Nella tela del ragno

di angeclear97
(/viewuser.php?uid=1161853)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


a1 Link del forum: Torre di Carta


Nella tela del ragno



Sono caduta nella tela del ragno.
Di nuovo.
Un'altra volta ancora.

Mi do mentalmente della stupida, dell'ingenua e dell'illusa mentre per la milionesima volta riempio alla rinfusa la prima valigia che trovo con altrettanti miei vestiti che hanno la “fortuna” di essere selezionati dalla mia casualità.

Non voglio più tornare in questa casa, non voglio più vivere in questa casa.
Quelle mura un tempo tanto confortevoli sono ormai diventate le pareti della cella nella quale sono rinchiusa, la fitta ragnatela che ha intrappolato e mutilato le mie ali di farfalla.

Ero libera, un tempo.
Ero libera e indipendente, desiderosa di scoprire il mondo nelle sue infinite meraviglie.

Poi ho conosciuto lui... Che avrebbe dovuto amarmi, proteggermi e rispettarmi... E all'inizio era così, ve lo giuro, era proprio così!
Pareva quasi la reincarnazione della perfezione assoluta: così attento nei miei confronti, così romantico, così dolce... Però, allo stesso tempo, stava poco per volta tessendo la sua tela tossica attorno a me – non puoi uscire con quel vestito così scollato, perché ti ostini a frequentare la tua migliore amica che è una poco di buono, non hai ancora capito che dovresti smettere di frequentare tua madre che non fa altro che farti il lavaggio del cervello, quel tuo amico non mi piace, credo ci stia provando con te – anche se io ho impiegato diverso tempo a rendermene conto.

Ero troppo innamorata di lui, l'avevo reso talmente tanto il centro del mio mondo che avrebbe potuto accartocciarmi nelle sue mani ed io non avrei opposto resistenza... Ed è andata a finire proprio così.

Il primo schiaffo che ricevetti mi bruciò la pelle, ma rimasi comunque al suo fianco.
Me lo sono meritato, pensai.
Me lo sono meritato perché l'ho provocato e non dovevo farlo.

Poi arrivarono i pugni, gli insulti, il sesso anche quando non lo volevo... E ogni volta mi diceva che mi amava, che se mi fossi comportata bene, non avrebbe avuto motivo di reagire così.

Che stupida!
Stupida, stupida, stupida!

Ogni volta che lo lasciavo lui faceva di tutto per riconquistarmi, io ci cascavo e il circolo vizioso si ripeteva all'infinito.
Fino a questa notte in cui non ce l'ho fatta più.

C'è un motivo se ora sto preparando la valigia alla rinfusa.
C'è un motivo se questa volta sono del tutto sicura che non tornerò più in questa casa, nella sua casa, nella tela del ragno: perché se la prossima volta proverò la masochistica idea di andarlo a trovare, sarà per portargli dei fiori sulla tomba che non conterrà alcuna anima... L'ho accoltellato.

Che il mondo mi giudichi pure.
Che mi condanni all'ergastolo, alla pena capitale, all'esilio.
Mi va bene tutto.

Mi va bene tutto perché finalmente non avrò più le sue luride mani addosso.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4024752