C'E' SEMPRE UNA PRIMA VOLTA

di lolloshima
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“AHIA! Mi fai male...” Kise ha le lacrime agli occhi, il dolore è lancinante.

Non ci può credere di trovarsi lì, senza pantaloni, a gambe aperte con in mezzo il suo idolo, il ragazzo che venera, e non solo sportivamente.

Aomine lo sta fissando con uno sguardo divertito e un sorriso sadico, mentre con una mano gli stringe saldamente una coscia, e con l'altra sul suo torace lo tiene incollato al materasso.

Non vuole lamentarsi troppo, per non correre il rischio che lui smetta e se ne vada.

Però fa un male cane!

“Zitto, non lamentarti” sussurra Aomine con voce roca “ricorda che l'hai voluto tu!”

“E' vero, sono stato io a chiedertelo... ma non pensavo facesse così male... AHIA... fai piano, ti prego...”

Kise è completamente rapito da quel corpo abbronzato, da quei 192 centimetri che lo sovrastano, da quei bicipiti che armeggiano su di lui con agilità e forza, da quel torace definito... ma deve ammettere che forse quell'ammasso di muscoli così sexy è del tutto inadeguato a quel compito, dove servirebbero invece dolcezza e pazienza. In fin dei conti, per lui è la prima volta. E fa davvero, davvero male!

“AHIA!”

Aomine aveva dato un altro colpo ecco, senza preavviso.

“Dovresti ringraziarmi, invece di lagnarti”

“Ringraziarti? Ma se lo stati facendo... AHIA... solo perchè hai perso la scommessa!”

Per un attimo il dolore passa in secondo piano, al pensiero di qualche ora prima quando, del tutto inaspettatamente, Kise aveva vinto Aomine nell'“uno contro uno” a basket. Non era mai successo.

Anzi, ripensandoci, l'esito della partita ha dell'incredibile.

Daiki non perde mai.

E' in grado di compiere movimenti velocissimi e non convenzionali, e per questo è imbattibile. Del resto, il suo stile di gioco si basa sullo streetball, è completamente imprevedibile. Per non parlare del fatto che Aomine riesce a segnare praticamente in qualsiasi maniera, da qualsiasi posizione e in qualsiasi condizione si trovi. Anche oltre lo specchio del canestro!

Aomine è sempre stato considerato un "realizzatore inarrestabile", ed è davvero senza limiti, il più agile tra i ragazzi della Generazione dei Miracoli .

Non ha torto quando ripete "L'unico che può battermi sono io".

Non c'è nulla che lui o qualunque altro giocatore possano fare per battere Aomine.

Ma allora, perchè oggi ha perso? Perchè si è fatto rubare la palla dalle mani non una, ma ben tre volte? Perchè ha concesso a Kise di fare quel canestro in più, che lo ha fatto vincere?

Beh, c'è sempre una prima volta. A meno che...

A meno che Daiki non abbia perso di proposito, per poter avere il suo corpo a disposizione da torturare, proprio come sta facendo adesso.

“Scommessa o no, è la prima volta per te, non potevi mica affidarti a mani sconosciute.”

“AHIA!”

Aomine stringe entrambe le cosce di Kise.

“Devi stare fermo, altrimenti sporcherò dappertutto” gli ordina.

“Daiki, ti ringrazio dell'aiuto, davvero. Ma basta, fa troppo male. Ci rinuncio...”

Aomine lo guarda sorpreso. “Proprio adesso? Manca pochissimo...”

Io non ho idea di come facciano le ragazze a sottoporsi a questa tortura! AHIA!”

“Non lo so proprio, personalmente non lo farei mai! Ma io non sono un modello famoso che deve posare per una pubblicità di costumi striminziti e che deve fare la ceretta per essere tutto, perfettamente depilato.”

Mentre lo prende in giro, Aomine ha avvicinato il viso a quello di Kise, puntando gli occhi nei suoi, ancora arrossati e carichi di lacrime.

Kise sente il suo corpo percorso da brividi ed è costretto a distogliere lo sguardo e a chiudere le palpebre, sforzandosi di impedire al suo basso ventre di reagire, e di esibire una imbarazzante erezione.

Istintivamente, Aomine gli lascia un tenero bacio sulle labbra.

“Non fare la vittima! Nelle tue vene scorre pur sempre sangue giapponese, i tuoi peli superflui sono pochissimi! Forza, ancora un'ultima striscia e sarai perfetto. Con la crema il bruciore diminuirà. Credo...”

Aomine si appresta a stendere l'ultimo strato di cera sull'inguine pallido e tonico di Ryota, già pregustandosi il momento in cui avrà l'opportunità di passare le sue mani unte di crema su ogni centimetro di quel bel corpo.

E non potrà sottrarsi all'obbligo morale di coccolarlo un po'.

 





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