Non
restare chiuso qui pensiero,
riempiti
di sole e vai nel cielo,
cerca
la sua casa e poi sul muro
scrivi
tutto ciò che sai, che è vero,
che
è vero.
Con
un gesto stanco, Endeavor si lascia cadere sul divano.
Sospira.
La giornata è stata sfibrante.
I
doveri e le responsabilità di eroe pesano sulle sue spalle.
Accende
la televisione. Sullo schermo, scorrono i titoli di testa di Master
and Commander.
–
Bene.
– mormora, compiaciuto. Nessuno lo sa, ma ha sempre apprezzato
i film storici e d'avventura.
Davanti
alla televisione, l'eroe scompare e ritorna il bambino sognatore,
avido di storie rocambolesche, popolate di valorosi e valorose.
Nessuno
conosce la sua passione per i romanzi di Salgari, Jules Verne,
Melville.
Una
fitta di dispiacere stringe il suo cuore e i suoi occhi cerulei si
velano di lacrime.
Tuttavia,
scuote la testa e fissa il suo sguardo sullo schermo. Non ha senso
piangere e disperarsi su quello che è accaduto.
Sono
un uomo strano, ma sincero
Cerca
di spiegarlo a lei, pensiero
Quella
notte giù in città, non c'ero
Male
non le ho fatto mai, davvero
Davvero
Le
parole del film giungono alle sue orecchie attenuate, come un ronzio
indistinto.
Sulla
televisione, in luogo della pellicola, scorge i volti dei suoi
familiari, distorti dalla sofferenza.
Sussulta
e, d’istinto, stringe la mano attorno al bracciolo del divano.
Ha paura.
Teme
quei fantasmi troppo vivi, che, con la loro presenza, rinvigoriscono
il peso dei suoi rimorsi.
Il
volto gentile di sua moglie Rei, distorto in una maschera d’odio
paura, si dissolve in centinaia di puntini neri.
Poi,
si ricompone nel viso d’adolescente di Shoto, atteggiato ad una
espressione gelida.
I
suoi occhi fiammeggiano d’ira e d’amarezza per l’infanzia
negata, in nome d’un sogno malato.
Una
fitta di dolore, come una lama, trapassa il suo petto e il suo
respiro accelera. Lui, in quel suo giovane erede, ha creato un
monumento di gelo e di odio.
Il
suo insano desiderio di primeggiare su All Might ha impedito a suo
figlio di vivere in un ambiente famigliare sereno.
Prova
ad alzarsi dal divano, ma una forza irresistibile lo costringe, come
una mano ferrea, a restare seduto sul divano.
E
non può non cessare di contemplare il suo fallimento d’uomo
e di genitore.
Solo
lei nell'anima
è
rimasta, lo sai,
questo
uomo inutile
troppo
stanco è ormai.
Poi,
sullo schermo, si materializzano i visi di Touya, Natsuo e Fuyumi.
Sui
loro visi sgorgano lacrime nere, simili a lunghe gocce di petrolio,
poi si contorcono in maschere rabbiose.
E’
stato giusto quello che hai fatto? Cosa ti ha lasciato il tuo sogno?,
sembrano domandargli, gli occhi
accusatori.
E
il gelo, crudele, stringe il cuore dell’eroe. Non è
servito a nulla la sua malsana determinazione.
Il
posto di Numero Uno è precipitato sulle sue spalle per ritiro
di Toshinori.
E
a cosa serve un simile numero, se non è sostenuto da meriti
concreti?
Tenta
di frenare i singhiozzi, ma non ci riesce.
Il
peso dei rimorsi e dei rimpianti grava sul suo cuore ulcerato.
Non
ha il diritto di piangere e disperarsi, ne è ben cosciente.
Lui
solo è l’artefice di una situazione tanto dolorosa.
Un
vero uomo non piange sugli errori causati dalla sua stupidità
e dalla sua ambizione smisurata.
Non
mostra lacrime tardive, che non possono ingannare nessuno, e reprime
le sue colpevoli emozioni.
Ma
lui, nonostante la sua forza ribollente, è un codardo, che non
sa sostenere il sempre più grave peso dei suoi rimorsi.
Solo
tu pensiero
puoi
fuggire se vuoi,
la
sua pelle morbida
accarezzerai
.
Due
mani, leggere, si posano sulle imponenti spalle di Enji.
L’eroe,
sentendo quel tocco, sussulta e si scuote dai suoi pensieri.
Poi,
i suoi occhi cerulei si riflettono nelle iridi simili di Toshinori,
lucide di preoccupazione.
–
Perché
sei qui? – chiede, confuso, l’eroe fiammeggiante,
portandosi una man alla testa. Gli sembra di essere emerso da un
incubo.
Sulla
televisione, si susseguono le immagini d’uno spettacolo
musicale.
L’altro,
per alcuni istanti, esita. Si è dimenticato di quello che
doveva chiedere al suo successore.
Lo
ha veduto inchiodato sul divano, gli occhi sbarrati dalla
disperazione, fissi su Master and Commander.
Ne
è sicuro, non hanno inteso la pur pregevole pellicola tratta
dai libri di Jack O’Brien.
Perché?
Cosa hanno visto gli occhi di Enji sullo schermo?
C'è
sulla montagna il suo sentiero,
vola
fin lassù da lei pensiero,
dal
cuscino ascolta il suo respiro,
porta
il suo sorriso qui vicino,
vicino.
Toshinori
esita, confuso, e si passa la mano sul mento. Cosa può
rispondere?
Qualsiasi
parola gli sembra un capolavoro di indelicatezza.
Vuole
comprendere la causa dello spaesamento dell’ex Numero Due, ma
gli pare ingiusto forzarlo ad una simile confidenza.
Vedendo
l’indecisione dell’altro, un leggero sorriso solleva le
labbra di Enji. E’ solo il riguardo a frenare la domanda di
Toshinori.
E
questo gli procura piacere.
Mai
avrebbe pensato di ricevere un piccolo, inaspettato segnale di
riguardo.
Non
restare chiuso qui pensiero,
riempiti
di sole e va nel cielo,
cerca
la sua casa e poi sul muro
scrivi
tutto ciò che sai pensiero,
pensiero...
–
Avevo
deciso di vedere un film. Ma ho fatto una scelta orribile e ho perso
un’ora e mezza della mia vita. Sono un idiota. – dice.
Toshinori,
a sua volta, sorride e una luce bonaria illumina le sue iridi. Il suo
compagno sta mentendo, ma non conta.
Forse,
gli ha fornito una ragione valida per non allontanarsi.
–
Se
è solo per questo, posso aiutarti, perché conosco
moltissimi film, dalle origini della cinematografia ad oggi. Ad una
condizione, però. – intervene l’ex Numero Uno, il
tono vivace.
Enji
aggrotta le sopracciglia, ma la bocca si solleva in un sorriso appena
accennato.
–
Di
che si tratta? – chiede.
–
Voglio
restare qui, almeno fino alla fine del film. Il cinema è
bello, ma in compagnia è meglio. – risponde.
Un’onda
di commozione invade il cuore dell’eroe Fiammeggiante e il suo
sorriso si accentua. Lui, che pure è stato l’incolpevole
oggetto del suo odio, si è mostrato gentile e premuroso.
–
Vieni
con me. Casa Todoroki ha una cineteca imponente. – spiega,
pacato.
Poco
dopo, i due uomini,a passo spedito, escono dalla cucina.
|