Il Perfetto Predestinato

di Doctor Nowhere
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Era finita. Era davvero finita. La Sinuosa Strada, che lo aveva condotto per così tanto tempo era terminata. Il Perfetto Predestinato alzò lo sguardo per la prima volta da quando aveva iniziato a discendere la montagna. Si trovava in una vallata grigia e nebbiosa. Non c’era erba, e i pochi alberi che poteva scorgere erano neri, secchi e scheletrici. Ogni cosa intorno a lui sembrava morta. La gioia per essere alla fine giunto alla fine del viaggio iniziò a mescolarsi a una strana sensazione di disagio.

“C’è nessuno?” chiese, con voce esitante. Era di certo per l’emozione di aver concluso il suo lungo cammino, senza dubbio. Non poteva essere per la paura.

Si alzò un vento freddo e leggero, che scosse i vuoti rami degli alberi. Al Perfetto Predestinato parve di sentire una rauca risata echeggiare tutto intorno a lui. Afferrò con entrambe le mani il suo bastone, e si preparò a respingere un eventuale assalto “Sono venuto da molto lontano per trovare il mio Fato. Non me ne andrò a mani vuote!”

“Oh… no, no di certo. Questo non succederà...”

A pronunciare quelle parole era stata una voce aspra e beffarda. Il Predestinato non si lasciò intimorire, e ordinò “Mostra il tuo volto, chiunque tu sia!”

Un’ombra prese forma dalla nebbia che lo circondava, una massa informe, oscura e tremolante, da cui proveniva la voce “Non ho un volto da mostrarti, umano… ma posso concederti di vedere quel poco di me che i tuoi occhi sono in grado di cogliere.”
“Che razza di mostro o creatura sei?” chiese il Predestinato, tentando di incalzarlo con il bastone. La massa d’ombra ignorò i suoi movimenti “Io sono colui che ti ha aspettato da quando hai mosso il primo passo lungo la Sinuosa Strada. Io sono colui che hai tanto disperatamente cercato per tutto questo tempo. Io sono la fine del tuo viaggio. Io sono il Famelico Fato. E il nome che mi hanno dato i mortali… è Oblio.”

“Oblio… sei forse tu che devo sconfiggere per ottenere la gloria che cerco?” chiese baldanzoso il Predestinato. Sentiva di essere giunto alla resa dei conti. Avrebbe avuto il modo di mostrare al mondo intero quanto valeva.

La stessa risata, ancora più sguaiata e beffeggiatrice, risuonò per la valle. “Oh, no, niente affatto, mortale… non è affrontandomi che compirai il tuo destino. Io sono il tuo destino. Qualunque umano entri nella mia valle mi appartiene. Verrai consumato, come innumerevoli prima di te e altrettanti dopo di te. Sarai soltanto un lieve sollievo per il mio insaziabile appetito”

“Non credo proprio!” ribatté l’umano, e, pieno di fiducia nelle proprie possibilità, balzò in avanti, cercando di squarciare in due l’oscurità di Oblio con il bastone. La sua arma però attraversò quell’ombra melmosa senza scalfirla. Per nulla impressionato, l’uomo scattò di lato, rimettendosi in posizione di guardia. Iniziò a girare intorno al suo nemico, circospetto, sempre pronto a rispondere a un eventuale attacco, ma Oblio rimase immobile, senza neanche voltarsi per seguirlo con lo sguardo. L’uomo partì di nuovo alla carica, menò un fendente, poi un secondo e un terzo. Il Famelico Fato rimase immobile, come se non lo avesse neanche sfiorato.

“Che cosa speri di ottenere?”

La voce del mostro era ancora più forte. La sagoma stessa sembrava più grande e minacciosa. L’uomo chiamò a sé tutte le sue forze, e si lanciò col bastone in un micidiale affondo. Questa volta il bastone penetrò attraverso l’oscurità melmosa che costituiva il corpo di quella creatura. Senza emettere un suono, Oblio si dissolse sul terreno.

Il Perfetto Predestinato tirò un sospiro di sollievo. Ce l’aveva fatta. Per un istante aveva temuto il peggio. Era ora di ritornare nel Reame Radioso, a riscuotere gli onori e la gloria che gli spettavano, ma… dov’era finita la Sinuosa Strada? E la montagna da cui era disceso?

Il Predestinato si voltò da una parte, poi dall’altra. Impossibile. Tutto intorno a lui c’era soltanto quella morta pianura, fino all’orizzonte. Che cosa significava?

Tentò di muovere un passo, ma si rese conto che il suo piede era come appiccicato al terreno. Era come se fosse immerso in una fanghiglia nera.

“È inutile opporsi, mortale. È troppo tardi per te, ormai”

La melma nera iniziò a risalire lungo le sue gambe. Sferrò un altro colpo contro il terreno ai suoi piedi. Si udì uno schiocco, e metà del suo bastone atterrò non poco distante. L’uomo si sentì sprofondare, mentre ormai la poltiglia oscura gli raggiungeva la vita.

“Non è possibile!” esclamò, cercando di levarsi quel letale fango nero di dosso, senza alcun successo “Mi avevano promesso gloria… tanta gloria da lasciarmi soddisfatto!”

“Ti era stato promessa, sì” rise deliziato l’Oblio “Ed è esattamente quello che ti sto concedendo. Hai avuto mille occasioni di gloria lungo la Strada. Le glorie dell’uomo dedito alla vizio, alla società, alla creatività, alla spiritualità. Le hai rifiutate tutte. È evidente che nessuna gloria sia abbastanza per te… dunque nessuna gloria avrai.”

Il Predestinato urlò a pieni polmoni, ma nessuno poté udire il suo lamento di morte. L’Oblio lo consumò finché nulla rimase di lui, e poi si dissolse nella valle, in attesa della sua preda successiva.

E così il Perfetto Predestinato terminò il suo viaggio, dopo aver compiuto il suo Famelico Fato.

 

FINE





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