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di C_philomat
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Le luci sono ancora accese?
 
Posso dirti con un certo grado di sicurezza che, da queste parti, sono spesso traballanti.
Ricordo vagamente, sai, cosa volesse dire vivere senza preoccuparsi che potesse arrivare, da un momento all'altro, un' eclissi che potrebbe durare decine e decine di anni.
Raccogliere il respiro spesso, come se potesse essere l'ultima volta, prima di frapporsi tra tutto quello che rimane ed un velo invisibile che, se lasciato svolazzare, potrebbe oscurare tutto quanto.
Se fossi qui lo sapresti, non ho quasi pił forze di combattere.
Chissą cosa penseresti di me e se me ne importerebbe, chissą se esiste davvero un mondo in cui riferirsi a te abbia un significato. Non credo.
Difficile capire se il vero interrogativo fluttui su di te o su me stessa.
In fondo, me ne sono andata in silenzio, senza destare nessun sospetto e sai, qui, probabilmente nessuno fa attenzione come facevo io ai dettagli.
Non c'č un'altra me che osservi da fuori i richiami delle ombre, il singhiozzo di alcuni silenzi che soffocherebbero i pił bravi oratori.
Non c'č nessuna me.
Nessuna me che abbia abbastanza energie per non lasciare che tutto scivoli via.
Gli attimi, i giorni, gli anni, scorrono tutti uguali, come se non esistessi, come se non ci fosse un punto di arrivo, ma non ci sia mai stato nemmeno un punto di partenza.
Arriverą quel frangente in cui l'inizio e la fine saranno la stessa cosa e nessuno, io, riuscirą a capirne la differenza.
Non č la cosa pił terrificante di tutte?
Ha l'attitudine di una video cassetta sui cui si registra sempre qualcosa di nuovo e del vecchio film rimangono solo alcuni secondi: troppi per far finta che non ci sia mai stato nient'altro, troppo pochi per riuscire a ricordare di cosa si trattasse, abbastanza per rimpiangerlo.
Non so, sai, per quanto le luci saranno ancora accesse.
So che a volte una voce mi sussurra di tenere stretta una candela e di imparare ad accendere il fuoco perchč, in fondo, nessuno, me, vuole restare davvero al buio.




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