Il Sapore dell'Aria

di celestialslug
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Se dicessi che aveva qualcosa in più vi mentirei, probabilmente quel qualcosa in più lo aveva solo per me. Avete presente quando siete ossessionati da qualcosa? Volete a tutti costi quel paio di scarpe che avete visto ai piedi di qualcuno su Instagram, ma non potete comprarle nel breve e quindi ci pensate, ci pensate così tanto che vivete le vostre giornate in attesa che vi arrivino, ci pensate così tanto che iniziate a sognarle, le sognate così tanto intensamente che quando vi risvegliate avete le lacrime agli occhi perché era tutta un'illusione e vi struggete e aspettate convinti che un giorno saranno vostre. Quell'ossessione, quella mania di possessione, quella voglia matta di tagliare un traguardo che ci sembra lontano, quella per me è la fase più bella delle relazioni. Tanti vi diranno che aspettano il giorno in cui saranno anziani, guarderanno i nipoti giocare instancabili dentro la casa che abitano da decenni e ritroveranno tutta la loro vita negli occhi scintillanti della loro anima gemella; ma questi sono romantici sogni, quella di cui vi parlo io è una realtà viva e stimolante, una sensazione che ci fa fremere come una scossa. Ed è questo che provavo io, continuamente, ogni singola volta che pensavo a lei. L'essere umano alla fine è attratto irrimediabilmente dalle cose che non può ottenere, quindi non c'era nulla di strano se in quella situazione io mi sentissi così e poi, infondo, finché non facevo nulla non creavo problemi a nessuno, se non a me stesso. Non era una situazione particolarmente complicata, non eravamo due linee parallele destinate a non incontrarsi mai ma a viaggiare per sempre l'una al fianco dell'altra, era più come se fossimo due linee che avevano preso un corso totalmente diverso, non eravamo destinati a incontrarci e non per uno strano ed ironico scherzo del destino, ma solo perché mi sembrava impossibile. E alla fine mi piaceva così, mi piaceva l'idea di essere tormentato da questa sensazione perché mi faceva sentire vivo; una vita semplice e piatta non faceva per me, problemi del genere, invece, mi facevano sentire l'eroe di una storia d'amore, come un cavaliere che deve salvare una principessa da un drago malvagio, solo che non si decide mai a partire, incatenato nell'alba della sua impresa mentre fantastica della gloria e dell'amore che otterrà. Alcuni di voi, se non molti, penseranno: "Cosa c'è di bello in un fatto del genere? Perché qualcuno dovrebbe essere contento di non poter ottenere ciò che vuole, addirittura al punto da non voler fare nulla per svoltare la situazione." Lasciate che utilizzi un esempio, in maniera da rendere le cose ancora più semplici perché tutti capiscano ciò che intendo, in modo che io non sembri matto da legare. Immaginate di essere su di una pista da corsa, di essere il primo tra tutti i corridori e di essere a soli dieci metri dal traguardo. Potreste correre, arrivare alla meta e godervi la fugace emozione della vittoria, consci che non vi basterà mai, che vorrete fare di tutto per rivivere quel momento. E allora correrete e correrete migliaia di altre gare, mangerete la pista coi vostri piedi, tutto per riassaporare il secondo in cui superate la linea del traguardo, finché non sarete troppo vecchi per correre e vi dovrete accontentare dei ricordi passati e delle vittorie ottenute per essere felici. Oppure, potreste isolare l'istante in cui state per vincere, a pochi metri dal vostro obbiettivo, congelarlo e viverlo per sempre. Non cadrete mai nel vortice esasperante della ricerca sfrenata della soddisfazione, se non arrivate mai a conoscerla; potrete però cibarvi dell'emozione della corsa all'infinito, consci che state per vincere ma senza mai superare il momento in cui l'avete fatto. Sarete eternamente quasi soddisfatti e, personalmente, la trovo una gioia più grande dell'estasi momentanea della vittoria. È controverso, non credete che non lo sappia, ma è la mia filosofia, specie in questi casi. E voi mi direte: "Ma non sarà una triste giustificazione del fatto che tu abbia troppa paura per fare il passo successivo? Forse sei troppo spaventato per confrontare questa ragazza o addirittura troppo spaventato per confrontare i tuoi stessi sentimenti." Magari sì, magari ho paura di un rifiuto, paura di ammettere che sono innamorato come un ragazzo normale e non c'è nulla di fiabesco in ciò che faccio, magari ho paura di non saper gestire una relazione come chiunque altro ed invento teorie strampalate per il gusto di far quadrare i miei problemi senza affrontarli, come se invece che cercare il posto giusto per il pezzo di un puzzle tagliassi gli altri per farcelo entrare. Potrebbe anche essere così, ma di sicuro sarebbe meno interessante della mia visione delle cose e poi, non sono mica qui per psicoanalizzarmi, sono qui per raccontarvi una storia.




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