Rubaiyyàt

di Fiore di Giada
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Il vecchio mondo non potrà mai essere nuovo,
né le cose di nessuno potranno mai andare a suo gradimento.
O coppiere, sia che tu porga o no il vino,
il capo di ognuno, fatalmente, (un giorno), si reclinerà.


Il vento soffia tra gli ulivi, facendone oscillare i rami, mentre alcuni upupa riempiono l'aria di gorgheggi malinconici.
Rashid, seduto sotto un albero, recita alcune preghiere. Non è mai stato un musulmano devoto, eppure, in quel momento, sente un dilaniante bisogno di raccoglimento.
Sua sorella minore e i suoi genitori sono morti in un incendio, in Irlanda.
Nemmeno la forza di suo padre ha impedito una terribile fatalità.
E lui è rimasto solo, coi frammenti del suo cuore spezzato.
E' un orfano, a causa di una coincidenza drammatica, e odia i grattacieli di Dubai, un tempo sua patria amata.
Gli ricordano le sue origini e la sua famiglia distrutta.
Le lacrime, ad un tratto, esondano sulle sue guance e Rashid si stringe le gambe attorno al petto. Non riesce a ricordare le parole della preghiera.
Sono un debole. Perdonatemi., pensa. Gli pare di offendere la misericordia di Allah con la sua umana pena, ma non può fare a meno di piangere.
Un atroce, doloroso senso di morte e precarietà si è radicato nel suo cuore.







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