Il mio pianista alla finestra

di Rose Heiner
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Il mio pianista alla finestra
 
Fai un sorriso leggero e so che stai sognando qualcosa di bello. Ti passo una mano fra i capelli, così, piano, per non svegliarti. Prima, quando mi hai visto arrivare dalla finestra, hai riso e hai fatto un gran baccano con la tastiera, pur di sporgerti a guardare. Indossavi una felpa azzurra, quella che hai ancora addosso e non ti ho mai visto.
-E’ nuova?- ho chiesto e hai annuito distratto, con gli occhi persi tra le righe di uno spartito. Ti ho osservato senza parlare, non ti ho detto che mi ricordavi tanto il cielo a primavera e quel celeste leggero dei miei vestiti morbidi da bambina, le gite al mare dopo scuola, gli occhi di mio padre…
-Scusa, sono esausto.- hai sussurrato poi, lasciando un pezzo a metà. Ti stanchi a suonare, non ti fermi mai, non so cosa cerchi tanto disperatamente, non so neanche quante volte ti hanno spezzato il cuore… Hai appoggiato la testa sulla mani e fra le braccia, per non schiacciare i tasti bianchi e neri.
Appena prima di addormentarti hai mormorato qualcosa, hai detto che ci tieni così tanto… “Se devo parlare di chi veramente mi ha amato, parlerò di te.” E io ti ho guardato scivolare tra i sogni in silenzio, senza sapere che dire o che fare, senza volere altro da pensare. E ora fuori alla finestra ci sono tante piccole lucciole azzurre, come è il tuo pianoforte, come è la tua felpa e la mia felicità. O forse sono fuochi d’artificio, non lo so più, non mi interessa granché. Magari sono le fate, le fate che sono venute come me a fare la guardia al tuo sonno. A proteggere il mio pianista alla finestra.




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