Non falsifico l’amore
Che serbo nel mio cuore
Ti son stata assai devota
Tu mia dolce mariposa
Occhi languidi posati
Sul mio viso, li ho amati,
sorrisini di complicità
Da te avuti a sazietà
Queste quattro rime sceme
Scrivo per lenir le pene
Di mandarti un bel messaggio
pensa poi per me che oltraggio
Per tenermi incatenata
Una carta regalata
Come scusa poi la usi
Per avermi pronta agli usi
E non mancan battutine
Su parti intime e orgettine
Sempre pronto a stuzzicarmi
E con gli occhi adorarmi
Indice, medio, insieme uniti,
coi i tuoi pensieri pervertiti
Premi lì un certo bottone
Per chiamare l’ascensore
Mentre orchestri questa scena
Guardi le tue dita, in pena
Che la tua lussuria vuole
Poggiare su un altro bottone
con le dita lì schiacciate
le tue labbra dilatate
nel tuo strano sorriso sbieco
cerchi la mia risata che ti fa eco
non la senti arrivare
allora ti giri per guardare
se i miei occhi mi tradiranno
per finire nel tuo inganno
sono brava son composta
senza concederti l’attesa risposta
ti domando con ardore
“vuoi far bagnare l’ascensore?” |