Hello hello
Crowley si sentiva solo laggiù negli inferi,
tutti quei demoni
che dovevano essere composti della sua stessa natura non lo
rappresentavano, si sentiva diverso, escluso, non era come loro e lo
sapeva bene e probabilmente anche loro lo sapevano per questo motivo lo
tenevano a distanza, lo guardavano con sospetto, nessuno gli rivolgeva
mai la parola se non fosse estremamente necessario e lui nemmeno ci
teneva a diventare loro amico e non voleva instaurare alcun tipo di
legame.
Certo forse si comportavano così perché erano
demoni e
per natura non si fidavano di nessuno, non andavano in cerca di
amicizie ma lui sentiva che quel grande gruppo di creature infernali
formavano un entità unita da cui lui si sentiva escluso e si
escludeva a sua volta, per questo passava i giorni rannicchiato nel suo
angolino, quello più nascosto dell'inferno, illuminato solo
da
una piccola fiammella di fuoco che lui stesso aveva creato a detta sua
per poter accorgersi in tempo se arrivava qualcuno, ma in
realtà
quella lucina rappresentava una misera immagine dell'immensa luce che
aveva lasciato quando era caduto.
A pensarci bene si era sempre sentito diverso anche in paradiso ma
almeno lì aveva Dio con cui scambiare quattro chiacchiere
quando
era mortalmente annoiato, o quando sentiva che aveva bisogno di
conforto, certo le loro conversazioni erano composte per di
più
dalle sue domande ma Lei non sembrava troppo infastidita, la maggior
parte delle volte si limitava a non rispondere oppure gli diceva che
solo l'attesa avrebbe rivelato le risposte che cercava.
Adesso invece non aveva nemmeno più Lei e certo non aveva
alcuna
intenzione di andare a conversare amabilmente con quello che se ne
stava al centro dell'inferno e che aveva dato vita a tutta
quell'oscurità, solo il pensiero gli faceva venire i
brividi,
per cui con il tempo il demone Crowley aveva cominciato a bisbigliare a
quella piccola fonte di luce chiamata fuoco come se stesse parlando con
Dio, probabilmente non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce e nemmeno a
se stesso, stava ben attento che nessuno lo scoprisse o
chissà che fine gli avrebbero fatto fare.
Spesso intratteneva discorsi senza un filo logico, rare volte si
lasciava andare a qualche lacrima che poi lasciava asciugare
avvicinando la fiamma al suo volto, era sempre riuscito a farlo senza
bruciarsi bastava aspettare che quella minuscola riga d'acqua
evaporasse e
il gioco era fatto, le sue prime lacrime erano comparse non appena era
atterrato nelle viscere più basse della terra, aveva
strisciato
nell'angolo più nascosto ed aveva pianto per una settimana
intera ma nessuno era venuto a prendersi cura di lui, niente carezze
sui capelli, baci sulla fronte, sorrisi amichevoli, così gli
angeli si prendevano cura l'uno dell'altro ma lì, tra quella
puzza di zolfo, c'erano solo caduti che non erano minimamente
interessati a smancerie del genere.
Gli era capitato solo una volta di assistere a un crollo emotivo,
giunti all'inferno ad ogni demone veniva mostrato il suo nuovo volto e
uno di essi non aveva retto ed era caduto in ginocchio straziando le
orecchie di tutti con un urlo disperato, di quella creatura non se ne
era saputo più nulla.
Per questo quando a Crowley venne mostrato il suo nuovo sé
si
era limitato a mordersi forte la gengiva, la prima cosa che vide fu
l'immagine di un serpente nero e rosso, poi pian piano l'immagine era
mutata mostrando lunghi capelli rossi, occhi completamente gialli
tagliati in mezzo da una pupilla da rettile, ma la cosa che gli aveva
fatto più male era stato vedere le sue ali, una volta
candide e
belle, tramutate in piume grigie come fuliggine bruciata, aveva strinto
forte i pugni ma era rimasto impassibile accompagnato da un coro di
applausi da quelli che solo per quel giorno lo avevano considerato un
nuovo fratello.
Aveva voltato le spalle a quell'immagine che mai più avrebbe
voluto vedere e si era ritirato nel suo posto segreto, quel giorno
aveva capito che non poteva commettere l'errore di mostrarsi debole di
fronte a loro, doveva fingere di amare la sua nuova natura, il suo
corpo demoniaco e la sua nuova missione, per i demoni la punizione era
stata la caduta che loro ovviamente non consideravano tale, anzi ne
erano felici, lui aveva iniziato a pensare che avesse fatto qualcosa di
più grave, probabilmente aveva fatto arrabbiare Dio
più
di tutti gli altri, e la sua punizione non era la caduta, ma il non
sentirsi adatto nemmeno all'inferno.
Mentre tutti La maledivano pensando a un modo per distruggerLa
definitivamente insieme a tutto il paradiso, lui passava le giornate a
pregarLa, supplicando a volte di perdonarlo anche se sapeva che per lui
non ci sarebbe mai stato perdono, pregava di non abbandonarlo, di
fornirgli una via, un aiuto o almeno un motivo per andare avanti,
desiderava ardentemente un briciolo di felicità visto che a
tutti gli altri demoni era stata concessa, loro sembravano
così
entusiasti delle loro nuove vesti, e lui che ne odiava ogni singolo neo
non aveva diritto a un barlume di gioia che lo facesse sentire vivo e
meno sbagliato?
"Io non volevo cadere, tu lo sai che non volevo" proprio mentre pensava
queste parole dei passi si avvicinavano svelti al luogo in cui era
nascosto, alzò gli occhi al cielo sperando nessuno lo
notasse,
non aveva voglia di parlare con nessuno e fino a quel momento era
riuscito nell'impresa, non ci teneva proprio a sentire la sua nuova
voce, sicuramente sarebbe stata orribile come tutto il resto del suo
corpo.
<< Crowley! >>
Sentendosi chiamato un brivido di terrore risalì lungo tutto
il
suo corpo, tirò su il petto di scatto e spense alla svelta
la
fiammella, aveva il desiderio di rimanere nascosto perché
temeva
fortemente avessero scoperto quello che faceva e fossero venuti a
prenderlo per punirlo, forse si disse, se rimaneva in assoluto silenzio
l'avrebbe passata liscia.
<< Dove diamine ti sei cacciato idiota! >>
In quell'istante capì che non poteva sfuggire al suo destino
così si armò di coraggio uscendo dal suo
nascondiglio, le
gambe non abituate a muoversi traballarono facendolo barcollare e le
pesanti ali rischiarono di farlo cadere, dovette impegnarsi per
infondere al suo corpo l'equilibrio che gli serviva per tenersi in
piedi, una volta riuscito andò verso la piscina di fuoco a
pochi
metri da lui e lì si trovò davanti gli occhi neri
di
Hastur.
<< Finalmente. Cosa fai ti diverti a nasconderti?
>>
Stava per aprire bocca ma il demone con quella disgustosa rana in testa
non gliene diede modo.
<< Devi andare di sopra, sono richiesti i tuoi servizi.
>>
Quello che sarebbe diventato il serpente dell'Eden travisò
completamente la frase, infatti i suoi occhi si spalancarono e nel
petto un debole sussulto gli fece sentire uno strano dolore,
aprì di nuovo la bocca ma le parole faticavano ad uscire,
tante
le domande che si affollavano, che cosa avrebbe dovuto fare?
Perché? Avrebbe dovuto parlare con Lei o con qualche angelo?
Tante domande molte delle quali prive di senso si dibattevano per
uscire per prime, ma solo ad una venne data voce.
<< Perché io? >> per sua fortuna
riuscì a non
balbettare, si stupì nel sentire la sua voce, non era poi
molto
diversa da quella che aveva quando era ancora un angelo, solo
più tagliente e impastata ma questo perché da
molto non
veniva utilizzata, si commosse sentendola dopo così tanto
tempo
ma saggiamente tenne le lacrime a freno, anche se gli occhi avevano
iniziato a pizzicargli.
<< A dire il vero non lo so, me lo chiedo anche io ma
Beelzebù ha scelto te quindi congratulazioni.
>>
Alle orecchie di Crowley quelli non sembravano sinceri complimenti, ma
cosa poteva aspettarsi da un demone? Sorrise ricordandosi che in
paradiso tutti si complimentavano con chi raggiungeva un nuovo
traguardo, o inventava qualcosa di nuovo per quanto semplice fosse.
<< Che hai da sorridere >>
domandò Hastur che già era sospettoso.
<< Niente, sono felice >> mentì
mostrando una parte di quella dentatura affilata.
<< Felice? >> chiese di nuovo il
demone-rana disgustato da quella parola.
<< Oscuramente contento di compiere qualche...atto
malvagio. Tu
non lo saresti? >> rigirò la domanda
furbamente.
Hastur che era rimasto spiazzato convenne che effettivamente quel
demone dai capelli rossi come il fuoco non aveva tutti i torti, e
iniziò ad odiarlo per questo, perché in qualche
modo si
sentiva raggirato ma non poteva provarlo, si limitò ad
annuire
facendo una smorfia poco convinta.
<< Quindi cosa devo fare? >>
<< Oh sì, devi salire in superficie e tenere
d'occhio le
mura che sono da poco state costruite, tienile d'occhio, scopri i punti
deboli e tienili ben a mente, presto dovrai agire all'interno
>>
spiegò osservando con quelle pupille nere come il petrolio
ogni
micro movimento del volto di quella creatura infernale come lui, ma di
cui non si fidava.
<< Hanno costruito delle mura? >> era
sorpreso anche se
sapeva che Dio aveva un nuovo progetto del quale ovviamente avrebbe
parlato una volta ultimato, non aveva fatto in tempo a vederlo ma ora
ne aveva l'occasione, cosa nascondevano quelle mura si chiedeva, e di
nuovo svariate domande nascevano nella sua testa già troppo
piena di eventi a cui non aveva potuto dare risposta.
<< Piantala di fare domande e vai. Non abbiamo tempo da
perdere,
devi dirci tutto capito? Tutto quello che potrebbe esserci utile.
>>
Crowley obbedì lasciandosi alle spalle quella creatura
disgustosa di Hastur che lo osservava allontanarsi, aveva ancora le ali
belle come quelle di un angelo solo che erano nere, le ali di tutti
loro erano bruciate tranne quelle di quel demone così
strano,
una ragione in più per non fidarsi di lui.
Il giovane demone serpente non aveva mai visitato l'inferno, non aveva
idea di dove dovesse andare, di come si uscisse, a dire il vero credeva
non si potesse proprio lasciare quel posto e la notizia che si
sbagliava lo aveva lasciato piacevolmente soddisfatto, più
andava avanti più aveva la sensazione che i corridoi si
stessero
riempiendo di creature che si trascinavano chissà dove, lui
in
confronto a loro appariva fiero e sicuro di sé, camminava
con la
schiena dritta e le possenti ali che li conferivano forza e
maestosità.
Quel giorno Crowley aveva imparato che con le menzogne
laggiù
avrebbe avuto vita facile, aveva compreso che a quei demoni interessava
sentirsi dire solo ciò che gli stava bene se poi quelle cose
erano bugie sembrava che nemmeno ci
facessero caso, non perdevano tempo a controllare e quello sarebbe
stato un gran bel vantaggio per lui in futuro.
Non si sentiva più terrorizzato da chiunque ora che aveva in
mano le chiavi della sua salvezza, si sentiva in grado di poter
sopravvivere nonostante il dolore che ancora provava, certo non gli
piaceva prendere ordini da loro ma era un male necessario e
così
armato di una piccola scintilla di coraggio trovò da solo il
modo in cui uscire, salire in alto, respirare la brezza che per lungo
tempo gli era stata negata.
Una grossa buca si aprì nella sabbia del deserto permettendo
alla testa di un enorme serpente nero di emergere, aveva deciso che
quella forma era la più indicata per non dare nell'occhio,
la
luce del sole era forte ma fortunatamente i suoi occhi erano
già
protetti per cui non gli recava alcun fastidio, l'aria era estremamente
arida e calda, il cielo era chiaro, di un azzurro che aveva quasi
dimenticato, quasi si commosse nel rivedere dopo tanto tempo l'esterno,
strisciò a lungo sulla sabbia rovente lasciando una scia
inconfondibile, dopo parecchi metri finalmente l'ombra di un qualcosa
comparve davanti ai suoi occhi.
Davanti a sé aveva le mura di cui gli avevano parlato, alte
e
rigide, all'apparenza inespugnabili ma lui sapeva che qualsiasi cosa ha
un punto debole, persino le creature eteree e perfette che Lei aveva
creato si erano rivelati, in parte, un fallimento per cui doveva solo
trovare la falla che avrebbe reso quelle ampie rocce un misero
mucchietto di sassi.
Sibilò cercando di percepire ogni piccola molecola che
potesse
fornirgli indizi riguardo quel luogo, la lingua dei serpenti
è
molto sviluppata essendo un vero e proprio organo di senso, lui
però non era una normale serpe ma un demone che poteva
prenderne
le sembianze per cui quella peculiare capacità di
quell'organo
era maggiormente incrementata, infatti oltre alle basilari informazioni
percepì anche qualcosa che un serpente qualunque non avrebbe
mai
potuto sentire.
Quello che si posò sulle estremità della sua
lingua
biforcuta era qualcosa di insolito, di buono, un sapore dolce e
candido, delicato come una nuvola e profumato come un prato pieno di
fiori, era acqua fresca illuminata dai raggi solari, la lingua del
grosso serpente uscì e rientrò più
volte
assaporando quella nuova e gradevole informazione senza tutta via
capire di cosa si trattasse.
Decise di avvicinarsi cautamente ancora un po' sperando di poter
scoprire di più quando qualcosa attirò la sua
attenzione,
in alto sulle mura si trovava un puntino bianco che mano a mano si
avvicinava scoprì essere un angelo, se ne stava
lì dritto
e rigido a scrutare l'orizzonte pronto a far fronte ad ogni minaccia,
le maestose ali bianche, splendide, stavano chiuse dietro la schiena e
la veste anch'essa del medesimo colore sventolava mossa dal vento,
brillava di quel colore candido che tanto incarnava la luce dell'alto
dei cieli.
Crowley tirò su la testa cercando di mettere a fuoco al
meglio
quella figura e quando i suoi occhi gialli si posarono su quel morbido
brillarono, la pupilla si dilatò in uno spasmo involontario
e la
patina che li ricopriva si abbassò e alzò
più
volte come se servisse a rendere vera quella creatura, era l'angelo
più bello che avesse mai visto, i capelli chiari sembravano
essere stati fatti proprio con una parte di luce del sole tanto
risplendevano, gli occhi turchini sicuramente erano pezzi di cielo
incastonati in essi, la pelle chiara, liscia e quella
rotondità
che gli forniva un aspetto così tenero e delicato.
Nella mano reggeva una spada di fuoco, ebbe un brivido tra le squame
immaginando quanto potesse essere potente una creatura all'apparenza
così innocua quando si arrabbiava, prese nota mentalmente di
evitare qualsiasi scontro con quel bellissimo angelo, improvvisamente
provò il desiderio di saperne il nome, di avvicinarsi e
udirne
la voce che sicuramente era musicale e soave, tutto di quell'essere
celeste lo attraeva.
Era lui che emanava quel dolce sapore che la sua lingua continuava a
saggiare, possibile la sua aurea fosse così potente da poter
essere percepita a chilometri di distanza? Chi era quell'angelo a
guardia delle mura e cosa aveva di tanto speciale da attrarlo in quel
modo? Tutto, si rispose.
A cosa faceva la guardia non gli importava quasi più, i suoi
occhi erano inebriati da quell'immagine divina e il suo piccolo cuore
da rettile batteva all'impazzata causandogli fitte dolorose nella zona
in cui si trovava, quelle sensazioni erano così nuove e
strane
ed erano simili a qualcosa che aveva provato in passato quando era
ancora un angelo, l'amore lo conosceva bene ma era un sentimento diviso
in egual misura che provava incondizionatamente, ne era avvolto lui
stesso, era la sostanza di cui Dio era fatto ma quello che provava ora
non era così, era forte e travolgente ed era diretto
esclusivamente a quell'angelo dai riccioli dorati.
Quando lo vide fare una mossa del capo strisciò via
improvvisamente impaurito dall'essere visto, non aveva paura di
ciò che avrebbe potuto fargli ma più
dell'espressione che
avrebbe potuto vedere sul suo volto, sarebbe stato disgustato?
Inorridito? Tante erano le possibili ipotesi e tutte sgradevoli, lui
non era affatto pronto per reggerne nessuna.
In teoria non avrebbe dovuto importargli cosa pensava quella creatura
celeste di lui, ed effettivamente non gli interessava poi molto
dell'opinione che gli altri angeli o demoni avessero, ma quella di quel
particolare angelo contava, non sapeva il motivo ma era
così,
aveva fatto sicuramente qualcosa al suo cuore perché da
quando
lo aveva visto non faceva che dolergli e gli bussava con colpi forti
nella cassa toracica anche quando riprendeva la sua forma originaria.
Per giorni si era recato alla base delle mura solo per vederlo, lo
osservava per ore e ore stando attento che non si accorgesse di lui,
chissà forse lo aveva già fatto ma senza
considerarlo un
potenziale pericolo, ovviamente portava all'inferno informazioni che
potessero essere ritenute utili ma non sufficienti a qualsiasi scopo
avessero, non gli importava minimamente di loro, quello che voleva ere
bearsi giornalmente di quella splendida luce, quella creatura
così bella da cui a fatica staccava gli occhi per tornare a
fare
rapporto in quella che non avrebbe mai considerato casa.
Non aveva parlato di lui con loro, temeva che gli si leggesse in faccia
il desiderio che provava nei confronti di quell'angelo, e in un certo
senso voleva tenerlo al sicuro per cui i suoi racconti erano basati
principalmente sui modi secondari per entrare nel giardino, nessuno gli
aveva mai chiesto se ci fossero delle guardie ma non erano stupidi,
sicuramente già lo immaginavano, in cuor suo sperava che
qualunque fosse stato il loro piano sarebbero entrati seguendo le
indicazioni senza fare del male a nessuno, nel caso contrario lui
sapeva già contro chi si sarebbe schierato.
Per sua fortuna le acque sembravano calme, poteva continuare ad uscire
indisturbato con la scusa di monitorare la situazione, una notte al
ritorno della sua solita ronda mentre era rintanato nel suo angolino il
demone Crowley si rese presto conto che quelli che aveva iniziato a
provare per quella creatura celeste erano sentimenti positivi, aveva
dimenticato l'ultima volta che aveva sentito qualcosa di buono nel suo
cuore pensando persino di non averlo più.
Quell'angelo aveva riacceso una luce in lui che dopo la caduta si era
spenta, in quel momento capì che era ancora in grado di
sentire
e provare cose buone, la sua parte angelica probabilmente non era mai
morta e questo lo fece sentire ancora più sporco e ingrato,
come
poteva lui essere viscido e strisciante presentarsi da un essere che
incarnava la purezza divina, solo perché aveva scoperto di
non
essere del tutto senza un'anima non significava che era degno di lui.
Si coprì con le sue ali sentendosi sempre più
inadatto, il petto aveva continuato a fargli male, sentiva qualcosa di
gonfio
al suo interno, presto un paio di gocce salate scivolarono dai suoi
occhi, erano tiepide a differenza delle prime che aveva pianto, quelle
erano fredde proprio come si sentiva lui dopo essere stato cacciato dal
paradiso, freddo e vuoto.
Il giorno successivo decise di fare il suo solito giro, quello sarebbe
stato l'ultimo aveva deciso, avrebbe provato a parlare con lui
dopodiché sarebbe sparito per sempre ma quello doveva farlo
o era
sicuro sarebbe impazzito, doveva conoscere e guardare da vicino almeno
per una volta quella splendida creatura angelica, era un desiderio che
andava oltre ogni cosa, che non lo faceva riposare o pensare
lucidamente, era determinato a farlo anche se avrebbe significato
essere guardato con ripugnanza, ma quella volta successe qualcosa che
lo bloccò facendogli cambiare idea.
L'angelo era impegnato in una conversazione con un altro suo simile,
parlavano e si sorridevano, quanta luce irradiavano i loro corpi
insieme, erano uno spettacolo e il biondo tuttavia celava
un'insicurezza dietro quel magnifico e bianco sorriso, guardava l'altro
angelo un po' più alto di lui con rispetto ma non aveva
paura,
nel suo sguardo c'era amore puro e comprensione, tutto quello che non
avrebbe potuto esserci se avesse avuto davanti un nero
serpente.
Un'emozione forte accese il petto squamoso di Crowley che mentre
osservava quei due provava una rabbia folle e cieca, sibilò
più volte sentendo nelle fauci il sapore del veleno,
strisciò via infilandosi sottoterra ed emergendo dall'altra
parte delle mura dentro al giardino, l'erba era soffice e fresca
a differenza della sabbia bollente del deserto, ma lui non faceva
più caso a niente, il suo sguardo era annebbiato e
strisciò fino a quando non finì davanti al primo
ruscello.
Davanti all'acqua che scorreva mutò le sue sembianze
trovandosi
di fronte rispecchiato nell'acqua limpida il suo riflesso, occhi
gialli, capelli rossi e ali dannatamente nere, sporche, strinse i denti
mentre combatteva con le sue stesse lacrime che spingevano per uscire,
tuffò la mano in acqua afferrando una manciata di argilla
bianca, l'avvicinò all'estremità dell'ala
cominciando a
spargerla sopra con rabbia e frustrazione perché sapeva non
sarebbe cambiato niente, sotto quel fango bianco che presto sarebbe
sparito, le sue ali sarebbero rimaste sempre color della cenere sporca.
Tuffava le mani, afferrava l'argilla e imbiancava le ali sempre con
più stizza e nervosismo, le piume più basse
pesavano ed
erano appiccicose rendendo sicuramente difficile il volo, avrebbe
dovuto
farsi un bel bagno per togliere tutta quella roba e certo non poteva
presentarsi all'inferno ridotto in quel modo.
<< Che stai facendo? >>
Una voce dietro di lui lo fece sussultare facendogli cadere di mano
quella manciata di argilla già pronta per il suo lavoro, con
un
tonfo finì in acqua e gli schizzi bagnarono le vesti scure
di
cui era coperto, si girò con stizza pronto a sibilare contro
chiunque avesse osato disturbarlo nella sua azione folle e disperata.
<< Non sono affari tu...- >>
La voce gli morì in gola quando incontrò il
padrone di
quella voce, avrebbe dovuto riconoscerlo ma come avrebbe potuto? Troppo
impegnato a commiserarsi e prendersela con se stesso per
percepire qualunque cosa vicino a lui, vedeva nero in quel momento e
si sentì un vero idiota ad essere stato scoperto proprio da
lui,
quell'angelo bellissimo con cui aveva voglia di parlare, ma non sarebbe
dovuto andare così il loro incontro, non voleva lo vedesse
in
quelle condizioni pietose, i suoi occhi gialli tremarono un poco, le
pupille strette dalla rabbia si dilatarono appena di fronte a quella
creatura soave.
<< Lo sono visto che si suppone io sia il guardiano di
questo
posto >> nella sua voce non c'era alcun cenno di
rimprovero,
piegò la testa guardando curioso quelle ali scure che
colavano
poltiglia bianca dalle punte.
<< Che hanno le tue ali? >>
Crowley deglutì estremamente spiazzato da quell'angelo che
non
sembrava minimamente spaventato di trovarsi davanti un pericoloso
demone, sul suo volto non c'era traccia di disgusto o preoccupazione,
le sue sopracciglia chiare erano leggermente corrugate fornendo al viso
un'espressione interrogativa, questo il demone proprio non se lo
aspettava, era preparato al disgusto, alle grida di orrore e ad essere
cacciato, ma lui sembrava solo interessato alla sua
attività, un
altro avrebbe sicuramente dato l'allarme ma l'angelo -come gli
piaceva definirlo- non sembrava affatto in allerta.
<< Sei forse ferito? >> domandò
provando ad
avvicinarsi, i sensi del serpente qual era si attivarono all'istante
facendolo indietreggiare di scatto, ma inciampò su se stesso
finendo in acqua, sarebbe stato un peccato imprecare? Probabilmente
sì, si trattenne dal farlo mordendosi il labbro inferiore,
abbassò la testa vergognandosi di sé, certo che
ne stava
combinando una dopo l'altra e proprio in presenza dell'unico con cui
desiderava fare bella figura.
<< Sto bene >> rispose apprezzando che la
sua voce avesse
deciso di collaborare, di nuovo non lo vide avvicinarsi, si accorse di
lui dal braccio che penzolava davanti al suo viso, davvero voleva lo
afferrasse per aiutarlo a rialzarsi?
<< Non voglio farti del male >>
tentò di rassicurarlo l'angelo.
La sua bocca sottile si tirò in un sorriso, ma chi era
costui,
un angelo che rassicura un demone delle sue intenzioni pacifiche, come
se ce ne fosse bisogno, lui era una perfetta creatura di Dio come
avrebbe potuto nuocere a qualcuno? Il suo cuore demoniaco ebbe un
sussulto ma
questa volta non sentì alcun dolore, solo un pizzichio agli
occhi dove si formarono le prime goccioline che ovviamente non avrebbe
lasciato libere di uscire.
<< Ma io potrei >> gli rispose curioso di
sapere la sua
reazione, ma l'angelo lo stupì di nuovo, uno sguardo serio e
furbo colorò il suo viso.
<< E come, trascinandomi in acqua con te?
>>
Le pupille da rettile si espansero di nuovo quando la sua mente
elaborò quella risposta, non poteva essere, non poteva
esistere
una creatura così unica, un essere di luce non avrebbe mai
risposto con tanta malizia e furbizia ma riuscendo a mantenere quella
purezza tipica delle creature celesti, a quel punto Crowley
afferrò la mano candida non stupendosi affatto della
morbidezza
di cui era fatta, sembrava una nuvola e forse era proprio di
ciò
che era composto quell'essere magico.
<< Mi cacceresti se lo facessi? >>
perché provava così tanto piacere a provocarlo?
<< Sono sicuro non ce ne sarà bisogno
>> rispose
tirandolo su, era più forte di quello che sembrava, dietro
quella morbida pacatezza, quel carattere gentile e buono si nascondeva
una potente forza che il demone si augurò di non vedere mai,
anche perché non avrebbe in alcun modo preso parte ad una
battaglia contro di lui.
Le sue ali cineree ora in parte zuppe avevano perso quella farinosa
argilla bianca che poco prima vi aveva applicato sopra, era scivolata
via con l'acqua facendone rimanere solo una piccolissima traccia
polverosa, erano tornate ad essere completamente scure e lui le nascose
il più possibile dietro la schiena sentendosi uno stupido,
come
poteva nascondere qualcosa di così grande ed evidente.
<< Tu non mi conosci >> rispose
all'affermazione di prima.
<< Nemmeno tu se è per questo, Aziraphale
>> allungò nuovamente la mano presentandosi.
Oh era certo avesse un nome che incarnasse la sua purezza, sembrava gli
fosse stato cucito addosso alla nascita talmente era perfetto per lui,
soave, musicale ma anche incisivo proprio come il proprietario, gli
piaceva e in fondo non doveva esserne sorpreso, non c'era cosa
appartenente a quell'angelo che non fosse per lui gioia per gli occhi,
musica per le orecchie, fragranza per il suo olfatto così
estremamente sensibile, allungò la mano a sua volta
benedicendo
nessuno in particolare per aver avuto l'opportunità di
toccare di nuovo
quella pelle.
<< Crowley >> mormorò aspettando
una reazione
dell'altro che di nuovo non avvenne, anzi sorrise, di nuovo quel
sorriso così bello e genuino.
<< Allora Crowley puoi dirmi adesso cosa facevi alle tue
ali? >>
Forse poteva davvero dirglielo, il suo interesse sembrava sincero e non
gli dava l'idea di uno che perdesse tempo con qualcosa che non gli
interessava,
era certo che se non lo avesse voluto tra i piedi lo avrebbe
già
sbattuto fuori dal giardino senza troppi giri di parole, no lui voleva
davvero saperlo e anche se i demoni non si confidano con nessuno beh
lì era al riparo dai loro occhi taglienti e accusatori per
cui
una piccola confidenza poteva permettersela.
<< Non ci arrivi da solo? >>
<< Sinceramente? No. >>
Il demone sospirò sentendo un peso al petto, avrebbe
preferito
sentire la verità dalle labbra dell'altro piuttosto che
doverla
spiegare lui, faceva male ed era umiliante ma cosa poteva saperne un
angelo di come ci si sente a vivere nell'oscurità pensando
che il
giorno in cui sei caduto sarebbe stato meglio ti venissero strappate le
ali, piuttosto che rimanere con la macchia per tutta la tua vita.
<< Non mi piacciono e non sono belle da vedere.
>>
<< Te ne vergogni? >> domandò
Aziraphale arricciando
le sopracciglia, domandandosi il motivo di tutto quell'imbarazzo quando
per lui quelle ali erano così particolari e belle, il demone
si
limitò ad abbassare il viso distogliendo lo sguardo da lui
senza
rispondere.
<< Non devi, sono bellissime e devo dirti che a me
personalmente
piacciono molto >> erano parole sincere le sue ma nelle
orecchie
di Crowley suonavano come un falso conforto di cui non aveva bisogno,
non voleva la sua pena, poteva benissimo dirgli che erano brutte e
farla finita.
<< Piantala non ho affatto bisogno della tua compassione
>>
quella frase gli uscì come se avesse sputato veleno.
<< Se fosse vero ciò che dici mi sarei
limitato a non
aprir bocca piuttosto che riempirti di menzogne, ciò che ti
ho
detto è solo quello che penso e io non mento mai,
soprattutto
sulle cose che mi piacciono >> un luccichio nei suoi
occhi
attirò quelli del demone, che ancora però
faticava a
comprendere ed accettare le sue parole.
<< Sono le ali di un demone. >>
<< E allora? Questo le rende meno belle? >>
Rimase spiazzato da quella sincerità così
schietta ma
nonostante quel complimento lo lusingasse ancora non riusciva a vedere
in loro quello che vedeva lui, erano l'emblema del suo fallimento,
costretto a portarsele dietro avendole sempre sotto gli occhi, almeno
le sue pupille gialle poteva evitare di guardarle ma le ali erano
sempre lì a ricordargli chi non era più.
<< Non lo saranno mai quanto le tue, sono un monito della
mia
punizione, rappresentano tutto ciò che ero e che non
potrò più essere. Per questo le odio
così tanto e
vorrei non averle, gli altri non le hanno perché io
sì?
>> si accorse che probabilmente si stava rendendo conto
agli
occhi dell'angelo nei quali però leggeva solo comprensione,
nessuna pena, nessun biasimo, nessun giudizio, come aveva potuto
sbagliare così tanto su di lui, lo aveva completamente
travolto
con il suo carattere così particolare e diverso da tutti gli
angeli che aveva conosciuto.
<< Solo Dio conosce le risposte Crowley ma quello che
posso dirti
è che siamo noi a decidere chi vogliamo essere, questo va
oltre
la nostra natura, ho sempre pensato che io non devo fare cose buone
perché sono un angelo ma perché a me piace farle,
devi
fare solo ciò che guida il tuo cuore. >>
<< Stai cercando di convincermi a essere buono?
>> lo disse
con una lieve smorfia, non poteva sopportare che quello sconosciuto
cercasse di cambiarlo.
<< No, sto solo dicendo che se segui te stesso avrai
sempre la giusta risposta >> sorrise dolcemente.
<< Un altro angelo ti avrebbe sicuramente mandato via o
fatto del
male solo perché sei un demone, io no e non lo so se
è la
cosa giusta ma è quello che mi ha suggerito la mia anima di
fare
quando ti ho visto. Se fossi stato io a venire giù da te
cosa
credi sarebbe successo? Probabilmente molti demoni ne avrebbero
approfittato e tu invece, cosa avresti fatto? >>
Crowley deglutì rumorosamente, lo sguardo pieno di una nuova
consapevolezza e la risposta a quella domanda che già vagava
nella testa, non gli avrebbe fatto alcun male e non solo
perché
era lui ma perché non aveva voglia di ferire nessuno, e
questo
cosa diceva di lui? Che era un rammollito, un perdente oppure che era
diverso dai suoi simili all'inferno, forse quella parte che sarebbe
stata bandita da tutti i demoni lo distingueva positivamente e sempre
solo forse, poteva cominciare a provare meno ribrezzo di se stesso.
<< I-io devo...meglio che vada sì
>> si
allontanò senza nemmeno guardarlo scuotendo le sue grandi
ali,
ma non poteva certo volare o qualcuno avrebbe potuto scoprirlo
così prese le sembianze di serpente e strisciò da
dove
era venuto riuscendo a non pensare a tutte quelle parole gentili che
Aziraphale gli aveva riversato addosso senza nemmeno conoscerlo, di
nuovo si chiese se lo avesse fatto per via della sua natura buona, ma
lui stesso gli aveva assicurato di no dicendogli che aveva solo seguito
il suo cuore e Crowley per chissà quale motivo sentiva che
poteva credergli.
Una volta dentro quel buco odorante di zolfo si affrettò a
raggiungere il suo luogo sicuro passando e spingendo quei disgustosi
corpi che vagavano senza una meta strisciandoglisi addosso, si sentiva
sporco e già quell'aria rarefatta e chiusa cominciava a
farlo
sentire claustrofobico, era appena arrivato e moriva dalla voglia di
andarsene, raggiungere il giardino e parlare con quell'angelo,
Aziraphale,
ora aveva un nome da associare al suo volto.
Non che si sentisse a casa lassù e infatti cominciava a
chiedersi se ci fosse o se sarebbe mai esistito un posto adatto a lui,
un luogo di mezzo dove potevi fare
ed essere ciò che sentivi, dove non esisteva buono o
cattivo, lui non si sentiva né nell'uno né
nell'altro modo e questa cosa lo stava facendo impazzire
perché
all'inferno si aspettavano che fosse malvagio mentre se fosse stato
ancora un angelo tutti si sarebbero aspettati fosse sempre gentile.
L'unica sensazione di casa l'aveva avuta stando in compagnia di
Aziraphale, anche se per pochi istanti aveva finalmente sentito dentro
di sé di poter far parte di qualcosa come se quell'angelo
non
fosse poi così tanto diverso da lui e potesse davvero
capirlo,
probabilmente il discorso che gli aveva fatto aveva un fondo di
verità ma come poteva scegliere chi essere in un luogo dove
si
aspettano da te solo terrore e distruzione?
Forse anche quel bellissimo angelo non si sentiva totalmente a casa e
magari un giorno avrebbero potuto trovare un luogo solo per loro dove
fuggire, ma cosa andava a pensare certo che si sentiva a casa, il
paradiso era il posto perfetto per lui così gentile e
premuroso
dove altro potrebbe stare? E poi che folle idea gli era venuta in
mente,
come poteva pensare che avrebbe deciso di lasciare il regno dei cieli
per scappare con un demone, solo perché non aveva provato
ribrezzo guardandolo non significava che era pronto a mollare tutto e
seguirlo chissà dove, scosse la testa deridendo se stesso
e aumentò il passo ma venne fermato da qualcuno.
<< Crowley. >>
Hastur. Il demone dai capelli rossi si fermò di scatto
alzando
di poco la testa verso l'alto con lo sguardo di chi ne ha
già
abbastanza, ma proprio adesso doveva arrivare? Si girò
cercando
di rimanere impassibile.
<< Hastur che...piacere. >>
<< Che ti sei messo addosso? >>
domandò l'altro osservando quella veste scura.
<< Oh questa? >> fece una piccola smorfia
come se non fosse
nulla di importante << ero semplicemente stanco di
inzozzarmi
tutte le volte e così ho rimediato. >>
Quegli occhi neri lo scrutarono indagando se stesse dicendo la
verità.
<< Ma ai demoni piace essere sporchi. >>
<< Non a tutti... >> le iridi gialle si
velarono di
furbizia, mostrò un sorriso ampio come un rettile che
è
pronto ad acchiappare la preda << sssai dovressste
provarli anche
voi, non sssono affatto male e in più aiutano a passsare
inosservati >> sorrise ancora osservando il volto
dell'altro che
studiava ciò che gli aveva appena detto.
<< Inosservati dici? >> rispose tenendosi
il mento con due dita.
<< Certo, pensssaci bene quali demoni vanno in giro
vestiti mh?
Pensa all'effetto sorpresa che potremmo avere >> un
sorriso pieno
di astuzia gli colorò il viso.
<< In effetti potresti non avere tutti i torti, ne
parlerò
con Lord Beelzebù >> il tono non era del tutto
convinto ma
Crowley era certo ci sarebbe caduto, i demoni spesso erano
più
ingenui di quanto si fosse portati a pensare, lui lo sapeva
perché era uno di loro ma aveva qualcosa in più,
qualcosa
che gli altri non avevano e così lasciando Hastur ai suoi
pensieri si allontanò ancheggiando e sorridendo ampiamente,
gliela aveva fatta e in più non aveva dovuto sorbirsi
qualunque
cosa volesse dirgli.
Il giorno dopo era di nuovo nel giardino, vide Aziraphale che osservava
un albero di rosse mele succose, si avvicinò a lui
strisciando
per poi prendere le sue alate sembianze.
<< Ti è venuta voglia di uno spuntino?
>>
domandò con la sua solita voce tagliente ed ironica,
l'angelo
dopo un lieve sussulto si voltò e sorrise vedendo chi c'era
dietro di lui, probabilmente non avrebbe dovuto essere così
felice di aver fatto la conoscenza di un demone e sempre probabilmente
la sua assidua presenza nell'Eden avrebbe dovuto quantomeno
insospettirlo, ma dopo averlo incontrato il giorno prima si era chiesto
quanta cattiveria potrebbe davvero esserci in qualcuno che rifiutava le
sue stesse ali e a dire il vero in lui sin da subito aveva percepito
qualcosa di buono per questo gli era venuto naturale fidarsi.
<< Oh no, Dio mi ha affidato il compito di sorvegliarlo,
ha detto che presto sarà molto importante. >>
<< Non credevo che al grande capo piacessero le mele, che
dovrà farci? >> nonostante fosse stata una
delle cause della
sua caduta non poteva farci niente, fare domande gli veniva naturale,
era sempre stato curioso e desiderava sapere il perché di
ogni
cosa, amava sviscerare i particolari e non sopportava il vuoto e le
lacune che lasciavano i suoi dubbi.
<< Non ne ho proprio idea >> rispose
Aziraphale toccando uno di quei frutti delicatamente.
<< Possibile che non sei nemmeno un po' curioso?
>>
Il principato sospirò pazientemente.
<< Quando sarà il momento tutto ci
verrà mostrato. >>
<< E se non succederà mai? >> lo
incalzò Crowley spalancando gli occhi gialli.
<< In quel caso significa che le cose dovevano andare
così, non dobbiamo conoscere il significato di ogni gesto
dell'onnipotente. >>
<< Quindi mi stai dicendo che se non succedesse niente
con quest'albero a te andrebbe bene così?
>>
<< Certo >> sorrise in maniera serafica,
era molto sicuro
di ciò che diceva, era nato grazie all'amore di Dio e mai
avrebbe messo in discussione qualcosa concepito da Lei, seguiva le Sue
istruzioni scrupolosamente senza mai domandarsi che cosa stesse facendo
davvero, a cosa stesse lavorando, aveva una fiducia cieca nei piani
divini e quella devozione traspariva in ogni suo gesto, in ogni parola
o sguardo.
Crowley poteva vederla quella luce che brillava in quegli occhi
celesti, lui era sicuro di non averla mai avuta, non che non amasse Dio
ma la sua curiosità e voglia di conoscere lo avevano spinto
a
chiedere di più anche quando gli veniva detto che avrebbe
avuto
le sue risposte più avanti, a lui quello non era mai
bastato,
voleva sapere nello stesso momento in cui gli veniva un dubbio, ma in
paradiso le regole erano diverse e lui lo avrebbe imparato a sue spese.
Si era sempre chiesto perché fosse sbagliato porre domande,
cosa
c'era di ingiusto nel voler sapere qualcosa, nella curiosità
genuina che nasceva ogni qual volta sentiva parlare di un nuovo
progetto o semplicemente scopriva qualcosa che non aveva mai visto, non
aveva mai dato voce a questo suo dubbio ma mentre camminava accanto a
quell'angelo così devoto lo esternò con
così tanta
facilità da lasciar stupito persino lui stesso.
<< Cosa c'è di sbagliato nel porre domande?
Perché
Dio si arrabbia se lo...voglio dire se gli angeli lo fanno?
>>
Aziraphale si fermò di colpo girandosi verso di lui, il
dubbio
attraversò per un istante il suo volto creando una piccola
ruga
tra le sopracciglia ma presto la pelle si distese, un sorriso caldo gli
illuminò le guance e quel cambio repentino di emozioni fece
girare la testa al demone.
<< Lei non si arrabbia per le domande mio caro Crowley.
>>
<< Ah no? A me è parso il contrario
>> disse con un velo di amarezza.
<< E' la mancanza di fiducia a ferirla, noi angeli
dovremmo avere
una fede incondizionata in ciò che ci viene detto e svolgere
i
nostri compiti senza chiederci che fine avranno, e poi non mi pare che
voi siate caduti per le troppe domande ma perché vi siete
ribellati. >>
Un ringhio basso graffiò la sua gola risalendo fino ad
uscire
come un sibilo spaventoso, le pupille si restrinsero fino a diventare
due sottili linee nere, strinse i pugni così forte da
sentire
dolore alle dita e con uno scatto del busto raggiunse il viso
dell'angelo, lo guardava con rabbia come se fosse lui la causa di quel
malessere.
<< Io non mi sono ribellato! Mi sono lasciato
semplicemente trascinare. >>
Il principato non si era mosso di un solo passo, guardava quel viso dai
lineamenti ora contorti per colpa di un'emozione che lui ancora non
conosceva e non pensava nemmeno di poter trovare, aveva sempre pensato
o meglio gli avevano raccontato che i demoni andavano fieri della loro
scelta, parlavano della cacciata dal paradiso con fierezza come se
fosse il loro fiore all'occhiello, e lui ci aveva creduto in fondo se
l'inferno era stato creato quelli che lo abitavano dovevano pur esserne
contenti, altrimenti che senso avrebbe avuto ribellarsi.
Aveva preso per buona quell'informazione senza mai metterla in
discussione ma ora che aveva davanti quel demone così
diverso da
come li aveva sempre immaginati, Crowley che nonostante abitasse gli
inferi aveva appena sbraitato cercando di difendere la reputazione
dell'angelo che era stato, e Aziraphale ci credeva alle sue parole,
aveva reagito con troppo sentimento per essere una bugia, e adesso gli
dispiaceva di aver generalizzato dando per scontato che anche quello
che aveva davanti era un demone fiero di esserlo.
<< Mi dispiace non volevo insinuare...- >>
<< Lascia perdere >> sottolineò
la frase con un
gesto della mano << è ovvio che la pensi
così non
mi aspettavo nulla di diverso. >>
<< Non credevo possibile che potesse esistere qualcuno
come te, non sembri nemmeno un demone a dire il vero. >>
<< Sssenti ma tu ne hai mai visto uno? >>
Aziraphale scosse la testa.
<< No ma me li hanno descritti e credo che gli altri non
si comporterebbero come stai facendo tu. >>
Crowley si grattò la nuca facendo muovere quei bellissimi
boccoli cremisi.
<< Io non mi sto comportando in alcun modo.
>>
<< Appunto >> disse Aziraphale continuando
a camminare,
Crowley proprio non riusciva a capire e certo zitto non poteva starci,
tornare a casa con tutti quei dubbi era fuori discussione
così
decise di mettere a parte l'angelo sperando di ricevere qualche
spiegazione in più.
<< Dico solo che non staresti qui a parlare con me,
saresti impegnato a fare qualcosa di subdolo. >>
Il demone storse il naso e raggiunse Aziraphale che si stava
allontanando su una collina fiorita.
<< Che ne sai magari lo sto facendo. >>
Aziraphale si voltò verso di lui.
<< Lo stai facendo? >>
<< No >> rispose Crowley scuotendo la testa
<< ma questo non significa che non lo farò
mai. >>
<< Va bene è comunque il tuo lavoro, non puoi
certo disobbedire. >>
<< Perché per l'amor del paradiso sei
così
tranquillo? >> sbottò piazzandosi di colpo
davanti a lui
rischiando di farlo finire contro di sé.
<< Qual è il tuo problema, se dico che ti
comporti da
demone ti innervosisci, se dico il contrario anche. A me sembri diverso
tutto qui, forse mi sbaglierò ma in quel caso pazienza.
>>
Crowley che lo guardava allibito già da un po' decise di
averne
abbastanza, quell'angelo era davvero troppo criptico e non sapere lo
disturbava molto soprattutto se erano cose che riguardavano Aziraphale,
così preso dal nervosismo si alzò in volo sotto
lo
sguardo curioso dell'altro.
<< Mi hai stufato me ne vado e non rimetterò
più piede qui. >>
Aziraphale sorride guardandolo allontanarsi.
<< Ci vediamo domani? >> domandò
l'angelo.
<< Sì >> rispose Crowley
planando verso il basso in
modo da poter atterrare, trasformarsi in serpente e scivolare via da
quel bel giardino e dal suo custode.
I giorni che passavano insieme iniziavano ad aumentare e con il tempo
che passava scoprivano di trovarsi molto bene in compagnia dell'altro,
ridevano, a volte scherzavano e soprattutto avevano iniziato a
conoscersi meglio come ad esempio quel giorno in cui erano seduti su
una roccia con i piedi immersi in un laghetto, il sole splendeva ma non
faceva molto caldo, in quel posto il clima era sempre perfetto.
<< Ci sei solo tu qui? >> chiese Crowley
curioso di sapere
come mai non aveva visto altri angeli in giro, non che gli dispiacesse
però era nella sua natura essere curioso <<
voglio dire ti
ho visto in compagnia di un angelo solo una volta. >>
Aziraphale si girò verso di lui muovendo i piedi dentro
quella bella distesa di acqua fresca e azzurra.
<< Non sono da solo ma gli altri fanno la guardia nella
parte
opposta alla mia, in più a loro non è concesso
accedere
al giardino a meno che non ci sia un pericolo imminente, solo io sono
autorizzato a farlo perché sono il guardiano anche
dell'interno.
>>
Sul volto del demone si aprì un sorrisetto stupito.
<< Quindi sei una specie di capo. >>
<< Oh no no, nulla del genere >> lo
corresse Aziraphale agitando le mani.
<< Non mi piace definirmi così, io non sono
adatto a dare
ordini o prendere decisioni anche per gli altri, mi piace lasciare la
libertà di agire. >>
<< Sei solo modesto >> lo
canzonò Crowley facendolo
arrossire anche se lui era rimasto molto sorpreso da quel discorso,
certo doveva aspettarselo da uno come Aziraphale anche se si
conoscevano da poco stava cominciando ad inquadrarlo ed era
così
buono e gentile che faticava a vederlo al comando.
<< No nel modo più assoluto, ho anche
rifiutato il ruolo di arcangelo tanto tempo fa. >>
<< TU COSA!? >> sbraitò Crowley
non riuscendo a
credere alle proprie orecchie, questa poi non l'aveva mai sentita
nessuno sarebbe stato così folle da fare una cosa del
genere,
non sapeva nemmeno si potesse rifiutare quel ruolo a dire il vero ma
quell'angelo era stato talmente audace e sicuro di sé da
conoscere i propri limiti e rifiutare quello che era a tutti gli
effetti un dono.
Aziraphale arrossì nuovamente spostando il viso dall'altra
parte, proprio non capiva perché aveva tirato fuori quella
storia, era così personale che in pochi la sapevano persino
in
paradiso e lui cosa aveva fatto? L'aveva raccontata a un semi
sconosciuto che per di più era della fazione opposta, ma
cosa
gli prendeva continuava a chiedersi.
<< Shh abbassa la voce, non faceva per me, non so nemmeno
perché te l'ho detto. >>
<< Io penso che saresti stato forte sai, sei in gamba
Aziraphale
forse non ci credi abbastanza, hai la straordinaria capacità
di
lasciare che le cose accadano senza giudicare gli eventi o i compiti
che abbiamo, sei un bravo angelo. >>
L'angelo che non era abituato a sentirsi rivolgere tutti quei
complimenti ci mise un po' a riordinare nella sua mente le parole da
dire, erano come in disordine e sentiva la bocca estremamente secca, in
più uno strano calore gli scaldava il petto, quella era una
nuova sensazione per lui a cui doveva abituarsi.
<< Lo dici tanto per dire >>
borbottò senza il coraggio di alzare lo sguardo.
<< Non è vero, io non mento mai!
>> disse Crowley
agitandosi, Aziraphale lo guardò sollevando le sopracciglia
non
troppo certo della veridicità di quella frase,
<< e va
bene a volte mento ma in questo caso sono serio. >>
Le labbra candide dell'altro curvarono in uno splendido sorriso ricco
di gratitudine.
<< Allora grazie >> disse e dopo questo
scambio di frasi un
profondo silenzio calò su di loro, avevano la strana
sensazione
di aver condiviso qualcosa che andava oltre il girarsi intorno a
vicenda e rimanere in compagnia reciproca, stavano sicuramente passando
il limite e ad ogni incontro rischiavano sempre di più ma
quel
momento di condivisione dove erano solo due creature che aprivano il
loro cuore era troppo importante per entrambi anche se ancora non lo
sapevano.
<< E tu cosa ci fai qui? >> fu Aziraphale a
rompere il silenzio con quella domanda.
<< I miei mi hanno mandato a tenere d'occhio la
situazione, sai
cose tipo prendere informazioni, punti deboli e tutto il resto ma non
mi hanno detto esattamente a che servirà. >>
<< Capisco >> disse l'angelo annuendo.
<< La verità è che ho accettato
solo per combattere
la noia, lasciare quel buco fetido e uscire finalmente, quando sono
caduto non credevo nemmeno si potesse lasciare quel posto e invece
eccomi qui >> disse sorridendo, ma era un sorriso spento
con lo
sguardo perso nel vuoto, Aziraphale vedendolo così si
dispiacque
moltissimo, doveva essere stato terribile pensava e voleva trovare
qualcosa per tirargli su il morale quando un'idea gli balenò
in
testa.
<< Mi aspetteresti qui un momento? >>
Crowley si limitò ad annuire osservando quella meravigliosa
creatura spiccare il volo in tutta la sua bellezza e
maestosità,
se era così fantastico in quelle condizione come sarebbe
stato
se avesse accettato quel ruolo, quanta energia avrebbe sprigionato si
domandava mentre lo attendeva senza staccare gli occhi dal cielo,
fortunatamente per la sua curiosità non ci mise molto a
tornare.
<< Vieni come, ti porto a vedere una cosa
>> disse.
<< Ma...hai detto che le mura sono sorvegliate, mi
vedranno. >>
<< Per oggi no >> disse Aziraphale
spiccando il volo e
facendo l'occhiolino gesto che arrivò come una freccia nel
petto
di Crowley.
Mentre sorvolavano quel luogo incantato il demone si chiedeva che cosa
mai volesse mostrargli ma poi il suo pensiero si spostò
altrove, quel posto sembrava piccolo ma in realtà come per
miracolo conteneva un mucchio di cose molte delle quali non aveva fatto
in tempo a conoscere.
<< Ecco ci siamo >> gridò
Aziraphale planando verso
il basso, Crowley lo osservò per un istante poi lo
seguì,
si fermarono su una distesa di sabbia bianca e lui si accorse che non
era come quella del deserto, era più morbida e tiepida tanto
che
gli venne voglia di affondarci i piedi dentro, poi i suoi occhi si
puntarono su quell'acqua che sembrava tanto immensa e ondeggiava
facendo un melodioso suono con il suo scroscio, il suo naso
però
captò qualcosa.
<< Che cos'è questo odore? >>
<< E' la salsedine proviene dal mare >> gli
spiegò Aziraphale con un sorriso.
<< Oh ma è fantastico! >>
urlò correndo verso
di esso e tuffandocisi, in un attimo era tutto bagnato ma non gli
importava, Aziraphale vedendolo così agitato
tentò di
avvertirlo della particolarità di quell'acqua ma il demone
era
troppo preso dai suoi schiamazzi per ascoltarlo e così dopo
l'ennesimo tuffo dove fece l'errore di aprire la bocca e
così ritornò
fuori gridando e sputacchiando come un pazzo.
<< Che schifo! >> disse tirando fuori la
lingua e
tentando di pulirsela con le mani, gesto vano ovviamente,
<<
perché quest'acqua fa così schifo?
>>
domandò girandosi verso Aziraphale, << tu lo
sapevi e non
mi hai avvisato >> lo accusò puntandogli un
dito contro
credendo che l'angelo lo avesse fatto apposta per fargli uno scherzo.
<< In realtà ho tentato di farlo, comunque
Crowley
quest'acqua è così perché
c'è il sale
dentro, non è come le altre qui puoi rimanere a galla molto
meglio se hai notato. >>
Il demone sbuffo incrociando le braccia.
<< Sale? Perché mai l'onnipotente ha dovuto
fare una cosa
del genere, voglio dire è crudele...Ah! Forse ho capito
>>
disse facendo un sorrisetto guardando Aziraphale << era
arrabbiata con qualcuno e ha fatto questo per vendicarsi.
>>
Aziraphale sospirò scuotendo la testa.
<< Punto primo >> cominciò
alzando l'indice <<
Dio non si vendica e seconda cosa non sappiamo perché
è
così, credo sia solo una sua caratteristica non ci deve
essere
per forza una spiegazione per tutto. >>
<< Sì ma...- >>
iniziò Crowley pronto a
ribattere quando qualcosa di viscido gli sfiorò il piede
cosa
che lo fece saltare, si chinò per prendere qualsiasi cosa
fosse, era
verde e viscida, si avvicinò all'angelo
sventolandogliela sotto
il naso.
<< E questo che angelo sarebbe? >>
<< Quella è un alga...e non chiedermi a che
serve perché non lo so, forse a sfamare i pesci.
>>
<< Ci sono i pesci!? >> strillò
di nuovo Crowley
nemmeno gli avessero detto che l'inferno era tutto uno scherzo e lui
non era costretto a rimanerci.
<< Sì >> rispose pacatamente
Aziraphale.
<< E sopravvivono con tutto questo sale? >>
<< Suppongo di sì >> rispose di
nuovo gentilmente,
trovava divertente tutta quell'esuberanza e in realtà non si
aspettava proprio quella reazione quando aveva pensato di portarlo
lì ma gli faceva davvero piacere che fosse così
contento,
d'un tratto un'espressione malandrina illuminò il viso del
demone.
<< Angelo quanto sei pudico? >>
Aziraphale che proprio non aveva capito il senso di quella domanda lo
guardò come se avesse cominciato a parlare una lingua a lui
sconosciuta ma prima che potesse dire qualcosa la veste di Crowley era
sparita e lui si era tuffato in acqua invitandolo ad entrare, ora non
che l'angelo trovasse qualcosa di sbagliato nello stare senza vestiti
però aveva sempre preferito quando i vestiti c'erano
soprattutto
davanti alla presenza di qualcun altro, lui era un tipo riservato come
poteva quel demone pensare che...
La frase non finì mai perché uno schizzo d'acqua
era
appena piombato sopra la sua faccia bagnandolo tutto accompagnato da
una sonora risata.
<< Crowley >> lo riproverò
stringendo i pugni mentre
le goccioline gli scivolavano dai capelli appiccicati al viso.
<< Avanti lasciati andare! >> gli
urlò.
<< Io sono un essere pacifico e >> un altro
schizzo d'acqua
e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, la veste di
Aziraphale sparì e lui si tuffò per raggiungere
quella
creature che forse aveva proprio voglia di affogare, iniziarono una
gara di schizzi con urla e risate, facevano talmente tanta confusione
che anche gli animali che passavano di lì si chiedevano che
cosa
stesse succedendo in quel luogo solitamente tanto silenzioso, gli
uccellini si posavano sui rami e piegavano le testine per avere una
visuale migliore, gli scoiattoli si arrampicavano in alto, cervi e
lepri drizzavano le orecchie per capire se quei suoni erano da
considerarsi una minaccia, solo i pesci stavano alla larga da quei due
ma solo perché con tutti quei guazzabugli potevano rischiare
di
finirci in mezzo e farsi male.
Quando tutti gli animali capirono che quei due non rappresentavano un
pericolo se non per se stessi si allontanarono tranquillamente
continuando le loro faccende, Crowley e Aziraphale non si erano mai
divertiti tanto come in quel momento, avevano persino scordato i loro
ruoli mentre erano presi in quella divertente lotta, poi il demone
andò sott'acqua e decise di rimanerci giusto il tempo di far
innervosire un po' il suo nuovo amico.
<< Crowley? >>
<< Avanti non è più divertente.
>>
Ma il demone non lo ascoltava.
<< Guarda che ti vedo non credere di essere nascosto.
>>
<< E va bene se non vuoi venire tu >>
iniziò
chinandosi sulle ginocchia per poter allungare le braccia e afferrare
quel briccone, aveva il viso quasi vicino a quello specchio
trasparente, Crowley riemerse proprio in quel momento posando le sue
labbra su quelle dell'altro, i due si scambiarono il primo bacio di
tutta l'esistenza e a Dio che li stava osservando sorridente venne
un'idea meravigliosa, quello sarebbe stato il gesto attraverso il quale
le creature che aveva intenzione di creare avrebbero espresso il loro
vero amore.
Era perfetto si disse e andava bene per tutti, era sicura che i suoi
nuovi figli avrebbero trovato tanti modi diversi per esprimerlo
perché l'amore è una cosa talmente grande e
possiede tante
piccole sfaccettature, già poteva vederli i genitori che
posavano un bacio delicato sulla fronte dei loro figli, due amanti che
con esso sanciscono la loro unione, fratelli e amici che si schioccano
sulle guance paffute un sonoro bacio pieno d'affetto, eh sì
qui
due esseri sovrannaturali le avevano fornito proprio una bella
ispirazione e Lei sapeva che erano speciali, lo sapeva dal giorno in
cui li aveva messi al mondo.
Aziraphale e Crowley si guardarono un istante e poi si sorrisero,
all'angelo era piaciuto quel breve contatto era qualcosa che non aveva
mai provato prima e nemmeno il demone sapeva si potesse fare, era un
cosa nuova e gli era piaciuta ed era anche pronto a rifarla se anche
per Aziraphale fosse stato così e dalla sua espressione
sembrava
davvero lo fosse.
Si sedettero sopra un grande scoglio liscio per asciugarsi, il sole era
alto e caldo, non ci sarebbe voluto molto anche se per loro il tempo
non
era un problema, sentivano che non erano ancora pronti a lasciarsi per
quel giorno ma erano del tutto inconsapevoli che anche l'altro provava
la stessa cosa.
<< Senti angelo la cosa che è successa prima
è nuova vero? >>
<< Penso proprio di sì, non ho mai visto
nessuno farlo
prima di noi >> rispose Aziraphale stringendo le
ginocchia al
petto, si era rimesso la veste perché andava bene divertirsi
ma lui aveva pur sempre un ruolo da rispettare e anche Crowley lo aveva
fatto
forse solo per spirito di fratellanza che per altro.
<< Quindi si può dire che l'abbiamo intentata
noi >>
disse il demone cercando l'approvazione negli occhi turchini dell'altro.
Ci pensò su e dopo aver sollevato entrambe le chiare
sopracciglia decise che aveva proprio ragione.
<< Bé in effetti sì.
>>
<< Abbiamo inventato qualcosa alla faccia di tutti loro!
>>
disse entusiasta Crowley ma il suo sorriso si spense davanti
all'espressione di Aziraphale.
<< Cosa che nessuno deve sapere se non vogliamo finire
nei guai,
altrimenti scoprirebbero che passiamo del tempo insieme e
sarà
la fine. >>
<< Oh...sì hai ragione. Ma Aziraphale...noi
possiamo
davvero dare vita a qualcosa? Un angelo e un demone che creano
qualcosa...pensi possa essere pericoloso quello che abbiamo fatto.
>>
L'angelo sospirò scuotendo appena la testa, purtroppo ne
sapeva tanto quanto lui e solo il tempo avrebbe dato loro le risposte.
<< Crowley io non pensavo nemmeno di poterci parlare con
te senza
finire inghiottito dalle fiamme, non so quello che potrebbe succedere
ma
se la facciamo rimanere una cosa solo nostra forse non farà
alcun male. >>
<< Hai ragione angelo, sarà il nostro piccolo
segreto >> disse il demone riacquisendo il sorriso.
Sì sarebbe stata una cosa solo loro...loro e di tutta
l'umanità.
Passarono ancora molti giorni insieme ma ad un tratto qualcosa
cambiò e Crowley lo scoprì nel modo peggiore.
<< Non puoi più entrare qui >>
disse Aziraphale fermandolo sulle soglia delle mura.
<< Perché? >>
<< Non siamo più da soli >> gli
rispose indicando due esseri che si aggiravano nel giardino.
<< Chi sono quelli? >> domandò
esterrefatto Crowley, non sembravano angeli.
<< Sono esseri umani, una nuova creazione
dell'onnipotente, abiteranno il giardino da ora in avanti.
>>
<< Per quanto tempo? >> chiese proprio non
riuscendo a
capire quella strana mania di dare vita a nuove creature, in
verità quello che lo disturbava era che per colpa di quei
due
lui non poteva più frequentare Aziraphale come prima e forse
non
si sarebbero mai più potuti rivedere.
<< Non lo so ma probabilmente per sempre >>
rispose l'angelo.
<< Come per sempre!? Questo significa che...non puoi fare
qualcosa? >>
Aziraphale lo guardò esasperato.
<< Che cosa posso fare secondo te mandarli via?
>>
<< Credi che farebbero la spia? Sanno fare qualcosa di
speciale? >>
<< Non farebbero la spia e non hanno poteri speciali...-
>>
<< E allora a che servono? >>
<< Non lo so Crowley vuoi piantarla con tutte queste
domande!
Credi che io sappia tutto ma ne so quanto te e ancora non te lo sei
messo in testa, per questo sei caduto non sai stare al tuo posto
>> Aziraphale che non era solito perdere la pazienza si
rese
conto di ciò che aveva detto solo dopo averlo fatto ma era
già troppo tardi, l'espressione di Crowley mutò
all'istante, nei suoi occhi passò una tristezza che non
aveva
mai visto prima anzi solo il primo giorno in cui si erano incontrati ma
poi era sparita.
<< Oh no mi dispiace io non volevo dire...-
>>
<< Lascia perdere, risparmiati la tua compassione
>> detto
questo volò via planando verso il basso, Aziraphale preso
dal
panico diede un'occhiata agli umani e poi a Crowley, doveva seguirlo ma
per farlo avrebbe dovuto lasciare scoperto il suo posto, ci
pensò
solo un istante e poi si fiondò giù anche lui.
<< Fermati ti prego. >>
<< Lasciami in pace, tu sei come tutti loro
>> disse
voltandosi e guardandolo con rabbia << io credevo di aver
trovato
un...non ha importanza >> strinse i pugni abbassando lo
sguardo.
<< Non tornerò più qui a meno che
non me lo
ordinino, ma tranquillo in quel caso ti lascerò comunque
stare.
>>
<< Crowley io non le pensavo davvero quelle cose.
>>
<< Ah no? Se le hai dette significa che un po' ci credi,
tu non mi hai mai dato la tua fiducia totale...- >>
<< E tu sì invece? >>
domandò Aziraphale alzando il tono di voce.
<< Io sì e lo dimostra il fatto che sono
sempre tornato,
tu mi hai mandato via adesso che hai trovato qualcosa di meglio da
fare! >>
L'angelo lo guardò ferito.
<< Quello che dici non ha senso, non passo il tempo con
loro ma
non posso fare niente per cambiare le cose, sapevamo entrambi che quel
giardino serviva a qualcosa ed era solo questione di tempo prima che
accadesse ma tu mi hai investito con tutte quelle domande caricandomi
di un potere di cui non dispongo. >>
<< Tranquillo non lo farò più
>> disse prima di trasformarsi in serpente e strisciare
via.
<< Crowley >> lo chiamò ma ormai
era troppo lontano.
Aziraphale rimase costantemente in pena perché Crowley aveva
mantenuto la sua promessa e non si era fatto più vedere, gli
mancava la sua compagnia e soprattutto gli dispiaceva di essere stato
così brusco con lui che non lo meritava proprio, tuttavia
nonostante il suo dispiacere il tempo passava ugualmente ed era quasi
giunto il momento che tutti i demoni aspettavano.
"Va la su e combina qualche guaio" gli avevano detto e lui per la prima
volta era stato felice di obbedire, voleva farla pagare a quei due che
gli avevano portato via il suo luogo felice nulla di troppo impegnativo
giusto dargli una lezioncina, Crowley non poteva certo sapere che anche
dalla più piccola azione possono scaturire grosse
conseguenze,
doveva solo aspettare qualche altro giorno e poi si sarebbe divertito.
Intanto in paradiso due degli arcangeli si stavano divertendo davvero
molto a osservare gli umani da una grande nuvola che forniva loro le
immagini, commentavano le loro azioni e ogni nuova scoperta quando
videro qualcosa di davvero strano.
<< Ghiu >> fece una smorfia disgustata
Gabriele << e
questo? Perché gli umani inventano sempre cose
così
disgustose >> disse mentre osservavano Adamo ed Eva
mentre si
scambiavano un tenero bacio.
<< Hai ragione sono strane creature, vediamo un po' come
è nato. >>
<< Davvero ti interessa Michele? >>
<< Sì, come arcangeli dobbiamo sapere il
più
possibile sulle invenzioni umane >> rispose pacata ma
incisiva.
<< E va bene >> Gabriele
schioccò le dita e non
potevano immaginare quale scena si sarebbe rappresentata ai loro occhi.
<< Ma quello è...ingrandisci l'immagine
>> disse svelta Michele.
<< Non può essere, c'è sicuramente
una spiegazione
>> rispose Gabriele guardando incredulo quelle immagini.
<< E' Aziraphale, è proprio lui ed
è con un demone. Ci ha traditi, dobbiamo prenderlo.
>>
E così l'angelo venne portato al cospetto di quella grande
nuvola e certo era abbastanza spaventato e confuso, non sapeva che cosa
aspettarsi forse aveva fatto qualcosa di sbagliato o erano
lì
per dargli un richiamo oppure c'era qualcosa di nuovo a cui doveva
essere messo a parte, era nervoso e lo sarebbe diventato ancora di
più una volta che i suoi capi avrebbero parlato.
<< Puoi spiegarci >> disse Gabriele
indicando la nuvola con
aria severa, Aziraphale la guardò ma proprio non ci vedeva
nulla
di strano quando con uno schiocco di dita da parte di Michele
l'immagine sua e di Crowley di quel giorno al mare apparve lasciandolo
di sasso, sbiancò sul volto all'istante, li avevano scoperti.
<< Ecco...la verità è che
>> deglutì
rumorosamente, guardò entrambi i suoi superiori ma nei loro
sguardi non trovò il conforto che sperava, erano interessati
solo
a sapere quale fosse la spiegazione se mai ce ne fosse stata una di
credibile, prese un profondo respiro, non poteva mettere nei guai
Crowley così decise di parlare a suo favore, era sicuro che
la
voce si sarebbe sparsa all'inferno e così non gli avrebbero
fatto niente, almeno a lui.
<< Sono stato io a farlo, era così...
>>
tremò << affascinante >> disse
con la voce che quasi
non si udiva.
<< Quindi spiegami raggio di sole tu hai beccato un
demone che
sguazzava nel mare del giardino creato appositamente da Dio per gli
esseri umani e invece di cacciarlo...- >>
<< L'ho baciato sì. >>
<< Non mi interrompere sai, ti avevamo messo all'occhio
sui
poteri di cui sono dotati, anche senza fare nulla loro sono in grado di
attrarti e tu sei un angelo, anzi un principato propriamente addestrato
per non cadere in questo genere di trucchetti. >>
<< Dopo che cosa è successo? >>
domandò Michele.
Aziraphale nuovamente spostò lo sguardo fra loro due
indeciso su
cosa dire, forse avevano visto il filmato fino alla fine o forse no ma
decise di continuare con la bugia tanto peggio di così non
poteva certo andare.
<< Se ne è andato. >>
<< Vorrei ben vedere! >> esclamò
Gabriele.
<< Aspetta...meglio controllare >> disse
Michele,
Aziraphale la guardò spaventato ma mantenne la calma, quando
l'arcangelo fece ripartire le immagini non c'era più nulla
dopo
il bacio, si vedeva solo il demone che si alzava in volo e nemmeno le
immagini prima erano presenti.
<< Sembra che ciò che hai detto sia vero
Aziraphale ma sei
comunque nei guai, un angelo come si deve non si lascia affascinare
così facilmente da un demone. >>
<< Ora cosa mi farete? >>
domandò ansioso di sapere la risposta e conoscere il suo
destino.
<< Ci penseremo ma tu dovrai essere tenuto sotto stretta
sorveglianza. >>
All'inferno la voce che un angelo era finito nei guai per colpa di un
demone non tardò ad arrivare, molti si chiedevano chi fosse
questo grande eroe che aveva compiuto l'impresa mentre altri
già
sapevano chi fosse, la voce arrivò anche a Crowley che
però prima di poter elaborare la cosa venne raggiunto da
Hastur.
<< Allora Crowley a quanto pare hai ottenuto un grande
successo, come mai non ce ne hai parlato? >>
<< I-Io a dire il vero... >>
<< Non fare il modesto >> disse Hastur
stringendolo con un
braccio << Beelzebù vuole farti i complimenti
di persona e
presto lo diremo anche al nostro signore. >>
Il demone dagli occhi scuri lo condusse dal principe dell'inferno senza
lasciargli il tempo di dire una parola, anche se non è che
avesse molto da dire si stava solo chiedendo come era potuto succedere
che trapelasse una notizia del genere per di più
completamente
falsa.
<< Demone Crowley sono meravigliata dal tuo operato, cose
come questa vanno fatte sapere a tutti. >>
<< Nah...non mi piace vantarmi >> rispose
Crowley anche se
in realtà a lui piaceva vantarsi ma non di cose che non
aveva
fatto, anzi non di cose che riguardavano Aziraphale perché
ormai
era chiaro che l'angelo finito nei guai fosse lui.
<< Ai demoni piace vantarsi >> disse Ligur.
<< Sssì ma...sentite io non sapevo che ogni
cosa che
facciamo andasse urlata ai quattro venti, è successo e basta
e
forse non nel modo più professionale per questo io...-
>>
<< I modi non ci importano Crowley, l'importante sono le
azioni >> disse Hastur.
<< Da ora in avanti Crowley voglio tu faccia rapporto su
tutto
quello che succede, va bene prendere iniziativa ma se non lo dici
sembra quasi tu voglia nasconderlo e non ne avresti motivo.
>>
<< Sì...no, cioè va bene ho capito,
ora posso andare? >>
<< Va pure e preparati per il tuo grande giorno
>> lo congedò così
Beelzebù.
Il demone non perse tempo si fiondò fuori e in un attimo
arrivò all'esterno di quelle grandi mura, doveva
assolutamente
capire che cosa fosse successo e se davvero Aziraphale fosse coinvolto,
scavò una buca all'interno del giardino e si mosse facendo
molta
attenzione a non essere visto, saggiò l'aria con la lingua
ma
dell'odore dell'angelo neanche l'ombra quindi non era lì
probabilmente lo avevano portato in paradiso, poi ad un tratto
sentì alcune voci, si nascose all'interno di un cespuglio e
guardava da un foro verso il cielo, atterrarono due arcangeli e
quando si spostarono vide che tra loro stava Aziraphale, i suoi occhi
si illuminarono.
Gli altri due si allontanarono lasciando l'angelo da solo
così
il demone poté approfittarne per attirare la sua attenzione,
quando si avvicinò al cespuglio vide una grossa testa di
serpente sbucare fuori, indietreggiò di qualche passo ma poi
lo
riconobbe.
<< Crowley... >>
<< Che sta succedendo Aziraphale? >>
<< Non posso spiegarti ora >> disse
guardandosi nervosamente intorno.
<< Sssì che puoi >>
sibilò muovendo al di fuori della fessura la linguetta
biforcuta.
<< Ci hanno scoperti e io ho dovuto trovare un modo per
lasciare te fuori dai guai! >>
<< Perché lo avresti fatto? Io...-
>> si sentirono le
voci degli arcangeli, Aziraphale si voltò e spinse il muso
di Crowley
all'interno del cespuglio con un piede, sentì i superiori
parlare di
portare via Aziraphale e una volta raggiunto il paradiso lui non
potrà più trovarlo così decise di
compiere
qualcosa di folle e sconsiderato, si rimpicciolì fino a
diventare minuscolo e strisciaò sopra il piede dell'angelo
salendo fino
alla spalla dove rimase nascosto sotto la stoffa della veste,
Aziraphale sentì un solletichio lungo tutto il corpo che lo
fece
rabbrividire.
<< Tutto bene Aziraphale? >>
domandò Gabriele.
<< Sì sì, qualcosa deve avermi
fatto il solletico. >>
<< Andiamo allora qui è tutto in ordine e il
tuo sostituto è stato aggiornato. >>
Spiccarono il volo fino a raggiungere il paradiso dove l'angelo venne
portato in una stanza, gli venne detto che rimarrà
lì
fino al termine della riunione che terranno gli arcangeli e con essa si
deciderà la sua sorte e l'eventuale punizione, Aziraphale si
sedette con uno sbuffo, Crowley si lasciò scivolare finendo
sul pavimento
dove acquisì le sue naturali sembianze.
<< Tu!? >> squittì il povero
angelo preso chiaramente alla sprovvista.
<< Shh! Vuoi farmi scoprire? Sono qui per sapere che cosa
è successo esattamente. >>
<< Se ti scoprono saranno guai, dopo tutto quello che ho
fatto
per tenerti fuori >> lo rimproverò Aziraphale
sgranando gli
occhi, era davvero un testardo quel demone.
<< Allora sbrigati a parlare! >>
L'angelo alzò gli occhi al cielo e poi il suo sguardo si
incupì.
<< Quando hanno scoperto di noi due sono venuti a
prendermi per
una spiegazione, io gli ho detto che è stata colpa mia, che
ho
agito io per primo perché sono rimasto affascinato da te
mentre
tu dopo che è successo tutto te ne sei solamente andato.
>>
<< Ma è una balla colossale! >>
sbraitò Crowley a bassa voce.
<< Lo so ma era l'unico modo per tenerti fuori.
>>
<< Bé ci sei riuscito, all'inferno mi hanno
riempito di complimenti. >>
<< Bene sono felice per te >>
ironizzò Aziraphale spostando il volto di lato.
<< Nessuno ti ha chiesto di farlo angelo. >>
<< Non pensavo di farti un torto salvandoti la pelle.
>>
Crowley scosse la testa facendo agitare quella bellissima chioma fulva.
<< Dopo quello che mi hai detto? >>
<< Santo cielo demone testardo ti ho chiesto
già scusa per
quello, e se proprio vuoi saperlo l'ho fatto anche per farti entrare in
quella tua zucca dura che davvero non pensavo le cose che ti ho detto e
non le penso tutt'ora! >>
<< Non dovevi farlo! Adesso che sei nei guai come pensi
di cavartela? >>
<< E tu come te la saresti cavata se fossi stato al mio
posto, probabilmente ti avrebbero già ucciso.
>>
Crowley si alzò di scatto mettendosi a camminare avanti e
indietro, il suo cuore non aveva fatto in tempo a scaldarsi per il
gesto di
Aziraphale nei suoi confronti che era diventato caldo ma per la rabbia.
<< Non credo proprio perché io a differenza
tua non sarei stato così stupido da farmi beccare!
>>
Dopo quelle parole anche la pazienza dell'angelo cominciava a
vacillare, si alzò anche lui avvicinandosi al demone.
<< Non riesci proprio a provare un briciolo di
gratitudine vero? >>
<< Oh è per questo che lo hai fatto per
sentirti dire
garzie >> Crowley si chinò con il busto
piegando un
braccio verso il suo stomaco e l'altro aperto oltre la sua spalla,
<< ti ringrazio essere misericordioso. >>
<< Basta Crowley! >>
<< Lo dico io basta angelo >> disse
avvicinandosi
ulteriormente a lui, erano così vicini che le loro vesti si
sfioravano, potevano percepire il calore del corpo dell'altro,
Aziraphale aveva alzato lo sguardo mentre Crowley lo aveva abbassato su
di lui, negli occhi celesti era nascosta la paura che aveva provato
quando stava rischiando di perderlo mentre in quelli gialli la rabbia
di star
per perdere un amico che si era sacrificato per lui ma nessuno dei due
riusciva a esprimere questi sentimenti ad alta voce.
Si sentirono dei voci e poi dei passi provenire dal corridoio.
<< Devi andartene >> disse Aziraphale.
<< No >> rispose Crowley scuotendo piano la
testa.
<< Questo non è un gioco. >>
Tuttavia il demone rimase al suo posto, Aziraphale lo guardava
preoccupato ma anche terrorizzato.
<< Ti prego vattene >> lo
supplicò spingendolo ma fu
tutto inutile, l'angelo indietreggiò finendo seduto e quando
scoprirono il demone diedero l'allarme, subito i due vennero portati
nella stanza principale dove erano presenti anche gli altri arcangeli.
<< Bene bene, siamo tutti curiosi di sapere che cosa sta
succedendo, immagino ci sia molto di più di ciò
che
sappiamo, Aziraphale vuoi iniziare tu o facciamo partire la tua vecchia
conoscenza >> disse Gabriele sfoderando uno dei suoi
sorrisi
tirati.
<< Inizio io, se siete angeli intelligenti dovreste aver
già capito che lui non c'entra niente, sono io il cattivo,
io
devo essere punito. >>
Gabriele chiuse le mani tra loro.
<< Se è così che cosa ci facevi qui
e come hai fatto ad entrare? >>
<< Con un trucco è semplice. >>
<< Saresti stato anche credibile se Aziraphale non avesse
tentato
di fare lo stesso con te >> disse Uriel guardandolo serio
e con
il desiderio di vendetta.
<< Dobbiamo punirlo, al demone ci penseranno i suoi
colleghi >> disse Michele.
<< Miei cari colleghi supporto tutto ciò che
avete detto
ma non credete anche voi che quello che sta cercando di fare questo
demone sia encomiabile? >> a parlare era stato Gabriele
che si
ritrovò gli occhi di tutti che lo guardavano confusi, si
avvicinò a Crowley che lo guardava con disprezzo.
<< Ma guardatelo sta cercando di difendere un angelo, i
demoni
solitamente non lo fanno quindi mi è venuta una bella idea,
potremmo risparmiare la vita ad Aziraphale e spedirlo all'inferno
mentre lui potrebbe rimanere qui con noi. >
<< Volevate uccidermi? >>
domandò sorpreso
Aziraphale che non si aspettava che gli angeli sarebbero arrivati a
tanto.
<< Volete farlo cadere, ma non avete sentito una parola
di ciò che ho detto!? >>
<< Nessuno cadrà qui oggi, quello che propongo
è un semplice scambio. >>
<< Non se ne parla >> rispose Crowley
disgustato all'idea
di pensare ad Aziraphale immerso in una piscina di zolfo e fuoco.
<< Allora temo dovrà morire e a te
succederà probabilmente lo stesso. >>
Il tono con cui Gabriele aveva pronunciato quelle parole fece raggelare
le vene dei due che venivano considerati traditori, sembrava non
provasse pena o rimorso per quello che voleva fare, un comportamento
simile se lo sarebbero aspettati maggiormente da quelli dell'inferno.
<< Gabriele posso avere una parola con te prima di
decidere? >>
<< Ma certo andiamo. >>
I due si allontanarono a parlare in privato sotto lo sguardo di tutti,
Crowley era agitato, sentiva che c'era qualcosa di strano e pregava che
non succedesse niente ad Aziraphale, quando Gabriele tornò
era
da solo, il demone si allarmò subito credendo gli avesse
fatto
del male.
<< Dov'è Aziraphale!? Che cosa gli hai fatto?
>>
<< Calmati demone >> disse Gabriele alzando
i palmi verso
l'alto << il tuo caro amichetto ha preso la saggia
decisione di
fare come gli è stato suggerito. >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Scenderà all'inferno al posto tuo e tu
rimarrai qui. >>
Crowley sgranò gli occhi terrorizzato.
<< Cosa!? Ma io non ho accettato, lui non può
farlo!
>> si voltò per uscire a cercarlo ma venne
bloccato dalla
voce dell'arcangelo.
<< Se osi mettere piede laggiù lo uccideranno,
detto
questo decidi tu, ora andiamo cari colleghi abbiamo ben altro da fare
che ascoltare le lamentele di questo demone. >>
Non stava succedendo davvero, Aziraphale non poteva aver fatto di
testa sua e scelto la punizione peggiore che potesse capitargli,
avrebbero potuto trovare un modo per scampare alla morte, era
incredibile, si trovava nel luogo che aveva rimpianto ma non era
comunque felice e il povero angelo laggiù all'inferno era
terrorizzato, tutti lo guardavano male, con sospetto, lo spintonavano,
lo insultavano e poi faceva caldo troppo caldo ed era buio, Crowley
aveva ragione e ora poteva davvero capire come si sentiva imprigionato
lì dentro, solo qualche demone si dimostrò
fintamente
interessato a lui ma aveva la sensazione che presto avrebbero anche
loro rivelato il disprezzo che provavano.
Adamo ed Eva assaggiarono la mela ma a tentarli non era stato Crowley,
la spada di fuoco la trovarono in un angolo nascosta e la presero
portando con sé un'arma per difendersi, il mondo
iniziò
ad avanzare verso la sua fine e l'umanità
cominciò a
progredire ma erano solo all'inizio, tante le cose che sarebbero
successe nel vasto tempo che avevano davanti.
Più passavo i giorni meno idee gli venivano era ad un punto
morto, non trovava il modo di uscirne senza essere costretti a
diventare due fuggitivi per tutta la vita quando un bel giorno sentendo
parlare della razza umana gli venne un'idea, volò in fretta
dagli
arcangeli irrompendo alla loro riunione.
<< Fatelo diventare umano. >>
<< Cosa? Ma di che parli? >>
<< Che modi sono questi? >>
Tutti i presenti si lamentarono dell'irruenza di quel demone che
avevano
accettato vivesse tra loro anche se non faceva poi molto per rendersi
utile, ma che interrompesse anche le loro riunioni era inaccettabile.
<< Pensateci cosa c'è di peggio per un
immortale?
Diventare mortale, vivere una vita che sai che prima o poi
finirà senza poter fare uso dei tuoi poteri, vi assicuro che
per
me sarebbe peggio vivere come un umano piuttosto che rimanere qui.
>>
<< E' abbastanza ovvio chi vorrebbe vivere all'inferno?
Qui per
te è una pacchia, ma presto le cose cambieranno dovrai
iniziare
a darti da fare. >>
<< Sempre meglio che stare sulla terra, almeno so di
avere una
via d'uscita ma da mortale quale potrei avere? Anche per Aziraphale
è sicuramente lo stesso, è imprigionato
lì ma
volendo potrebbe sempre andarsene, escogitare un modo per scappare da
tutti. >>
Gli arcangeli si guardarono tra loro ponderando quelle parole che non
erano poi del tutto sbagliate.
<< E tu perché ci stai raccontando queste
cose, pensavo foste amici. >>
Crowley alzò e abbassò le spalle.
<< Sono pur sempre un demone e noi non abbiamo amici.
>>
Non era una decisione da prendere alla leggera anche perché
quel
diavolo poteva aver architettato tutto per riuscire a fargliela sotto
al naso, per cui ne parlarono a lungo, molto molto a lungo tanto da far
diventare Crowley veramente impaziente, discussero persino con quelli
del piano di sotto che rimasero sorpresi dal comportamento del loro ex
dipendente, se quello che aveva detto si fosse rivelato vero allora si
era comportato proprio da demone, così visto che malgrado il
duro
lavoro con cui costringevano l'angelo a darsi da fare sembrava quasi
tranquillo presero la decisione comunque di riammettere Crowley
all'inferno e Aziraphale sarebbe stato spedito sulla terra.
Nessuno dei due ebbe il tempo di pensare o decidere qualcosa in merito,
accadde tutto così in fretta senza perdite di tempo, quando
volevano gli angeli e i demoni sapevano essere davvero efficienti e
così quello che doveva essere il serpente tentatore
dell'Eden
ritornò negli inferi sotto la totale indifferenza di tutti
mentre l'essenza angelica di Aziraphale grazie a un potente miracolo
congiunto di tutti gli arcangeli venne spedita sulla terra e la sua
anima venne assegnata a un piccolo bambino che doveva ancora nascere.
I mesi passarono e presto le urla di quel neonato si sentivano acute in
tutta la stanza d'ospedale, piangeva come se fosse consapevole che gli
fosse stato fatto un torto o come se qualcuno avesse preso una
decisione al posto suo, la dottoressa e gli altri operatori
ridacchiavano stupiti non avevano mai sentito un bambino con una voce
così forte già da appena nato, le sue urla si
calmarono
una volta messo tra le braccia dei suoi genitori che lo guardavano
con amore e felicità.
Il bambino che venne chiamato Raphael non sapeva di essere speciale
mentre dormiva nella culletta insieme agli altri bambini all'interno
del nido dell'ospedale, ma lo avrebbe scoperto presto, infatti una
figura dalle grandi ali nere, i capelli lunghi arricciati in boccoli
rossi e gli occhi gialli si avvicinò a lui guardandolo
dormire.
<< Ti ho trovato angelo >> disse mentre con
una mano accarezzava la sua delicata testolina.
Nessuno poteva vedere il demone che seguiva l'infermiera mentre portava
Raphael nella stanza dove stava la sua mamma per prendere la sua
meritata poppata e tante coccole, il piccolo piangeva lungo il
tragitto, gridava la sua indignazione sentendo il suo povero pancino
vuoto che brontolava, Crowley gli si avvicinò.
<< Che caratterino >> disse ridacchiando e
il bebè
smise di piangere voltando la testina nella sua direzione, il demone
sventolò le dita in segno di saluto e il piccolo fece una
tenera
smorfietta.
Era giunto il momento per Raphael di lasciare l'ospedale e andare a
casa con la sua famiglia, giorno dopo giorno cresceva,
diventava sempre più forte e la sua natura si plasmava,
stava
crescendo con tutte le gioie e i fastidi dell'essere umano, c'erano le
cose belle come le coccole e i giochi e quelle brutte, il suo corpo lo
infastidiva con dolori improvvisi mentre altre volte cadeva o
inciampava e si faceva male, dura la vita di un mortale ma anche in
quei
momenti grigi c'erano sempre braccia pronte a tirarlo su e consolarlo,
e poi c'era Crowley.
Il demone non lo perdeva mai di vista, gli stava accanto proteggendolo
dai pericoli, gli raccontava storie e la sua preferita era quella di
un angelo e un demone che erano diventati amici, una volta cresciuto
dopo la fiaba che gli raccontavano i suoi genitori prima di dormire
aspettava sempre quell'ultimo racconto, il piccolo Raphael non sapeva
che quell'angelo era proprio lui occorreva tempo per ricordare chi
fosse davvero, nessuno sapeva come funzionavano queste cose nemmeno gli
arcangeli che era la prima volta che compivano quel genere di miracolo,
si erano solo limitati a levarselo dai piedi e punirlo.
Raphael stava diventando proprio un bel bambino, aveva capelli soffici
e di un biondo chiarissimo, gli occhi del colore delle pietre turchine,
la pelle candida ed era immensamente buono, certo anche lui a volte si
impuntava, era insicuro, faceva i capricci ma la sua natura non lo
tradiva mai, dava da mangiare agli uccellini, salvava ogni genere di
animale che trovava insetti inclusi, ed era sempre gentile con tutti.
Un giorno quando era diventato abbastanza grandicello per capire e
poteva esporre a voce tutti i suoi dubbi e le sue domande decise che
era giunto il momento di chiedere coraggiosamente quella che gli
tamburellava in testa già da un po'.
<< Tu sei il mio angelo custode? >>
domandò a Crowley che quasi cadde dalla sedia.
<< Io? Ti sembro forse un angelo? >>
rispose con la sua solita piccantezza.
<< Mmm in effetti no ma allora cosa...- >>
<< Puoi considerarmi come il tuo demone custode
>> disse facendogli un sorriso.
<< Demone...allora hai mangiato il mio angelo custode!
>>
urlò infilandosi sotto le coperte, Crowley alzò
gli occhi
al cielo e si avvicinò a lui, tolse la coperta e
incontrò
quegli occhioni azzurri che lo scrutavano curiosi e un po' spaventati.
<< Punto primo i demoni non mangiano gli angeli,
è
disgustoso sai e seconda cosa ti ho mai fatto del male o paura in
qualche modo? >>
Il bambino scosse la testa e si mise a sedere sul materasso.
<< Io lo sapevo che eri buono però in tv
dicono...- >>
<< Lascia perdere la tv angioletto dicono tante
stupidaggini. >>
<< E i libri...e le persone...- >>
<< E' molto più complicato di così,
è vero i demoni sono cattivi ma...- >>
<< Tu non lo sei però >> disse
Raphael e il cuore di
Crowley si sciolse, sospirò guardando verso il basso poi di
nuovo lui.
<< Ci sono così tante cose che non sai
piccolo. >>
Raphael si mise a giocare con le sue piume come quando era piccino.
<< Perché non me le racconti? >>
<< Un po' alla volta ok? Ora dormi che è
tardi. >>
Il bambino obbedì infilandosi di nuovo sotto le coperte,
allungò le manine verso l'alto e il demone capì
che cosa
voleva, si avvicinò per dargli un abbraccio ma quando stava
per
staccarsi quella delicata vocina lo fermò.
<< Crowley. >>
<< Mh? >>
<< Ti voglio tanto bene >> disse girandosi
d'un fianco e abbracciando la sua paperella di peluches.
Il demone rimase bloccato con gli occhi che diventarono umidi, gli
accarezzò i capelli.
<< Anche io angioletto. >>
Qualche anno dopo era giunto il momento di una bella gita avventurosa
organizzata dalla scuola, andarono in un bosco per studiare tutti gli
esseri viventi che lo abitavano, la giornata era ideale per una bella
passeggiata e tutti i bambini erano entusiasti, saltellavano e si
rincorrevano, mentre erano rannicchiati a osservare dei funghi
Raphael
vide una bella farfalla e la inseguì finendo poi per
perdersi.
Fortunatamente Crowley comparve al momento giusto facendogli passare la
paura di essere da solo in mezzo a così tanti alberi e
piante da
non riuscire a vedere l'uscita, si incamminarono tenendosi per mano e
dopo poco il demone cominciò a perdere la pazienza.
<< E' tutto uguale qui, dannate stupide foglie
>> disse
mentre se la prendeva con una pianta che cresceva rigogliosa.
<< Ti sei perso anche tu Crowley? >>
domandò il piccolo.
<< Io non mi sono perssso, figurati. >>
<< Hai paura? >> di nuovo una domanda da
parte del bambino che questa volta lo fece irrigidire.
<< Io non ho mai paura, sono un demone, una creatura
potente e sovrannaturale, posso trasformarmi in un..- >>
<< Serpente lo so ma non significa che non puoi avere
paura, non ti capita mai? >>
Crowley ci pensò su ed effettivamente c'erano stati dei
momenti
nella sua vita in cui aveva avuto paura, quando aveva rischiato di
perdere Aziraphale per esempio, quando era caduto e persino in quel
momento ne aveva una solo che dirla significava esprimere i suoi
sentimenti e per lui era difficile, non era una cosa che solitamente
faceva.
<< No mai >> mentì
perché non poteva certo dirgli che la sua paura
più grande era perderlo.
<< Io invece ho paura che una volta cresciuto tu te ne
andrai
>> disse il piccolo, Crowley si voltò a
guardarlo e il suo cuore
si spezzò vedendo quegli occhi colmi di lacrime, si
chinò e gli
strinse piano le spalle.
<< Non succederà mai angioletto, te l'ho detto
io starò sempre con te anche quando sarai grande.
>>
<< Promesso? >>
<< Ma certo. >>
Raphael alzò il mignolino per sancire in modo definitivo
quella promessa.
<< Ah dai questo è stupido e lo sai anche tu.
>>
Il piccolo però non aveva intenzione di mollare
così
Crowley strinse con il suo mignolo quello più piccolo
facendo
sbocciare un meraviglioso sorriso su quel faccino prima tanto triste,
finalmente poi riuscirono a trovare il resto della classe con le
maestre che già si erano attivate per cercarlo,
tornò a
casa soddisfatto di ciò che aveva raccolto e lo
mostrò
con fierezza ai suoi genitori che lo riempirono di abbracci e
complimenti.
<< Perché hai scelto proprio me?
>> domandò un giorno Raphael al demone.
<< Sei un bambino speciale angioletto te l'ho detto.
>>
Sul volto del bambino si disegnò un'espressione furba.
<< E visto che sono speciale e che domani è il
mio compleanno mi porti a volare con te? >>
<< Scordatelo, non se ne parla, se vuoi volare comprati
un
elicottero o una mongolfiera >> rispose il demone che se
ne stava
sdraiato sul lettino, il bambino si alzò dal
pavimento avvicinandosi a lui, gli saltò sulla pancia e
iniziò a
fargli gli occhioni dolci.
<< Ti prego, ti prego, ti prego. >>
<< Ho detto no, ma sei sordo? >>
<< Ti preeeeeegoo. >>
Crowley ringhiò incapace di resistere alle richieste di quel
piccolo e adorabile umano.
<< E va bene, va bene! Basta che la smetti, e
sarà solo per una volta chiaro? >>
<< Sì! >> strillò
Raphael stringendolo forte.
E così un altro bellissimo ricordo si aggiunse nella mente
del
bambino, ormai stavano diventando tantissimi e lui si divertiva a
disegnarli, i genitori la prima volta che videro un disegno chiaro che
rappresentava Crowley pensarono che era strano che Raphael avesse
disegnato una figura così scura ma era sempre immersa in un
sacco di colori, lui gli diceva che se l'era inventato e avevano
pensato si trattasse di un amico immaginario.
Quando cominciò ad andare alle medie Raphael venne preso di
mira
da alcuni ragazzini che gli facevano i dispetti, Crowley non poteva
restare a guardare mentre quei mocciosi se la prendevano con il suo
protetto così una volta mentre era sulla via di casa e come
al
solito venne raggiunto dai bulletti che lo circondarono dal cespuglio
uscì un enorme serpente che li costrinse a correre via
spaventati, Raphael si voltò e sorrise.
<< Crowley! >> esclamò
accarezzandogli la testa.
<< Andiamo a casa ometto >>
sibilò riprendendo le sue sembianze.
Andava già alle superiori quando avvenne un cambiamento che
proprio non si aspettava, quel pomeriggio era tornato a casa
più
tardi del solito, entrò in camera sua per posare lo zaino ma
lo lasciò
cadere con un urlo.
<< Che c'è!? >>
sbraitò Crowley che non si aspettava certo quell'accoglienza.
<< Cosa hai fatto ai capelli? E ai tuoi vestiti?
>>
<< Mi sono rimodernato un po', non ti piace?
>> domandò sulla difensiva.
<< No, cioè sì è solo
che è strano,
ero abituato a vederti con i capelli lunghi e...- >>
<< E ora ti abituerai a vedermi così.
>>
<< Certo ma non arrabbiarti. >>
<< Non sono arrabbiato! >> rispose acido
Crowley che si
aspettava almeno, non sapeva nemmeno lui che cosa davvero si aspettava
di ricevere ma non certo un urlo, aveva deciso di rimodernare il suo
look per adattarlo all'epoca in cui viveva, aveva portato quegli abiti
antichi troppo a lungo e anche se gli altri umani non potevano vederlo
a lui non importava.
<< Lo sembri >> lo stuzzicò
Raphael.
<< Mettiti a fare i compiti che è meglio
>> gli disse il demone.
<< Ma tu non dovresti dirmi di fare il contrario, tipo va
a mangiare caramelle o in sala giochi. >>
Crowley lo guardò per un istante studiando la sua
espressione.
<< Tu vorresti che fossi così?
>>
<< A me va bene come sei >> rispose Raphael
prendendo i
libri dallo zaino, visto che era si spalle non poté vedere
il
sorriso che si allargò sulle labbra del demone che era
felice di
aver costruito un rapporto ugualmente bello anche se ancora
non ricordava nulla e forse non lo avrebbe mai fatto.
Una sera Crowley sentì piangere all'esterno della casa,
uscì fuori trovando Raphael seduto sull'ultimo gradino che
si
stringeva le ginocchia e piangeva come una fontana, si sedette di
fianco a lui non sapendo se fosse giusto parlare o meno e soprattutto
non sapeva che cosa dire.
<< Hai intenzione di allagare il giardino?
>> decise che
puntare sull'ironia fosse una buona decisione, quando era piccolo
funzionava sempre.
<< Che cosa? >> domandò il
ragazzo pulendosi il naso con il dorso della mano.
<< Perché stai piangendo? >>
chiese Crowley.
<< Lascia stare... >> rispose Raphael.
<< Avanti sono tuo amico e sai che non potrei davvero
dirlo a nessuno. >>
<< E va bene >> iniziò
sospirando << prima ho
provato a baciare il ragazzo che mi piace ma lui mi ha rifiutato, ha
detto che gli piace un altro. >>
Crowley rimase in silenzio maledicendo il momento in cui aveva deciso
di fare domande, poteva starsene zitto e farsi gli affari suoi e invece
no così ora si trovava dentro una situazione che non sapeva
proprio come gestire, non era mica Cupido lui o un angelo dell'amore, o
qualsiasi altra cosa riguardasse problemi di cuore.
<< Che idiota >> brontolò
riferendosi all'altro ragazzo.
<< Senti Raphael non dovresti perdere tempo con queste
sciocchezze...- >>
<< Per te saranno sciocchezze! >>
urlò
alzandosi e correndo in casa, si tuffò sul suo letto
ricominciando a piangere con la consapevolezza che nemmeno quello che
aveva da sempre considerato il suo migliore amico lo capiva.
Il demone sbuffò consapevole di aver combinato un casino,
poteva
infischiarsene ma non aveva cuore di lasciarlo da solo a piangere
così rientrò anche lui guadagnandosi una
cuscinata in
pieno viso.
<< Vieni con me >> disse Crowley tirandolo
per il braccio.
<< Non voglio! >> si divincolò
Raphael.
<< Non fare storie e vieni ragazzino >> lo
tirò di
nuovo e questa volta Raphael lo seguì chiedendosi dove
volesse
portarlo, camminarono a lungo fino a un ristorante dove una coppia
stava litigando con l'aiuto di un miracolino demoniaco ovviamente,
mentre in un altro tavolo c'era un'altra coppia che si scambiava tenere
occhiate.
<< Lo vedi il mondo è pieno di gente che
litiga o che si
ama senza problemi, non sei il solo a cui capitano queste cose,
troverai anche tu la persona giusta un giorno se proprio ci tieni ma se
adesso te ne stai a struggerti per un idiota qualunque che non ti ha
voluto allora potresti non conoscere mai l'altra faccia della medaglia
capisci? >>
Raphael guardava quelle persone con ancora il segno di qualche lacrima
sul viso, certo il suo demone forse era stato un po' brusco ma non
aveva tutti i torti forse con il tempo le cose sarebbero migliorate
anche per lui e avrebbe potuto essere felice anche con un'altra
persona, guardò Crowley annuendo piano e lui
ringraziò
mentalmente qualcuno per avercela fatta.
I successivi anni passarono tra alti e bassi e ormai Raphael era
diventato un uomo adulto, aveva una libreria tutta sua e conviveva con
il suo compagno da qualche anno, per qualche strano motivo a Crowley
non faceva piacere vedere quei due insieme per questo se ne stava quasi
sempre alla larga comparendo solo quando l'altro non c'era.
<< Dico solo che questa persona non è quella
giusta per te. >>
<< Crowley per favore viviamo insieme ormai da tempo e
poi tu cosa ne sai, non sei nemmeno umano. >>
<< Ma ho vissuto tra voi per tanto tempo quindi so quello
che dico. >>
Raphael uscì dalla sua camera dirigendosi in cucina a passo
spedito, doveva preparare da mangiare e sistemare un po' il salone
prima ma il tutto risultava difficile a causa della costante presenza
del demone che
quella sera aveva deciso di tormentarlo come non aveva fatto mai in
tutti i suoi anni di vita.
<< Ascolta tu mi sei stato vicino da quando sono piccolo
e ti
ringrazio ma non puoi intrometterti così nella mia vita.
>>
Aprì il frigo iniziando a tirare fuori gli ingredienti che
gli servivano.
<< Aziraphale non sposarlo >> disse Crowley
deglutendo a
fatica, Raphael si bloccò voltandosi piano verso di lui.
<< Come mi hai chiamato? >>
<< Io...mi sono solo sbagliato >> scosse la
testa senza
avere il coraggio di guardarlo, gli era stato vicino lungo tutta la sua
esistenza, lo aveva visto crescere e diventare un adulto responsabile
ma il suo cuore non si era mai scordato di chi fosse davvero,
dell'angelo che aveva visto sulle mura quel giorno, delle loro
passeggiate, il bagno al mare, il bacio e quei sentimenti c'erano
sempre stati solo che li aveva seppelliti perché Aziraphale
non
esisteva più o meglio esisteva ma doveva percorrere la sua
vita
e quando aveva raggiunto l'età adulta e il suo viso, il suo
corpo somigliava anzi era praticamente identico alla sua forma angelica
i sentimenti sopiti erano risbocciati fuori e lui non aveva potuto fare
niente per impedirglielo.
<< Sai Crowley ho sempre avuto la sensazione che ci fosse
qualcosa che non mi hai mai raccontato, qualcosa che mi nascondi e che
io avrei tutto il diritto di sapere. >>
<< Nulla angelo...davvero >> disse
guardandolo negli occhi che erano adombrati dalla tristezza.
<< E allora perché stai facendo di tutto per
convincermi a
non sposarmi, cos'è un tentativo egoistico di tenerti sempre
legato a te o...- >>
<< Noi due potremmo... >> iniziò
Crowley.
<< Cosa? Cosa potremmo fare? Tu sei una creatura
ultraterrena io
un umano, non c'è niente che io te possiamo fare e ora se
non ti
dispiace devo preparami >> chiuse lo sportello del frigo
e corse
in camera sedendosi sul letto, iniziò a fare respiri
profondi
tentando di calmarsi, anche lui da parecchio tempo aveva iniziato a
sentirsi attratto da quel demone non solo in modo fisico ma in una
maniera più profonda quasi trascendentale, ma aveva
allontanato
quei sentimenti perché sapeva che non c'era nulla che
potessero
fare per cambiare la loro situazione, una volta calmato
tornò in
cucina.
<< Crowley io ho intenzione di sposarmi e vorrei che non
affrontassimo mai più questo discorso >> lo
disse
trattenendo il magone che rischiava di spezzargli la voce, il demone
annuì.
<< D'accordo angelo >> rispose lanciandogli
un'ultima occhiata ferita prima di allontanarsi.
Durante il matrimonio i loro occhi si incontrarono più di
una
volta, Crowley ovviamente ci era andato, aveva promesso che sarebbe
stato per sempre accanto al suo angelo e non aveva intenzione di
tradire quella parola, voleva essere lì nel caso si fosse
ricordato di tutto o se per miracolo fosse tornato ad essere lui, al
ricevimento Raphael si diresse lungo il giardino da solo per fare una
passeggiata, trovò Crowley seduto su una grande vasca di
pietra
con i piedi nudi immersi nell'acqua, fece anche lui la stessa cosa
senza dire una parola.
<< Il demone e l'angelo della tua storia lo facevano
spesso >> disse Raphael per rompere il ghiaccio.
<< Già...si divertivano molto quei due, mi
chiedevi sempre
se erano innamorati, mi tormentavi in continuazione >>
fece una
risatina colma di malinconia.
<< Perché tu non mi rispondevi mai, lo erano?
>>
domandò Raphael curioso di sapere se finalmente avrebbe
potuto
avere quella risposta.
<< Non ti rispondevo perché aspettavo me lo
dicessi tu. >>
<< Per me sì, erano innamorati
>> disse sorridendo
l'uomo, anche Crowley sorrise ma era un sorriso amaro, Raphael mosse il
piede andando a sfiorare quello di Crowley, rimasero lì a
sfiorarsi delicatamente senza più aggiungere una parola, non
servivano, si erano già detti tutto semplicemente con quel
gesto
che li aveva uniti in qualcosa che aveva un nome ma non un futuro,
però dietro quel semplice tocco c'era la promessa che non si
sarebbero mai lasciati, che sarebbero rimasti per sempre insieme fino
alla fine e così fu.
La cosa più dura di vivere accanto ad un umano quando sei
immortale è vederlo invecchiare, il marito di Raphael era
morto
anni prima e ora su quel letto c'era lui che era anziano e malato,
aveva avuto una bellissima vita che però stava per giungere
al
termine, Crowley non era mai stato così spaventato prima
d'ora,
aveva paura dell'ignoto non della morte in sé
perché
l'anima che abitava quel corpo non era una delle tante ma era quella di
un angelo, del suo angelo ma non sapeva che cosa sarebbe successo una
volta che avrebbe lasciato l'involucro fisico, poteva essere cambiata,
poteva non ricordarsi di lui, poteva persino sparire visto che
quell'incarnazione era frutto di un miracolo.
Troppe variabili sconosciute, incognite a cui non riusciva a dare una
risposta, un nome o altro e gli faceva dannatamente paura, guardava il
corpo di quell'anziano respirare lentamente e pregava che quel respiro
non fosse l'ultimo, aveva gli occhi lucidi, il cuore in gola e le mani
non smettevano di tremargli, ad un tratto Raphael aprì gli
occhi
e voltò lo sguardo verso di lui.
<< Mio caro Crowley... >>
<< Raphael >> maledisse la sua stessa voce
che era uscita
spezzata come se fosse lui a stare per morire, l'anziano
allungò
una mano verso di lui che Crowley prese subito stupendosi di quanto
fosse magra e sottile.
<< Che cosa ti prende mio caro? >>
domandò con un tono reso ruvido dalle ore di silenzio in cui
dormiva.
<< I-io...niente è che...ho paura
>> confessò
con le labbra che gli tremavano, alcune lacrime lasciarono i suoi occhi.
<< Ma tu mi avevi detto che non avevi mai paura, sono un
possente
essere sovrannaturale, mi posso trasformare in un enorme serpente
>> gli fece il verso provando a farlo ridere un po' come
faceva
lui quando era bambino, ma Crowley riuscì solo a fare un
lieve e
tirato sorriso.
<< Forse un tempo ero così, adesso non lo sono
più, tu sei lì e io non posso fare niente...-
>>
<< Crowley la morte è una cosa naturale, tu
meglio di tutti dovresti saperlo. >>
<< Ma non la tua Raphael >> pianse chinando
la testa e
appoggiandosi sul materasso, Raphael gli accarezzò i capelli
sottili passandoci in mezzo le dita, era assurdo che dovesse essere lui
a tirarlo su di morale, a consolarlo ma il suo cuore non riusciva a
smettere di piangere.
<< Se tu non fossi esistito la mia vita non sarebbe stata
la
stessa, ho avuto un amico sin dai primi giorni di vita, mi facevi
ridere, mi raccontavi storie, giocavi con me e soprattutto mi hai
sempre protetto. Sono stato una persona così felice e tu hai
vissuto tutto quanto, io ti devo tutto e lo so che c'è
qualcosa
che ti ha sempre tormentato ma nonostante questo non me lo hai mai
fatto pesare, ma ora ti prego lascia che faccia io una cosa per te
>> provò a muoversi, Crowley alzò
il viso tentando
di farlo rimanere sdraiato ma lui volle alzarsi, spinse piano sul petto
del demone invitandolo a sedersi, rimase appoggiato con le mani su
quelle spalle giovani e forti, lo guardò dritto in quegli
occhi
tanto gialli e luminosi e si chinò posandogli un bacio sulla
fronte, una lacrima cadde dai suoi occhi.
<< Grazie Crowley >> sussurrò a
pochi centimetri dalla sua pelle.
<< No...non farlo >> pregò il
demone prendendogli le mani tra le sue.
<< Se non ci vedremo mai più...-
>>
<< Oh Crowley se non ci vedremo mai più tu
devi sapere che
mi hai reso prima il bambino e poi l'uomo più felice del
mondo,
non so cosa succederà ma tu devi andare avanti e non essere
triste, non essere triste mio caro una parte di me vivrà
sempre
con te >> si rimise seduto sul letto e poi sdraiato
aiutato dal
demone che lo abbracciò.
<< Ora devi dormire >> gli disse Crowley
con la voce rotta,
Raphael staccò le braccia dal suo collo ma poi lo
fermò.
<< Crowley. >>
<< Dimmi. >>
<< Ti voglio tanto bene >> e detto questo
le sue braccia scivolarono via del tutto cadendo sul materasso.
<< Anche io angelo, anche io non sai quanto
>> pianse
appoggiandosi con la testa sul suo petto e abbracciando quel corpo ora
mai senza vita, si addormentò con i residui di lacrime che
gli
rigavano le guance quella notte non sognò niente rimase
sopito
in quel limbo senza trovare il coraggio di svegliarsi, fu una luce che
gli centrò in pieno il viso a costringerlo ad aprire gli
occhi.
<< Dannato sole >> brontolò con
voce roca.
<< Dovrei prenderlo come un complimento? >>
Crowley per un attimo pensò di essere totalmente impazzito,
non
era possibile che sentisse una voce dietro di lui, una voce che
somigliava tanto a quella di qualcuno che aveva
perso, effettivamente una luce c'era ma non proveniva dalla
finestra così decise di voltarsi e quasi non gli venne un
colpo,
saltò giù dal letto con uno scatto.
<< Aziraphale! >>
L'angelo annuì sorridendo, e come brillava quel sorriso.
<< Ma come, cosa...io non capisco >> si
voltò a
guardare il corpo sul letto e poi l'angelo che aveva davanti, era lui
in tutto e per tutto con la sua veste bianca, le ali grandi e candide e
quell'aura così luminosa che lo avvolgeva facendolo sembrare
un'enorme e meravigliosa stella.
<< So quello che hai fatto per me Crowley.
>>
<< Sì ma non avevo certezze di cosa sarebbe
successo poi >> disse il demone sentendosi colpevole.
<< Oh mio caro Crowley >> si
avvicinò << tu mi
hai salvato, sarei sicuramente morto per davvero all'inferno, hai fatto
l'unica cosa che ti sembrava giusto fare e ha funzionato.
>>
<< Se non avesse funzionato invece? >>
domandò con quel lieve panico che lo attanagliava.
<< Mi avresti comunque regalato una seconda
opportunità,
quello che ti ho detto quando ero un umano è vero, ho
vissuto
una bellissima vita e tutto grazie a te, mi sei stato accanto, non mi
hai abbandonato e questo non era scontato, avresti potuto rimanere
all'inferno e fare il demone quando invece mi sei rimasto vicino ogni
giorno, e a volte probabilmente ti sarai anche annoiato o io forse ti
ho fatto soffrire. >>
<< Non me ne importa niente angelo, sei qui
>> corse ad
abbracciarlo e finalmente poté risentire l'essenza e il
profumo
di quella cratura che aveva amato sin dal primo giorno, Aziraphale
ricambiò l'abbraccio accoccolandosi a lui senza paura o
timore
ed era così bello lasciarsi andare.
<< Da umano non ho avuto il coraggio di farlo ma avrei
tanto voluto dirti una cosa. >>
<< Cosa? >>
<< Sono innamorato di te >>
confessò mentre la sua
essenza vibrava e anche quella di Crowley si illuminò
all'istante.
<< Quindi ciò significa che anche quando eri
umano tu... >>
Aziraphale annuì sorridendo dolcemente.
<< Lasciami solo occupare di una cosa poi ti spiego tutto
>> disse avvicinandosi all'uomo che era stato, mosse una
mano
tenendola sollevata lungo il corpo che si riempì di luce e
poi
svanì in una miriade di puntini luccicanti.
<< Che cosa hai fatto? >>
domandò il demone.
<< Gli ho dato una nuova possibilità
trasformandolo in
anima, ora può scegliere liberamente che cosa vuole fare.
>>
Il demone sorrise avvicinandosi a lui.
<< Sempre il solito angioletto >>
ridacchiò ma era felice e sperava davvero che quella nuova
anima avrebbe deciso di cogliere l'opportunità.
<< Ma adesso come facciamo con i nostri capi?
>> chiese Crowley.
<< Non c'è nessun problema, c'è un
regolamento per
questo genere di miracoli e io avendo fatto l'esperienza più
difficile per una creatura ultraterrena posso scegliere liberamente
cosa
fare e con chi voglio passare il mio tempo e tu sei automaticamente
intoccabile. >>
<< I-Io? >>
Aziraphale rise.
<< Con chi altro dovrei voler vivere
l'eternità? >>
Risero entrambi e tenendosi per mano volarono verso il cielo, il
giardino non esisteva più ma loro trovarono un altro posto
in
cui vivere la loro esistenza e ogni volta che cadeva l'anniversario
Crowley portava un fiore in quel luogo dove anche se solo
spiritualmente
era seppellito il corpo di quello che era stato Aziraphale domandandosi
se quell'anima aveva alla fine deciso di scendere sulla terra, poi si
voltava verso il suo bellissimo angelo ricordandosi di quel giorno in
cui lo aveva visto sulle mura, lo prendeva per mano e insieme
passeggiavano verso la loro piccola e accogliente casa, quel giorno un
bambino corse a riprendere la sua palla che era caduta nel loro
giardino.
<< Come ti chiami piccolo? >>
domandò Aziraphale.
<< Rafael >> rispose il piccolo
<< sono qui in vacanza con i miei genitori.
>>
<< Oh piacere di conoscerti >> disse
Aziraphale, Crowley
fece un cenno con la testa poi entrambi si guardarono scambiandosi un
sorriso complice, la vita a volte era proprio strana e incomprensibile,
faceva dei giri immensi e sembrava così grande e spaventosa
ma
trovava sempre il modo di far combaciare tutto e far incontrare le
anime
che erano destinate a conoscersi.
Crowley e Aziraphale si scambiarono un dolce bacio prima di rientrare
in casa e sedersi sul loro divano ammirando il quadro che Crowley si
era fatto dipingere, rappresentava delle mura con un angelo guardiano e
più sotto c'era un serpente, quello era l'inizio mentre la
fine
era ancora tutta da decidere.
Fine
Ps: Grazie a tutti per essere arrivati fin qui, spero che la storia vi
sia piaciuta, il titolo è preso dalla canzone "Hello Hello"
di Elton John.
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