L'urlo di Sallie

di A_Lady_L25
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La mia sveglia mi riporta alla realtà.
Stavo facendo uno strano sogno: c’erano un bosco, un buco enorme e pioveva. Da qualche parte ho pure sentito un urlo.
Ma che razza di incubo!
Mi stroppiccio gli occhi e prendo in mano il cellulare: sono le 6:30 e non ho nessuna chiamata o messaggio da parte di Sallie.
Che si sia addormentata o mi abbia dimenticata?
Mi alzo dal letto e decido che l’avrei chiamata io, appena finito di prepararmi per la scuola e con la mia tazza di cereali con il latte davanti a me.
Meglio di cosi?
Come al mio solito, prendo tutto il mio tempo perché non mi piace stressarmi di prima mattina. Semmai dovesse capitare, il mio umore sarebbe orribile per tutto il giorno e sarei proprio intrattabile.
Quando ho finito, scendo in cucina ed accendo la TV.
Mentre trasmettono uno dei miei cartoni d’infanzia, io preparo la mia colazione e chiamo Sallie. Metto il vivavoce, cosi ho le mani libere.
1 squillo ed io sto prenderndo una fetta di pane.
2 squilli e la sto imburrando.
3 squilli e ci metto pure della marmellata.
4 squilli e cosi via.
All’ennesimo, scatta la segreteria.
Ma cosa sta combinando Sallie? Possibile che non si sia manco svegliata?
Decido di riprovare e, anche stavolta, mi risponde la segreteria telefonica.
Non so se farmi prendere dal panico oppure no.
Mentre ci sto ancora pensando, il mio cellulare inizia a vibrare.
Emetto un sospiro di sollievo, ma la mia bocca diventa improvvisamente secca mentre leggo “Mamma di Sallie” sul mio display.
“Pronto?”
“Pronto, Alexis? Ciao, sono la mamma di Sallie” mi sento rispondere.
“Buongiorno, signora. Come sta?”
“Bene, Alexis. Senti, puoi dire a Sallie di tornare dritta a casa dopo la scuola? Sua nonna vorrebbe tanto rivederla”
Sento come se mi avessero dato un pugno nello stomaco.
“Come? Sallie non é a casa?” le chiedo, con un filo di voce.
“No, ho pensato che, visto che non é qui, fosse li da te per un pigiama party o qualcosa del genere”
“N-no, signora. Sallie non é venuta da me ieri”
La sento trattenere il respiro.
“C-come sarebbe a dire? Non l’hai sentita?”
Ho i brividi di freddo e non riesco a capire perché.
“Mi ha mandato un SMS ieri sera, diceva che sarebbe uscita con un nostro compagno di classe. Ho provato anche a chiamarla stamattina, ma non risponde”
“Pensi che possa addormentarsi a casa di questo ragazzo e lasciarci cosi preoccupati?” mi chiede lei.
“No, non lo penso…non credo”
“Ascolta Alexis, io e mio marito andiamo a denunciare la sua scomparsa. Tu vedi se per caso é a scuola e dille di ritornare dritta a casa. Questa non gliela faccio passare liscia” mi dice la mamma di Sallie.
“Va bene.“
“Chiamami se ci sono novità ed io faro lo stesso, OK?”
“OK”
Riaggancio e provo a chiamare di nuovo Sallie.
Ti prego rispondi, ti prego.
Ma continua a squillare a vuoto ed io mi sto facendo prendere dal panico.
Non finisco neanche di mangiare ed esco subito con lo zaino in spalla. Direzione scuola.
 
Appena arrivo in classe, non vedo molti compagni.
Mancano ancora una trentina di minuti prima dell’inizio delle lezioni e decido di fare un giro di corsa tra palestra, biblioteca e bagni.
Ma di Sallie non vi é alcuna traccia.
Ritorno in classe e mi siedo al mio banco. Meglio aspettare ancora un pò.
Nel frattempo guardo fuori dalla finestra. Il tempo é cambiato, di nuovo. Grossi nuovoloni grigi minacciano pioggia e riflettono a pieno il mio umore.
Dove sei?
Quando entra la professoressa e chiude la porta, finalmente capisco.
Sallie non é tornata e forse non tornerà mai.
Chiedo subito il permesso di uscire un secondo e, vista la mia espressione di inquietudine, la prof non fa storie e mi lascia andare.
“Pronto?”
“Pronto, signora. Sallie non é venuta a scuola oggi…Ha qualche novità?”
La sento sospirare e la sua voce inizia a spezzarsi.
“N-nessuna, Alexis…O-ora s-sono davvero p-p-preoccupata”
Non riesco neanche a risponderle perché ho iniziato a singhiozzare anche io.
Passano alcuni minuti con noi due che singhiozziamo e poi lei tira su con il naso.
“La troveremo, Alexis..Puoi venire da noi dopo la scuola? Ci saranno anche i poliziotti e magari potresti dire cosa aveva in mente di fare Sallie” mi dice.
“Certo, vengo volentieri se posso esservi d’aiuto”
 
Sono davanti alla casa di Sallie e vedo parcheggiata una volante delle forze dell’ordine.
Appena la mamma di Sallie mi vede, corre e mi abbraccia forte.
Stento a trattenere le lacrime perché mi sembra impossibile che siamo qui, senza Sallie e non sappiamo neanche dove cercarla.
La sua mamma mi fa accomodare su una poltrona e, davanti a me, un carabiniere mi chiede alcune informazioni su Sallie.
“Ti ha detto il nome del ragazzo con cui sarebbe uscita?” mi chiede ad un certo punto.
“Si, si chiama Luke Watson”
“E ti ha detto dove sarebbero andati?”
Mi mordo il labbro. Non avevo pensato di chiederglielo, accidenti!
“No” ed aggiungo un pò piú piano “Non gliel’ho chiesto”
I genitori di Sallie sono dietro di me, appoggiati alla parete e all’improvviso sento qualcuno darmi dei colpetti alla spalla.
Quando alzo la testa, vedo che é il papa di Sallie.
“E come avresti potuto, anche solo pensare, che sarebbe successa una cosa simile?”
Abbasso la testa ed annuisco, in silenzio.
“Non devi sentirti in colpa” mi dice il poliziotto.
“Si, Tesoro….anzi grazie per quell oche stai facendo” aggiunge la mamma di Sallie.
“Sai come si sarebbe vestita Sallie, Alexis?” mi chiede l’agente.
Ci penso su e le parole “Jeans neri, top fucsia e poi le zeppe” mi ritornano in mente. Decise, feroci, quasi da far male.
Lei amava il fucsia.
No, lei ama il fucsia.
Sallie sta bene.
Ripeto le parole al poliziotto che continua a prendere appunti su un taccuino.
Da quando ha iniziato a parlarmi, non ha smesso di scrivere neanche per un secondo.
Se quello che gli sto dicendo sembra essere cosi importante, allora troveranno Sallie molto presto.
Ed io potrò di nuovo abbracciarla.
E poi le tirerò le orecchie e la rimprovererò perché mi ha giocato proprio un bruttissimo scherzo.
 




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