Black

di ClostridiumDiff2020
(/viewuser.php?uid=1152558)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 

Black

 




 
Ripassi le lettere fino a forare la carta.
Hai avuto un altro incubo e hai cercato di scacciarlo mettendolo nero su bianco, dandogli note, suoni rabbiosi e discordi. Un latrato rabbioso e morente. Poi rileggi quello che hai scritto, la dottoressa ti ha suggerito di scrivere quello che non riesci a esprimere a voce alta.
Torni con la mente a quel giorno, eravate nella tua tana, quando la banda appariva ancora unita.

 
Le note si interrompono e finalmente sollevi lo sguardo dal foglio.
Il tuo salotto, il luogo dove vi ritrovate ogni pomeriggio per provare è una stanza spoglia e grigia.
Il divano dove ti rintani è rovinato e con qualche molla sporgente, un vecchio capannone che ti hanno affittato per pochi spicci in mezzo al nulla, perfetto per uno spiantato come te. Come anche per suonare senza doversi preoccupare del rumore. Non potete dar noia che alle cimici o ai ratti in quel buco dimenticato fuori città.
No One lascia andare la chitarra e si sporge verso il tavolo dove ha lasciato il telefono, lo osservi mentre scorre lo schermo per poi alzare gli occhi al cielo.
Talia... Di solito reagisce così quando sua sorella gli chiede qualcosa.
Sono gemelli ma non potrebbero essere più diversi, tanto Talia è tranquilla e silenziosa, tanto il fratello è un vulcano di parole. Sembra fisicamente incapace di stare zitto.
“Diavolo Black, deve volerti davvero tanto… Mi ha chiesto per la milionesima volta se stasera possiamo andare a bere qualcosa, ma è chiaro che il NOI vorrebbe diventare un solo tu e lei… che le rispondo? Che hai acceso le candele e che ti sei rimediato il necessario?”
Ti riscuoti e la spalla scatta in alto.
Il tuo silenzio si protrae troppo a lungo e Ghost, il vostro batterista lascia cadere le bacchette esterrefatto “Ancora? Che scusa hai stavolta? Di certo non quello di un altro appuntamento, perché ho provato infinite volte a organizzartene senza alcun risultato…”
“Non mi va e basta” bofonchi sommessamente tornando a concentrarti sul tuo blocco. Sei troppo stanco di trovare scuse.
No One si lascia cadere sul divano accanto a te, la sua mano ti passa dietro la schienati scosta i capelli dal collo soffermandosi sulla tua pelle.
“Alle volte ho l’impressione che tu mi nasconda qualcosa… Mio piccolo Black…”
Ghost rise divertito mentre No One ti afferra il mento e obbligandoti a guardarlo. “Ragazzo mio sei sulla bocca di tutti! Mia sorella mi riferisce i pettegolezzi dal nostro pubblico, per quanto piccolo che sia. Pare che la metà del pubblico femminile vorrebbe saltarti addosso, mentre l’altra metà spera di poterti sposare e tu nel dubbio… Non cogli nessuna delle opportunità che ti vengono proposte. Sei quella strana creatura che con un piatto imbandito sotto a proprio naso si lascia morire di fame.”
“Magari non ho fame…” ribatti incupendoti.
“Sai cosa ci chiediamo io e Ghost? Se tu non sia un verginello… Perché questa è la sola spiegazione sensata che ci siamo dati sul perché non ti sei abbuffato fino a perdere le forze ogni santo giorno… Io sono il tuo…” Le labbra di No One ti sfiorarono l’orecchio causandoti un fastidioso solletico “Il tuo migliore amico… confido che se avessi delle sordide storie di sesso sarei il primo a cui vorresti confidarle e tu… Non mi hai mai detto nulla… Quindi io immagino che nessuno abbia mai colto il tuo fiore…”
“Non sono mica una ragazzina…” borbotti rintanandoti nella sua logora sciarpa di cotone.
No One ride insinuando la mano tra le tue gambe prima di dare una bella strizzata “No ma di certo sei una verginella, piccolo Black…”
 
La voce di No One si confonde nei ricordi assieme alla consapevolezza di quello che è venuto dopo.
 
Se vuoi posso guidarti io…


 
Posi la penna prendi i fogli e li fai in mille pezzi.
Non vuoi parlarne, non vuoi che un’altra persona ti ridica quanto sei strano e anormale. Che sei solo un bambino traumatizzato ma che se affronterai quello che quell’uomo ti ha fatto starai meglio, uscirai dalla negazione e potrai trovare la persona gusta.
 
La persona giusta…
 
Magari esiste… Ma non la guarderai mai come fanno gli altri.
Volevi bene a Talia… Ma lei desiderava da te qualcosa che non hai mai condiviso. Ma non solo con lei, con nessuno. Non hai mai provato quei desideri e non sai perché ma sei stanco di obbligarti a crederti sbagliato.
Ti guardano, ti trovano desiderabile. Sei gradevole per loro anche adesso che sei ricoperto di cicatrici, lo scorgi nei loro occhi quando ti sfiorano.
Pensano che tu sia schivo, ma che la persona giusta ti farà aprire a quelle brame condivise dai più. Te lo hanno ripetuto finché non hai iniziato a convincertene. Hai provato con Talia ed è stato un disastro.
L’hai trascinata in un rapporto che ha portato solo odio e dolore ad entrambi. Adesso di lei resta solo un freddo sepolcro.
 
“Hai fatto un bel po’ di coriandoli… L’inserviente si adombrerà non poco…”
Sorridi al suono familiare della voce di Liam. “Lui è sempre arrabbiato… Indipendentemente da me…”
L’altro annuisce e ti siede davanti e ti porge un budino al cioccolato.
“Qualcuno ha fatto la spia…” borbotti osservando l’offerta prima di accettarla. Liam passa sempre a controllare quando gli riferiscono che non stai mangiando a dovere, anche se deve trattenersi dopo il turno. È come una delle poche certezze che ti sono rimaste. La tua mamma chioccia apprensiva in quell’ospedale asettico e incolore.
Da quando ti sei svegliato è sempre stato accanto a te.
Tu lo prendi in giro per la sua cotta per la guardia giurata e lui ti ascolta quando nella notte non riesci a prendere sonno. Ti copre quando cerchi di andare alla palestra del secondo piano nonostante si siano raccomandati di far attenzione. Forse è il solo amico che ti sia rimasto dopo l’incidente, forse il solo che in realtà tu abbia mai avuto. Per questo non ti stupisci di consentirgli di scrutare quello che hai scritto.
Lo vedi ricomporre il puzzle di stracci, corrucciarsi e per un attimo temi che lo dica anche lui. Sei strano, anormale…
“Non volevo nessuno di loro, non importa per quanto mi sia sforzato di impormelo… Io non l’ho mai voluto…”
Liam ti ascolta in silenzio.
“Non esiste la persona giusta per me”
“Perché lo pensi?”
La domanda non ti sorprende. Ma senti di volergli dire la verità, azzardare un passo in avanti. “Perché io non sono attratto dalle persone, non in quel modo… Volevo bene a Talia ma non come lei desiderava… No One non comprendeva e nemmeno lei… Ho provato a dar loro quello che volevano… Davvero… Cercavo solo di sentirmi compreso, ma evidentemente è impossibile, io sono difettato Liam…”
Quando ti prende la mano non arretri, ma trattieni il fiato finché non senti la sua voce chiamarti per nome.
Sollevi lo sguardo “Non c’è niente di sbagliato in quello che sei o che senti…”

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4024174