Un viaggio inaspettato

di Pici 85
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    Akane aprì gli occhi poco prima dell’alba, pronta per affrontare al meglio quello che si prospettava essere un magnifico primo giorno di vacanza estiva. Aveva organizzato tutto alla perfezione: si sarebbe alzata presto la mattina per la sua consueta corsetta; lungo il percorso si sarebbe fermata nello spiazzo sterrato, “accampamento di Ryoga”, così come lo aveva ri- battezzato lei, per allenarsi su alcuni kata; sarebbe tornata a casa per un bagno caldo e una sana e ricca colazione preparata dalla sua amabile sorellona Kasumi; avrebbe incontrato Yuka e Sayuri per un po' di shopping al centro commerciale e, insieme, avrebbero fatto tardi per visitare il nuovo parco giochi aperto giù in città. Nelle settimane a seguire, avrebbe proposto alle sue amiche qualche giornata al mare e una serie di escursioni nelle località poco distanti da Tokyo.
Tutto, ma proprio tutto, doveva escludere dai sui impegni quel baka per l’intera estate.
Chissà… magari gli sarebbe pure mancata. 
 
“No, no, no e ancora NO! Smettila di pensare a quello stupido”.
 
Si era ripromessa che, durante i mesi estivi, avrebbe pensato solo a se stessa. Gli ultimi due anni erano stati così caotici tra fidanzamenti e matrimoni non richiesti, liti, combattimenti, baci della morte, okonomiyaki esplosive, avventure delle più disparate e chi più ne ha, più ne metta, e aveva finito per perdere se stessa. Diamine, aveva rischiato la vita, o meglio, era praticamente morta, sul Monte Hooh. 
Aveva bisogno di ritrovarsi…. Doveva ritrovarsi. E l’unico fattore comune a tutte le sue “disgrazie” era lui: Ranma. Per causa sua, diretta o indiretta, la sua esistenza era stata totalmente stravolta. Certo, si trattava di una vita meno noiosa ma, sicuramente, più complicata. 
Basta confusione a scuola e in palestra; basta gelosia; basta fidanzate che spuntano fuori come funghi; basta sentirsi umiliata ad ogni suo “Maschiaccio” o “Non sei per niente carina”; basta dei, folli chimere di Jusenkyo ossessionate dal proprio nome, leggi cinesi vecchie di secoli, pazze svitate con la passione per la chimica ( soprattutto pozioni paralizzanti) e racconti di carretti di crêpes rubati: doveva cercare di non andare in escandescenze e tirarsi fuori dai giochi per un po' per riprendere in mano la sua vita.
Ma, come riuscirci con un baka come lui in casa? Semplice: aveva deciso che, per tutte le vacanze, avrebbe evitato, per quanto più possibile e nei limiti legati alla convivenza forzata, il suo non-scelto promesso sposo sperando che bastasse. Non che volesse escluderlo dalla sua vita, sia chiaro, ma aveva proprio bisogno di tempo per se stessa.
 
   Indossò i suoi shorts neri, una canotta gialla, le scarpe da jogging e, dopo un po' di stretching, iniziò il tragitto cercando di mettere a tacere la sua mente.
 
   L’unico suono udibile all’interno del dojo al suo rientro, era l’eco, inconfondibile, del dolce canticchiare dell’angelo del focolare di casa Tendo, la quale, come prevedibile, si trovava in cucina a preparare alcuni dei suoi manicaretti.  Anche Nodoka era in cucina per dare una mano a Kasumi. Da quando si era unita alla sua stramba e imprevedibile famiglia, la vita era migliorata per tutti in casa. Le tre sorelle potevano contare su una figura femminile adulta e materna pronta a dispensare buoni consigli, abbracci e, perché no, sostituire Kasumi nelle faccende domestiche. Ranma poteva colmare i vuoti legati all’assenza di una madre durante l’infanzia e creare nuovi ricordi. Il sig. Genma, Soun e il vecchiaccio avevano qualcuno che, finalmente, riusciva a tenere a bada i loro folli propositi con la sola presenza di una katana in spalla. Beh… Forse per loro la vita non era proprio migliorata. 
 
- Akane, buongiorno! Come è andato il tuo allenamento mattutino?– dissero in coro le due sfoggiando un sincero sorriso. 
 
- Ciao Kasumi. Ciao zietta. Molto bene grazie. Mi rinfresco un attimo e scendo a darvi una mano-rispose Akane con altrettanta solarità.
 
- Non ti preoccupare sorellina. Abbiamo quasi terminato- concluse la maggiore sperando che, la giovane delle Tendo, non insistesse ulteriormente nel voler preparare una delle sue schif…. Ehmmm… Una delle sue “particolari” pietanze. Cercava sempre di spronarla e di aiutarla nel cucinare ma, quel giorno, proprio non aveva tempo da dedicarle ne abbastanza cibo da sprecare in vani tentativi.
 
- Oh… D’accordo. Mi spiace ma oggi c’è una così bella giornata che ho deciso di seguire  un percorso più lungo del previsto- disse Akane sinceramente delusa e rammaricata, mentre l’altra tirava un sospiro di sollievo pensando di essere riuscita a salvare da prematura morte per avvelenamento tutta la famiglia per l’ennesima volta.
 
   Il bagno fu lungo e rigenerante. Avendo ancora un po' di tempo a disposizione e volendo fare le cose per bene, decise che poteva concedersi un’altra bella secchiata di acqua gelida: prese il soffione della doccia, si girò per dosare l’acqua fredda e all’improvviso un tonfo la costrinse a voltarsi. 
 
Lui. 
 
L’oggetto di quelli che erano stati i suoi pensieri di primo mattino, era li.
 
Nudo.
 
Era steso a terra, in un’improbabile e contorta posizione, con un gocciolone di sangue colante dal naso e un mini asciugamano miracolosamente salvo ancora in mano. E, per tutti i kami, era stupendo anche in quella posizione assurda che ricordava tanto un quadro di un famoso pittore spagnolo.

“Akane ora si che ti serve la doccia fredda… Molto fredda” - si disse.
 
Era ormai un clichè tra loro ritrovarsi nudi in bagno per meno di un minuto, giusto il tempo necessario affinché Akane caricasse il suo destro e decidesse su quale pianeta spedire il suo fidanzato. Tutte le volte così ma non questa. 
Visto quanto si era ripromessa, con una non studiata, ne tantomeno voluta, sensualità, raccolse l’asciugamano per avvolgerlo alla bell’e meglio sul suo corpo; con lentezza, si avvicinò a quelli che sembravano essere i resti pietrificati del suo fidanzato e si inchinò fino a ritrovarsi viso a viso con il suo.
 
         - Ranma, avrei bisogno di altri dieci minuti: potresti, GENTILMENTE, uscire?- disse lei, digrignando i  denti per placare la rabbia e mostrando una strana smorfia che, a suo sentire, si trattava di un sorriso.
 
         “Ehi… Ma ti pare che io voglia rimanere qui a guardare una ragazza nuda piatta come una tavola, con i fianchi larghi e senza un briciolo di sex appeal come te?”- pensò di stuzzicarla lui senza riuscire a proferire parola.
Nei meandri più nascosti della sua mente e del suo cuore, c’era sempre una vocina che, nonostante i suoi sforzi per ignorarla, incessantemente e in modo sempre più insistente, urlava che, si, in fondo non pensava tutte quelle cose di Akane, anzi… Forse l’idea che, un giorno molto, ma proprio molto lontano, avrebbe potuto sppppppppoooooo…spppppooossss… Insomma, accontentare suo padre e Soun, non era poi così male. Ahhhhhh…. Ma che andava a pensare ora?
 Ancora troppo stordito dalla visuale della sua belliss…Ehmmm… di quella racchia, strisciò fino all’uscita, incapace di tirarsi su o, anche solo, di parlare. Con quel poco di lucidità che gli rimaneva si rese conto che, a differenza del solito, non stava volando per i cieli di Nerima ed era uscito dal bagno con le sue gambe…. O quasi.
 Che stava succedendo? Forse si stava avvicinando la fine del mondo? Era in corso un’invasione aliena o un’orda di zombi lo aspettava fuori dalla porta? Oppure, forse, la sua fidanzata aveva in mente una delle sue rinomate quanto infantili e inconcludenti idee per allontanarsi da lui?
“Tsz… Che faccia quello che vuole quella stupida ”- pensò, fingendo perfino con se stesso che non gli importasse e dirigendosi in cucina per la colazione.
 
    Pienamente soddisfatta del suo furo e segretamente compiaciuta della reazione avuta poco prima in bagno, Akane indossò un abitino azzurro cielo nuovo di zecca, regalo della zietta Nodoka. Sembrava esserle stato cucito addosso. Cadeva morbido sui suoi fianchi valorizzandone la linea e aveva uno scollo a barca che esaltava il collo, le spalle e dava risalto al seno, forse un po' troppo per i suoi gusti. La gonna ampia si fermava all’altezza del ginocchio e le pieghe regolari svolazzavano ad ogni passo dandole una sensazione di leggerezza e spensieratezza. Ci abbinò un semplice saldalo bianco e, infine, passò un leggero strato di gloss sulle labbra rosee. Si compiacque rimirando la sua immagine riflessa e, fiera del risultato, scese di sotto.
 
Il primo  ad accorgersi della sua presenza in sala da pranzo fu, manco a dirlo, Ranma. Percepì, quasi come un lieve tocco, lo sguardo di lui che dalle caviglie risaliva lentamente fino ai fianchi, insisteva sulla scollatura e si fermava sulle labbra lucenti. Quando i loro occhi si incrociarono, ad entrambi tornò in mente l’immagine dell’altro nudo come poco prima in bagno e, sgranando gli occhi e arrossendo fino alla punta dei capelli, rivolsero la testa in direzioni opposte totalmente incapaci di sostenere ulteriormente lo sguardo dell’altro. 
 
- Che c’è ragazzi, è successo per caso qualcosa? Scommetto  che vi siete visti un’altra volta nudi, non è vero cognatino?- disse Nabiki con una smorfia sorniona. L’astuta mezzana aveva centrato il punto ancora una volta e, come sempre, cercava di metterlo in imbarazzo più di quanto non fosse già. Come accidenti ci riusciva? Sembrava quasi che la vipera avesse la capacità di leggere nel pensiero. Ranma era convinto che l’intera casa fosse tappezzata di telecamere e cimici ma, per quanto avesse cercato, ancora non aveva prove. 
 
- Sta zitta serpe- sbuffò lui lanciandole uno sguardo di fuoco.
 
Ancora in soggezione, Akane si spostò china al suo posto, ben distante dal ragazzo, mentre Kasumi portava il riso in tavola e Nodoka le tazze di tè.

I due uomini della famiglia Saotome avevano appena iniziato a litigare per gli ultimi nattō in tavola quando vennero interrotti dal suono del campanello.

- Vado io- anticipò tutti Kasumi.
 
Tornò poco dopo con un pacco rosa confetto e  con su scritto: “Alla cortese attenzione della sig.ina Tendo Nabiki ”
 
- Nabiki un pacco per te. Dai… Aprilo.- disse la maggiore raggiante e con quel tono sereno e gioioso tipico di lei.
 
PAM, PAM, PAM… 
 
Un’ esplosione di coriandoli colorati sbucò fuori dal pacco insieme a due palloncini rosa che iniziarono a volteggiare fino al soffitto. I palloncini erano legati tra loro da un nastro che conduceva ad una lettera chiusa. Nabiki la aprì e ne lesse il contenuto:
 
“Gentilissima sig.ina Tendo, 
 
Siamo lieti di comunicarLe che Lei è la vincitrice del concorso ‘ Vinci un viaggio da favola’ organizzato da ‘Le delizie di Clara’, la sua pasticceria di fiducia.
 
A Yakushima potrà rilassarsi assieme a tutta la sua famiglia nel magnifico resort ‘Natsu no Hōyō’ dove potrà godere di tutti i conforts in piena armonia con la natura circostante.
 
La preghiamo di presentarsi entro le 16.00 del giorno 03 Luglio al vicino Aeroporto di Tokyo – Haneda dove troverà ad attenderla un nostro collaboratore che Le spiegherà tutto nei dettagli.
 
Le ricordiamo che il servizio offerto include pensione completa, visita guidata dell’arcipelago di Ōsumi e pernottamento per dieci giorni.
 
La ringraziamo per averci scelto.
Happy holidays.
 
Team de ‘Le delizie di Clara’”  
 
- Preparate i bagagli gente. Si parte oggi- aggiunse poi. 
 
- Oh ma che bello- sorrise Kasumi unendo le mani a mo’ di preghiera.
 
- Hai sentito Tendo? Pensione completa- replicò Genma gustandosi, già, tutte le prelibatezze che l’hotel avrebbe proposto.
 
- Era ora di una bella vacanza- commentò Ranma.
 
Tutti erano euforici tranne Akane: dieci giorni in un’isola con tutta la sua famiglia e soprattutto con quello stupido, significava abbandonare il suo piano.
 
- Ma… Ma... Ma io ho già pianificato tutto per queste vacanze. Non posso rinunciare ai miei impegni.
 
- Non so che dirti, sorellina- parlò Nabiki con un ghigno- puoi sempre stare qui a fare compagnia al vecchio.
 
E in men che non si dica il vecchio pervertito, sbucando da chissà dove, si avvinghiò al seno della giovane:
 
- Siiiiii… Tesoruccio mio. Rimani qui a far compagnia al povero Happosai.
 
Il doppio calcio Ranma/ Akane che ne scaturì e il successivo “Scordatelo vecchiaccio” dei due, bastò come risposta.
 
Affranta e dispiaciuta, Akane confermò la sua presenza e, al ritmo di “Evviva, si parte”, seguì il resto della famiglia nei preparativi. Ancora non sapeva,
ciò che il destino aveva in serbo per lei. 


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Ciao a tutti! :-)

Da tempo volevo cimentarmi nella stesura di una FF di Ranma e Akane ed eccoci qui. E' la prima in assoluto che scrivo e spero vi possa piacere.
Mi scuso in anticipo per eventuali "orrori" non notati o parti mancanti (avvisatemi, PLEEEEEASE!!! ;-) ).
Penso sia superfluo dire che, per la trama, ho tratto libera ispirazione da diversi film e libri che non citerò perchè sono davvero tanti (e, a dire il vero, ho preso solo l'idea di Ranma e Akane in un'isola deserta).

P.S.: L'isola di Yakushima esiste davvero.

Grazie a chi avrà un pò di tempo da dedicarmi :-)
A prestissimo.

Manu




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