Mac aprì
piano gli occhi dopo un tempo indefinito con la bruttissima
sensazione di star andando a fuoco e la spalla ferita che gli doleva
da impazzire. Si sentiva sempre peggio ma intorno a sé, per
quel
poco che riusciva a vedere nella penombra, c'era ancora la vecchia
capanna ormai disabitata in cui Jack l'aveva letteralmente trascinato
per ripararlo dal
caldo umido e
fornirgli le prime cure con maggior sicurezza.
Durante la
missione di chissà quante ore prima, infatti, nel vano
tentativo di
salvare dai suoi stessi compagni il terrorista pentito che avrebbero
dovuto portare fuori dal paese, era stato raggiunto a sua volta da un
proiettile che li aveva costretti a rivedere i loro programmi. In
netta posizione di svantaggio numerico e senza una macchina, dal
momento che la loro era andata distrutta nell'incidente che li aveva
allontanati dalla strada, avevano dovuto fuggire a piedi in una vasta
area boscosa che li ostacolava ulteriormente, impedendo inoltre alla
Fenice di soccorrerli in territorio nemico dopo il fallimento della
missione. L'unica nota positiva in tutto questo era l'aver trovato un
rifugio temporaneo dove Mac, con le ultime forze, aveva spiegato a
Jack come medicargli la ferita prima di perdere i sensi. Era stato
uno sforzo non indifferente per lui mettere un piede davanti
all'altro per raggiungere quella capanna e il dolore intenso dovuto
all'estrazione della pallottola era stato il colpo di grazia.
Nonostante gli accorati richiami e la sua ferrea volontà di
rimanere
cosciente per aiutare il suo partner in caso di bisogno, era
scivolato nell'oblio, da cui poi era entrato e uscito a intervalli
irregolari con il passare delle ore. Gli strumenti che avevano a
disposizione, infatti, non erano certo quelli giusti e la ferita si
era presto infettata, portando con sé altro dolore e una
febbre
altissima che lo stavano rapidamente sfiancando.
Non
riuscendo a mettere a fuoco il compagno, provò a chiamarlo
con voce
debole e questi si chinò subito su di lui, passandogli
dolcemente
sul viso un pezzo di stoffa bagnato.
«Vedrai
che i soccorsi arriveranno presto» gli ripeté Jack
per l'ennesima
volta, augurandosi con tutto il cuore che fosse vero. Purtroppo,
finendo fuori strada con la macchina, avevano perso il collegamento
con la Fenice e usare i telefoni in quel momento avrebbe messo subito
i terroristi sulle loro tracce. Potevano solo sperare che Riley
riuscisse a trovarli con le immagini satellitari come aveva fatto
altre volte ma ci sarebbe voluto del tempo che non era sicuro
avessero. Mac stava sempre peggio e non avevano medicine che
potessero alleviarne le sofferenze.
Notando le
sue labbra secche, lo sollevò piano quel tanto che bastava
per
fargli bere qualche sorso della poca acqua a loro disposizione,
sentendosi stringere il cuore in risposta al gemito con cui il suo
partner accolse quel lieve movimento. Nonostante questo,
però, il
giovane si attaccò avidamente alla tazza che gli stava
porgendo,
rischiando di strozzarsi nella foga di mandare giù il
prezioso
liquido che il suo corpo chiedeva a gran voce.
«Piano,
Mac, è tutta per te» gli disse dispiaciuto,
riavvicinando il
recipiente appena la tosse si fu calmata. Dovette ricordarglielo fin
troppe volte, facendo a malincuore il gesto di allontanare l'oggetto
quando il ragazzo se ne dimenticava, ma alla fine poté
riadagiarlo,
di nuovo sull'orlo dell'incoscienza, sul giaciglio di fortuna che
aveva preparato ore prima per lui con qualche vestito tirato fuori
dalle borse.
Rimase a
vegliarlo ancora a lungo, assistendo con panico crescente
all'evidente peggioramento delle sue condizioni. Terribili incubi lo
facevano urlare e agitare nel sonno e nei pochi momenti di relativa
calma poteva sentire il suo respiro farsi sempre più rapido
e
irregolare. Quanto ancora sarebbe stato in grado di resistere?
Comunque
deciso a fare del suo meglio per alleviare il più possibile
le sue
sofferenze, Jack cercò in ogni modo di confortarlo con le
parole e
con i gesti, passandogli spesso su tutto il corpo una sua maglia
bagnata e facendogli scivolare in bocca, di tanto in tanto, qualche
goccia d'acqua che veniva accolta con evidente sollievo, ma era ovvio
che non bastasse. Quello di cui avrebbe avuto davvero bisogno erano
antibiotici e qualcosa contro il dolore e la febbre, ma
chissà se e
quando sarebbe stato in grado di darglieli.
Stava già
per cedere al pericoloso impulso di accendere il telefono per
mettersi in contatto con la loro base quando sentì
l'inconfondibile
rumore di un elicottero in avvicinamento. Si trattava della Fenice,
che finalmente li aveva trovati, o erano invece i terroristi, venuti
a finire il lavoro? Incerto se essere più sollevato o
preoccupato,
si alzò di scatto per controllare ma Mac scelse proprio quel
momento
per aprire di nuovo gli occhi e chiamarlo con una voce debole e
stanca che non gli avrebbe mai attribuito.
Tornò
subito indietro, sedendosi di nuovo accanto a lui e prendendogli la
mano che il ragazzo cercava invano di sollevare.
«Resta»
mormorò questi a fatica, chiaramente spaventato.
«Tranquillo,
non ti lascio» lo rassicurò, stringendo appena.
Si
guardarono in silenzio negli occhi per qualche secondo mentre il
rumore dell'elicottero si avvicinava sempre di più, facendo
realizzare a Jack che avrebbe fatto meglio a segnalare in qualche
modo la loro presenza. Per quanto ne sapeva, potevano anche essere i
loro compagni che perlustravano la zona, e lasciarli passare oltre in
quel momento significava condannare il suo partner a morte certa.
«Cosa
succede?» domandò Mac poco dopo, infastidito da
quel rumore sempre
più forte che gli sembrava familiare ma che non riusciva a
riconoscere.
«Abbiamo
compagnia ma non preoccuparti. Se sono ancora i terroristi, mi
inventerò qualcosa. Non gli permetterò di farti
ancora del male»
gli promise in tono rassicurante, augurandosi che gli credesse,
mentre tentava il tutto per tutto accendendo il telefono. Sapeva bene
di essere a corto di munizioni ma non c'era bisogno di turbarlo
ulteriormente con un'informazione del genere, visto lo sguardo fin
troppo vulnerabile che continuava a rivolgergli. Doveva solo sperare
che le sue preghiere delle ultime ore fossero state esaudite o
sarebbero morti entrambi in pochi minuti.
«No»
protestò piano il ragazzo, preoccupato da quell'affermazione
senza
neanche capirne bene il motivo, ricambiando la stretta più
che
poteva nel tentativo di trattenerlo.
«Tranquillo,
andrà tutto bene. Sono o no la tua guardia del
corpo?» gli ricordò
con un sorriso un po' forzato che Mac non poté fare a meno
di
ricambiare mentre allentava a malincuore la presa. In realtà
non era
affatto convinto ma si rendeva conto di non potergli impedire di
combattere. Se si trattava di nemici, non avrebbero avuto scelta e
lui, in condizioni del genere, poteva solo sperare che il suo partner
avesse la meglio.
Nel
frattempo Jack l'aveva sollevato delicatamente, facendogli segno di
non fiatare, per cercare di ripararlo con il suo corpo dalla
possibile sparatoria. Chiunque ci fosse su quell'elicottero, doveva
aver captato il segnale mandando qualcuno a controllare, e non osava
sperare, a questo punto, che si trattasse della Fenice.
Teso come
una corda di violino, vide la porta aprirsi e fece di tutto per
fondersi il più possibile con le ombre mentre cercava di
capire chi
avesse di fronte. Se il compagno fosse stato un po' più in
salute,
avrebbe cercato di nasconderlo meglio ma non era il caso di spostarlo
troppo e stando così vicini, nella peggiore delle ipotesi,
sarebbero
morti entrambi in un attimo.
Per fortuna
uno degli uomini appena entrati, dopo una rapida occhiata in quella
singola stanza al piano terra dell'abitazione, chiamò i loro
nomi
affermando che erano lì per salvarli e l'ex soldato
rilasciò di
colpo tutta l'aria che non si era neanche accorto di aver trattenuto,
scoppiando quasi a ridere per il sollievo.
«Hai
sentito, Mac? Siamo salvi!» annunciò entusiasta,
aspettandosi di
vedere almeno il suo sorriso alle prime luci del nuovo giorno, ma si
accorse con orrore che era privo di sensi e con un battito cardiaco
fin troppo debole. Lo chiamò più volte senza
alcun risultato, in
preda al panico, urlando poi ai loro salvatori che il compagno era
gravemente ferito.
In poco
tempo, lo aiutarono a portarlo sull'elicottero, dove gli prestarono
le prime cure in attesa di raggiungere la loro base a Los Angeles. La
spalla era messa davvero male e il suo corpo, provato dalla febbre e
dal dolore, rischiava di cedere all'infezione da un momento
all'altro.
Jack rimase
al suo fianco per tutto il tempo mentre i medici della Fenice
facevano il possibile per salvarlo, incurante dei ripetuti inviti a
tornare a casa e riposare qualche ora. Gli aveva promesso che non
l'avrebbe lasciato solo finché non fosse stato certo di
poterlo fare
senza problemi ed era quello che avrebbe fatto ad ogni costo.
Ci volle
quasi un'intera giornata di cure intense prima che Mac riaprisse gli
occhi più intontito che mai ma finalmente fuori pericolo,
trovando
al suo fianco il compagno che gli sorrideva sollevato prima di
rimproverarlo bonariamente per lo spavento che gli aveva fatto
prendere. C'era mancato davvero poco questa volta ma per fortuna
Riley era riuscita a rintracciarli in tempo e il ragazzo sorrise
debolmente mentre nelle vene gli scorrevano liquidi e medicine molto
più efficaci di quelli che il suo partner aveva potuto
dargli nelle
lunghissime ore passate a nascondersi insieme in una capanna in mezzo
alla foresta.
Prompt:
Una ferita fa infezione. / Per qualche motivo il sick
non può essere ricoverato in ospedale e deve essere medicato
sul
posto.
Oggetti: Antipiretico
/ Antibiotico ad ampio spettro
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Era da molto che non
scrivevo su questi poveri malcapitati (per loro fortuna XD) ma spero
di non aver perso la mano. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e
grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo. <3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa alla “First
aid
kit challenge”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanart & Fanfiction.
Venite a trovarci se anche voi amate questo genere! ;)
Se
a qualcuno interessa, ho creato tempo
fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail, Edens Zero e il
nuovo Gate of Nightmares (manga promozionale basato su un videogioco
che Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e
personaggi), ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete
conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di
accogliervi qui
(attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online!),
dove è in corso una challenge di scrittura e disegno
dedicata a
crossover e AU. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona notte e buona giornata per domani.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
|