Thinking out loud
Titolo: Thinking
out loud
Autore: My
Pride
Fandom: Batman/Superman
Tipologia: One-shot
[ 1587 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Jonathan
Samuel Kent, Conner Kent, Kara Zor-El, Damian Wayne
Rating: Verde
Genere: Generale,
Fluff, Slice of Life
Avvertimenti: What if?,
Accenni Slash
May I write: 2.
Farfalle || 4. "Guai a te se l* nomini ancora"
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
Più
guardava quella scatola ancora vuota che si rigirava fra le mani,
più Jon si sentiva stupido. Come diavolo gli era venuto in
mente
di fare una cosa del genere?
Quando ne aveva parlato a Conner per
chiedergli un
parere, quest'ultimo, da bravo fratello maggiore fancazzista che era,
gli aveva riso in faccia e aveva cominciato a sbaciucchiare l'aria,
sputacchiando cereali finché non era stata Kara a metterlo a
tacere rifilandogli un pugno dietro la testa senza tanti complimenti.
Kara aveva poi guardato Jon con occhi luccicanti, affermando di essere
contenta che qualcuno avesse deciso di tenere vive le tradizioni di
Krypton e che gli avrebbe volentieri dato una mano, ma gli aveva anche
tenuto presente che avrebbero dovuto viaggiare in lungo e in largo per
far sì che tutto fosse perfetto.
Nel vedere l'entusiasmo di sua zia Kara,
che l'aveva
afferrato per un polso per trascinarlo letteralmente fuori
dall'appartamento, Jon si era quasi pentito di aver sentito parlare di
quella stupida usanza kryptoniana quando aveva attivato i cristalli
della Fortezza. La parte della cosiddetta “dote”
gli era
apparsa così datata che Jon aveva storto il naso, ma era
stato
il particolare dei bracciali dal colore unico per ogni coppia a
conquistare la sua attenzione, tanto che aveva finito proprio per
chiedere spiegazioni a chi avrebbe potuto saperne più di
lui… ma, se avesse saputo che sua zia si sarebbe
elettrizzata a
tal punto, probabilmente avrebbe optato per una classica richiesta
terrestre e avrebbe tagliato la testa al toro.
«I cristalli di fuoco ormai
sono introvabili
anche su Kandor, quindi qualche roccia vulcanica potrebbe fare
ugualmente al caso tuo…» stava dicendo Kara, e Jon
ci mise
un secondo di troppo per capire che stava parlando con lui. Oh, giusto.
Era stato così impegnato a rimuginare che aveva quasi
dimenticato di star sorvolando l’oceano Pacifico in sua
compagnia.
Scosse la testa, ripone do la scatola
nella tasca
della cintura. «E se… saltassimo la parte dei
cristalli?» provò nel volare al suo fianco,
ricevendo
un’occhiata piuttosto scettica.
«Sei stato tu a dire che
volevi seguire la tradizione kryptoniana».
«Ma presentarmi davanti a
Bruce con una dote
per chiedere la mano di Damian non è…
sai…
antiquato?»
A quel punto Kara si fermò a
non molti
chilometri dalla costa, incrociando le braccia sotto al seno per
guardare Jon con entrambe le sopracciglia sollevate. Aveva in viso
un’espressione così scettica che Jon non seppe
quasi cosa
dire, massaggiandosi il collo in soggezione sotto quello sguardo quasi
accusatorio. «Sto cercando di venirti in contro, cosa ti
aspettavi da tradizioni millenarie?» chiese in tono
abbastanza
ovvio, e Jon si grattò la testa, galleggiando intorno a lei.
«Non so, magari
che… me le spiegassi un
po’?» buttò lì, e quasi
trattenne il fiato
allo sguardo della zia.
Il silenzio fra di loro fu
così sottile che
Jon ebbe l’impressione che avrebbe potuto letteralmente
essere
tagliato con una spada, infine Kara sospirò, scuotendo la
testa
mentre si massaggiava l’arco nasale.
«E va bene». Kara si
sedette nel vuoto a
gambe conserte, lisciandosi la gonna al di sopra dei pantaloncini da
ciclista che indossava. «Oltre ai cristalli, che a quanto
pare ti
sembrano datati, c'erano i braccialetti nuziali di una variante di
colore unica esclusivamente per la coppia, e la cerimonia consisteva
nello scambio di fasce che venivano unite da un tessuto che sanciva
l'unione dei novelli sposi. Oh, era anche usanza andare in
peregrinaggio alle Cascate di Fuoco per buon auspicio… un
equivalente delle Cascate del Niagara presenti qui sulla terra.
Potresti cominciare col fargli una proposta lì»,
rimbeccò, ridendo allo sguardo stralunato che gli rivolse
Jon e
il successivo balbettio a cui diede vita. «Sei proprio
innamorato, eh? Ti imbarazza anche solo il pensiero».
«Io…
ecco…» Jon si morse
il labbro inferiore, incerto. «Mi sento come se
avessi… le
farfalle nello stomaco e mi eccitassi a tal punto da librarmi in volo
quando ci penso». Sì lasciò andare ad
un gemito
frustrato, strofinando frettolosamente una mano fra i capelli per
scompigliarli più di quanto non lo avesse già
fatto il
vento. «È stupido? Sì che è
stupido. Conosco
Damian da dodici anni, non dovrei sentirmi come se fossi un marmocchio
alla prima cotta, io…»
Kara gli volò accanto e
allungò una
mano verso di lui per poggiargli un dito sulle labbra, zittendolo.
«Ehi, Jonny, va tutto bene», gli sorrise, stavolta
con una
bizzarra espressione dolce dipinta in viso. «Non è
stupido, è carino che provi certe cose per Damian anche dopo
anni e che ti faccia battere così tanto il cuore. Lo
sento», accennò nel fargli un occhiolino prima di
picchiettarsi l’orecchio destro. «Possiamo
concentrarci
sulla parte delle fasce, se preferisci. Troveremo qualcosa di unico per
farlo».
«Perché non gli
compri un bel brillocco e la fai finita lì?»
La voce di Conner li interruppe e si
voltarono
entrambi solo per vederlo con gli occhiali da sole abbassati sul naso e
un ghignetto sulle labbra, con quella faccia da schiaffi che li fissava
con estrema attenzione. E Kara sbuffò, sollevando lo sguardo
verso lo strato di nuvole che li sovrastava.
«Ci hai seguiti per dare
fastidio?»
chiese scocciata, ma Conner rise è schioccò le
dita della
mano destra nella sua direzione.
«Ti correggo. Io vivo per dare
fastidio».
«Vuoi che ti rompa di nuovo la
mascella?»
«Sei troppo manesca, non
è carino per una ragazza».
«Senti chi parla, Mister
“Se una ragazza ti colpisce è
amore”».
«Anche Batman lo dice sempre.
Forse l’ha detto anche Lexie?»
«Guai a te se lo nomini
ancora. Ti avverto».
«Ehi, ragazzi, ehi»,
li richiamò
Jon nell’interrompere quel loro botta e risposta, sapendo che
rischiava di diventare piuttosto infuocato. Avevano entrambi un bel
temperamento. «Apprezzo l’aiuto di entrambi, dico
davvero.
Probabilmente sono solo io che... beh, che esagero con questa
storia», ammise.
Forse fu il suo tono, forse la sua
espressione, ma
il battibecco terminò in uno scambio di sguardi tra Kara e
Conner, che si sussurrarono un “Tregua” prima di
poggiare
entrambi una mano sulle spalle di Jon, che li fissò
sbattendo le
palpebre.
«Forse
c’è qualcosa che potrebbe
mettere d’accordo tutti», sentenziarono
all’unisono,
e fu proprio quello a far sussultare un po’ Jon.
«...devo
preoccuparmi?» chiese, ricevendo un colpetto dietro la nuca
da Kara.
«Sei davvero poco carino.
Vieni con noi. Forza».
Jon non riuscì ad opporre
resistenza, venendo
semplicemente afferrato per i polsi e trascinato attraverso il cielo;
sorvolarono montagne, interi arcipelaghi, un’isola talmente
deserta e immersa solo nella natura che Kon aveva fatto una battuta su
“Jurassic Park” ed era stato prontamente fulminato
da Kara
mentre Jon se la rideva, finché non erano arrivati nek
pressi di
una miniera ed era stata proprio Kara ad entrare. Jon aveva sbattuto le
palpebre, salvo poi arcuare un sopracciglio quando la zia era tornata
con una manciata di carbone.
«State scherzando»,
disse, ma
l’occhiata che gli venne lanciata fu così
eloquente che
sgranò gli occhi. «Aspetta, fate sul
serio?»
«Kal riesce a trasformare il
carbone in
diamanti con la sola pressione delle mani, quindi perché non
dovresti riuscirci tu?»
Jon farfugliò qualcosa e li
guardò
interdetto, incrociando le braccia al petto senza accettare quel
carbone che la zia gli stava offrendo. «Non è
scientificamente possibile», bofonchiò
nell’aggrottare la fronte. «I diamanti non possono
essere
creati con la singola pressione del carbone, necessitano di una
combinazione di calore e pressione abbastanza elevata che possa
consentire ad ogni atomo di carbonio di legarsi a…»
«Sì, sì,
lo sappiamo che sei un
nerd della scienza, Jonno. Risparmiaci la lezione». Conner
agitò una mano in risposta, spingendolo un po’
verso il
bordo. «Sei letteralmente un mezzo alieno che sfida tutte le
leggi della fisica, questo non è niente».
Kara gli afferrò un braccio e
gli sorrise,
guardandolo negli occhi. «Concentrati, Jonny. So che puoi
farcela», gli disse, facendo scivolare una mano lungo il suo
braccio destro per sfiorargli una mano e lasciargli il carbone nel
palmo. «La giusta pressione, non troppa. Usa un po’
del
calore del tuo corpo e il gioco è fatto».
Jon avrebbe voluto replicare ancora una
volta che
tutto ciò era stupido, che forse avrebbe fatto meglio ad
andare
davvero in una gioielleria e comprare un anello e fare una proposta a
quelle stupide Cascate del Niagara… ma due ore dopo, con un
bracciale dalle mille sfumature colorare riposto in quella scatola e
l’espressione ebete, ancora non credeva a ciò che
aveva
fatto. Kara e Conner gli avevano detto di essere fiero di lui, gli
avevano fatto una miriade di complimenti e suo fratello aveva persino
fischiato alla vista, ma era stato tutto così surreale che
il
cuore non aveva smesso un secondo di tamburellare nel petto. Le
farfalle erano tornate, l’agitazione lo aveva accompagnato
tutto
il tempo e starsene seduto su quella gargolla non aiutava,
così
come non aiutava la vista di quel gioiello che lui stesso aveva creato.
Non poteva consegnarlo così, come se nulla fosse. Aveva
bisogno
del momento giusto, delle circostanze migliori, qualcosa che avrebbe
potuto essere degno di nota e…
«Ehi, J, scusa il ritardo. Ero
in riunione con mio padre. Pronto per pattugliare?»
Jon scosse la testa tra sé e
sé e
chiuse immediatamente la scatola prima di nasconderla, sorridendo a
Damian che era sopraggiunto proprio in quel momento. C’era
mancato poco che la vedesse.
«Sempre pronto»,
rimbeccò
nell’alzarsi, seguendolo di sotto fra le strade col mantello
che
sventolava alla brezza della sera.
Forse, un giorno...
_Note inconcludenti dell'autrice
Questo
è il trentesimo
giorno dell'iniziativa #mayiwrite indetta dal gruppo Non solo
Sherlock - gruppo eventi multifandom
Le cose qui citate sono assolutamente canoniche. Mi spiego. Le usanze
kryptoniane sono davvero usanze che venivano fatte su Krypton in tempi
abbastanza antichi e, anzi, era anche piuttosto interessante vedere
come gli sposi venivano uniti in matrimonio su un enorme gemma chiamata
"Gioiello
della Verità e dell'Onore" e legati
da una formula che recitava Nel nome
della
verità e dell'onore dichiaro le promesse di matrimonio
vincolanti per
voi! Da questo giorno in poi, per tutto il tempo e lo spazio, fino
all'eternità...", e dopo lo scambio dei bracciali nuziali
(dal colore unico per ogni coppia) la cerimonia terminava con
"Diventate marito e moglie in questo giorno e per tutti i giorni a
venire. Che il volto di Rao risplenda sempre su di voi" prima del bacio
nuziale.
Sì, son una nerd per quanto riguarda sta roba e ci
scriverò sicuramente qualcosa sopra in un modo o nell'altro
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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