Lo Spirito della Scogliera

di paiton
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Sono seduto sulle scale di legno che portano alla casa di Randine Perry, il giamaicano che si è stancato di lavorare come programmatore a Londra. Adesso si è comprato una casa nella foresta tropicale, quattordici acri di terra, pieni di animali misteriosi e spesso anche pericolosi. Sono suo ospite e continuo ad accarezzare la testolina del gatto che vive qui, uno dei tanti gattini in realtà; per sopravvivere nella foresta bisogna essere scaltri, i serpenti velenosi strisciano spesso attorno a questa abitazione ma il felino sa il fatto suo nonostante dorma per quasi tutta la giornata.

Ero contento di essere su quella scala, ti sembrerà strano ma spesso ci dimentichiamo del vero valore delle cose; siamo presi continuamente da tantissimi pensieri, siamo come inglobati in un involucro che ci impedisce di godere delle piccole comodità che ci offre la vita. Invece il gatto è ben consapevole di tutto, un animale davvero equilibrato, notevole la sua astuzia.

Il giorno prima abbiamo visitato un centro di recupero animali, si trova in cima ad una collinetta, ad un centinaio di metri dal mare.

" Ti è piaciuto il centro Alturas? " Le chiedo sperando in una risposta affermativa.
- Certamente! Deve essere davvero fantastico fare volontariato qui - afferma lei con gli occhi sprizzanti di vitalità.

" La scimmia ragno e il Kinkajù che hai visto poco fa sono difficili da avvistare ma se saremo fortunati... chissà! "

- Quando finirò di studiare mi piacerebbe molto lavorare in un centro come questo –

"La foresta si occupa di questi animali creando frutti variopinti, banane, papaye, fiori... un caleidoscopio di colori e gusti mozzafiato tutto l'anno!"

- Hai sentito che la colpa è sempre dell'uomo? Turisti che girano per strada in macchina ed investono formichieri e scimmie ... –

" Si lo so bene... purtroppo l'essere umano ruba sempre più spazio alle foreste e gli animali sono costretti in spazi sempre più piccoli...

- Hanno detto che la maggior parte degli animali arrivano al Centro a causa di collisioni con autovetture e poi i poveri bradipi, che si attaccano ai fili dell'alta tensione credendoli liane. –

" Purtroppo la responsabilità dell'uomo che arriva con la sua tecnologia è evidente in questa foresta. Nel vecchio continente ormai non ci sono quasi più animali; ti ho portato qui apposta, la natura è ancora forte, si riesce a sentire il contatto con gli elementi, si possono vedere le connessioni tra la flora e la fauna, viene risvegliata l'anima vitale che è in noi"

Mi fermo a guardare un tucano variopinto con un piccolo frutto arancione nel becco e rimaniamo a scrutare l'oceano dalla cima della collinetta, meditando.
Il taxista si è dimenticato di noi ma non possediamo la Sim costaricana.

"Possiamo sempre scendere a piedi, la via del ritorno per l'Hotel non sembrava lunga; appena arriviamo sulla strada principale prendiamo un autobus, abbiamo la stanza già prenotata questa mattina. Mi sembra una buona idea fare due passi" le dico.
- Va bene, adagio, la discesa mi sembra ripida, c'è la ghiaia - Afferma lei saggiamente
"Andiamo con calma, non abbiamo fretta"
 
In Costa Rica il Sole picchia forte anche se sta per tramontare, resta poco tempo per scendere poiché alle cinque fa buio; lei aveva due sandalini molto graziosi ai piedi, io un paio di infradito, non avevamo il migliore degli equipaggiamenti in commercio ma ci siamo impegnati per arrivare in fretta ai piedi della collina.
 
Giunti sulla strada asfaltata che costeggia l'oceano Pacifico, incontriamo una signora e tento di ottenere informazioni utili:
"A che ora arriva l'autobus per Dominical?" Lei guarda l'orologio al polso

"Doveva essere qui un quarto d'ora fa" mi risponde seccata in spagnolo

Continuiamo a piedi in direzione della nostra camera con vista scogliera ma grossi mezzi gommati ci sfrecciano a fianco. Dall'altro lato della strada c'è il guardrail, poi una striscia di foresta e più in basso la costa rocciosa: intravedo un sentiero che probabilmente porta diretto sulla spiaggia. Decidiamo di esplorare quella via per toglierci dalla strada pericolosa.

Il paesaggio che ci troviamo di fronte è fenomenale, una distesa di rocce lisce intervallate da pozzanghere piene di granchietti e altri animaletti da scoglio; l'oceano vero e proprio dista un centinaio di metri e all'orizzonte il sole sta per scendere dentro al mare, alle nostre spalle sentiamo il richiamo della scimmia urlatrice.
 
Secondo i nostri calcoli manca un chilometro e mezzo di cammino per arrivare giusti in tempo a cena, prima che il buio prevalga sulla luce.
Gli scogli diventano via via più scivolosi e non incontriamo nessuno lungo il tragitto. La mia fidanzata inizia ad essere stanca, perde l'equilibrio spesso e rischia di scivolare.

Il cielo diventa sempre più rosa finché l'orizzonte si dipinge di rosso: mi rendo conto che sulla destra ci sono delle catapecchie nella foresta (probabilmente di pescatori, ma inizio a preoccuparmi perché due giorni prima stavamo facendo l'autostop e un signore sulla cinquantina ci ha messo in guardia; diceva che in quelle zone è bene evitare di salire in macchina con sconosciuti, si rischia di essere presi di mira dai narcotrafficanti). Non dico nulla alla fidanzata e continuo a camminare verso la nostra comoda camera, vedo l'Hotel in lontananza.

Arrivati di fronte alla nostra abitazione mi rendo conto che non c'è nessun modo per raggiungere la sommità della scogliera. La nostra comoda camera da letto è proprio lì davanti a noi, di fianco c'è il ristorante ma non esiste un sentierino per superare quei sette metri di scogliera verticale, sassosa e sdrucciolevole che ci separano da essi.

"Da qui non si sale" affermo sicuro.

So fare ad arrampicarmi sulle Alpi e so dove si riesce a salire e dove invece si rischiano le ossa.

"Accidenti! E adesso come facciamo?!" urla lei esausta.

"Provo a correre avanti per cercare una soluzione, bisogna fare in fretta, tu avanza con il tuo passo e cerca di non farti male"

Le nuvole che prima erano tinte di rosa adesso avanzano nel cielo minacciose nella nostra direzione, in lontananza si vedono fulmini che entrano nell'oceano. Tutti i giorni arriva un acquazzone nella stagione delle piogge e il maltempo marcia verso di noi.




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