Resisto per lui

Sapevo che sarebbe finita così.
È frustrante, ma per quanto io provi a mentire a me stesso, non ce la posso fare.
Ogni giorno che passa, mi rendo sempre più conto di essere stato un presuntuoso: io e l'armata ricognitiva siamo due entità che non potranno mai coesistere.
Allora, cosa ci sto a fare qui?
Perché insisto?
Cosa voglio dimostrare?
Mi ritrovo sotto queste pesanti coperte, a tremare di freddo, in preda all’ennesimo attacco di febbre e il corpo ridotto in un modo che solo a guardarlo fa pietà.
Chi devo ringraziare per essere ancora vivo?
Gli altri ragazzi, certo, la protezione che mi viene concessa e che non credo di meritare.
Perché mi proteggono?
Io non sono nessuno…
Sono un insignificante incapace pieno di presunzione.
E ho ancora il coraggio di sentirmi solo, mentre mi abbraccio per riscaldarmi…
O per confortare me stesso.
E intanto mi odio, mi insulto, odio ciascuna di queste lacrime che non sto riuscendo a controllare.
Tutto quello che riesco a fare è piangermi addosso, prendere a pugni il cuscino e morderlo con rabbia, desiderando solo farlo contro me stesso.
“Armin, Armin, smettila! Starai peggio se fai così!”.
Sono furioso a tal punto che, per un attimo, l’istinto mi porta a dibattermi tra le braccia di Eren ma, mentre sto per farlo, all’ultimo momento mi aggrappo a lui…
Come sempre.
Non posso fare a meno di soffocare il mio pianto tra le sue braccia, di farmi stringere e accettare la sua protezione, perché la verità è questa: senza di lui sono nulla.
Sono vivo per lui…
Resisto ogni giorno solo per lui.
Trovo dentro di me la forza che non ho e che solo lui mi dà, insieme alle parole che mi calmano e mi avvolgono:
“Guarisci presto, Armin. Abbiamo un sogno da realizzare”.