La ballata dell'amore cieco

di Sofifi
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Farewell swing
 
 
Pelle contro pelle – è un errore.
O forse è solo una preghiera, la preghiera di due ragazzi che non vanno a messa da un pezzo e non ricordano neppure il Padre Nostro. Una preghiera disperata in cui io ripeto il tuo nome – Simone, Simone, Simone – e lei qualche frase di circostanza alla cazzo, manco fossimo davvero in un corteo funebre e non nudi sul mio letto a una piazza.
Sopra al suo seno lo sussurro – Simone – e lei risponde tra i miei capelli – Mi manca.
Piangiamo insieme lacrime amare e, già che ci siamo, scopiamo. In tuo onore, Simone. Lo facciamo in tuo onore.
Laura non ne sa nulla, dorme tranquilla nell’appartamento che affitta assieme a Susanna. Non c’è neppure bisogno di mentire: lei si fida quando la sua ragazza le dice che viene da me, si fida e basta.
Abbiamo imparato ad approfittarcene, a non farci scrupoli – come hai fatto tu con noi, lasciandoci soli. Abbiamo imparato a ritrovarti – sì, senza il tuo consenso – nelle ombre, nei ricordi, negli odori… Pur di non farti fuggire abbiamo dimenticato noi stessi e, la morale, l’abbiamo gettata nel cesso.
Siamo cambiati, Simone, e in fondo lo sappiamo. Adesso siamo due persone che non avresti mai amato.
Pelle contro pelle – è sbagliato.
O forse è solo un modo per affondare o affrontare assieme la tua mancanza. Annego tra le sue cosce morbide ma il suo sapore non mi piace – è così diverso da te.
Solo quando ci baciamo mi pare di ritrovare per un momento una parte di noi, Simone, ma l’unica parte rimasta sono io stesso e allora mi viene da vomitare – eppure resto. Resto appiccicato a quel corpo sudato, riconfermandomi carnefice e vittima nel nostro imprudente gioco d’azzardo. Macchio e rimango macchiato.
È tradimento, Simone, una colpa oscena. E sapere che non hai mai sopportato Laura non ci conforta per nulla; dopotutto siamo consapevoli che saresti stato dalla sua parte, questa volta. Saresti stato dalla parte giusta, come sempre, al contrario di me. Non ho fatto altro che ballare sull’orlo di un precipizio, per tutta la vita, e adesso – Adesso sono in caduta libera.
Pelle contro pelle – è peccato.
O forse è solo il modo in cui proviamo a posticipare l’inevitabile, perché in fondo il rispetto e gli ideali non sono nulla quando sei a una finestra di distanza dalla morte.
Quando ti penso vorrei soffocare ma… Vivo al quarto piano, potrei fare un ultimo tuffo di testa. Basta che lei non si ammazzi per prima, basta che non lo faccia da sola come un’egoista.
Guardaci, ci distruggiamo assieme su questo letto sudato.

 
 
*

 
 
Pelle contro pelle, mano nella mano.
Saltiamo.










 




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