a questo spin off a vostro rischio e pericolo.
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