Come Ciane
Guardare una figlia autodistruggersi e non poter fare nulla per impedirlo.
Cercare di non piangere quando scansa un piatto di pasta, o quando dopo qualche boccone mangiato a forza scappa in bagno.
Io, come lei, in silenzio dentro di me porto una ferita inconsolabile, e spesso mi sciolgo in lacrime.
Posso vedere il suo corpo assottigliarsi, le ossa piegarsi, le unghie perdere consistenza; fa male vedere le sue spalle spigolose e i suoi fianchi troppo stretti; il seno le sparisce e lascia il posto a costole che mi è impossibile ignorare.
Non resta più nulla che io possa abbracciare.
Più che guardare, non posso fare niente.
N. A. : Ciao a tutti, spero vi piaccia!
L’idea mi era venuta durante la lezione di latino, mentre leggevamo il Ratto di Proserpina. Infatti, la descrizione della ragazza e del suo deteriorarsi è ripresa da un passo delle Metamorfosi di Ovidio, lo sciogliersi per il dolore di Ciane:
"Ma Ciane, triste per la dea rapita e i diritti violati della sua fonte, portò in silenzio dentro di sé una ferita inconsolabile, e tutta si sciolse in lacrime, sparendo nelle acque di cui era stata il nume. Si poteva vedere le sue membra afflosciarsi, le ossa piegarsi, le unghie perdere consistenza; per prime si liquefecero le parti più sottili del corpo, i capelli azzurri, le dita, le gambe e i piedi: per le membra sottili è rapida la transizione al liquido; dopo, le spalle, la schiena e i fianchi, il petto se ne vanno svanendo in esili rivoli; infine l’acqua prese il posto del sangue nelle vene disfatte, e non restò più nulla che si potesse afferrare."
Fatemi sapere cosa ne pensate!
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