037. Queen of Hearts

di HellWill
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28 maggio 2022

Queen of Hearts


L’antro in cui si fece strada era oscuro e umido; non appena gli occupanti – clienti e prostitute, o semplici astanti che bevevano al bancone in fondo a destra – lo videro ci fu un fuggi fuggi generale.
Dietro di lui c’erano due soldati, e dietro di essi ce n’erano altri otto.
Non gli piaceva fare quel lavoro, ma pagava bene.
«Cerchiamo la Regina di Cuori» urlò, prima che la sala fosse deserta, con tutti i fuggitivi che si affollavano in fondo al locale semi-buio, dove c’era la porta di servizio.
Sfoderò la spada, per far capire che le intenzioni erano serie; nell’altra mano aveva delle manette anti-magia.
Si sentiva soffocare, ma ignorò la sensazione e procedette nell’antro del bordello. Al bancone stava una singola donna, alta e fiera, con il mento in alto.
«Perché fate fuggire i miei clienti?».
«In nome della legge anti-magia, per il tuo uso sconsiderato dello charme fatato, siamo costretti a dichiararti in arresto» spiegò il capitano, mentre il resto delle guardie si guardavano intorno nella sala ormai vuota ma ancora odorosa di umori e sudore di corpi in movimento.
«Non intendo seguirvi. Volete dirmi che non dovrei usare i miei poteri per offrire rifugio alle donne che altrimenti il vostro governo lascerebbe per strada a morire di fame? Che non dovrei accogliere i loro bambini, che altrimenti finirebbero nelle mani delle organizzazioni criminali come accattoni – e questo è il meglio che mi viene in mente per loro. Volete dirmi che ciò che faccio è da ritenersi criminale?».
«Non ciò che fai. Come lo fai. Le tue prostitute sono drogate di magia fatata, al punto che neanche capiscono dove sono o cosa stanno facendo. I loro bambini crescono comunque per strada, o a servire i tuoi clienti».
La Regina di Cuori tacque, poi scosse il capo.
«Arrestatemi pure. La considero una discriminazione bella e buona, dato che in tutti i bordelli le prostitute vengono drogate, e i loro bambini sfruttati da clienti malauguratamente perversi. L’unica differenza è che li gestiscono matrone e patroni umani, mentre io sono una fata» e detto ciò scavalcò il bancone con un unico gesto fluido, dimostrando la propria inumanità. Porse i polsi, e il Capitano delle guardie le mise le manette ai polsi; immediatamente lo scintillio che danzava sulla pelle della fata si esaurì, e lei apparve improvvisamente stanca, come se le manette oltre che alla magia le avessero risucchiato gran parte delle forze.
«Qual è il tuo nome?».
«Non ne ho uno. Sono conosciuta con il nome di Regina di Cuori, e tanto dovrà bastarti».
Il Capitano consegnò la catena delle manette ad un’altra guardia, mentre si dedicava a compilare il foglio di pergamena che riassumeva l’arresto.
«Passerai una settimana in gattabuia, poi si vedrà».
«Ah, non mi giustizierete? Re Cairis è davvero più magnanimo dei suoi predecessori, allora» disse ironica la Regina di Cuori, e il Capitano riprese la catena delle manette in mano; gli formicolavano le dita al contatto con quel materiale anti-magia, ma non ci diede peso e uscì dal bordello con le sue guardie, diretti tutti al castello e alle sue prigioni sotterranee.
 





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