Shadows Of Gaia

di ArrowVI
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Capitolo 14-9: Luciana [2-2]




Bastò quel nome e, in pochi istanti, tutte quelle memorie riaffiorarono ancora una volta nella mente di Vermilion... Ricordi che in tutti i modi provò a dimenticare, ma che non sarebbe mai e poi mai riuscita a lasciarsi alle spalle, per quanto avesse voluto.

Dopo aver lasciato la stanza, la ragazza si appoggiò a un muro, reggendosi con entrambe le mani. Il suo volto si vece pallido e il respiro si fece sempre più pesante, come se ci fosse qualcosa che lo bloccasse.

Improvvisamente le sue gambe cedettero: s'inginocchiò ben presto nel terreno, esplodendo in lacrime.



<< Lucy...? >>
Disse quella voce familiare, senza ottenere risposta.


<< Lucy...! >>
Esclamò ancora una volta.


In quell'istante qualcuno afferrò le spalle della ragazza, scuotendola un po' per farla tornare in se.

<< Luciana, stai bene? >>
Domandò finalmente quella persona, non appena ottenne l'attenzione della ragazza che stava incessantemente chiamando.

Luciana sollevò lentamente lo sguardo, pallida in volto. I suoi occhi erano spalancati e stava tremando.

<< Ah... Scusami, Simon. Ero persa nei miei pensieri. >>
Rispose la ragazza, schiarendosi poi la voce e tornando in se.

Il ragazzo aveva dei capelli verde acqua. Non molto robusto, era più alto di lei con occhi castani e indossava gli abiti della Star.

Simon Salazar, figlio di un famoso mago che, insieme a sua moglie, riuscirono a scacciare un pericoloso demone di Classe A, proteggendo il loro villaggio prima dell'arrivo dei soldati.
Aveva diciassette anni, e da li a pochi mesi ne avrebbe compiuto diciotto. Era qualche anno più grande di Luciana. Xanders Ravier decise di prenderlo sotto la sua ala per addestrarlo, avendo notato le sue grandi potenzialità.

Tra i primi in tutta Avalon a essere entrato in possesso di una unicità, che gli permetteva di lanciare dei fili molto robusti, simili a delle ragnatele, che poteva muovere a sua discrezione per creare trappole. Inoltre, erano anche molto affilati e potevano ferire i bersagli con facilità.


Simon non sembrò convinto della risposta della sua ragazza, ma decise di non farle altre domande. In appena due settimane, infatti, sarebbe stato l'anniversario del suo arrivo all'orfanotrofio. Durante quei giorni, Luciana era solita comportarsi in quel modo: non era la prima volta che Simon assisteva a questa cosa.


<< Va tutto bene, Simon? >>
Una voce autoritaria e profonda attirò l'attenzione dei due ragazzi.
Un uomo piuttosto avanti con l'età era vicino a loro, seduto davanti a un fuoco mentre riscaldava quello che sarebbe stato il loro pranzo. I suoi capelli erano grigi e indossava un'armatura pesante Avaloniana con lo stemma disegnato nel petto, accompagnata da una grossa lama a due mani che era appoggiata al grosso ceppo di legno su cui l'uomo era seduto. Nonostante il suo sguardo fosse molto intenso e minaccioso, i ragazzi sapevano che quell'uomo tenesse molto a loro, come se fossero suoi figli.

Si trovavano nel mezzo di una enorme distesa verde, nei pressi di una foresta nel nord Avalon. Erano li, insieme al loro maestro, per allenarsi sul campo e affrontare demoni di basso livello che erano soliti girare in quelle zone.


<< Si, maestro. >>
Rispose il ragazzo, sospirando.
L'uomo posò quindi il suo sguardo sulla ragazza, che rapidamente evitò di ricambiare.

<< Luciana, avevi la testa da un'altra parte di nuovo? >>
Le domandò.
La ragazza rispose con un cenno positivo del capo.


L'uomo le disse che sapeva avesse molte cose a cui pensare, ma che in quel momento dovesse concentrarsi sull'allenamento a cui stavano prendendo parte.
Loro quattro erano i prossimi candidati come membri delle Quattro Galassie, e come tali dovevano assicurarsi di essere a un livello tale da poter mostrare quel titolo con la testa alta.
Fu in quell'istante che altri due ragazzi raggiunsero il gruppo.

Un ragazzo robusto dai capelli neri, corti e scompigliati, occhi color argento e una espressione scontrosa in volto, stava reggendo un grosso quantitativo di legna da ardere ed era accompagnato da una ragazza dai lunghi capelli castani e un grosso sorriso in volto. Entrambi avevano la divisa della Star, l'unica a non averla era Luciana.


Il ragazzo dai capelli neri lasciò cadere la legna vicino al falò, con un forte tonfo. Poi cominciò a pulirsi le mani, sbuffando e sospirando.

<< E' abbastanza, Maestro Xanders? >>
Domandò subito dopo al suo maestro, che rapidamente rispose con un cenno positivo del capo.

<< Buon lavoro Shiro. >>
Si congratulò l'uomo, mentre il ragazzo si sedette sul terreno.


Shiro Taira, un ragazzo nato a Mistral. Sua madre morì poco dopo il parto, e di suo padre non si trovarono mai le tracce. Fu in grado di stipulare un contratto con lo Spirito più potente in tutta Gaia, e questo fatto bastò ad attirare l'attenzione di molti che provarono a sfruttare quel potere per i loro scopi. Una persona piuttosto scontrosa e aggressiva, ma che non ha mai mostrato cattive intenzioni verso nessuno. Sotto lo sguardo di Arthur IX Pendragon e di Xanders Ravier, Shiro venne allenato e portato ad Avalon per sviluppare un potenziale che tranquillamente si sarebbe potuto rivelare il più grande nella storia della nazione. Un ragazzo dalle grosse doti fisiche, ma impossibilitato a usare la magia.

La ragazza insieme a lui, invece, era Laura Gunhammer
Figlia di uno dei capofamiglia dei Gunhammer, Laura mostrò fin da piccola un'affinità per la magia fuori dal comune. Grazie all'aiuto di sua madre ben presto fu in grado d'imparare una moltitudine di magie, specializzandosi nella manipolazione dell'acqua e nelle magie difensive. Una ragazza con un grosso potenziale e un bilanciamento quasi perfetto tra magie offensive e difensive che le avrebbe decisamente permesso un giorno di diventare una maga degna di nota. Fu allenata da Ehra in persona, per qualche mese.

A differenza dei suoi fratelli e delle sue sorelle, Laura non mostrò mai alcun interesse per le armi e la loro creazione, quindi non si fecero alcun problema a permetterle di seguire una strada per diventare un mago, invece di una da fabbro.
In netto contrasto con il suo ragazzo, Shiro, Laura era solare, gentile e giocosa. 


I quattro si sedettero attorno al fuoco e mangiarono la zuppa a base di pesce preparata dal loro maestro, mentre lui spiegò loro quale sarebbe stato l'allenamento pomeridiano che avrebbero svolto.

"Nascondino" era il nome che Xanders diede all'allenamento.
In parole povere, lui si sarebbe inoltrato nella foresta li vicino e si sarebbe nascosto, mentre il gruppo avrebbe dovuto lavorare insieme per trovarlo entro quattro ore. Inoltre, a meno che si fossero imbattuti in qualche pericolo, non avevano il permesso di usare magie o abilità. Lo scopo di quell'allenamento, a detta di Xanders, era quello di mettere alla prova le loro abilità di squadra, la loro velocità e il loro cervello per risolvere un problema senza dover sfruttare la forza bruta. Dopotutto, la sola forza bruta non sarebbe bastata da sola a risolvere tutti i loro problemi, e Xanders voleva insegnare ai suoi ragazzi quella lezione.



Qualche ora più tardi l'allenamento cominciò: i quattro ragazzi seguirono il loro maestro ai piedi della montagna e si fermarono davanti all'entrata della foresta mentre lui spiegò ancora una volta quali fossero le regole.

Scomparve quindi nel nulla, svanendo davanti a loro come se avessero parlato fino a quel momento con un'ombra.
Sorpresi dalla velocità del loro anziano maestro, non poterono farsi a meno di domandarsi quanto fosse stato forte, da giovane.
Senza sprecare altro tempo, il gruppo si fece rapidamente largo nella foresta alla ricerca del loro maestro.


A loro insaputa... Non ne sarebbero mai più usciti.




<< Ugh, dove diavolo è?! >>
Urlò Simon, mentre la sua voce riecheggiò per la foresta vuota.
Erano passate ormai due ore e il gruppo non vide neanche l'ombra del loro maestro. 

<< Non mi aspettavo sarebbe stato così difficile... Dite che ci stia aspettando da qualche parte o che si stia muovendo intorno a noi fuori dal nostro campo visivo? >>
Domandò Laura, mentre continuò a guardarsi intorno con uno sguardo confuso.

Simon posò quindi il suo sguardo confuso su Shiro, che ricambiò con una espressione infastidita.

<< Shiro, non sei in grado di sentire il Ki? Puoi localizzarlo? >>
Gli domandò.

<< Non sono stato allenato per percepire il Ki. Anche volendo non potrei farlo. >>
Ringhiò il ragazzo, incrociando le braccia davanti al petto.

<< Ugh sei inutile... >>
Sospirò Simon, mentre Shiro cominciò a ringhiare dalla rabbia.

<< Continua a parlare se vuoi un pugno! >>
Ruggì.


Fu Luciana a calmare la situazione, attirando l'attenzione dei suoi compagni e facendoli tornare con i piedi per terra.

<< Calmiamoci, il maestro deve essere qui da qualche parte. >>
Disse la ragazza.

<< Ha detto che non sarebbe salito nella montagna, quindi deve essere per forza qui intorno. Continuiamo a cercare. >>
Continuò.

In quell'istante gli occhi di Simon cominciarono a brillare dalla felicità, poi si avvicinò rapidamente a Luciana e cominciò a strusciarsi su di lei come se fosse un gatto.

<< La mia Lucy si sta comportando di nuovo come il leader che dovrebbe essere, sono così felice! >>
Esclamò il ragazzo, in preda all'euforia, mentre Luciana provò in tutti i modi a toglierselo di dosso, senza successo.

<< S-Smettila, Simon-! >>
Esclamò la ragazza, imbarazzata da quell'improvviso comportamento.

<< E' il leader solamente perché nessun altro ha voluto farlo. >>
Controbatté Shiro.

<< Non è vero, Simon si era candidato per il posto. >>
Aggiunse Laura, toccandosi il mento e mostrando una espressione pensierosa.

<< Si, e ci siamo opposti tutti. Anche il maestro. >>
Ricordò Shiro, mostrando una espressione disgustata al gruppo.

<< Crudeli! >>
Simon, nel mentre, scoppiò in lacrime fasulle.


In quell'istante Simon cominciò a sorridere, mentre i suoi occhi s'illuminarono di una energia azzurra. Dalle sue mani quindi cominciarono a materializzarsi dei lunghi fili sottili come la seta che rimasero a fluttuare in aria davanti a se, pronti per l'uso da un momento all'altro.

I tre ragazzi fissarono il loro compagno con occhi confusi, poi fu Laura a provare a fermarlo.

<< Simon! Il maestro ha detto di non usare le nostre abilità! >>
Esclamò, ma il ragazzo non sembrava aver alcuna intenzione di ascoltare.

Cominciò a ridacchiare, sicuro che non sarebbe successo nulla.

<< Ah non preoccuparti. Voglio solo lanciare qualche filo intorno a noi per rivelare qualsiasi movimento. Mi assicurerò siano sottili e fragili, così Xanders li scambierà per delle semplici ragnatele. >>
I ragazzi però non sembrarono convinti da quelle sue parole.
Fu Shiro il primo a controbattere.


<< Stai cercando d'ingannare il nostro maestro. Xanders Ravier. Il Gran Generale. Sei un cretino se pensi di poterlo fare. >>
Sbuffò Shiro.
Simon però continuò a ridacchiare. 

<< Anche il maestro ha avuto problemi a notare i miei fili. Sono sicuro di riuscirci, fidatevi. >>
Spiegò il ragazzo, ma questa volta fu Luciana a rispondere.

<< Intendi la prima volta che ti ha incontrato? Non conosceva la tua abilità, per questo eri riuscito a coglierlo alla sprovvista, Simon. >>
In quell'istante fece finta di piangere.

<< Anche tu, Lucy...? Dovresti essere dalla mia parte! >>
Esclamò, stavolta mostrando per davvero una espressione sconfitta e triste.



Fu in quell'istante che una grosso boato attirò l'attenzione dei quattro ragazzi.
All'inizio Shiro domandò se quella fosse stata opera di Simon, ma il ragazzo negò rapidamente quella possibilità esclamando che non avesse fatto nulla.
Seguirono altre esplosioni, simili a rombi di tuono, che fecero ben presto capire ai quattro che stesse accadendo qualcosa.

Luciana pensò che sarebbe stato opportuno tornare indietro al campo per avvisare Sarah e Andromeda, che li avevano seguiti, ma non fece in tempo a proporre quella possibilità.
Avrebbe continuato a odiarsi, per non averlo fatto, per gli anni a seguire.


I quattro seguirono quei boati, raggiungendo ben presto il posto da cui partirono. 
Videro Xanders intento a combattere qualcuno in grado di lanciare fulmini dal palmo della sua mano.

Quando Xanders notò i quattro ragazzi, impallidì di colpo.
Quindi anche quella figura li notò: all'inizio mostrò una espressione sorpresa, poi un enorme sorriso minaccioso si fece largo nel suo volto.


<< Ma guarda un po'. >>
Ridacchiò, con fare maligno.

<< Altri giocattoli. >>
Continuò.


Amon.
La figura che videro davanti a loro, la riconobbero in un istante. Un demone di alto livello, uno dei Dodici Generali Demoniaci. Un mostro dalla forza disumana che mai avrebbero voluto incontrare.

Terrorizzati, i ragazzi cominciarono a indietreggiare, poi la loro attenzione venne richiamata da Xanders che, con occhi minacciosi e preoccupati, urlò loro di scappare.
Non se lo fecero ripetere due volte: seguendo gli ordini del loro maestro, e realizzando che non potesse combattere quel demone e difendere loro allo stesso tempo, i quattro ragazzi si rifugiarono ancora una volta dentro la foresta, scappando in direzione del campo base per chiedere aiuto. 


<< Dobbiamo aiutarlo! >>
Esclamò Shiro, ma Laura continuò a strattonarlo per impedirgli di tornare indietro.

<< Non possiamo, quel mostro è troppo potente! >>
Esclamò la ragazza. Shiro non accettò quella risposta.

Con un rapido movimento si liberò dalla presa della sua ragazza, poi fissò i suoi compagni con occhi pieni di rabbia e frustrazione.

<< Non ho intenzione di lasciarlo da solo a combattere contro Amon! >>
Ruggì.

<< Sei fuori di testa, Shiro?! >>
Gli rispose Simon, infastidito dalla reazione del suo compagno.

<< Quel demone è ben diverso da quelli che abbiamo visto fin'ora, non abbiamo neanche una chance! Dobbiamo andarcene ora, non farci sprecare altro tempo! >>
Controbatté il ragazzo.
Shiro abbassò lo sguardo, ringhiando tra se e se ma non rispose nulla.
Alla fine, accettò le parole del suo compagno e fece cenno a Laura di seguirlo.

Simon tirò un grosso sospiro di sollievo, poi si voltò verso Luciana.
Allungò la mano verso di lei, chiedendole di seguirlo.




Poi quel suo sorriso venne rapidamente sostituito da una espressione terrorizzata.
In un istante posò il suo sguardo ancora una volta su Luciana, poi la spinse con forza. La ragazza continuò a fissare il suo compagno, confusa, non riuscendo a capire per quale motivo avesse fatto così.

Poi, lo colpì.
Simon venne colpito in pieno da un fulmine che lo carbonizzò in un istante.
Luciana non fu in grado neanche di reagire: l'unica cosa che poté fare fu fissare il corpo del suo compagno mentre cadde al suolo, nero come la pece e privo di vita.


Un intenso e disperato urlo ruppe il silenzio che seguì, attirando anche l'attenzione di Laura e Shiro che nel mentre si erano distanziati un po' dagli altri due.
Non riuscirono a credere ai loro occhi: videro Amon, alle spalle di Vermilion e quello che restava di Simon, disteso nel terreno, nero e fumante, immobile.


In quell'istante il demone afferrò Luciana per il collo, sollevandola poi da terra.
Con un ghigno divertito e soddisfatto cominciò a strozzarla mentre la ragazza provò in tutti i modi a liberarsi da quella presa, inutilmente.

Prima di perdere i sensi, il suo sguardo cadde ancora una volta su Simon.
Cominciò a piangere, poi tutto si fece lentamente nero.



Quando Luciana riaprì di nuovo gli occhi la prima cosa che vide fu il cielo sereno sopra di se.
Poi cominciò a tossire con forza.
Si toccò la testa con una mano, sentendo un grosso dolore. Poi realizzò che si trovasse ancora dentro la foresta.

Per un attimo sembrò che niente fosse successo, poi però si guardò intorno.
La foresta stava bruciando e intorno a se la ragazza vide quello che poteva essere descritto solamente come i resti di un campo da battaglia. 


<< S... Simon! >>
Esclamò, senza ricevere risposta.
Si guardò intorno, e lo vide di nuovo. Il corpo carbonizzato del suo compagno, immobile e privo di vita.
Rapidamente corse nella sua direzione, chiamando il nome del ragazzo sperando disperatamente di ricevere qualunque risposta.

Nulla. 
Nonostante provò a muoverlo o a chiamarlo, Simon non mostrò alcun segno di vita.
Distrutta, Luciana cominciò a piangere disperatamente, urlando dal dolore e chiedendo aiuto.

Ma non rispose nessuno.
Fu in quel momento che riprese a guardarsi intorno, e realizzò ben presto che non avrebbe mai dovuto farlo.

A pochi metri di distanza da lei vide qualcosa che le fece congelare il sangue dalle vene, una scena che avrebbe paralizzato chiunque.
Vide il corpo privo di vita di Laura, con la testa staccata dal collo in una pozza di sangue.


Non ebbe neanche la forza di urlare. 
Sperò che quello fosse un brutto sogno, che non fosse reale. Le sembrò di essere andata in frantumi, il respiro le si bloccò in gola.


<< L... Laura? >>
Anche stavolta, non ricevette alcuna risposta.

Vide svariati crateri fumanti, intorno a lei, mentre la foresta continuò a bruciare per mano delle fiamme nere.
Realizzando che quelle fossero le fiamme dello Spirito con cui Shiro strinse un contratto, la ragazza urlò il suo nome. Esattamente come prima, non ci fu alcuna risposta.


<< Qualcuno... >>
Disse sottovoce, rialzandosi in piedi, tremando, mentre incessanti lacrime continuarono a rigarle il viso come se fossero delle lame.

<< ...Chiunque... >>
Continuò, guardandosi attorno.

<< ...Svegliatemi... >>
Continuò a sperare che quello fosse solamente un incubo.
Con la coda dell'occhio finalmente vide l'ultimo corpo.


Si bloccò, riconoscendo quell'armatura insanguinata in un istante.
Disteso ai piedi di un albero vide il corpo immobile di Xanders Ravier, con occhi vuoti e privi di vita.



Le forze le mancarono.
Cadde nel terreno, fissando il corpo dell'uomo che la salvò, un uomo che ormai considerava essere suo padre.
Il suo volto e la sua anima andarono in frantumi e non fu in grado di contenere la sua disperazione.


Un urlo terrificante riecheggiò per la foresta.



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Fine del capitolo 14-9, grazie di avermi seguito e alla prossima con la conclusione di questo volume!


 




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