Rubaiyyàt

di Fiore di Giada
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Amici, quando vi ritrovate in convegno assieme,
bisogna che molto vi ricordiate dell'amico (vostro).
Quando bevete insieme il vino soave,
e il turno toccherebbe a noi, rovesciate la coppa.


L'aria si riempie di vivaci melodie e di allegre risate.
Le bevande alcoliche fluiscono nei bicchieri degli invitati, quasi attirate dal loro desiderio.
Rashid sorride. Si sente felice, in questo momento.
Sono riusciti a distruggere il malefico piano delle Lune Nere e, per questo, hanno il dovere di festeggiare.
E Maya è lì, con loro.
Ha bevuto poco, ma l'alcool tinge di rosso le sue gote.
Un brivido attraversa il suo corpo. E' splendida.
Non è ubriaco, anche se ha bevuto.
Se lo fosse, non si accorgerebbe del riflesso dorato dei suoi occhi nocciola, accarezzati dalla luce artificiale.
Non noterebbe il taglio corto dei suoi capelli, ben adatto al suo viso, più fino rispetto a un anno prima.
Prende un bicchiere, si versa il vino e, con un gesto deciso, lo alza.
I convitati, vedendolo, lo fissano.
Amici, voglio fare un brindisi alla ragazza più bella della festa. Maya, ti auguro ogni felicità. ‒ le dice, un sorriso sul volto arrossato. Vorrebbe abbrcciarla, ma deve controllarsi.
Non può metterla a disagio con simili, inopportuni atti.
Sentendosi nominare, la ragazza sussulta e fissa su Rashid uno sguardo incerto e dubbioso.
Poi, un sorriso gioioso illumina il suo volto. Nemmeno l'alcool ha alterato la mente del suo amico.
Il suo sguardo limpido è la prova delle sue intenzioni, lontane da qualsiasi ambiguità.
Desidera che lei si diverta.
Grazie, Rashid. ‒




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