ch 38 appunti
Posto per ora
questo, a seguire
il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i
file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o
frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi
10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per
il capitolo dopo siano a posto.
Chapter 38
Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di
Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano
tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non
vedeva
queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle
difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e
della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse
nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia
degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta
ma
loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e
isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire
qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le
doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.
Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita.
E se
tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano
sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo
godimento, finendo per cacciare la feccia.
"Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da
quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto
quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore
delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo
sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione.
Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come
volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo
so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie
azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo
al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire
al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per
queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver
tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili
da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la
contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo
tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo
furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo
guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata
e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se
hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso
finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti,
devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo
di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non
riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono
che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non
può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che
faccio
fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le
cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino,
dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso
togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a
vivere
neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli
soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando
con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni
giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava
cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo
schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il
coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le
apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con
gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in
vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze
confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche
adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono
abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di
Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando
cammino
nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro
prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono
veròna...."
Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa
degli altri.
I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare
davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore
di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo
che
a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la
stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per
pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa
fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai
avrebbe fatto.
Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare
marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale,
inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come
un'armatura
e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la
tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva
più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che
le
venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non
aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco
che fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di
sè anche senza
le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era
l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo
caso
al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in
terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era
accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere
legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso
di liberazione e pace.
Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe.
Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa
facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa,
ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva
provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che
l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per
cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che
faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era
riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai,
tranne lo spumante per le cavolo di feste.
E lo faceva in un mese,
una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non
volevano comprare e faceva schifo, e
sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un
euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola.
per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di
ocmprare quelle
bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa
volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in
mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo
effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva
altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto
dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo
odiava.
Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che
fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che
trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci
altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso
schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli
ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così
contati che
se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne
accorgevano e urlavano. E lei somatizzava
finchè non si sentiva così male da credere di
morire e
rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.
Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a
fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo
più
vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere
ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo
più doloroso che temeva.
Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non
ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè,
schiamazzi,
urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a
fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri
facevano cose e lei osservava solO!
Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da
ricordare con calore.
Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con
loro. in una vita non
sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora
confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con
sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi
schifosi
che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava
cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva
mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni,
facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si
aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non
eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando
volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione,
bordello.
Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene
della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto
ciò
che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o
panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa
il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa
che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi
fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla
padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti
dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano
loro. Per lei, dicevano.
Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore.
Barattoli econfezioni sulla
tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così,
come
cibo di fortuna, non una tavola normale.
Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere
le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una
famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri
ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che
odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma
registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa.
lei non aveva neinte.
Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo
uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al
piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando
finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo
cèra
pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con
rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la
gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con
altri di cose che avrebbero fatto.
I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano
niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi
qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e
andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e
anche quella fuga finì nel ninete più.
E si ripeteva...
-
Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
-sono AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE
PER ME STESSA-
Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava.
Se
usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e
raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo,
non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano
accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i
rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine-
e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
Restando così, coi desideri.
Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da
comprare a chili, ogni mezzo chilo
tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei
impazziva.
Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi
orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso
modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto
che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che
piaceva a loro.
La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno,
nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a
sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano
qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di
testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere
quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di
scappare
solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche
alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a
bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere
se stessi e lucidi.
Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel
panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era
traumatico.
Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si
chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con
droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a
tollerare di averne effetti blandi...
E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi
dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi,
riusciva
ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè non
vedeva l'altra
faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini
della società.
Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva
perchè la
gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche
altro
che strade belle e con negozi alla moda, tutto ciò
che
alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.
"Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e
a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni
sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."
"Basta così" fece lei adirata.
Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma
quello da strada come lo chiamava.
Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer
o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile
mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e
i cappotti da tizio
inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche
lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare,
alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.
"capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare
un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva
"Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto.
Di
nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la
porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che
le cose erano così.
"Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che
usciva verso le strade
"Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve.
Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non
investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare
nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona
cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era
passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con
cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler
sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia
e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si
addentrò per le
strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a
senso unico e delle persone che la vedevano.
Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste,
cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò
impetitta e
con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e
drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori
stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo
i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò,
sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle
case ma più di quelli che stavano nella zona
degli
squat, divenendo squatter che occupavano
abusivamente
edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro
proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati,
agglomerati, in situazioni di vita disumane.
E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e
chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono
chiamari come avviso che era tornata.
E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi
alzò
una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del
soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra
era bella
in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al
sole.
"Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori
sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per
funghi i parassiti dell'ambiente in cui vivono quelli
ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti
in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi
come saprofiti. E per lei questo erano, parassiti
su tessuto cancroso della società, non per sua
volontà o
portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro
quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi
dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di
persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga
da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di
fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete
persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma
sarò io
a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con
altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."
"Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel
culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi
spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei
non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò
fuori le
mani libere. Con i guanti.
Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo
nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva
l'elettricità generata da un sistema micro che aveva
qualcosa a
che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era
simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in
uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o
silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano
spiegato
a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose
per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un
altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo
che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato
alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o
repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo
o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che
ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E
in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era
magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di
simile.
lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e
capire
il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli
scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo
funzionamento base.
"..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva
detto
cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio
territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di
lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi
renderò
degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di
mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.
"Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare,
vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi
ridendo per chiarire la questione.
"Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si
fermò
metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno,
chiese che stesse accadendo.
"Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri
scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... "
minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue
spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse
cè
qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere
perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non
sapete da
dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho
parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti
privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del
gruppo nuovo.
"Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"
"Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO.
TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."
Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra
bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva
paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare
con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di
pericolo... lo
odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che
cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non
era
così facile come poteva sembrare andando là e
minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse
architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola
poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare
esterna o altro.
"Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco
e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e
so
chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine
hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando...
non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si
hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi
con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere
il
labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei
ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al
centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba
buona
composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica
che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un
negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane,
fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."
"Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito
"Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."
"Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato
che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me,
tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era
caloroso.
"Quindi..."
"Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per
cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare
via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai
incazzare..."
"Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"
"..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece
vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto
elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in
pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche
"questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo
secco per intendere meglio la questione.
"Non mi farò spodestare da te solo perchè hai
scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."
"Io speravo che tu fossi più saggio... "
"E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida
che
minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta
solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini
migliori dei suoi... io sono qui il Re..."
"Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e
Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino
"Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come
te la
cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo
agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i
tacchi....
questa è una minaccia!
"No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN
BULLO???"
"e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro
di lei che
vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare
le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.
"Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono
morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini...
è meglio!"
"..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco
con le mie
bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo
avvertimento!"
"sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo
qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze.
Dei
robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una
razza del mare, ma con la particolarità che avevano un
sistema
di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere
magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se
volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro
teste
a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i
soggetti.
"Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la
piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile...
l'impossibile...!"
le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda
all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e
dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che
iniziarono ad
emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per
ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri
creò un anello
che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne
il
centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la
portata
del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere
magnetico, scelse una portiera di auto e sradicandola dopo
che l'auto
intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici,
la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e
spostandola
dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme.
tutti i
soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma
quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si
fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a
lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco
terminò ,
Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot
sebbene noon ne fosse sicuro, tutti quelli non coinvolti nel
fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia
lanciò la portiera di latò con un gran botto.
"Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti
poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"
"Io non me ne vado"
"Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la
cosa a parole e te ne vai..." perentoria
"... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"
"Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in
questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale,
finchè
avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci
osno
cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di
appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica
che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un
picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di
rete
da pesca uno squalo..." ridendo malignamente
"da dove... da dove vieni fuori?
"Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai
rovinando o devo fartelo capire meglio?"
"preferisco il meglio..." quelli dietro di lui erano armati
"... mezze fighette...."
"Cosa?"
"ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di
avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno
scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!"
ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando
psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare
quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?
Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come
nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò
in
funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma
cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior
parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio,
zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche.
Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni
materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o
repulsione o ne venivano
nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei
proietitli non fossero
state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a
bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere
lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da
camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi
i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano
influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che
passassero
senza rallentare.
Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal
magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa
verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non
influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti,
era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il
proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che
tenesse ai colpi.
Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla
trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del
guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo
alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di
quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile,
lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se
volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere
sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con
una
sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si
conficcò
nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.
"Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono
tre scelte... andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho
dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio,
quindi rimangono due!! VELOCE!!...."
"Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei
drogati
che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili,
finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo
sparò
dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle
stmapelle in terra.
Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo,
e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio
sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a
fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo
morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.
Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e
dozzinali e
orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo
puntò ancora ma con l'indice finchè no
sfruttò la
potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo,
dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e
con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come
nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,
striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel
pugno mentre il magnetismo era
ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi
non
farlo più!
Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le
aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed
epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi
dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva
per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia,
eccesso di brama di fare del male.
Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti
precedenti
a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano
morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando
tutto ciò che li faceva incazzare.
per leggere cosa accadeva ai suoi
ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva
i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un
momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs
ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai
gangheri.
E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato
quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per
fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò
avveniva, le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati
terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o
da
droghe pesanti.
Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava
con
la sua personalità fittizia creata per fingere di essere
cosa
gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente.
Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva
esternato
quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri
maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il
suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da
causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le
cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la
faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto
sapeva contenersi.
E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle
nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere
ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i
test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato
possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato
dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio
su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero
aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un
preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei
giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la
mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre
volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella
volta no, sembrava fare versi di gola.
Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise
come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di
brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso
in
caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia.
Gli
morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra,
poi
una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò
alla
calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella
follia.
I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su
alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei
approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con
proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li
fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no
dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con
impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia
alzò la testa.
Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock
a
fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la
aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò,
buttandolo
a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali
al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da
overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a
dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si
erano
riparati alcuni, con il guanto capace di gestire
l'elettricità
mandò in corto la macchina fin nel motore che
scoppiò
dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere
sul
serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse
quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o
corpo che
toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e
pezzi di
auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo.
Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto
all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico
colpì chi veniva preso a botte con questi.
Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come
un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli,
con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.
Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da
quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a
prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo
via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo
finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due
dagli uomini che
tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le
zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro
indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per
poi
devastare quei tre uomini confusi.
Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel
fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso
quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava
chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare
un
pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non
sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi
della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.
"Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e
quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la
sua
attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si
voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve
riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento,
finendo
impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti
utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle
case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti
conficcati
nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine
ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e
copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.
"Che cazzo fate, fate qualcosa...."
I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo
dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato
video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."
"Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel
suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello
fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo
scenario.
"Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?"
domandò arrabbiato a Kovacs.
"Nessuno... di loro. E' stata lei..."
"Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa,
come..."
Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in
mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi
urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si
piazzò di
peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio
e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del
tizio e
gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto,
affondando, affondando questo sempre più in
profonditàò, finchè non
spuntò sulla nuca e
prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo,
lei
non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse
decapiutarlo con quei gesti.
Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non
credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si
legarono.
Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli
occhi,
si mosse per andare da lui facendo quei versi.
Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento
dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere
il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro,
morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma
lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti
e
fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra
poco avanti.
Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di
quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
Era fuori controllo.
"E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la
testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi
si, io...-
Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia
tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da
una
sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio
ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non
è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la
gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta
resistette
abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò
accovacciata, fissò lui e poi buttò via
l'oggetto, e con
il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò
quello
magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo
che
si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma
per
sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al
braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.
"Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs
riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora
avete
il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le
nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti
"Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa
dovremmo prenderla, e..."
"Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le
inizietterà...."
"Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha
la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire
a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti,
e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola
attorciglianta a una mano. "tentiamo, non possiamo ceerto
abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto
negli occhi
"C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric
"Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio,
muovetevi...."
"Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un
tizio
che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto,
chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd,
prevedendo
cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze
ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza
chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul
parabrezza
alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise
scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio
urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una
fiammata, ancora dentro.
Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto
intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.
"Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua,
dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"
Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di
lui,
ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire
il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo
la
testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo,
a seguire la preda.
"Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni
critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti
livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di
follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora
guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a
lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo,
scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri?
Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e
vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!"
intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi
giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla
cosa.
Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato,
rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro
il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i
veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei.
Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che
lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno
e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si
voltò verso
di lui.
Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che
dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le
bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e
lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e
restare pronto e preparato.
Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare
la vita del signorotto.
Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia
finchè non si lasciò andare scivolando a terra e
mentre
Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli
agguantò
con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza
pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò
e
lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi
col
busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e
tentando di morderlo.
Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma,
vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei
riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei
versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una
gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva
a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando
qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei
trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro
dove
eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col
coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era
pronto a
prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei
lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere
portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di
voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in
pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era
lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta
a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello
si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come
poteva,
o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale
come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi
per
sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre
vedeva
la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò.
Dorde vide
David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che
prendeva la mira,
e la centrò sora il precedente.
"Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se
necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e
David fissava Lia.
La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi
di
dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non
parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.
"Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che
sei la padrona... ricordi la questione di dove tu sei? La
ricordi?"
fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e
sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che
non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e
non
vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro
che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli
prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono
probabilità
di studiare..."
Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le
voci di
David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di
lei e
poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi
avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli
camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui
gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e
gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni
di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a
aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra
casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con
prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il
controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma
mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi
sulel braccia gnocchia.
Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai
l'effetto
che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato
doveva essere al massimo.
Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non
la
sent' e vide tentare di morderlo
con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i
denti nel
l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove
poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati
parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti
interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee.
Non le portava lunghe come le ragazze normale, di
un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci
bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.
"David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e
l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da
un
altro dardo . Si staccò lei, si agitò e
ricordò
vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena
gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da
quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i
edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno
scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.
"Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle
spalle
finchè non iniziò a essere troppo debole e si
rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno
prendendo
fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la
prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò
di
lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di
quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava,
che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò
solo,
restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi
le si abbassarono ma con le mani lo agguantò ai
vestiti e
cercò di atirarlo a sè, restando lui
però fermo a
riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso
di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
E poi tutto tacque.
"Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di
forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo.
Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane
con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la
situazione,
con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde,
mentre
David controllova Lia.
"Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è
piombata
in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il
livello critico su di lei sia ciò che è maturato
in anni
da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la
stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?"
fece David ai altri col camice dietro di lui.
"Userete la vasca sensoriale che ho..."
"Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici
tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino.
non so se la tua
teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere
ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."
Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza
cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe
piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una
conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le
impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa
la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio
affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di
piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con
solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un
carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro
sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona
e che fare e si sarebbero visti dopo.
Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per
bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla
strada e vedere chi altri era rimasto del gruppo di
spacciatori.
Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare
cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i
comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto
costassero i beni di prima necessità e che realtà
vi
fosse.
E così andò.
Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato
ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese
abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo
ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un
rifiuto.
si sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno
finchp alcuni di quelli non si fero avanti.
"Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non
sappiamo che è successo..."
"La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma
tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava
per
quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e
abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese
come
facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire
voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi
abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla
gamba, e
si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati.
"...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli,
mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..."
rivolto ai veterani.
"Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo
tenerla..."
"Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come
un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo
solo
scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non
è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"
"Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si
zittì,
arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.
Dorde un paio di ore dopo.
"Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."
"Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde
alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo
fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole
ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.
"Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si
incupì in
volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..."
urlò rimproverandola.
Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto
dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori
da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era
tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là.
Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici
con
una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.
"Infermiera..."
"NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere
a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto...
vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno
scemo
che la fissava andare a passo marziale.
"Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde
guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento
verso
il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se
dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si
voltava per poi
andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che
occupava.
Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che
nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le
regole, si
azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare
all'interfono dentro la stanza.
"Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare
giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia
intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.
"..."
"Ragazza, se stai male..."
"Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui
sospirò.
"Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti
collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto
sugli altri tester,
dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."
"E quinid....?"
"Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare
le
nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e
odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni
ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."
"Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."
"I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad
oggi e farti
prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo
sappiamo
ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare,
riprenditi e..."
"Volevo tornare là e..."
"Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola
"...si, papà... farò la brava..." con un mezzo
sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò
la
mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa...
che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"
"No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."
"COSA!?"
"non ricordi nulla?"
"NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi
passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel
ragazzo.
"Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di
riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."
"Quella Rotthermaier..." fece lei con astio
"Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei
alzò lo sguardo su di lui.
"Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti
e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."
"L'infermiera dice..."
"Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e
un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..."
facendolo ridere "...non voglio stare qui! E'
come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai
chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi
invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."
"... no nso se questa cosa..."
"lascia stare, so io..."
"Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e
abbassandosi al suo livello
"Non lo so... mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho
fatto esattamente?" incerta
"... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia
è
necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni
dei tester precedenti avevano... paure, fissazioni, e..."
"non mi hai risposto... ho fatto cose... "
"Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non
dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è
superare tutto e vivere... possiamo andare a le Iles de
Lerins o
Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e
l'arcipelago
è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la
più grande, famosa per il suo forte che
si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."
"Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi
trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."
"Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."
"loro possono, io no..."
"Lia..."
"Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta
molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come
tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che
la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando
la sua storia, dopo che tentò di morire, non
riuscì e si
trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come
tutti pensano per ricchezza, perchè fosse
chissòà
che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e
adatta a
sè. invece mi restò impresso cosa disse alla
fine. Io non
ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E'
stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho
avuto
cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita
che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si
è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra
nonostante tutto. No, non è stato così. E io
rispetto a
lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME
IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho
vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri
si e io no! perchè la gente da me era una merda,
perchè
per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i
terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io
non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono
stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire
a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli
stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con
la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a
tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche,
che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è
solo
banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi
di cose
da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo
perchè diversa, che contesta tutto di me..."
"io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto
bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo
dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e
facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci
alla
gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine
più
piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti
come problematici e..."
"smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei
aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e
per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha
buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè
aveva
bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e
corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi
passare da stronza quando io stavo già iniziando a
stare
male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria
bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le
altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E
sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me
e
come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo
aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non
riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi
allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il
solo fatto che sono vostra amica è perchè non
siete merde
come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da
questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si
è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro
che si
sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che
poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia
morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani o come
ne
riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono
finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai
nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano
a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo
mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce,
qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene,
lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente.
Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però!
Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto
l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa
cè-
perchè a loro andava bene così allroa
così per
tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed
esce
pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare
o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si
accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda
ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo
pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo
giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori,
gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il
cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i
tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano
da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per
me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi
mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per
forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con
loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con
ZAY
e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i
miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa
ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere
che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni
pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e
ho
perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino
all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC
gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di
avermi distrutta anche voi...."
"...!
"Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi
lasciami sola... Non provare a svegliarmi al
mattino....Perché
me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu
sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò
e mi sento così felice di andare... Voglio che tu
sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio
davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò
"Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino
a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto,
dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa,
vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."
"Vai.... lasciami in pace..."
"Ma..."
"Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo
pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro
di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."
"come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel
mentre
ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso
l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."
"pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose
che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."
"NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in
tasca andando verso la porta
"Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con
me?"
"..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè
siamo amici..."
"e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere
conto del fatto che cè questo legame?"
"Perchè..."
"Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non
capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo
negli occhi
"... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti
finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto
solo
perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto
la
fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma
senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti
andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto
che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare
o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa,
quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti
e..."
"Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste
vostre gentilezze fossero sincere e..."
"Cosa ti credere che non lo siano?"
"..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete
allontanato
tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i
veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "
"..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla
nuca
massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti
la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è
colpa
tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di
capire senza accettare la vera gentilezza..."
"...Poi vado da mio fratello e gli dico
“Fratello,
aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per
mettermi
ancor più in ginocchio.
In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con
sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano
"Sempre citazioni da canzoni?"
"Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e
dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima.
Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi
sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti,
sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente
e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero
io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo
considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le
solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi
rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che
non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo
lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno,
preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."
"come adesso?" dandole un bacio sulla tempia,
carezzandole
la schiena finchè lei no nsaltòò per
aria e non lo
fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A
ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non
era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime,
mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta
sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa,
colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e
volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che
aiutasse,
discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo
casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello
è il passato e..."
"NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere,
non
importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre
frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino
che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è
già
stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo,
seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare!
Adesso
non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire
con
meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche
loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a
respirare
e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non
avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo
prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non
potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti
che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era
loro o
comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o
oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano
avere
parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma
è vero!
io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto
così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o
dovevano
esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e
approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei
stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di
merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva
venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca,
non
ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro
ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni
cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!!
Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè
malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto
stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne
fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che
avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era
adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano
-vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i
miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che
potevano
benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare...
loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose
per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava,
ottimo
lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne,
mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso...
niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a
gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di
qualcun
altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire...
solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè
andasse
bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo
malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e
non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film
certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo
la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.
"...distenditi e non pensarci, ti farò portare del
tè e
delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola
sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo
facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho
intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la
gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui
siamo
in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi
più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi.
Odiavi
quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima
chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi
più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa
conto
che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza
più
considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o
leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e
cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le
condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti
sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a
vivere, e..."
"smettila..."
"loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non
eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona
ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si
trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la
familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con
loro
solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non
cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per
niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella
vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita
come
con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che
eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti
era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè
non
ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile
e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato
l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi
sentirsi in
obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e
bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con
terapia ma ci vorrebbe tempo..."
"E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da
sopravviere
almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare
avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla
e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."
"che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo
so...
quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti
giù
per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi
sempre
che Milan non torni e voglia vederti..."
"Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la
pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e
cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo
ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza
controllarle e
verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là
fuori..."
"io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..."
andandosene
Dieci minuti dopo
"Dottore..."
"Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò
mentre
parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi
interrompeva.
"Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."
"Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."
"L'aveva... ha lasciato questo sul letto"
Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per
poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.
"Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma
la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto
tedesco.
Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare,
pensando
che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per
esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere
agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in
quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e
figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda
solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se
stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in
vecchiaia.
Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa
vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza...
Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti
e
rimorsi. Io morirò così e così tutte
le me di ogni
piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come
speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi
auto-guarita e
cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno
di
consigli ordinati e gestiti con severità perchè
lì
serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come
lavarsi
le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai
miei
impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che
non
ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho
bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono
deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo
per
qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e
terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e
controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella
mia
vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno
di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto
accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica
e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in
sù.
Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per
chi
è malato o come me che soffre per come la si tratta.
-Lia"
...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata
"..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi
una
mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò
scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire
la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"
"Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto
controllo le nanomachcine..."
"Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e
disperazione e
doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno
problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la
giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza
riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"
ch 38 appunti
Posto per ora questo, a seguire
il sueccessivo da controllare il codice. Al solito non so ocme tutti i
file conservati hanno qualcosa nel codice che mangia le parole o
frammenta le frasi, non so. Sto sistemando e sto vedendo che gli ultimi
10 capitoli hanno ancora problemi, a breve li risistemo e spero che per
il capitolo dopo siano a posto.
Chapter 38
Lia era alla Torre est francese a dieci chilometri dal centro di
Parigi. Trovava Parigi una città non come la descrivevano
tutti. Magica, romantica e altre menate. Perchè lei non vedeva
queste cose, non le provava e non ne avvertiva i segni come tutti.
Sebbene Dorde la rimproverasse che fosse tutto dipeso invece dalle
difese che aveva alzato e da quanto era cambiata a causa dei suoi e
della feccia che aveva incontrato nella sua vita, e tutto quanto fosse
nella sua testa. I terrori, le paure di sbagliare, di essere una figlia
degenere e schifosa solo perchè viveva, di essere descritta ma
loro descrivevano le altre che le faceva paura da sentirsi sola e
isolata e altro... Ma per lei era solo un modo per farle capire
qualcosa, affermando niente di sopprannaturale, che queste menate le
doveva lasciare ai coglioni che ci credevano e finivano male.
Aveva deciso che lei sarebbe stata la Purga finchè in vita. E se
tutti la consideravano sbagliata e non adatta al mondo come le avevano
sempre ripetuto, che diventasse la pazza, sbagliata. Ma a suo godimento, finendo per cacciare la feccia.
"Non guardarmi così" diceva smepre a Milan e Dorde o Jd "Da
quando ricordo mi sento viva essendo questo. Vivendo questo. Tutto
quello che ho fatto, essendo questo... agendo come fossi la peggiore
delinquente del mondo contro quella feccia... l'ho fatto per me! Lo
sapete ma a volte travalicate le cose per dare una vostra spiegazione.
Come i miei. Urlavi, dicevi le cose ma sentivano cosa e come
volevano.... mi piace farlo. E lo faccio anche sforzandomi a volte, lo
so, ma mi sono sentita... mi sono sentita viva!!! Lo so che le mie
azioni per tanti saranno sadiche, sanguinose, dalla peggiore del mondo
al pari di certa gente ma... io mi sento viva ed esistente nell'agire
al posto del mondo, quello giusto e sebbene non provi soddisfazione per
queste azioni come pensano molti, io non ritiro la mano dopo aver
tirato la pietra... mi sento disperata, in colpa, tante cose difficili
da spiegare quando mangio qualcosa da voler piangere per la
contentezza, dall'avere vicino o occuparmi di un animale che desideravo
tanto prima e mi avrebbe aiutata ma non potevo avere neanche un piccolo
furetto perchè provavano schifo per gli animali vicini, solo
guardare i gatti... osservo la gente a cui dico di darsi una svegliata
e pensare a vivere come io non ho potuto fare... e cerco di capire se
hanno intenzione di farlo loro che posono o meno, e io quanto ho perso
finendo nella rete dei miei che volevano i figli casti, puri, perfetti,
devoti alla famiglia e altre menate e sono... finita solo in un incubo
di solitudine, niente, vuoto, privazioni... e ora, anche qui, non
riesco a non voler piangere sia per la contentezza di qualcosa di buono
che finalmente mangio e sia per cosa sto mangiando pensando a chi non
può come la me prima, sentendomi in colpa... ad abiti che faccio
fare nuovi dopo che i vecchi sono rovinati e mi sento spendacciona, le
cos eche compro e il mio rifiuto di volere qualcuno vicino,
dall'emergere da ciò che mi hanno gettato addosso enon posso
togliere... è troppo tardi per quello... io non riesco a vivere
neanche qui, ma provo un senso di vita cacciando e prendendo, facendoli
soffrire, la feccia... per poi la notte non riuscire a dormire pensando
con rabbia alla gente che viveva e vive che mi ha fatta soffrire, ogni
giorno, cose che io prima dai miei non potevo, che scopava e mangiava
cose, che vedeva sorrisi e richieste di compagnia, inviti e io... solo
schifo... loro avevano cosa desideravo!! E Zay e ric hanno avuto il
coraggio di dirmi di non pensare a loro come felici e vedere le
apparenze... che apparenze vedevo!!??!! Imbecilli! Dalle foto erano con
gente sorridente che conoscevo, loro tra gente e io sola!! A tavola in
vari posti a mangiare cose e io con pane e formaggio e schifezze
confezionate che mi veniva ormai da vomitare.... io non reggo neanche
adesso, quindi lasciami in pace, non fare il giudicante, sono
abbastanza rovinata di mio... io voglio mettere i panni di
Veròna e sentirmi quel senso di vita a sprazzi quando cammino
nella caccia... voi non potete capire come fossi morta dentro
prima e cosa sento, pochissimo, ma cè quando sono
veròna...."
Aveva rifiutato da sempre cose che alla fine non aveva vissuto. A causa degli altri.
I usoi erano asfissianti, colpevolisti, era finita per arretrare
davanti le cose della vita, senza viverle in ogni cosa, per il terrore
di essere giudciata come loro facevano con tutti. Sapeva bene di suo che
a volte provava odio verso chi le faceva provare gelosia, non era la
stessa cosa contro la feccia che le aveva distrutto tutta lei pezzo per
pezzo. Era un odio diverso, quello lo capiva.
E cercava dei frammenti dai racconti degli altri per capire cosa
fossero certi sentimenti e sensazioni che non aveva mai provato e mai
avrebbe fatto.
Da anni, prima di Zay lo sapeva, non era più adatta a fare
marcia indietro e tentare ancora di vivere come una persona normale,
inteso da togliersi tutto ciò che si era creata come un'armatura
e fare tentativi. Non avrebbe avuto la leggerezza e la
tranquillità di provare o sperimentare niente. Si sentiva
più sicura con alcuni di loro da scherzare e afare cose che le
venivano in testa ma tutto era lì in agguato a bloccarla.
Si era accorta perfino che fumare non era come per gli altrui. Non
aveva quel senso di catena alle sigarette, ma non era per il tabacco
che fumava, ma per cosa che la sigaretta dava di sè anche senza
le foglie e porcherie che mettevano nel tabacco stesso da fumo. Era
l'azione stessa del fumi, di aggrapparsi a una sigaretta, o nel suo caso
al bocchino da donna anni trenta, sebbene a volte volesse spaccarlo in
terra in mille pezzi per quanto la facesse incazzare Dorde. Si era
accorta che a volte era per lei necessario, vitale, fumare. Essere
legata a quell'oggettino su cui scaricare tutto e farsi dare un senso
di liberazione e pace.
Aveva capito che non era nemmeno dato allo stesso modo delle droghe.
Provava repulsione per la questione di cosa davano le droghe e cosa
facessero provare o meno. Non riusciva, andava fuori di testa,
ad avvertire il senso che davano alcool o fumo o altro. O meglio, aveva
provato solo la sensazione di medicinali nella sua vita che
l'annebbiavano e l'alcool quando per fignere che lo usasse per
cucinare, riusciva a far comprare loro del vino. Quello da 1 euro che
faceva schifo da supermecato nei cartoni, ma er al'unica cosa che era
riuscita a fargli sganciare che potesse bere. NOn si beveva altro mai, tranne lo spumante per le cavolo di feste.
E lo faceva in un mese,
una confezione in un mese nel peggiore dei casi, perchè non
volevano comprare e faceva schifo, e
sentiva l'effetto che faceva quando invece lo trovavano a meno di un
euro e ne compravano di più e lei abbondava quando sola.
per avere del vino frizzante doveva escogitarsi perfino di
ocmprare quelle
bustine digestivo con effetto effervescente. Un euro ancora, questa
volta comprato da lei quando poteva e prendeva quel vino schifoso, in
mezzo bicchiere d'acqua, allungava con acqua e metteva il digestivo
effervescente per le bolle. Altre volte solo il bicarbonato. Non aveva
altro da bene oltre acqua e doveva farselo andare bene.
E quando eccedeva con il vino senza diluirlo, sentiva l'effetto
dell'acool, anche se non doveva essere lo stesso di quelli buoni ma lo
odiava.
Quando stava ancora nella sua vecchia vita lo trangugiava fingendo che
fosse il miglior vino frizzante al mondo mangiando lo schifo che
trovava nel frigo o aprendo scatolette o roba surgelata. Non essendoci
altro, nessuno cucinando in casa sua o volendo farlo se non lo stesso
schifo pronto scaldato e non poteva comrpare niente o urla e botte.
E non poteva cucinarsi niente. Niente. NOn cèrano manco gli
ingredienti per farlo e se cèrano,e rano così contati che
se avesse utilizzato roba, anche solo un uovo come er acapitato, se ne accorgevano e urlavano. E lei somatizzava
finchè non si sentiva così male da credere di morire e
rallegrarsi, ma poi non accadeva mai.
Non sarebbe mai accaduto quel dono si diceva, tempo dopo aver mandato a
fanculo zay e ric e maledicendo tutti e tutto, non potendo più
vivere quell'esistenza meschina, aveva capito che non poteva avere
ormai l'unica cosa che bramava, se non per sua mano e nel modo
più doloroso che temeva.
Si era spaccata la schiena tutta la vita per ciò che poi non
ebbe. per gli altri, quando faceva qualcosa per sè, schiamazzi,
urla, sensi di colpa gettatoli addosso come se wnon dovesse pensare a
fare neinte se non come loro volevano vivere... mentre gli altri
facevano cose e lei osservava solO!
Non ebbe momenti di vita da ricordare. Istanti felici. Cose da
ricordare con calore.
Non visse niente, ma proprio niente, se non dover stare a casa con
loro. in una vita non
sua. In un'esistere, non vivere, di cibo schifoso buttato ancora
confezionato sul tavolo, con pasta scolata e gettata sui piatti con
sugo dai barattoli da mettere sopra così o quei sughi schifosi
che faceva sua madre che non riusciva a digerire. la madre odiava
cucinare e lo faceva con malavoglia, venendo uno schifo. E non poteva
mangiare cosa voleva o la madre e il padre, con i fratell ispioni,
facevano casino. NOn si poteva prendere qualcosa da mangiare se si
aveva un languore, si mangiava cosa dicevano loro e quando, non
eissteva in frigo o altro posto cibo disponibile per tutti e quando
volevano. Se si mangiava fuori orario senza la loro autorizzazione,
bordello.
Ninete rosticceria, niente roba da panettiere, niente pranzi e cene
della domenica, neinte perfino patatine fritte. Mai. Tutto ciò
che vedeva in tv o le rare volte che usciva dalle vetrine dei negozi o
panettieri, poteva vederli solo nella sua testa. Se comprava qualcosa
il cazziatone era stratosferico e le facevano venire sensi dci colpa
che non doveva avere da farle venire voglia di rivomitare tutto.
Non cèra cibo in casa da definire di conforto. Niente pranzi
fatti ocn ricette anche basiche e conosciute. CArne sbattuta sulla
padella e stop. Anche se a volte le capitava di scovare poisti segreti
dopo loro nascondevano a lei il cibo che non le davano ma mangiavano
loro. Per lei, dicevano.
Cibi cucinati male e da schifo fatti a modo loro senza sapore. Barattoli econfezioni sulla
tavola da cui prendere un pezzo e mangiare col pane, così, come
cibo di fortuna, non una tavola normale.
Diventava pazza ogni giorno che passava. Sempre sola, sempre a vedere
le solite quatto pareti e le loro voci sempre e sempre. on era una
famiglia per lei, solo una'ccozzaglia di merde che dicevano agli altri
ocme vivere. E che dovesse andargli bene così e la cosa che
odiava era che ogni tanto sentiva che lei aveva soldi da parte ma
registrati a nome dei suoi e lei non poteva toccarli o cascava la casa.
lei non aveva neinte.
Vivevano soli, isolati dentro casa, senza vedere mai nessuno, solo
uscire un'ora al giorno se andava bene altrimenti erano una palla al
piede. Se no nti trovavano in camera cercavano tutta la casa urlando
finchè non ti facevi trovare. neanche in terrazzo cèra
pace o fuga. Era una gabbia, punto,ma se lo dicevi rispondevano con rabbia "fai schifo a pensare queste cose".
E lei voleva solo morire, mentre dalla finestra sentiva o vedeva la
gente che viveva, mangiava per strada cose, parlava al telefono o con
altri di cose che avrebbero fatto.
I parenti poi non erano meglio. le volte che li vedeva non si tenevano
niente. Una volta per alcune ore sola era uscita via per comprarsi
qualcosa al supermercato e mangiare di nascosto ma loro la videro e
andarono a dire ai suoi che -aveva le borse piene dal supermercato- e
anche quella fuga finì nel ninete più.
E si ripeteva...
-
Io non avrò mai niente, sono finita schiacciata da loro-
-sono AFFOGATA NEI MIEI DOLORI E ho DIMENTICATO DI LOTTARE PER ME STESSA-
Quando usciva cèra sempre qualcuno che la vedeva e parlava. Se
usciva dal panettiere con finalmente un trancio di pizza, la vedevano e
raccontavano. Se con in borsa qualcosa con il desiderio di mangiarlo,
non aveva posti dove andare e la trovavano per strada e dovevano
accompagnarla col rischio che la sgamavano se non l'avevano fatto per i
rumori -dannate confezioni di alluminio e simili come per le patatine-
e per non sentire nessuno non comprava più ninte.
Restando così, coi desideri.
Viveva solo di desideri. Menteri suoi facevano stronzate. Pane da comprare a chili, ogni mezzo chilo
tagliato in tre e messo nel surgelatore e poi uscito al bisogno e lei
impazziva.
Un pezzo di pane con una scololetta divisa in tre, salumi, formaggi
orribili, pasta con schifo, carne economica e fatta sempre allo stesso
modo. Tutto allo stesseo modo, sempre e sempre, senza cibi di confroto
che desiderava. Costa troppo tutto, vanno bene questi.
Per lei non era vivere. per lei era dover subite una vita non sua che piaceva a loro.
La sera non uscivano mai e scassavano, non vedevano mai nessuno,
nessuno che se li portasse a fanculo, solo ad averti tra i piedi a
sbraitare, giudicare, accusare, rompere le scatole. Loro non mangiavano
qualcosa o non gli piaceva? Non si comprava. Semplice.
NOn sapeva come facessero a vievere quel NIENTE ma lei era fuori di
testa dal doverselo subire e per le malattie che le vennero per vivere
quella vita, restò col culoa terra, potendo pensare di scappare
solo per morire. Ma anche la morte sembrava prenderla per il culo.
E quando beveva quel miscuglio che di vino non aveva niente neanche
alla base, sentiva gli effetti e si chiedeva cosa ci trovavano tutti a
bere e drogarsi poer fuggire con la testa se era orrib ile non essere
se stessi e lucidi.
Non riusciva lei a reggere quella sensazione, affatto, andava nel
panico o fuori di testa, per lei avveertire ciò era traumatico.
Un conto era la dissociazione volontaria, ma non in quel modo. E si
chiedeva cosa portasse la gente a rovinarsi fegato o cervello con
droghe o alcool per scappare, mentre lei invece non riusciva a
tollerare di averne effetti blandi...
E in quel momento alla Torre per sentire i resoconti, faceva nervi
dentro. Lei non vedeva le città famose come bei luoghi, riusciva
ad a mmirare gli edifici e l'ambiente finchè non vedeva l'altra
faccia di quei luoghi. Senzatetto, drogati, poveri, gente ai margini
della società.
Lei vedeva al di là dell'apparenza e non capiva perchè la
gente fosse così tranquilla nella menzogna. Esisteva anche altro
che strade belle e con negozi alla moda, tutto ciò che
alla gente piaceva per fingere di vivere come in un film.
"Quindi con questo nuovo gruppo di spacciatori, tornano tutti a farsi e
a rubare, compiere atti criminali e comportamenti violenti... alcuni
sono finiti con ossa rotta per non aver pagato e..."
"Basta così" fece lei adirata.
Vestiva sempre con l'abito da veròna, non quello bianco ma quello da strada come lo chiamava.
Completi di taglio maschile in vari colori e tessuto sempre con blazer
o panciotti, pantalone e camicia e le cravatte,. Cappelli in stile
mafiosi come li definiva ridendo di vari fogge anni trenta a quaranta e
i cappotti da tizio
inquetante di gusto antico. I capelli erano soppiantati da parrucche
lisce e del suo colore naturale o uno o due toni più chiare,
alcune con frangia e altri scalati nello stile moderno.
"capo, non mi piace quella faccia" le disse Kovacs vedendola fare
un'espressione che mostrava quando aveva in testa roba distruttiva
"Componete il cerchio per la Caccia, è ora di Purgare tutto. Di
nuovo. Andiamo a fargli capire la situa...." incamminandosi verso la
porta, mentre i tre alzavano le spalle l'un l'altro come per dire che
le cose erano così.
"Capo, vuole andare dove...?" le chiese ancora seguendola, vedendo che usciva verso le strade
"Il cerchio, amico mio, è tutto ciò che mi serve.
Anzi...!" fece lei inchiodandosi di colpo e i tre riuscirono a non
investirla, ma si sbatacchiarono tra loro. la videro voltarsi e andare
nell'edificio a fianco della Torre che tenevano come armeria e zona
cani segreta, sebbene i cani giocassero nel giardinetto presente ma era
passato come dogsitter come copertura. E si fece prestare tre cani con
cui aveva già lavorato, facendosi seguire dal loro handler
sebbene avesse saggiato i comandi che lei impartiva con mani e braccia
e seguitò in cosa voleva fare. Senza proferire parola si addentrò per le
strade, al centro, camminando incurante delle macchine essendo anche a
senso unico e delle persone che la vedevano.
Con il completo grigio scuro, blaser, cravatta, scarpe robuste,
cappotto, cappello e capelli lisci al vento, camminò impetitta e
con aria omicida verso la zona dove stavano un gruppo di sensatetto e
drogati. Avvertì la presenza del nuovo gruppo di spacciatori
stabilitisi sul posto, fieri di quelli che lei aveva cacciato, vedendo
i loro spacciatori e loro vedevano lei. Di colpo si fermò,
sempre al centro della strada, mentre gli abitanti del posto, delle
case ma più di quelli che stavano nella zona degli
squat, divenendo squatter che occupavano abusivamente
edifici pubblici abbandonati ma anche buchi privati di loro
proprietà ma in condizioni misere e peggio. Ammassati,
agglomerati, in situazioni di vita disumane.
E la conoscevano ormai, per cui appena la videro, tutti la fissarono e
chi era nei vicoli o nel fondo, la zona ampia detta Squat, furono
chiamari come avviso che era tornata.
E lei restò qualche attimo mentre li vedeva e poi alzò
una mano al cielo, dopo aver infilato le mani nelle tasche del
soprabito o cappottone. Una era ancora dentro ma la sinistra era bella
in alto con una busta trasparente e della roba dentro che brillava al
sole.
"Cari Figli, sono tornata!! ma ho seguito le notizie dei miei servitori
sulla situaizone attuale. Ci osno nuovi funghi qui..." indicando per
funghi i parassiti dell'ambiente in cui vivono quelli
ocnosciuti e da mangiare. Vivendo in natura come parassiti, su tessuti
in via di deperimento ma ancora vivi, o su materiale morto, nutrendosi
come saprofiti. E per lei questo erano, parassiti
su tessuto cancroso della società, non per sua
volontà o
portato a quel livello da varie cose. per lei era dispregiativo contro
quella gente. "A voi spacciatori di quei parassiti pidocchiosi, vi
dò un avvertimento!! Da questo momento io sono tornata di
persona per dirvi di smammare.... da oggi Figli miei, avrete la droga
da me gratis come ricompensa per piccole cose che vi chiedero di
fare... niente contro la vostra dignità e persona. Sarete
persone e vi aiuterò a risollevarvi da tutto, ma sarò io
a fornirvi vera droga di qualità o alcool non tagliati o con
altre schifezze e mi giurerete di impegnarvi a tornare persone... e ..."
"Ehi stronza, stiamo lavorando... ti spiace infilarti quella merda nel
culo e andartene... eh??!?" fece uno degli spacciatori avvicinandosi
spavaldo menter altri suoi colleghi camminavano come cani a caccia. Lei
non sorrise ma fissò lui e gli altri e poi tirò fuori le
mani libere. Con i guanti.
Kovacs e zidgi sudarono freddo. I guanti che aveva erano un prototipo
nuovo di due paia che utilizzava di oslito come cavia. Un paio gestiva
l'elettricità generata da un sistema micro che aveva qualcosa a
che fare con la fissione nucleare, lui non ne capiva, ma il sistema era
simile, sebbene dicessero che era sicuro in casi di danni al paio in
uso. Generava corrente e forti scariche a piacere, con dei chip o
silmili gestiti dal controllo cerebrale,. Un pò come avevano spiegato
a loro e a lei, con il sistema di rilevaizone di informazioni nervose
per far muovere arti artificiali. Altra cosa che lei provava. E un
altro paio era in grado di manipolare il sistema magnetico in un modo
che Kovacs stesso non capiva, ma lei con il pensiero anche collegato
alla bluebox, poteva attivarli per gestire effetti di magnetismo o
repulsione per manovrare oggetti, rpednerli o lanciarli. E se nel corpo
o nei vestiti vi erano elementi metallici conduttori o magnetici o che
ne venivano influenzati, lei poteva agire anche sulla persona stessa. E
in quel caso lei aveva indosso un prototipo di guanti ove uno era
magnetico e l'altro con capacità elettriche o qualcosa di simile.
lei era piàù affascinata a leggere e informarsi e capire
il funzionamento delle cos e leggeva e si intatteneva con gli
scienziati con mille domande, e lui aveva capito solo questo
funzionamento base.
"..." fissandoli uno per uno poi arlò a quello che aveva detto
cosa le fece venire rabbia "Tenete fuori i vostri coglioni dal mio
territorio!"senza muoversi, inclinando la testa come faceva sempre di
lato "svanite e io sarò magnanima ma tornate e vi renderò
degli esemplati del genere proctodeati simili a vermi o cetrioli di
mare... per mio godimento..." fissando quel tizio negli occhi.
"Intende che vi asporta braccia e gambe e come i cetrioli di mare,
vermi e altri robi del genere, sarete solo bocca e ano..." fece Zidgi
ridendo per chiarire la questione.
"Sta arrivando il capo..." fece uno di lor dopo essersi girato.
Giunse un bel gruppo di tipi biechi e pericolosi che si fermò
metri prima e uno in testa al gruppo ma con alcuni scagnozzi intorno,
chiese che stesse accadendo.
"Accade che voi siete sul mio territorio di gestione. portate i vostri
scroti altrove, sempre che non arrivi anche lì... "
minacciò Lia e quello rise voltandosi verso i suoi alle sue
spalle come fosse divertente. "cosa trovi divertente... forse cè
qualche parte della mia frase che non riesci a comprendere
perchè nonstnat e i soldi che fate con qella roba, non sapete da
dove si inizia con un libro...? Oh, no!! Ho capito.... mea culpa! Ho
parlato di scroti, ma qui non ce ne sono, avete ragione. Siamo tutti
privi..." ridendo in modo demoniaco verso l'uomo che era il capo del
gruppo nuovo.
"Che cosa vuoi. Cosè questa storia?"
"Quanto ho detto. Hai le orecchie otturate? FUORI. DAL. MIO.
TERRITORIO!! O vi pentirete fino alla morte di non avermi ascoltata..."
Kovacs e Zidgi sudavano freddo, non erano rare sparatorie o agguati tra
bande criminali e gruppi di spaccio e la questione che lei non aveva
paura di morire, ma anzi voelva vedere lei fin dove potesse arrivare
con le sue conoscenze e capacità in situaizoni di pericolo... lo
odiavano a volte. Giocava trooppo col fuoco per loro, ma sapevano che
cèra un motivo ma azzerare un gruppo criminale a volte non era
così facile come poteva sembrare andando là e
minacciandoli e lei lo sapeva. Kovacs si chiese che cosa avesse
architettato per stanarli tutti e toglierli di mezzo, conoscendola
poteva aver chiamato quei criceti robot o una squadra speciale militare
esterna o altro.
"Addirittura.... da dove sei uscita fuori, da un vecchio film in bianco
e nero e vieni a dettar legge...? Cèravamo prima noi qui, e so
chi sei. Ti ho vista cacciare tutti lgi altri che non si sa che fine
hanno fatto... E non mi importa. Sto facendo affari, sto lavorando...
non siamo mica quei tizi che stanno a fare video online, come si
hiamano, youtuber, che non lavorano quelli... IO lavoro" indicandosi
con gli indici inclinandosi un pò in avanti facendo vedere il
labiale " E tu ragazzina strana, stai rompendo le palle ai miei
ragazzi. Non credo alle streghe tra le altre cose... Molti qui vanno al
centro di Parigi a mendicare o fare spettacoli di strada e portano roba
buona
composta da monete, banconote, gioielli e molto altro di elettronica
che donano come pagamento per i prodotti che commercio... io sono un
negoziante, mettiamola così e... anche se ti smebro giovane,
fidati! Sono pericoloso come il peggiore dei trafficanti messicani e..."
"Oh..." fece Lia come se intendensse che avesse capito
"Ecco brava... hai capito. Vai prima di finire in pericolo per..."
"Ma io... non sono in pericolo.... IO SONO il pericolo....Sei fortunato
che non ti abbia sparato al culo solo per aver osato, sapendo di me,
tornare e insidiarti con la tua merda...." con un sorriso ma non era
caloroso.
"Quindi..."
"Quindi ti do il tempo necessario, quanto ti serve ma in fretta, per
cercare i tuoi coglioni persi da qualche parte e capire di sgommare
via... e non parlo delle auto ma di cosa farai nelle mutande se mi fai
incazzare..."
"Ah ah ah... vuoi minacciarmi?"
"..." lei non parlò ma prese qualcosa dalla tasca e la fece
vedere, un oggetto qualsiasi, poi lo strinse nel pugno del guanto
elettricatore e l'oggetto si ruppe in malo modo, cadendo a terra in
pezzi ancora con fasci di luce azzurrina sulle partti metalliche
"questa... è una minaccia!" inclinando la testa con un colpo
secco per intendere meglio la questione.
"Non mi farò spodestare da te solo perchè hai scagnozzi armati. Io non sono Pablo che..."
"Io speravo che tu fossi più saggio... "
"E lo sono. NOi siamo di più! Armati. Tu sei... una stupida che
minaccia senza davvero chissà cosa e hai vinto l'altra volta
solo perchè cè stata la retata... ma io ho uomini
migliori dei suoi... io sono qui il Re..."
"Smettila con le cazzate, fai i bagagli..." iniziando a scocciarsi e
Zidgi fece segno a Kovacs per capire se lei volesse davvero fare casino
"Vuoi metterla così? Non mostri paura? Allora vediamo come te la
cavi se prendo qualcuno di quelli che chiami Figli e gli sparo in mezzo
agli occhi ogni mezzìora se non decidi di alzare i tacchi....
questa è una minaccia!
"No, non è una minaccia E' fare il bulletto!! Sei questo? uN BULLO???"
"e se lo facessi tu... voi che ne dite?" chiese il capo ai tre dietro di lei che
vennero presi di mira da alcuni itnorno a lui e loro dovettero alzare
le mani , sperando dentro di loro che lei avesse un piano.
I cani vicino a loro ocn il loro Handler ringhiarono ma restando seduti.
"Ti sei portata i cagnolini... sai che se osano alzare una zampa, sono
morti! Torna a casa a pettinare le barbie e cambiar loro i vestitini...
è meglio!"
"..." sorridendo a mezza bocca "io non gioco con le barbie... io gioco
con le mie bambole. Le mie prede... VAI. ALTROVE... ultimo
avvertimento!"
"sparategli, mi hanno stancato!" fece scazzato quello. Di colpo
qualcosa sopra le loro teste coprì il sole. Erano le Razze. Dei
robot sperimentali su idiea di Lia. Avevano precisa la forma di una
razza del mare, ma con la particolarità che avevano un sistema
di prova di sospensione per aria magnetico per cui calibrando il potere
magnetico terrestre con il loro, potevano fluttuare per aria come se
volassero. E in quel momento volteggiavano in cerchio sopra le loro teste
a giuro ad una certa spaziatura tra loro e tra loro e i soggetti.
"Ho evocato esseri che non ti immagineresti... e mostrando con essi la
piena ampiezza del mio potere... per rendere possibilile...
l'impossibile...!"
le razze continuando a volteggiare in cerchio portarono la lunga coda
all'atezza della -bocca- avendo la medesima forma delle vere razze e
dall'unione della punta della coda che frizzò con quello che iniziarono ad
emettere dall'apertura che sembrava una bocca, si generò per
ogni soggetto un prorompente getto di fuoco che unito agli altri creò un anello
che investì tutti coloro che erano nelle vicinanze, tranne il
centro. Come nelle prove, un rischio secondo Kovacs, al centro la portata
del fuoco era minima ma per protezione Lia utilizzando il potere
magnetico, scelse una portiera di auto e sradicandola dopo che l'auto
intera veniva tirata dai guanti e dovette dare colpi secchi magnetici,
la mise tra sè e il fuoco, tenendola a mezz'aria e spostandola
dove sentiva più calore sebbene non toccata dalle fiamme. tutti i
soggetti intorno al cerchio di fuoco vennero investiti malamente, ma
quelli verso il centro no e Lia e il capo dell'altro gruppo si
fissarono negli occhi mentre lei con una mano faceva girare intorno a
lei la portiera a protezione. Quando il muro di fuoco terminò ,
Kovacs pensò al temrine del prodotto incendiario nei robot
sebbene noon ne fosse sicuro, tutti quelli non coinvolti nel
fuoco misero mani alle armi contro lei e i tre dietro di lei. Lia
lanciò la portiera di latò con un gran botto.
"Finiamola qui, non mi va di spremere la mia energia per mostarti poteri che utilizzeri per cose buone... VATTENE!"
"Io non me ne vado"
"Molto bene, sei pronto allo scontro, allora? O possiamo chiudere la cosa a parole e te ne vai..." perentoria
"... dove sono quelgi animali che sputano fuoco?"
"Te l'ho detto! Il mio potere magico si può equiparare in
questa mia veste fisica umana nella mia energia vitale, finchè
avrò energia per muovermi, io posso utilizzare la magia. Ci osno
cose che non posso prevaricare al di fuori dal mio piano di
appartenenza e s eho forma fisica, ho limitazioni... ma non signfiica
che sono monca di qualcosa s eposso sventrarti con il becco di un
picchio e utilizzare le tue viscere per catturare a mò di rete
da pesca uno squalo..." ridendo malignamente
"da dove... da dove vieni fuori?
"Dai tuoi incubi.... allora, sgombri il campo di derelitti che stai rovinando o devo fartelo capire meglio?"
"preferisco il meglio..." quelli dietro di lui erano armati
"... mezze fighette...."
"Cosa?"
"ho detto mezze fighette! Se tu avessi i coglioni che fai credere di
avere, saresti tu come un vero Alpha ad affrontarmi di tua mano in uno
scontro dove chi perde diventa il nuovo capo... ma non hai le palle!!"
ridacchiando. Lia si stava diveertendo, si chiese Kovacs? Stava usando
psicologia o faceva come a volte tentando con piccole cose per trovare
quella giusta e premere il tasto dolorante per rivoltarlo contro?
Uno dietro di lei sparò con la sua pistola verso Lia e come
nelle esercitazioni, il guanto con il potere magnetico entrò in
funzione. Molti proiettili potevano essere fermati con i guanti. Ma
cèra un MA. Mentre alcuni metalli sono magnetici, la maggior
parte no. Rame, oro, argento, piombo, alluminio, stagno, titanio,
zinco, e bismuto hanno elementi e le loro leghe sono diamagnetiche.
Leghe non magnetiche sono ottone e bronzo.
Se una pallottola aveva una forma di magnetismo significava che alcuni
materiali mostravano in presenza di un campo magnetico attrattiva o repulsione o ne venivano
nflienzati. Poteva essere un rischio forte se le camicie dei proietitli non fossero
state diamagnetiche. Non impoirtava la forma come a cilindro, conica, a
bottiglia, chiave era la lega. Palla e bossolo potevano anche avere
lega differente ma il peggio erano i bossoli mantellati, costituti da
camiciatura di metallo tenero come rame o lega non diamagnetici, quindi
i proiettili con camicia o corpo teneri avevano leghe che non avevano
influenze dai guanti. e cèra sempre il rischio che passassero
senza rallentare.
Il potere dei guanti oltre la manipolazione di elementi influenzati dal
magnetismo era quella di fermare o rallentare la corsa di qualcosa
verso di sè. E se si presumeva che il bossolo fosse non
influienabile il meglio che si poteva fare, per l'operatore dei guanti,
era agguantare qualcosa di robusto e farlo frapporre tra se e il
proiettile. QUindi usare il magnetrismo per prendere qaualcosa che
tenesse ai colpi.
Ma lei non lo fece e i tre trattennero il fiato impalliditi nel vederla
trapassata. Ma per fortuna di tutti la pallottola per azione del
guanto, rallentà e poi fece un Plop contro il suo palmo dopo
alcuini secondi di conflitto per aria, mostrando ai basiti membri di
quel bruppo qualcosa di impossibile. Lia prese in mano il proiettile,
lo rigirò tra indice e pollice sorridendo e poi chiese se
volevano giocare ancora, ma prima che potessero rispondere
sferzò con il magnetismo di repulsione il proiettile che con una
sorta di lancio della mano aperta e questo nel palmo si conficcò
nel corpo di un uomno, mostrando come non fosse un semplice lancio.
"Ti avevo chiesto, gentilmente, di scegliere. Agli altri io propongono
tre scelte... andarsene, unirsi a me o sparire.... a te ne ho
dato solo due, non farmi inserire la terza opzione... non vi voglio,
quindi rimangono due!! VELOCE!!...."
"Non permetterò a una femmina di..." indicando uno dei drogati
che lei conosceva e facendolo avvinare con gesti e parole gentili,
finchè non fece un gesto a uno dei suoi e qullo sparò
dritto dritto al giovane che cadde come un abito scivolato dalle
stmapelle in terra.
Lia fece un gesto di sopresa al botto della pistola contro il ragazzo,
e poi fissò il niente che era diventato occupare spazio
sull'asfalto, rigida e fredda. Kovacs allongò il collo a
fissarla e vide ODIO. Quella luce e forza negli occhi fissi sul ragazzo
morto uniti a una respirazione che gonfiava il petto. Cattivo segno.
Lia puntò con gli occhi un tizio con collane finte e dozzinali e
orecchini espansori non d'oro e metalli simili. Con il guanto lo
puntò ancora ma con l'indice finchè no sfruttò la
potenza magnetica sugli oggetti che il tizio aveva in tutto il corpo,
dai bottoni dei jeans, a chiavi, a oggetti vari e collane e ninnoli e
con un balzo si fece tirare addosso a lui, con velocità come
nelle esercitazioni che gli altri non capirono che accadesse,
striongendo con piedi e mani sul suo petto rabbiosamente le collane nel pugno mentre il magnetismo era
ancora attiva e e poi Kovacs tirò un solo respiro, per poi non
farlo più!
Stava accadendo quella cosa? Che doveva fare?
le nanomacchine avevano degli effetti nefasti e differenti su chi le
aveva. Su di lei, i livelli di dopamina, serotonina norepinefrina ed
epinefrina scendenvano o schizzavano alle stelle e in base a questi
dosaggi e alla rabbia e furia che le veniva per cosa accadeva finiva
per sballare da diventare instabile, folle, pregna si ansia, rabbia,
eccesso di brama di fare del male.
Era capitato che ciò fosse riscontrato ma ma soggetti precedenti
a lei erano finiti nella follia cieca senza tornare se stessi o erano
morti per l'eccesso di sforzi e stanchezza distruggendo e attaccando
tutto ciò che li faceva incazzare.
per leggere cosa accadeva ai suoi
ormoni e livelli David aveva un collegamento con la bluebox che leggeva
i risultati. Se la dopamina era la sola schizzata in alto era in un
momento di furia inarestabile... era così si chiese Kovacs
ragionando ma pieno di paura perchè la vide uscire fuori dai
gangheri.
E mesi dopo con la nascita di Kianta, il suo compito sarebbe stato
quello di registrare meglio i suoi stati d'animo e comportramenti per
fermalra, ma ancora non lo sapeva. Non sapeva che se ciò
avveniva, le nanomacchine portavano agli effetti indesiderati
terricanti. Quella che poi David chiamò l'effetto zombie o da
droghe pesanti.
Sapeva che dentro covava un carattere così duro che frenava con
la sua personalità fittizia creata per fingere di essere cosa
gli altri volevano, che desiderava sfogarsi MALE contro la gente.
Più volte, apertasi con loro e con i veterani, aveva esternato
quel bollente e impellente desiderio di rispondere a botte e rimproveri
maneschi dei suoi o ricacciare in gola le parole peggio di una lama. Il
suo limite di sopportazione era giunto a quel oltre la linea da
causarle attacchi di rabbia furiosi da voler picchiare e regolare le
cose come mai prima. Ma sempre accadeva quando qualcosa accadendo la
faceva arrabbiare, imbestialire, farle venire odio cieco. per il resto
sapeva contenersi.
E questo veniva enfatizzato senza volerlo dalle
nanonmacchine che come elemento di ocntroindicazione potevano spingere
ormoni e livelli in lei da sfuriare malissimo. Ma se le volte con i
test le sue sfuriate erano mezzo dissociative e mezzo no, era stato
possibile fermarla e calmarla parlandole e facnedola uscire dallo stato
dissociativo lentamente. In un caso ocn una pompa d'acqua a getto ampio
su di lei. L'aveva risvegliata ma il rischio era stato basso.
Il problema fu però nell'ultimo test, dove appunto dovettero
aggredirla con l'acqua a pressione e Kovacs si chiese se non fosse un
preavviso del problema. Da quanto tempo le nanonmachcine facevano quei
giochetti e lei perdeva le staffe con facilità?
Ma quella volta....Le nanonmacchine stavano facendo un effetto che la
mandava in follia. Come in quel momento. ma sembrava peggio delle altre
volte, incazzata a vari stadi, parlava, minacciava, diceva cose. QUella
volta no, sembrava fare versi di gola.
Strattonato, il tizio venne avvicinato dalla sua faccia e poi emise
come una sorta di ruggito o ringio da canide, a bocca aperta e occhi di
brace. No non erano così, sembravano di un animale furioso in
caccia.. E poi si avventò letteralmente sulla sua faccia. Gli
morse il naso e glielo sradicò sputando il pezzo a terra, poi
una guancia, poi dopo aver buttato quell'altro pezzo, passò alla
calotta cranica. E ogni morso sembrava come volesse farlo a pezzi nella
follia.
I cani su segnale dell'Handler per farle da scudo, si avventarono su
alcuni su alcuni con le pistole, gli uomini del Cerchio che lei
approntava sempre per accerchiare i bersagli uscirono fuori e con
proiettili non normali ma con anestetici potenti dei loro laboratori li
fecero cascaer tutti a terra in pochi istanti. Quelli armati. Quelli no
dopo attimi di terrore nel vedere lei sbranare letteralmente con
impulsi bestiali urlarono e scapparono in mille direzioni e Lia
alzò la testa.
Il capo del gruppo di spacciatori arretrò ancora sotto shock a
fissalra e lei gli andò contro avanzando poggiandosi col la
aprte anteriore sulle dita sull'asfalto e poi caricò, buttandolo
a terra e iniziando a strappargli la carne. Emettendo versi gutturali
al cielo e vedendo la gente scappare come in una furia tipica da
overkilling. Lasciò l'uomo sguarciato alla faccia e gola a
dissanguarsi e si avventò una macchina dietro cui vi si erano
riparati alcuni, con il guanto capace di gestire l'elettricità
mandò in corto la macchina fin nel motore che scoppiò
dentro il cofano e iniziò a fumare col rischio di esplodere sul
serio, ma non solo, la carrozzeria percorsa dalla correntre raggiunse
quelli che si coprivano, portando corrente alle loro mani o corpo che
toccava il mezzo. POi passò ad altri, sdradicando portiere e pezzi di
auto e scagliandoli contro la gente e le case dove cercavano riparo.
Raggiunse i sistem elettrici delle case facendo friggere tutto
all'interno, prese pali e pezzi di ferro e con il potere elettrico colpì chi veniva preso a botte con questi.
Come un animale rabbioso prese oggetti e ferì come
un'indemoniata tutti gli uomini che le capitavano a tiro da sfigurarli,
con le mani svuotava orbite o strappava mandibole.
Arrivò addirittura, e questo svegliò i tre da
quell'inferno che stava accadendo in quella via senza uscita, a
prendere er la collottola con fare aggressivo uno dei cani e tirarlo
via da chi aveva placcato a terra e lo lanciò via fancendolo
finire di fianco sull'asfalto, portando ad arretrare gli altri due dagli uomini che
tenevano fermi, con le orecchie basse e coda fra le
zampe, facendo quel verso come un ringhio o ruggito di gola a loro
indirizzati, come minacciandoli più volte in quel modo, per poi
devastare quei tre uomini confusi.
Essendo lei per la strada e questa era senza uscita, essendovi nel
fondo la zona Squat con i senzatetto e drogati, tutti scapparono verso
quella direzione, Lia ancora distruggeva case e macchine, achciapopoava
chi non era furbo da andare più lontano e Zidgi dovette dare un
pugno sulla spalla a Kovacs per farlo riprendere e telefonare. Non
sapevano che cavolo fare e vedendo lei attrratta da urla e chiamazzi
della gente, era un pericolo attirare la sua attenzione.
"Ma dobbiamo farlo, quello che sta facendo..." fece Kovacs deciso, e
quindi urlò. Il suo nome. Cercò di richiamare la sua
attenzione, armato ocn un coltello, senza sapere che fare. E lei si
voltò, sporca e con sguardo rabbioso. per un attimo parve
riconoscerlo e ansimando ferma, lo fissò senza fare niente.
Ma uno degli spacciatori armato sfruttò quel momento, finendo
impalato, spinto il pezzo di ferro con il magnetismo, a terra. I guanti
utilizzti a intermittenza portarono a impianti elettrici interni alle
case e della strada saltati e vetri spaccati. Oggetti conficcati
nei prospetti, dentro casda attraverso le finestre, pezzi di machcine
ovunque, con queste scoppiate con fumo o proprio in fiamme, sangue e
copri a terra. E la videro puntare verso la fine della strada.
"Che cazzo fate, fate qualcosa...."
I tre si videro raggiungere da Alaric in tutta completa con un gruppo
dei suoi come rinforzo "qualcuno del cerchio ci ha chiamato e mandato
video di cosa acvcadeva e Jd e e Milan hanno mandato noi per..."
"Ci penso io..." Dorde spacciatosi per Milan, essendo al momento nel
suo studio a dipingere e aver ricevuto la chiamata con il fratello
fuori dal paese, si avvicinò ai tre e osservò lo scenario.
"Chi sono questi soggetti da creare tutto questo in uno scontro?" domandò arrabbiato a Kovacs.
"Nessuno... di loro. E' stata lei..."
"Che cosa...!?" fece Dorde perdendo compostezza " che significa, come..."
Ma la vide che falciava verso di loro tutti con guanti o oggetit in
mano insegueod uno del gruppo ferito che tentava di salvarsi. Questi
urlò aiuto, cadde in ginocchio e Lia gli si piazzò di
peso sulla schiena, mordendolo rabbiosamente al collo sotto l'orecchio
e con un oggetto in mano alzò con una mano il mento del tizio e
gli squarciò la gola in una linea veloce con l'oggetto,
affondando, affondando questo sempre più in
profonditàò, finchè non spuntò sulla nuca e
prendendo ocn le mani entrambe le estremità fuori dal collo, lei
non storse facendo slabbrare il taglio da sembrare che volesse
decapiutarlo con quei gesti.
Dorde restò come Kovacs e gli altri a osservare come non
credendo ai suoi occhi finchè i loro sguardi non si legarono.
Lei fissò Dorde e come una luce che le attraversava gli occhi,
si mosse per andare da lui facendo quei versi.
Jd e Lubo che erano con l'AirOl con Dorde e giungevano in quel momento
dopo aver controllato il perimetnro, non si frapposero per proteggere
il capo e Lubo si vide lei avventata contro uil suo braccio sinistro,
morso a sangue con l'oggeto in mano che doveva fnirgli sulla testa, ma
lui mosse questa e non fu colpiuto se non di striscio sull'orecchio.
lei puntò i piedi ocntro l'avambraccio lasciandolo coi denti e
fece forza su questi per slanciarsi all'indietro e accucciarsi a terra
poco avanti.
Jd cercò di parlarle come nei test, ma sembrava peggio di quelle volte. Non era dissociazione, o non sol oquello.
Era fuori controllo.
"E' questo che accade in lei?" fece Jd a Dorde/Milan e questi scosse la
testa in segno di diniego affermando -non sono un medico, ma se dicessi
si, io...-
Lia si mosse in avanti come fosse stato un furetto da caccia
tentò di ferire Jd, ma le tute che avevano erano fatte da una
sorta di gomma antiurto di ultima generazione che assorbiva parecchio
ogni cosa e questo lo salvò, perchèp la punta non
è era affilata rispetto un lato, usato prima per tagliare la
gola del tizio, e il colpo andò a segno ma la tuta resistette
abbastanza da far reagire Jd e spingerla via. lei atterrò
accovacciata, fissò lui e poi buttò via l'oggetto, e con
il guanto elettrico parve minacciarlo, finchp non puntò quello
magnetico e strappò di mano l'arma all'amico.
L'arma le finiì in mano e Jd fu protetto, scioccato, da Lubo che
si preparò ai proiettili. Ma lei non usò l'arma per
sparare ma per picchiare come fosse stata una mazza, colpendo Lubo al
braccio sinistro alzato ma senza fargli niente.
Lui emise quei versi di rabbia fissando l'uomo.
"Ha usati i guanti.... Allroa resta lucida?" chiese Dorde e Kovacs
riferì come li avesse usati in quelle condizioni "Allora avete
il disattivatore della bluebox o la siringa con i dissuasori per le
nanomacchine che David ha dato?" fece a tutti
"Li ho io..." fece Jd riprendendosi "ma per iniziettarle qualcosa dovremmo prenderla, e..."
"Rischiamo! Lubo, Alaric, tentate di avvicinarla e bloccarla, Jd le inizietterà...."
"Sei pazzo!?!... guarda che ha fatto, mi sbrana... cazzo, quello non ha
la faccia..." fece Alaric poi con il senso di vomito, ma senza riuscire
a farlo. Dorde allora si tolse la giacca, con gli uomini esterrefatti,
e restò in camicia, levandosi anche la cravatta, tenendola
attorciglianta a una mano. "tentiamo, non possiamo ceerto
abbatterla.... vuoi ucciderla, per caso?" gli chiede fissandolo dritto
negli occhi
"C-certto che no, io..." fece con malessere Alaric
"Bene, io cerco di attirare la sua attenzione, voi a cerchio,
muovetevi...."
"Se la feriamo..." e sussutlò quando lei fu attratta da un tizio
che si era finto a terra e cercava di scappare dentro un'auto,
chiudendovisi dentro. "NO! CHE COSA FA!!!" urlò Jd, prevedendo
cosa sarebbe accaduto. Lei andò davanti l'auto con movenze
ferine, mentre il tizio cercava di avviare l'auto in qualche modo senza
chiavi, finchè lei non poggiò le mani sul parabrezza
alcuni secondi per poi alzarle. L'auto sussultò e poi emise
scoppi in successione, mentre Dorde e gli altri vedevano il tizio
urlare terrortizzato e poi finire nel mezzo dell'esplosione con una
fiammata, ancora dentro.
Lia restò a fissare catturata dalla scena come un gatto intento a studiare qualcosa che vedeva come preda.
"Se la feriamo ..." rispose laconico Dorde "ha la scienza dalla sua, dobbiamo evitare quei guanti.... forza. Muovetevi!"
Si avviò verso l'auto e lei e Lia mosse gli occhi verso di lui,
ancora in piedi a fissare le fiamme bases uscire dal cofano e lambire
il corpo. Lo seguì attenta, fredda, calcolatrice. muovendo la
testa come un animale che inclinava e spostava ai lati il collo, fermo,
a seguire la preda.
"Ok, ragazza. A quanto pare David aveva ragione, le ripercussioni
critiche di cui parlava per le nanomacchine per te sono queste. Alti
livelli di rabbia e voglia di fare male ti portano a uno stato di
follia imprevedibile. Dobbiamo gestire questa cosa, ma per ora
guardami!" fece tenendo la parte penzolante della cravatta davanti a
lui, braccia allungate avanti. "Ricordi le nostre sfide a cavallo,
scherma, arti marziali, giochi di logica e risoluzione di film e libri?
Dai, lo ricordi, cerca di ricordare... facciamo qualcosa del genere e
vediamo chi vince... non quando lo facevi ocn lui, con me....!"
intendendo non suo fratello ma proprio lui. Avendo scoperto da pochi
giorni la verità sul loro trucchetto, poteva alludere alla cosa.
Ma Lia pareva presa da ogni sua mossacon il cappottone strappato,
rovianto, sporco che le pendevano addosso e una manica penzoloni contro
il braccio pronto a cadere. Gli si avvicinò pian piano, i
veterani che a ceerchio cercavano di formare un ceerchio intorno a lei.
Alaric passando davanti la macchina ancora con fiamme lievi che
lambivano le lamiere emise conati di vomito notando l'uomo all'interno
e Dordfe lo maledì tra i denti quando Lia si voltò verso
di lui.
Non li riconosceva, non sembrava lucida normalmente, significava che
dovevano stordirla. Dorde si fece avanti e con la cravatta le
bloccò il collo velocemente, pratico di anni di servizio e
lavoro sporco prima di salire di grado, ma continuando ad allenarsi e
restare pronto e preparato.
Altro che suo fratello, pensava, che bravo era bravo ma tendeva a fare la vita del signorotto.
Lia iniziò a dimenarsi, cercando di prenderlo con le braccia
finchè non si lasciò andare scivolando a terra e mentre
Dorde cercava di non farla sbattere sul selciato, gli agguantò
con braccia e gambe la sua gamba destra, mordendo come una pazza
pantaloni, calza e carne.Preso in contropiede, si sbilanciò e
lei lo colpì con i piedi all'addome e al mento, girandosi col
busto e slanciandosi con le gambe per raggiungerlo alla faccia e
tentando di morderlo.
Jd lesto lefece la manovra al collo con braccio per tenerla ferma,
vedendo le unghie di lei graffiare il suo capo al viso e collo. Lei
riusc' a prendere ancora a calci Dorde incazzatissima, facendo quei
versi come una pazza, per poi colpire JD stesso con qualcosa a una
gamba. Dorde ancora stordito la vide con uno dei coltelli che Jd teneva
a una gamba pronti all'uso e che lei aveva strattonato cercando
qualcvosa dalla custodia alla caviglia.
Jd per il dolore allentò il braccio attorno al collo e lei
trovò via d'uscita, diede un colpo di testa all'indietro dove
eera JD stesso e lo colpì' duramente ferendolo ancora col
coltello a una spalla, poi si girò verso Dorde che era pronto a
prendere l'arma che sentiva contro le sue reni, se necessario, ma lei
lanciò in alto il coltello e fece due ruote complete intere
portandosi dietro di lui, il quale prese l'arma e tentò di
voltarsi per mirarla, sperando di prenderla in luioghi non letali in
pochi attimi ma mentrte lei ripreso il coltello, e lui vide che era
lucida abbastanza da usare tenicche apprese normalmente, che era pronta
a prenedrlo e pugnalarlo, Di sghembo lui con l'arma e lei col coltello
si preparò a sparare anche senza mirare con l'arma, come poteva,
o uccideva qualcuno di loro. Utilizzava tecniche non da bestia animale
come pareva e ansimò rigido. Contò tre secondi per
sparare perchè lei fosse in una posizione buona, mentre vedeva
la sua mani sinistra contro di lui e il coltello nell'altra pronto.
Poi lei sussultò, emise dei versi e si voltò. Dorde vide
David con uno dei suoi scienziati con un'arma con dei dardi, che prendeva la mira,
e la centrò sora il precedente.
"Ho mirato all'arteria femorale, dovrebbe circolare velocemente, se
necessario miro a quella carotidea..." fece il giovane con l'arma e
David fissava Lia.
La quale anzimò come calcolando che fare strappando i dardi di
dosso, con espressioni di odio puro, finchè Dorde non
parlò e lei catapultò l'attenzione a lui.
"Lia, torna lucida. Non farti prendere dalle nanomacchine. Sei tu che
sei la padrona... ricordi la questione di dove tu sei? La ricordi?"
fece lui bisbigliando, cerecando di parlarle in tono lento e
sussurrante anche per non farsi sentire da altri "Tu dici sempre che
non sei là sotto, tu sei altrove, tu non sei quella cosa e non
vuoi che ti si voglia accanto per quella... tu sei tu e sei ben altro
che quella cosa... allora riprenditi e torna in te, non lasciarli
prendere possesso del tuo corpo... se riesci ci sono probabilità
di studiare..."
Poi la vide gettarsi a quattro zampe ansimando. Sentì le voci di
David e altri ma cercò di restare con l'arttenzione su di lei e
poi la vide fissarlo negli occhi, che lampeggiavano di qualcosa. E poi
avanzò verso di lui seria e con quel righio o altro. Gli
camminò fin di sopra, lui steso a terra che si sollevava sui
gomiti e lei che gli avanzò addosso avanzando sulle mani e
gomiti. E quando la sua testa su sopra il petto, senza mostrare segni
di fare niente ma solo portarglisi di sopra, lui continuò a
aprlare "ok, ragazza. Dai. Riprenditi e torniamo a casa. LA nostra
casa. Quella dove sei giunta scappando ma come dice Alaric con
prepotenza... tu sei te in quel corpo, non loro... riprendi il
controllo..." vedendo fissato viso ontro viso, ancora lucida ma
mostrando segni di debolezza da aver problemi a restare a sotenersi
sulel braccia gnocchia.
Sentì David dire di avvicinarsi con cautela, che ormai l'effetto
che doveva dare un arresto alle nanomacchine da alimentare quello stato
doveva essere al massimo.
Dorde si vide lei Addosso schiacciandolo a terra, finchè non la
sent' e vide tentare di morderlo
con rabbia al viso, ma parandola con il braccio, conficcò i
denti nel
l'avambraccio come se volesse vendicarsi e graffiandolo ancora dove
poteva con le unghie. I guanti alle punte delle dita erano rovinati
parecchio, erano in pelle di più strati ocn tutti i circuiti
interni, e nel casino le punte non percorse da nulla si erano rottee.
Non le portava lunghe come le ragazze normale, di
un paio di centimentri, ma fecero male e Dorde cerecò ci
bloccarla mentrte lei ancora se la prendeva con l'avambraccio.
"David, muoviti!" urlò, mentre la tenne ferma con le gambe e
l'altro braccio stringendola forte, finchè non fu presa da un
altro dardo . Si staccò lei, si agitò e ricordò
vedendola annaspare cercando di scappare, osservando ormai di schiena gli arti agitati al vento, quando lo prendeva in giro da
quando l'aveva scoperto. Quella fastidiosa mossa per scoprire se i
edubbi erano veri e come lo aveva preso in giro definiendolo uno
scarafaggio confuso quando si agitava schiena contro il letto.
"Sei impossibile!" le sussurrò deciso, tenendola ferma sulle spalle
finchè non iniziò a essere troppo debole e si
rilassò. Gettò la testa e le spalle al terreno prendendo
fiato, stanco e spossato, ma gli venne la strizza quando, prima che la
prendessero, lei ocn le forze ancora addosso, non si rotolò di
lato finendo sul fianco destro e cerco di alzarsi ma sembrava uno di
quegli animali durante le cacce che ancora si svolgevano, e lei odiava,
che si dimenava nell'agonia con quanto le restava.
Vedeva i suoi occhi nei suoi pieni di rabbia, poi ansimò solo,
restando ferma, a fissarlo e cadere per il sonno. Pian piano gli occhi
le si abbassarono ma con le mani lo agguantò ai vestiti e
cercò di atirarlo a sè, restando lui però fermo a
riprendersi e fissarla. Ancora completamente disteso con la testa verso
di lei e lei di fianco a perdere conosceza le mani a ghermirlo.
E poi tutto tacque.
"Ce ne sono voluti tre... con Paul abbiamo dovuto usare la camicia di
forza e con Tennent peggio di Paul, tenuto in sei e con un sedativo.
Sembra che le nanomacchine si siano fermate, vero...?" fece il giovane
con l'arma sopra di loro, insieme a David e altri.
Alaric, pallidissimo più per i corpi visti che la situazione,
con Jd e Lubo, si prodigò per aiutare a rialzare Dorde, mentre
David controllova Lia.
"Dorme pienamente, scemato l'effetto di quello stato, è piombata
in una stanchezza profonda... davvero ha fatto lei tutto questo? Che il
livello critico su di lei sia ciò che è maturato in anni
da sfogare via? Vedremo più tardi, adesso portiamola via, la
stanno aspettando all'ospedale. Avete preparato la vasca speciale?"
fece David ai altri col camice dietro di lui.
"Userete la vasca sensoriale che ho..."
"Si" fece david "ultimamente l'abbiamo provata e sembra che come dici
tu, risutalti funzionante e il suo stato di salute ne giovino. non so se la tua
teoria che l'acqqua per considerazioni vostre magiche abbia potere
ma... sembra che le faccia bene starvi dentro. Quindi proviamo..."
Dorde si fece curare con Jd e gli altri mentre Lia veniva messa, senza
cappotto, in una vasca poco più piccola di lei co le gambe
piegate piena d'acqua, con solo il viso fuori. Aveva sul fondo una
conformazione specifica per cui il viso era in un incavo che le
impediva di girarlo e finire sotto il pelo dell'acqua. Era stata presa
la sua forma da distesa e come un memory foam, come diceva lei o meglio
affermando che sembrava per prendere il calco come stare sul letto di
piume di Milan, avevano una vasca portatile speciale in metallo con
solo la tsta preparata in modo da non potersi muovere. Portarono su un
carrello speciale la vasca via verso L'AirOl e David disse che loro
sarebbero andati via prima, lasciando Dorde/Milan a controllare la zona
e che fare e si sarebbero visti dopo.
Dorde vide lavasca andar via e fu richiamato da Jd che, fasciato per
bene, gli disse di andare a controllare la zona squat in fondo alla
strada e vedere chi altri era rimasto del gruppo di spacciatori.
Doveva essere lavoro di Lia normalmente come strega, ma decise di fare
cosa lei gli rimproverava smepre. Di non camminare più tra i
comuni mortali e vedere come vivessero. Che non sapeva quanto
costassero i beni di prima necessità e che realtà vi
fosse.
E così andò.
Fu investito da puzza, sporcizia e ogni genere di rifiuto ammassato
ovunque man mano che la via finiva e le case abbandonate o prese
abusivamente terminavano, per mostrare un accampamento in uno spiazzo
ampio di ogni genere di soggetto che per la società era un
rifiuto.
si sentiva già a disagio solo a guardarsi intorno finchp alcuni di quelli non si fero avanti.
"Dovè la strega? Li ha cacciati? Ci avete bloccato qui, non sappiamo che è successo..."
"La strega è stata chiamata urgentemente altrove, ma
tornerà per voi. Vorrei che mi indicaste chi altri lavorava per
quel gruppo e non sia dei vostri... lei vuole ripulire di nuovo tutto e
abbiamo bisogno di informazioni, non siamo streghe, quinid..."
disse, senza guadare l'uomo ma attorno a sè. E si chiese come
facesse Lia a girare per quei posti tremendi che gli facevano venire
voglia di andarsene di corsa prima di prendere qualche malattia. POi
abbassò lo sguardo perchè sentiva qualcosa sulla gamba, e
si accorse di rifiuti vari e tra questi siringhe e preservativi usati.
"...voi diteci chi è rimasto di quelli e come trovarli,
mentre alcuni servi della strega vi portano cibo e altro. Andiamo..."
rivolto ai veterani.
"Che ne pensi... è un problema quella adesso? Dovremmo tenerla..."
"Alaric..." fece scazzato Dorde sentendo solo in quel moento come
un'onda di ritorno tutto quanto "non è un problema, abbiamo solo
scoperto le reazioni avverse, vederemo come tenerle a bada. Non
è una tigre selvatica da tenere chiusa a chiave"
"Secondo me si..." vedendo fissato malissimo e Alaric si zittì,
arretrando di qualche passo menter Jd e Lubo lo superavano.
Dorde non disse più nulla e tornò allo Chateau.
Dorde un paio di ore dopo.
"Il dottore è nel suo studio, posso chiamarlo e..."
"Non fa nulla, volevo sapere come stava e se posso andare" fece Dorde
alla capo infermiera. Infermiera Bernadette, sempre compita e seria, lo
fissava severamente seppur sapesse chi fosse, ma per lei le regole
ospedaliere venivano prima di quelle del capo di tutto.
"Sarebbe meglio..." ma questa si voltà e si incupì in
volto "Signorina, torni subito nella sua stanza e non vada in giro..."
urlò rimproverandola.
Lia era nel corridoio, in piedi, con un lenzuolo intorno a lei stretto
dalle dita sul petto e come uno strascico dietro, le spalle mezze fuori
da quella sorta di mantello mostravano il sopra del pigiama che era
tenuto in appositi luoghi nel caso lei fosse finita là.
Così come epr Dorde/Milan e per i veterani. Erano gli unici con
una scorta di abiti da ospedalizzazione su misura.
"Infermiera..."
"NO!" fece lei perentoria a Dorde "nelle sue condizioni dovrebbe essere
a riposo, vado subito dal dottore, la voglio vedere stesa nel letto...
vada!" fece con rabbia la donna a Lia per poi lasciare Dorde come uno scemo
che la fissava andare a passo marziale.
"Sarebbe un ottimo sergente maggiore..." fece con un ghigno Dorde
guardando poi Lia, la quale restò ferma a fissarlo, mento verso
il petto e occhi grandi su di lui. POi con un'espressione come se
dicesse qualcosa restò a fissarlo con gli occhi mentre si voltava per poi
andarssene con quello strascico ed entrare nella stanza. Quella che
occupava.
Dorde la seguì e poi chiuse la porta alle spalle. SApeva che
nè il medico e nè l'infeermiera nonostante le regole, si
azzardavano ad entrare se lui chiudeva una porta, potendo solo chiamare
all'interfono dentro la stanza.
"Come ti senti..." vedendola avvicinarsi al letto, far scivolare
giù il lenzuolo e poi mettersi seduta, stringendo le braccia
intorno alle gambe, facensdosi piccola piccola al centro del materasso.
"..."
"Ragazza, se stai male..."
"Che è successo?" fece lei senza guardarlo. Lui sospirò.
"Adesso abbiamo la risposta ad una domanda... su di te che effetti
collaterali portano le nanomacchine? Abbiamo avuto ogni tipo di effetto sugli altri tester,
dalla morte, alla pazzia, alla paranoia, al..."
"E quinid....?"
"Quindi devi evitare di arrabbiarti così tanto da scatenare le
nanomacchine dall'attivarsi. A quanto pare adorano alimentare rabbia e
odio o almeno, sembrano... come prediligere livelli alti di alcuni
ormoni e mantenerli a quel livello se non peggio..."
"Capisco... ma quindi come cavia sono decente o..."
"I casi osno due... o ti sei regolata dall oscoppiare di rabbia fino ad oggi e farti
prendere da loro o... la cosa si è attivata ora. NOn lo sappiamo
ma tranquilla, come cavia sei stata ottima. Ora non ci pensare,
riprenditi e..."
"Volevo tornare là e..."
"Non se ne parla, tu resti qui per oggi!" rimproverandola
"...si, papà... farò la brava..." con un mezzo sorriso, guardandolo. POi lo calò giù.
Lia lo fissò concentrata ma preoccupata e allungò la
mano sinistra verso di lui, toccandogli il viso con le dita. "Cosa...
che ti è successo? Il tuo viso si è rovinato?"
"No, io e te ci siamo confrontati come nelle nostre sfide e..."
"COSA!?"
"non ricordi nulla?"
"NO, io... ricordo solo... solo..." perdendosi nei ricordi, per poi
passarsi una mano sulla faccia. Stava rivedendo la morte di quel
ragazzo.
"Non pensarci. Non è accaduto ninete di grave, ma cerca di riposarti. E non far arrabbiarte l'infermiera..."
"Quella Rotthermaier..." fece lei con astio
"Quindi per questo facevi Heidi per i corridoi?" fece lui ridendo e lei alzò lo sguardo su di lui.
"Oh, no! Avevo sentito la tua voce e mi ero alzata, volevo acchiapparti
e scappare ma lei ti ha braccato prima... speravo mi portassi via..."
"L'infermiera dice..."
"Ah, l'infermiera... quella sembra avere un siluro su per il didietro e
un cane di quelli piccoli fastidiosi con acuti assurdi nella bocca..." facendolo ridere "...non voglio stare qui! E'
come, anche per le divise ispirate agli anni cinquanta o che anno hai
chiesto di prednere ispirazione, ci siano cani da guardia rancorosi
invece di infeermiere... la gentilezza l'hanno solo sui peli..."
"... no nso se questa cosa..."
"lascia stare, so io..."
"Allora dove vuoi andare?" le chiese poggiando le mani sul materasso e abbassandosi al suo livello
"Non lo so... mi sento in colpa per quanto accaduto.. cosa ho fatto esattamente?" incerta
"... lascia stare. Ora è imperativo capire che soglia è
necessario superare per te lasciarti andare alle nanomacchine. Alcuni
dei tester precedenti avevano... paure, fissazioni, e..."
"non mi hai risposto... ho fatto cose... "
"Ora scoltami, scivolare in uno stato depressivo per qualcosa non
dipesa da te non ti porta a niente e quello che serve ora è
superare tutto e vivere... possiamo andare a le Iles de Lerins o
Isole di Lérins.Amministrato dal comune di Cannes e l'arcipelago
è formato da due grandi isoledi cui Sainte-Marguerite , la
più grande, famosa per il suo forte che
si dice abbia ospitato l' Uomo con la maschera di ferro..."
"Lo so... non voglio andare da nessuna parte... e non vivo, io mi
trascino... anche tu come Milan, tutti... non vedete e non capite..."
"Ti sbagli... cerco di fare come fai tu con gli uomini..."
"loro possono, io no..."
"Lia..."
"Non mi interessa cosa pensate, io non voglio continuare. Io sono morta
molto prima, dentro. Sebbene non vogliate capirlo. Io non sono come
tutti voi che basta figliare, trovare la persona bombabile ed ecco che
la vita continua, che come disse quell'uomo in quel forum raccontando
la sua storia, dopo che tentò di morire, non riuscì e si
trascinò in una vita chenon era come desiderava ma non come
tutti pensano per ricchezza, perchè fosse chissòà
che roba che tutti sognano. ma per sè. Quella giusta e adatta a
sè. invece mi restò impresso cosa disse alla fine. Io non
ho vissuto la mia vita, una vita degna, che fosse per me o altro. E'
stata una vita basica e mediocre, anonima si può dire. Ho avuto
cosa avevano tutti e ho continuato in questo modo, ma no era una vita
che mi ha reso felice... e aggiungo io, per felice si intende di cui si
è orgogliosi e contenti, da avere il sorriso sulle labbra
nonostante tutto. No, non è stato così. E io rispetto a
lui non ho avuto niente. Altro che le boiate dette da Zay e Ric. ECCOME
IO GUARDO GLI ALTRI E COSA FANNO E HANNO!!! perchè io non ho
vissuto neanche le uscite, i momenti con gli altri, cose che gli altri
si e io no! perchè la gente da me era una merda, perchè
per i miei con cosa giudicavano delle altre mi hanno fatto venire i
terrori e le paure di essere giudicata e schifata e non ho vissuto! Io
non ho niente qui dentro..." toccandosi la testa "Io non ho... non sono
stata... non ho avuto... RIC E ZAYN SIETE COGLIONI, questo vorrei dire
a quei due. Avete detto a una persona vuota dentro di non guardare gli
stronzi che l'hanno rovinat,a con i suoi, a vedere loro sorridere, con
la gente che li accettava e li voleva intorno, a mangiare cose, a
tavola con chi loro volevano, a fare cose che io desideravo, basiche,
che tutti direbbero -ma che cosa speciale è, è solo
banale di tutti- ma non è così! Ho solo ricordi di cose
da farmi venire rabbia e odio. Di gente che mi tratta da schifo
perchè diversa, che contesta tutto di me..."
"io non credo che ti odiassero o non piacessi a nessuno, ma in un posto
bigotto e stupido dove loro facevano cosa volevano, e non parlo solo
dei tuoi, ma giudicavano gl ialtri da rovinare la gente sparlandola e
facendola finire sola... è quel mondo, non tu che non piaci alla
gente. Hai solo vissuto in un luogo non peggio di cittadine più
piccole e villaggi, per carità, ma quelli come te sono visti
come problematici e..."
"smettila, non concludi nientre dicendo questo. Ricordo Caterina. Lei
aveva il fidanzato online a cui mandava roba anche costosa e io boh, e
per dire la mia o chiamarlo scherzosamente fidanzato fantasma ha
buttato nel cesso un'amicizia per sto tizio, solo perchè aveva
bisogno dell'uomo e non degli amici, finendo per dire di me peste e
corna con gente che non conoscevo del nostro corso di laurea facendomi
passare da stronza quando io stavo già iniziando a stare
male,a vevo i miei cavoli, dovevo farle secondo lei da segretaria
bastava che prendeva gli appunti lei e mi ha fatta incazzare lei e le
altre del gruppo nostro che frequentavo da mandarle a fanculo. E
sentivo gente che manco sapevo chi era che sapeva però di me e
come ero etichettata, passando per stronza dopo che io a Caterina avevo
aiutato in mille modi!!! A causa dei miei io9 non ero me stessa, non
riuscivo più, fingevo, e la gente tra le altre cose mi
allontanava, ma NO!!! SOno io la merda... quindi lascia perdere. Il
solo fatto che sono vostra amica è perchè non siete merde
come sembrava all'inizio ma io voglio andarmene, indipendemente da
questo posto e cosa volete darmi per spingermi a continuare... si
è visto con ZAY e RIC cosa è accaduto con loro che si
sono rifiutato di darmi una mano per l'unica cosa che chiedevo!! Che
poi era solo di accertarsi e io fossi morta, o inscenare con me la mia
morte per incidente. Mica farlo loro con le loro mani o come ne
riusciva. Ma mi hanno abbandonata su una cosa importantissima e sono
finita a restare con i miei in quel vuoto e morte interiore. Mai
nessuno oltre loro, orsi del cazzo. Mai maici, mai perosne che venivano
a trovarci, solo loro e i nonni massimo a cagare il cazzo. Solo
mangiare roba da confezioni o barattoli senza una pizza, un dolce,
qualcosa... neanche che so cos ebanali com pasta al forno fatta bene,
lasagne, o altre cose buone che tutti mangiavano la domenica... niente.
Dolci niente. Una cosa per me no, per i fratelli si però!
Mangiavano loro come merde e io a guardare e i miei MERDOSI hanno avuto
l'ardire di dirmi sempre e comunque -accontentati di cosa cè-
perchè a loro andava bene così allroa così per
tutti. Non gli veniva in test ache la gente è diversa ed esce
pazza in una vita misera e vuota come quella senza neinte per cambiare
o qualcosa di buono per tirare su il morale. Loro a senso loro si
accontentavano ma erano solo spilorci di merda che mangiavano di merda
ogni cosa economica che faceva schifo e tu morivi dentro, pezzo dopo
pezzo. Io infatti non ho retto! Andavo fuori di testa giorno dopo
giorno. Sola perchè allontavano gli stronzi, i profittatori,
gente che voleva solo qualcosa ma non me... sempre con loro a cagare il
cazzo a casa a girare come ebeti per le stanze, a controllare te e i
tuoi cassetti e dove fossi, a guarfdare solo tv e basta. Non andavano
da nessuna parte e non vedevano nessuno. una vita vuota e inutile per
me, distruttiva. Ma loro niente... non si sono accorti, aprendosi
mentalmente, che mi stavano uccidendo avendomi voluta con loro per
forza. A forza. Appena diploimata solo a dire che io dovevo restare con
loro. Ecco che è accaduto... io che non volevo restare, con ZAY
e RIC che mi hanno tradita lasciandomi morire in modo peggiore con i
miei trascinandomi per tutto quel tempo soffrendo da merda... ecco cosa
ne ho ricavato io dalla vita. Dal mondo volevo solo fiducia nel credere
che io potessi vivere. Invece non ho avuto niente, e quei due coglioni
pensavano parlassi di hcissà cosa... solo io ci ho rimesso e ho
perso, spero che ne siano orgogliosi come i miei. Ho sofferto fino
all'ultimo istante della mia vita come una disgraziata, ZAY e RIC
gofniaste pure il petto, spero che morirete un giorno orgogliosi di
avermi distrutta anche voi...."
"...!
"Canta per me per dormire.... Sono stanca e voglio andare...E poi
lasciami sola... Non provare a svegliarmi al mattino....Perché
me ne sarò andata ...Non stare male per me... Voglio che tu
sappia... Nel profondo della cella del mio cuore... lo farò
e mi sento così felice di andare... Voglio che tu
sappia... Nel profondo di ogni cellula del mio cuore... che voglio
davvero andare..." cantò Asleep e Dorde sospirò
"Di nuvo quela canzone,...Vorrei sapere i tuoi come non vedessero fino
a che punto ti sei rotta e per loro andasse bene, privandoti di tutto,
dai tuoi soldi che tenevano nei loro conti al cibo, a ogni cosa,
vedendoti strisciare disperata e priva di vita addosso..."
"Vai.... lasciami in pace..."
"Ma..."
"Lasciami nel mio niente, non ho voglia di niente, ora voglio solo
pensare a come fregare le nanomacchine... non intendo permettere loro
di perdere la ragione e gestire io, cosa resta di me..."
"come vuoi... Andrò a parlare con il dottore nel caso nel mentre
ci ripensi... Potremmo andare a cercare le celle dove erra rinchiuso
l'uomo con la maschera e vedere di scoprire chi fosse..."
"pensi che la vita sia come nei film dove tutto viene scoperto per cose
che comodamente sono nascoste o incise là? Ma andiamo..."
"NOn possiamo scoprirlo se non andiamo..." fece lui con le mani in tasca andando verso la porta
"Dorde..." facendolo fermare "...perchè passi del tempo con me?"
"..." lui la fissò accigliato "come tutti, perchè siamo amici..."
"e cosa ti porta questa amicizia...?... voglio dire, cosa ti fa rendere conto del fatto che cè questo legame?"
"Perchè..."
"Io non lo so se provo qualcosa e se si, cosa... non lo comprendo e non
capisco se la vostra gentilezza non sia dipesa da altro..." fissandolo
negli occhi
"... se solo fossi scappata prima da quel luogo orribile, non saresti
finita così! In questa esistenza sei scappata da quel posto solo
perchè qualcosa in te è uscita fuori e hai avuto la
fortuna di trovare un posto qui da noi... se fossi andata via prima, ma
senza soldi visto che li avevano loro e senza niente, non saresti
andata lontano, malata. Se fossi stata senza problemi fisici, scommetto
che saresti riuscita... e tutti o ti hanno tradita, o fatta arrabbiare
o allontanata e sei rimasta sola... anche se tu provassi qualcosa,
quello che ti hanno fatto maturare i tuoi, ti impediscono di rilassarti
e..."
"Lascia stare la psicologia, non mi interessa... vorrei solo che queste vostre gentilezze fossero sincere e..."
"Cosa ti credere che non lo siano?"
"..." fissandolo malamente "PERCHè Tu e Milan avete allontanato
tutti per evitrare tradimenti, non avete veri amici anche se con i
veterani cercate di non mettere troppa distanza e io sono una cavia... "
"..." avvicinandosi a lei tornando, le posò una mano sulla nuca
massaggiando con le dita "tu non conosci molte cose e a volte rifiuti
la gentilezza per paura che la gente voglia altro, non è colpa
tua, ma come ne sei uscita, ma non ti fa bene chiedere solo credendo di
capire senza accettare la vera gentilezza..."
"...Poi vado da mio fratello e gli dico “Fratello,
aiutami, ti prego” Ma lui finisce soltanto per mettermi
ancor più in ginocchio.
In dei momenti ho pensato che non avrei retto ancora a lungo..." con sconforto, sebbene le piacesse quel gesto con la mano
"Sempre citazioni da canzoni?"
"Che altro ho? Libri e canzoni... ho vissuto cosa leggevo dai libri e
dalle canzoni ma veramente io... no! Ho incubo della mia vita di prima.
Per loro io se urlavo godevo, erano convinti che se ceercassi di farmi
sentire e capire, voleva dire solo che adorav alla follia i conflitti,
sbraitare, a... non mi conoscevano mai, come ci stavo male mentalmente
e psicologicamente quando raggiungevo il limite da urlare!! Ma no, ero
io!!! Sempre a rinfacciarmi che fossi egoista e stronza, che non avevo
considerazioni di loro... ma di me, chi lo aveva!?! Sempre a dire le
solite boiate che dicono i genitori del cazzo che chiamano amore e poi
rantoli dentro a pezzi fino all'agonia e... loro ti urlano contro che
non sorridi per far contenti loro e i nonni del cazzo! Che sono troppo
lugubre e rovino loro i pranzi e le cene... avrei voluto farne a meno,
preferivo mangiare da sola a disperarmi in silenzio..."
"come adesso?" dandole un bacio sulla tempia, carezzandole
la schiena finchè lei no nsaltòò per aria e non lo
fissò male mentre lui sorrideva e e tornava alla porta "A
ricordare come ti sentivi, come stavi tra loro obbligata in cosa non
era tuo, ti perseguita ancora adesso..." vedendola con le lacrime,
mentre lei le cancellava con il dorso della mano "ti hanno fatta
sentire sempre peggio, sempre a usare le carte dei sensi di colpa,
colpevolizzazioni... come se il problema fossi tu e fossi pretenziosa e
volessi chissà cosa. Voelvi solo pace, del cibo che aiutasse,
discorsi e interazioni umani e non sordi e ciechi boriosi aprendo
casini loro da teatrino e poi ti dicevano di zittirti... ma quello
è il passato e..."
"NO!! Non è il passato... io non posso vivere ed esistere, non
importa che modo, per cosa mi osno portata dietro. Mi osno sempre
frenata e non ho vissuto nulla, per i terrori di giudizio e il casino
che avrebbero fatto se io vivevo qualsiasi cosa... è già
stato assurdo che dicessero si per l'Irlanda. Non ci credevo,
seriamente, ma accadde ma... io non dovevo più tornare! Adesso
non sarei ridotta così! Anzi, preciso. Quello era per morire con
meno tormenti. ZAy e Ric non volendomi aiutare mi hanno torturata anche
loro e non capiscono. Cosa è significato cotninuare a respirare
e strisciare a questo mondo per tutto quel tempo dopo... io che non
avevo potere sulla mia vita. Dovevano decidere tutto loro. SApevo solo
prima di diventare maggiorenne che avevo soldi in un conto ma non
potevo metterci mano sopra, neanche da adulta. Assurdo diranno tutti
che maggiorenni di sicuro si sono presi tutto ciò che era loro o
comuqnue se lo gestivano. io non ho potuto. TUtto a nome loro o
oncdiviso e non potevo fare niente perchè loro dovevano avere
parola perchè co intestatari!! Sembra assurdo ma è vero!
io non ero padrona di niente e non capivano. Per loro era giusto
così! Dovevo fare un documento? Dovevano farlo loro o dovevano
esserci loro, anche da adulta, io dovevo avere la loro supervisione e
approvazione per le cose. Schiava e dicevano di no. Mi urlavano -sei
stronza, merdosa, disgraziata, testa di cazzo, cogliona, egoista di
merda, e altro e altro- " respirando male per il pianto che voleva
venirne fuori "e la colpa era sempre mia!! Ereo così stanca, non
ce la facevo più a vegetare con loro a subire sempre i loro
ordini anche da adulta e tutto! NOn potevo gestire niente di mio, ogni
cosa doveva avere il loro naso dentro e poi ero una figlia di merda!!
Voelvo scappare ogni giorno ma non sapevo dove andare perchè
malata, temevo che anche se gli intimavo di non cercarmi per quanto
stronzi mi facevano cercare mettendo avvisi col mio nome. Se me ne
fossi andata prima... ma non avevo soldi ne altro. L'unico modo che
avevo per fuggire era... sposarmi o morire! Questo per loro era
adeguato. E se schifiavo letteralmente la loro vita mi dicevano
-vattene, prendi e te ne vai- e io l oavrei fatto se avessi avuto i
miei soldi e non co-gestiti da loro. Perchè lo so che potevano
benissimo fare qualcosa ai conti e bloccarmi utto dicendo di tornare...
loro non mi conoscono ma io conosco loro... ho vissuto e scelto cose
per loro perchè almeno a volte mi snetissi dire -brava, ottimo
lavoro, ti sei impegnata e guarda- o altro per... a che serve parlarne,
mi avessero detto qwualcosa di incoraggiante, fiero, orgoglioso...
niente!! Solo a pretendere su di me e aspettarsi che fossero loro a
gestire tutto finchè non mi sposassi, finendo schiava di qualcun
altro... io sono morta dentro e nessuno ha voluto vede re e capire...
solo a essere sicuro come tutti che quelloa vita perchè andasse
bene a loro, fossero ottima per me ma io impazzivo... Io stavo
malissimo quando mi urlavano, si litigava, mi si trattava da schifo e
non capivo che significasse quando leggevo dai libri o vedevo nei film
certi atteggiamenti gentili, affettuosi, di... vaffanculo" nasconedndo
la testa dietro le gambe, che tneva ancora strette tra le braccia.
"...distenditi e non pensarci, ti farò portare del tè e
delle stecche di torrore, classico, per tirarti su..." vedendola
sorpresa "se ci fosse qui Milan gli direi di abbracciarti, se lo
facessi io avresti paura di altro che temi la gente voglia e non ho
intenzione di peggiorarti... ma anche noi si, siamo diffidenti con la
gente, ma a volte è necessario se ci sono persone con cui siamo
in sintonia, lasciarsi andare all'affetto... siamo amici, noi
più che con altri, non pensare a niente e stai tra noi. Odiavi
quando te lo dicevano ZAy e Ric perchè primo erano prima
chilometri e chilometri e poi proprio un altro paese e non riuscivi
più a reggere a solo parlare online e poi... ti eri resa conto
che sembrava che.. loro parlassero e ti trattassero senza più
considerare te. Soffrivi, stavi male per cosa gli snetivi dire o
leggevi che scrivevano e sembravano non capire quanto tu stessi male e
cheidevi solo una cosa. Un aiuto, solo vereificare creando le
condizioni, della tua morte... ma tutti ti hanno tradita lasciandoti
sola, a lottare contro te stessa dicendoti invece solo di pensare a
vivere, e..."
"smettila..."
"loro non avevano capito quanto fossi rotta e disperata, e peggio non
eri abituata a nessun tipo di eleemtno o trattamento gentile e cona
ffetto e simili. Abituata solo a come vievvano i tuoi e come si
trattavano tra loro e di ocntro loro con te. Hai perso la
familiarità con gentilezza e affetto e la tua amicizia con loro
solo online era finita per freddarsi.. ma non lo hanno capito. Non
cèra aiuto che potessero darti e non avevi intenzione, per
niente, di scappare da loro per fuggire alla disperazione di quella
vita con la tua famiglia, perchè sapevi che sarebbe finita come
con tutti. Che avresti visto facce e discorsi sussurrati su di te che
eri un peso, un fastidio, non eri come si aspettavano, che sostenerti
era un peso e tutto i lresto. Con noi tu sei scappata perchè non
ti aspettavi di essere ospitata, volevi andartene e quel gruppo ostile
e noi era un'ottima scusa. Ma normalmente non accade... hai rifiutato
l'ospitatità di qualcuno perchè non volevi sentirsi in
obbligo, un peso o altro e hai ancora terrore ai gesti di gentilezza e
bei mometni a discutere come persone... non ne uscirai mai se non con
terapia ma ci vorrebbe tempo..."
"E io non ho...Io non riuscirò mai a tirarmi su da sopravviere
almeno, voglio andarmene, ne ho bisogno, non riesco a stare, ad andare
avanti, ogni cosa bella mi fa venire di piangere e non riesco a viverla
e... ho incubi, terrori paure che non riesco a mandar via..."
"che loro ti hanno fatto maturare, ma tu non eri così, lo so...
quando non si capisce che si rovina le persone... mettiti giù
per ora e riposati, ti porterò qualcosa più tardi sempre
che Milan non torni e voglia vederti..."
"Accompagnatemi alla Soglia... aiutatemi, solo questo, a trovare la
pace e togliermi questo dolore che non andrà mai via... e
cancella le famiglie... modifica le cos ecome le abbiamo solo
ipotizzate ma niente più famiglie e peggio senza controllarle e
verificare cosa accade dentro come facevano i coglioni là
fuori..."
"io sono dal dottore, se cambi idea hai questo tempo..."
andandosene
Dieci minuti dopo
"Dottore..."
"Venga Bernadette..." disse questi alla donna che bussò mentre
parlava con Dorde, facendolo un pò innervosire. Odiava chi
interrompeva.
"Volevo solo avvisare che la ragazza è scappata..."
"Cosa?" fece Dorde sorpreso "ma l'avevo lasciata..."
"L'aveva... ha lasciato questo sul letto"
Dorde prese il cartoncino scelto alla buona per scerivere e lesse, per
poi cercare di non scoppiare a ridere in faccia alla donna.
"Cara Rotthermeier in gessato bianco. La ringrazio di quanto fatto ma
la sua marzialità avrebbe fatto sclerare anche baffetto tedesco.
Odio stare rinchiusa, chi è prepotente senza dialogare, pensando
che si sappia cosa è bene per gli altri sia giusto. Per
esperienza preferisco decidere io e rischiare se devo, non permettere
agli altri di decidere su di me. Se fosse così tornerei in
quella cazzo di famiglia e sono felice che lei non abbia marito e
figli. Ha fatto bene. Si viva la sua vita come la sente e non la spenda
solo per chi il cervello e gli ormoni le dicono di considerare sopra se
stessa. Perdendo cose e opportunità da ricordare in vecchiaia.
Privandosi di qualcosa. E non sia tirchia. lo so io cosa significa
vivere un niente e doversi ogni giorno accontentare uscendo pazza...
Non muoia come farò io piena di amarezze, rimpianti e
rimorsi. Io morirò così e così tutte le me di ogni
piano parallelo che non hanno vissuto, ma sognano la morte come
speranza di pace. E nessuno è amico o umano vero da aiutare.
Andrò a fare una passeggiata prima di dichiararmi auto-guarita e
cercherò qualche soldato biancaneve che lui si, ha bisogno di
consigli ordinati e gestiti con severità perchè lì
serve, accidenti a loro, perchè non sanno nenache come lavarsi
le mutande. E non scherzo, purtroppo!! Quindi tornerò ai miei
impegni di Veròna cercando quel senso di -sentirsi vivi- che non
ho normalmente. Non so se lei capirà, ma ho deciso che ne ho
bisogno. Se per il dottore le mie azioni di Veròna sono
deleterie per il mio stato psicofisico, mi spremerà se devo per
qualcosa che voglio continuare. Più porto paura, dolore e
terrore a chi merita rendendo tutto un mio territorio da gestire e
controllare e più mi sneto utile davvero e mai come nella mia
vecchia vita. Se ha rimostranze, faccia rapportino e magari un giorno
di questi a colazione lo leggo e le faccio sapere. Ma metta tanto
accento tedesco che enfatizza i concetti. E' il suo marchio di fabbrica
e sarebbe pure simpatica e di calore senza lo scopettone troppo in
sù.
Buon lavoro e riveda un pò, un pizzico, l'empatia umana per chi
è malato o come me che soffre per come la si tratta.
-Lia"
...Inaudito, dottore!!" fece la donna seccata
"..." Dorde fissò e basta il bianco rettangolo, portandosi una
mano davanti la faccia per mascherare le risa, poi lo lasciò
scivolare verso il dottore "lo metta nel suo fascicolo, faccia ripulire
la stanza e tenere le sue cose pronte nella sacca al solito... io vado!"
"Ma... le sue cuire, i test, cosa dobbiamo fare per tenere sotto controllo le nanomachcine..."
"Tranquillo, è solo un momento di frustrazione e disperazione e
doveva uscire dalla gabbia in cui si snetiva... con David on ci saranno
problemi, ma la lasci libera per ora..." dando lespalle, sismandosi la
giacca per poi dire prima di stringere la maniglia, ridendo senza
riuscire a controllarsi "Benedetta ragazza!!"
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