Shadows Of Gaia

di ArrowVI
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Capitolo 14-8: Luciana [1-2]


Vermilion non riuscì a credere che quei due ragazzi stessero sprecando tempo importante che avrebbero dovuto usare per allenarsi, andando alla ricerca di cibo.
Avrebbe potuto obbligarli a seguire i suoi ordini, ma se c'era una cosa che non le piaceva era obbligare qualcuno a fare qualcosa che non volessero fare.
Per questo motivo continuò a seguirli, sbuffando e mostrando loro dei bronci infastiditi, quando si voltavano verso di lei.


<< Sapete che non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione, vero? >>
Disse ai due ragazzi, incrociando le braccia davanti al petto.

Neptune quindi si voltò verso di lei, ridacchiando e muovendo un dito con fare saccente.

<< No-no, mia cara Vermilion. Mangiare è altrettanto importante negli allenamenti. >>
Le rispose, ma quelle parole non sembrarono convincerla.

<< Allenarsi con uno stomaco vuoto non è decisamente la strada da percorrere, è difficile dare il massimo quando si è senza energie! >>
Continuò.

<< Non hai torto, ma comunque non riesco a levarmi dalla testa la sensazione che vuoi evitare a ogni costo l'allenamento e sprecare tempo. >>
Controbatté la ragazza.
Neptune ridacchiò, ricordandole che anche lui vivesse ad Avalon e che la sua distruzione avrebbe danneggiato anche lui.

<< Non ho intenzione di causare alcun problema o di andare contro di voi. Siamo nella stessa barca, Vermilion. Smetti di essere così sospettosa di me, per favore. >>
Aggiunse subito dopo, mostrando finalmente una espressione seria.

Nonostante avesse ancora qualche dubbio, Vermilion decise di non rispondere nulla.


<< In ogni caso. Cosa vorreste mangiare, quindi? Non penso sia necessario io vi ricordi che tutti gli chef di palazzo sono stati evacuati. Al momento nelle cucine non c'è nessuno. >>
Spiegò la ragazza.
Una espressione sorpresa e sbalordita apparve rapidamente nel volto di Michael, che non aveva assolutamente pensato a quel dettaglio.
Neptune, però, ridacchiò.

<< Ah non preoccuparti. Dubito abbiano preso anche le materie prime per cucinare, quindi sono sicuro possiamo fare qualcosa. >>
Disse il ragazzo.

<< Hai ragione. >>
Confermò Vermilion.

<< Le materie prime sono ancora nelle cucine, ma a meno che qualcuno di voi sia in grado di cucinare, ho paura dovremo tornare indietro a stomaco vuoto. >>
Non appena disse quelle parole Neptune la fissò con uno sguardo confuso, forzato, mentre si trattenne dallo scoppiare dal ridere.

<< Eh? Pensavo tu fossi in grado di cucinare? >>
Quella domanda colse Vermilion completamente impreparata, che fissò il ragazzo davanti a se per qualche istante senza proferire parola.


<< Cosa... Cosa ti ha fatto pensare che io sia in grado di cucinare? >>
Gli domandò, non riuscendo a capire quale fosse il senso delle parole di Neptune.

<< Beh, ho dato per scontato tu potessi farlo perché... Insomma... >>
Le rispose, ridacchiando tra se e se, mentre uno sguardo furioso si fece rapidamente largo nel volto della ragazza.

<< Finisci quella frase e ti assicuro che te ne pentirai. >>
Ruggì la ragazza, avvolta da un'aura rossa e focosa.

Divertito, Neptune rispose che stesse solamente scherzando.


In quell'istante Michael attirò l'attenzione dei suoi due compagni.

<< Uhm... Io so cucinare. >>
Quelle parole colsero entrambi alla sprovvista.

<< Potresti ripetere? >>
Domandò Vermilion, con una espressione confusa.

In quell'istante Neptune afferrò il braccio di Michael, trascinandolo insieme a se verso le cucine.

<< Problema risolto! Andiamo! >>
Esclamò, divertito, ignorando le richieste di Michael di lasciarlo andare.



Non appena i tre raggiunsero le cucine cominciarono a guardarsi intorno alla ricerca di materie prime da poter usare.
Michael non era esperto di ciò che fosse usato nel palazzo, quindi decise di prendere ciò che gli sembrò familiare e mise a buon uso le cose che suo zio gli insegnò.

Due ore dopo, finalmente tutto era pronto e il ragazzo presentò i due piatti ai suoi compagni.
Le descrizioni del ragazzo non erano decisamente tra le migliori che Vermilion avesse mai sentito, e Neptune a malapena fu in grado di trattenersi dal ridere.

<< Non saranno al livello dei piatti preparati dagli chef di palazzo, ma credo siano comunque rispettabili... Spero. >>
Continuò Michael, grattandosi il capo.
Il primo ad assaggiare i suoi piatti fu Neptune, che dopo un po' di diffidenza mostrò rapidamente una espressione sorpresa.

<< Huh. >>
Esclamò dopo poco.

<< Non è per niente male. >>
Continuò, divorando rapidamente la sua parte.

Vermilion, anche lei diffidente, assaggiò i piatti preparati da Michael con aspettative piuttosto basse, mentre il ragazzo continuò a fissarla aspettando intensamente il suo giudizio.

<< Non è terribile quanto le tue descrizioni. >>
Disse subito dopo.

<< Sette su dieci. >>
Concluse, continuando a mangiare.
Per Michael, quella fu comunque una vittoria.



Durante la loro pausa, Mike decise di domandare a Vermilion se quello fosse o meno il suo vero nome e, sorpresa da quella domanda, la ragazza gli rispose che fosse solamente un titolo.

<< Quando ottenni il titolo di membro delle Quattro Galassie, mi domandarono che "nome" volessi usare. Non avevo ancora deciso, quindi usai la prima cosa che mi venne in mente. >>
Spiegò la ragazza.

Quel nome suonò familiare a Michael che, toccandosi il mento, cominciò a pensare a dove l'avesse già sentito.

<< Vermilion... Oh, era il nome della protagonista di una storia per bambini, giusto? >>
Le domandò, ricevendo rapidamente una risposta positiva.

<< E' carino, mi piace. >>
Aggiunse subito dopo, Michael, sorridendo.

<< E' infantile. >>
Aggiunse Neptune, con tono divertito.


Avvolta ancora una volta da quell'aura rossa e focosa, Vermilion fissò Neptune con uno sguardo furioso.

<< Soffoca con il cibo e chiudi il becco. >>
Ringhiò, mentre Neptune continuò a ridacchiare tra se e se.


Fu in quell'istante che Michael decise di domandarle quale fosse, quindi, il suo vero nome. Da quando arrivò a Magnus tutti la chiamarono "Vermilion", e nessuno usò un altro nome, per lo meno non davanti a lui.
Anche Neptune sembrò incuriosito dalla domanda di Michael, e cominciò ad ascoltare in silenzio la discussione dei due ragazzi mentre continuò a mangiare senza attirare l'attenzione su di se.
Dopotutto, Vermilion aveva rivelato a ben poche persone quale fosse il suo vero nome, e lui non era in quella lista.


All'inizio la ragazza sembrò sorpresa da quella domanda. Fissò il vuoto per un istante, poi sospirò.

<< Luciana. Sono in pochi a chiamarmi così, ormai. Non sono più abituata a essere chiamata in quel modo. >>
Rispose Vermilion.

<< E'... Piuttosto triste. >>
Aggiunse Michael, ma Vermilion non sembrò per nulla disturbata da quel fatto.

<< Ci ho fatto l'abitudine. Non che "Luciana" sia comunque il mio vero nome, in ogni caso. >>
Quelle parole colsero entrambi i ragazzi alla sprovvista, e fu Neptune a fare la domanda a cui anche Michael pensò in quel momento, per primo.

<< Non hai detto di chiamarti "Luciana"? >>
Le domandò.

Vermilion sospirò ancora una volta.


<< Soffro di amnesia. Il mio villaggio venne attaccato da Ifrit quando ero molto piccola, e a causa dei traumi ho bloccato quei ricordi involontariamente. "Luciana" non è il mio vero nome, ma quello che mi venne dato il giorno che arrivai all'orfanotrofio. >>
Spiegò Vermilion.

Le sue parole attirarono l'attenzione di Neptune.

<< Oh ora capisco. Sei cresciuta nell'orfanotrofio in cui sei solita andare, giusto? >>
Vermilion annuì davanti alla domanda del ragazzo.

<< Torno li di tanto in tanto per vedere come vanno le cose, se posso aiutare o meno. Era la mia casa, dopotutto. Sono cresciuta li dentro. >>
Le parole di Luciana in qualche modo risuonarono con Michael. O, per lo meno, in parte.

<< Neanche io ricordo i miei genitori. >>
Disse Mike, attirando l'attenzione della ragazza, mentre abbassò lo sguardo e mostrando una espressione dispiaciuta.

<< Mia madre è morta dopo avermi messo alla luce, quindi non ho alcun ricordo con lei... Solamente qualche foto a casa di lei e mio zio. Mio padre, invece... Beh, lasciamo perdere. >>
Continuò subito dopo.


Vermilion sospirò, con occhi persi nel vuoto e sofferenti.

<< Dopo la disgrazia del mio villaggio, ho perso tutta la mia famiglia. Non tornò mai nessun parente a prendermi all'orfanotrofio. Sono sicura di essere rimasta da sola ormai. Tu per lo meno avevi tuo zio. >>
Il suo tono era debole e piccolo, a differenza del suo classico modo di fare estroverso e aggressivo. Neanche Neptune ebbe il fegato di dire qualcosa, in quel momento.


Sentendosi in colpa per aver portato a galla quell'argomento, Michael cominciò ben presto a scusarsi con la ragazza, dicendole che non fosse stata sua intenzione quella di metterla a disagio.
Sorpresa da quella reazione, Vermilion gli disse rapidamente di non preoccuparsi e che andasse tutto bene. 
Decidendo di cambiare argomento, Michael le domandò in che modo avrebbe dovuto chiamarla.


<< Come preferisci, suppongo. >>
Disse la ragazza, bevendo poi un sorso d'acqua.

<< Non ho alcuna preferenza. Vermilion o Luciana per me non importa. >>
Aggiunse subito dopo.


Le parole che disse subito dopo colsero Vermilion completamente alla sprovvista, lasciandola per qualche istante senza parole.

<< Allora posso chiamarti Lucy? >>
Non appena le fece quella domanda, Vermilion fissò Michael in silenzio per qualche secondo senza muovere neanche un muscolo, con uno sguardo confuso e sorpreso.

Neptune cominciò a ridere sotto i baffi.

<< Che c'è ho detto qualcosa di strano? >>
Domandò Michael subito dopo, notando l'espressione che apparve nel volto della ragazza.

<< N-No va tutto bene è solo che... >>
Balbettò dallo stupore.
Poi il suo sguardo si fece ancora una volta amaro.

<< L'unica persona che mi chiama in quel modo, ormai, è Ehra. E' passato molto tempo dall'ultima volta che qualcun altro mi ha chiamata così. >>
Spiegò la ragazza.

<< Oh, Ehra ti chiama "Lucy" eh? Chi altro ti chiamava così? >>
Domandò Michael, incuriosito dalla risposta della ragazza.



Il volto di Vermilion divenne rapidamente cupo e il suo sguardo, seppur fosse rivolto verso Mike, era perso nel vuoto e nei suoi ricordi.

<< Il mio... Vecchio gruppo... >>
Borbottò, con un tono di voce ancora una volta basso e debole.

In quell'istante la ragazza si alzò di scatto dalla sedia e diede rapidamente le spalle ai due ragazzi.

<< Scusate, non credo di avere più fame. Vado a fare due passi. >>
Disse, incamminandosi senza dare la possibilità a Neptune o Michael di rispondere.


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Fine del capitolo 14-8, grazie di avermi seguito e alla prossima con il penultimo capitolo di questo volume!

 





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