1. delusione
DELUSIONE
Stava
cantando sul palco, era un fan-party e voleva regalare alle sue
ammiratrici un assaggio di quella che sarebbe stata la loro musica
d'ora in poi, quindi si era messo a cantare il primo singolo uscito dal
loro nuovo album, "Automatic"; gli piaceva un sacco quella canzone,
avrebbe ridefinito il loro stile ed anche le fan sembravano
apprezzarla. Le vedeva ad un passo di lui urlare a squarcia gola il
loro nome, infondo era per loro che suonavano; sorrise tra un verso e
l'altro, ma il suo sorriso si spense.
Incontrò gli occhi di una ragazza che lo fissava a braccia
incrociate sul petto, nel suo sguardo qualcosa che inizialmente non
riuscì a riconoscere; il ragazzo accanto a lei le disse qualcosa
e lei annuì sospirando. Fu in quel momento che capì di
cosa si trattava: delusione. Aveva davanti a lui diverse centinai di
fan e quella ragazza era l'unica triste e delusa, lo fissava e nei suoi
occhi c'era una frase, qualcosa tipo "da te mi sarei aspettata di
più!". Lanciò un'occhiata ai suoi capelli ora intrecciati
e scosse la testa con un sorriso amaro, poi si voltò verso il
suo accompagnatore e fecero per allontanarsi; si voltò un'ultima
volta a gurdarlo e lo trovò che ancora la fissava stupito, poi
sparì dietro una via.
Ma infondo cosa importava? Di certo non poteva aspettarsi che tutte lo
amassero, magari quella era soltanto una di quelle ragazze pronte a
definirlo un "frocio del cazzo" o cose così, oppure gli piaceva
tutto un altro genere di musica. Poteva essere, il fatto che avessero
succeso non significava che avessero il mondo ai loro piedi.
Oppure avevano sbagliato qualcosa...
Una volta finito con la loro comparsa, gli agenti della security li
aiutarono a raggiungere il loro hotel grazie ad un passaggio forzato
tra i fan; di tanto in tanto si fermavano a firmare qualche autografo e
scattare qualche foto.
- Siamo andati bene?
Tom lo guardò prima sorpreso, poi seccato.
- Oh, ti prego, Bill, non ricominciamo con le tue crisi esistenziali! Siamo stati bravi, guardale...
Gli indicò con un braccio le fan in deliro, una in lacrime che
mostrava il display con la loro foto ad una ragazza accanto a lei con
gli occhi pesantemente truccati; lui incorciò le braccia sul
petto, mettendo quasi il broncio, per niente soddisfatto dalla risposta
del fratello.
- Beh, è ovvio che quelle qui intorno siano soltanto quelle che ci adorano!
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sospirando, periodicamente cadeva nel baratro dell'incertezza.
- Di questo ti deve importare, tu devi suonare per quelli che ci amano! È inevitabile...
Si strinse nelle spalle.
- I gusti sono gusti!
Questa volta fu lui a sospirare, se non era una loro fan, che ci faceva lì ad ascoltarli e vederli?
Salì sull'ascensore diretto alla sua suite, si fermò
davanti alla porta e bussò; una ragazza in pigiama gli venne ad
aprire, bella e sorridente. Entrò chiudendosi la porta alle
spalle in fretta, gli sembrava ancora impossibile di essere riuscito a
nascondere la sua recente storia con Seline: di averla addirittura
portata con lui senza violare la loro privacy. Certo, questo
significava fare il viaggio divisi, darle un pass per farla entrare in
albergo e barricarla dentro, ma almeno potevano stare insieme.
Gli buttò le braccia al collo posandolgi un dolce bacio sulle labbra.
- Ciao...
Sorrise ricambiando il suo bacio.
- Ti sei annoiata?
Lanciò un'occhiata alle sue spalle: il letto sfatto, il vassoio
con la colazione appoggiato per terra, la televisione accesa in una
lingua incomprensibile.
La superò sdraiandosi sul letto e guardando le figure dei
cartoni animati senza riuscire ad acchiappare nemmeno una parola, lei
si stese accanto a lui.
- Tu non capisci l'italiano, vero?
Scosse la testa e la guardò.
- Tu si?
Incredibilmente lei annuì; l'espressione del ragazzo divenne improvvisamente stupita.
- Davvero?
Fece una smorfia.
- Un po'...ho una zia italiana...
Passarono le due ore successive continuando a guardare la televisione,
mentre Seline gli traduceva le battute dei personaggi; ma quella
ragazza che scuoteva la testa delusa, continuava a rimanere nella sua
mente.
- Seli...
La ragazza lo guardò, due occhi verdi come lo smeraldo che lo fissavano.
- Ti piace il nuovo singolo?
Lei sorrise intenerita accoccolandosi al suo petto.
- Certo che mi piace, amore! Che domande fai?
Si arrotolò l'orlo del lenzuolo ad un dito, tenendo gli occhi bassi.
- Sai, una fan se n'è andata mentre cantavo...non le siamo piaciuti...
La ragazza lo guardò piena di apprensione.
- Bill, non dovresti preoccuparti così tanto solo per una
ragazza...può darsi che avesse semplicemente un appuntamento,
magari non era di qui ed è ovuta andare a prendere il treno!
Sembrava un tentativo così disperato di consolarlo...
Le mani di Seline si intrufolarono piano sotto la sua maglietta.
- Che ne dici se cerco di tirarti su il morale?
Alzò gli occhi e sorrise cercando la sua bocca da baciare.
- Mi sembra un'ottima idea...
Stava per raggiungere i suoi boxer, ma la fermò in preda ad uno strano presentimento.
- Seline, per caso Tom è entrato qui dentro?
- Si, ha detto che ti serviva la matita...
Sospirò.
- Seline, monito per il futuro, mai far frugare Tom tra le mie cose!
Uscì ed andò davanti alla camera del fratello, dovette
bussare a lungo prima che lui si degnasse di venirgli ad aprire in
boxer; si guardarono in cagnesco per qualche minuto.
- Tom, i preservativi!
Il fratello scrollò le spalle.
- Impossibile...
Non rispose continuando a fissarlo ed aspettare.
- È inutile che mi guardi in quel modo, li ho finiti, erano rimasti 2!
- Cosa? Con chi?
- Sara.
Bill era incredulo.
- Chi è Sara?
Si strinse nelle spalle scuotendo la testa.
- Non lo so...
Fece un gran sorriso.
- Però è carina...
Lo lasciò lì dirigendosi a grandi passi di nuovo nella
sua stanza, problemi di avere il "sexgott" come fratello? Il furto dei
profilattici diligentemente portati dalla madre patria per evitare
problemi. Sospirò e tornò nella sua stanza.
- Seline, come si dice "preservativo" in italiano?
Adesso doveva farsi accompagnare da qualche guardia in farmacia, gli
avrebbero scattato miliardi di foto, già immaginava i titoli dei
giornali: "Problemi di salute in casa Kaulitz?".
Ovviamente la security non fece storie, erano pagati per quello, e dopo
essersi tirato il cappuccio di una felpa enorme sulla testa ed aver
inforcato i suoi enormi occhiali da sole di Dior, scese per strada alla
ricerca di una farmacia cercando di dare nell'occhio il meno possibile.
Passò davanti ad un McDonald's con una parete a vetro e si
fermò. Davanti a lui, ferma di fronte ad una vetrina, c'era la
ragazza con lo sguardo deluso; fece un cenno all'uomo che lo
accompagnava facendogli capire che voleva parlarci, doveva chiederle
cosa non le era piaciuto.
Le si avvicinò, inciampò e le cadde addosso, gli occhiali
volarono via e quando lo guardò lei rimase senza fiato.
- Wow...e pensare che credevo di essere io a doverti saltare addosso!
Non capì una sola parola di quello che gli disse, poteva anche
essere la minaccia di una denuncia, così dopo essersi alzato ed
essersi scusato diverse volte in tedesco, rimase a guardare ansioso le
due faccie perplesse davanti a lui: quella della ragazza e quella del
suo amico. Si trovò davanti un problema metodico di proporzioni
apocalittiche: lei non parlava tedesco. Rimase fermo come un
baccalà a studiare la mossa successiva, lei si abbassò e
gli raccolse gli occhiali, per lo meno, non sembrava ostile. Le porse
una mano.
- Bill Kaulitz...
Lei rise ed anche il ragazzo accanto a lei, ovviamente sapeva chi era; ma gliela strinse.
- Alessia...
Ritorno
alle origini...è un po' che non bazzico questa sezione quindi se
qualcuno avesse già avuto questa idea mi scuso e vi prego di
avvertirmi! Provvederò immediatamente ad
eliminarla...baci&abbracci...
Se la gradite lasciatami un pensierino...ogni opinione sarà ben accetta!
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