Pomeriggi

di HellWill
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POMERIGGI
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Pomeriggi pallidi e assorti,
dice il signor Tale;
ma a me i pomeriggi paiono
più un’onda, che sale
e si abbatte su noi corpi morti.
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Sarà che sono solo
un po’ son solo al mondo, e un po’
in senso figurato;
un po’ di biscotti al cioccolato
sbriciolo, e caffè mo’
sale, berrò; rondini in assolo.
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Pomeriggi lunghi e 
assai noiosi, quelli dell’estate.
Brevi, assai oscuri
quasi effimeri, quelli d’inverno.
Ma scrivo sul quaderno,
con tratti leggeri ed insicuri,
tutto, purché non siate 
cose vere, reali, banali, finché
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ignorare il cuore 
diventa arduo: mentre l’esterno è
facile trascurare. 
Ma sento il battito disonesto
di un animo: sboccia 
un male che non ha nome. E goccia
dopo goccia, ‘sì lesto
fuggo: ma io non so dove andare, 
peregrino eterno. 
Se solo bastasse un po’ d’amore.
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