Stanca
della lunga camminata verso la città successiva, Rebecca si
sedette
a riposare sulla riva di un torrente insieme al suo fedele Sneasel.
La giornata era calda per la stagione e la ragazza stava giusto
meditando se togliersi le scarpe per immergere almeno i piedi
nell'acqua calma della pozza davanti a lei quando un urlo
agghiacciante la fece alzare di scatto.
«Che
succede?» domandò allarmata guardando il suo
Pokemon, a sua volta
in allerta.
Si
scambiarono una rapida occhiata ed entrambi partirono di corsa verso
la fonte del rumore. A poca distanza doveva essere accaduto qualcosa
di terribile ma quando arrivarono, si trovarono davanti una scena a
dir poco surreale: un ragazzo con i capelli neri e gli occhi blu
stava fissando, chiaramente terrorizzato, un innocuo Caterpie
dall'altra parte del sentiero.
«Si
può sapere cosa ti prende?» chiese Rebecca
piuttosto seccata. Aveva
ancora il cuore in gola per lo spavento ma quel tizio assurdo non
sembrava affatto nei guai. A meno che non si intendessero dei seri
problemi mentali, dal momento che una simile reazione per
così poco
non era certo normale.
«U-un
insetto» balbettò a fatica il ragazzo indicandole
il Caterpie come
se fosse un mostro degno dei peggiori incubi.
«È
un Pokemon innocuo e dovresti saperlo bene» disse Rebecca
sollevando
scettica un sopracciglio nel notare le sfere Pokè attaccate
alla
cintura.
Il
tizio aprì la bocca per ribattere ma ne uscì solo
uno strano verso
del tutto incomprensibile, visto che la creatura scelse proprio quel
momento per muoversi decisa verso di lui.
«Credo
che tu gli piaccia» non poté trattenersi dal
fargli notare,
decisamente divertita dalla sua reazione, ma l'unica risposta che
ottenne fu un tonfo quando il ragazzo svenne.
«Ma
sei serio?!» esclamò Rebecca, sconvolta dal
terribile sospetto che
non fosse affatto una finta.
Evidentemente
sì, visto che l'altro rimase immobile, e la giovane si
allontanò di
poco sbuffando. C'era solo un modo per risolvere il problema ed era
ovvio che toccava a lei occuparsene. Il Caterpie aveva quasi
raggiunto il suo obiettivo e non osava immaginare cosa sarebbe
successo se il tizio si fosse svegliato trovandoselo accanto. Non che
le piacesse particolarmente il Pokemon bruco ma qualunque buon
allenatore sapeva che era buona norma averne di diversi tipi e la sua
ultima evoluzione, Butterfree, non doveva essere poi così
male come
compagno di avventure.
Stava
per dare al suo Sneasel l'ordine di attaccare per provare a
catturarlo quando un forte ronzio la costrinse a voltarsi.
«Oh,
no!» strillò spaventata, riconoscendo uno sciame
di Beedril
sicuramente richiamati dalla confusione.
Del
tutto dimentica del Caterpie, che cercò subito riparo in un
cespuglio, si lanciò quasi sul ragazzo ancora steso
sull'erba
cominciando a scuoterlo e urlare nel tentativo di svegliarlo mentre
il suo Sneasel si lanciava all'attacco per difenderla. Per fortuna
era un Pokemon veloce ma i suoi avversari erano tanti e non conosceva
mosse che avrebbero potuto colpirli tutti insieme. La soluzione
migliore per la loro incolumità era quindi la fuga ma non se
la
sentiva di abbandonare il ragazzo al suo destino. La puntura di un
Beedril era già grave di suo e uno sciame intero avrebbe
potuto
essere letale.
«Vuoi
svegliarti, insomma?! Dobbiamo scappare!» urlò per
l'ennesima volta
e finalmente il tizio aprì gli occhi, puntandoli confuso
prima su di
lei e poi verso i Pokemon mentre si puntellava sui gomiti per
sollevarsi.
«Insetti
giganti...» esalò inorridito, ricadendo
giù a metà del movimento
appena capì il motivo di tanta agitazione.
«Avanti,
cerca di controllarti! Dobbiamo andarcene» gemette Rebecca
sconsolata, voltandosi anche lei giusto in tempo per vedere il suo
Sneasel cadere a terra con uno stridio poco rassicurante. Era
sicuramente ferito e loro erano perduti.
Lo
chiamò disperata, notando con orrore i pericolosi insetti
puntare
verso di loro dopo aver eliminato l'ostacolo.
Capendo
di non avere altra scelta, stava per trascinarsi sulle spalle il
tizio e correre ad afferrare il suo Pokemon per portarli in salvo
entrambi con chissà quali forze quando una voce femminile
alle sue
spalle la bloccò a metà del movimento.
«Vai,
Vulpix! Usa le tue fiamme, presto!» esclamò sicura
e un attimo dopo
un potente attacco di fuoco si abbatté sullo sciame,
costringendo
alla fuga i Beedril scampati agli artigli del suo Sneasel.
«State
bene?» domandò poi quella che si rivelò
essere una bella ragazza
con lunghi capelli blu scuro.
«Sì,
grazie. Ci hai salvato» disse Rebecca sollevata mentre
estraeva
dalla borsa un Antidoto per il suo Sneasel. Aveva risentito parecchio
dello scontro ma le bastò spruzzargli addosso il rimedio per
vederlo
rialzarsi e il Pokemon, ancora debole ma già più
in salute, le
saltò subito tra le braccia strusciandosi in segno di
ringraziamento.
«È
stato punto?» chiese quindi la ragazza, guardando preoccupata
verso
il giovane ancora a terra.
«No,
non preoccuparti. Ha solo visto un Caterpie» rispose la
bionda,
lanciandogli a malapena un'occhiata e trattenendo a fatica uno
sbuffo.
«È
svenuto per un Caterpie? Che tipo strano ma non posso offendere il
suo fidanzato» commentò l'altra e Rebecca,
incredula, si girò di
scatto a guardarla.
«Che
stai dicendo? Non è il mio fidanzato! Non so neanche il suo
nome!»
protestò sconvolta, arrossendo violentemente.
«L'ho
detto ad alta voce?!» esclamò inorridita la
ragazza dai capelli blu
coprendosi la bocca con una mano mentre il suo viso diventava ancora
più rosso.
«Cosa
sta succedendo?» domandò in quel momento una voce
maschile e le due
si voltarono di scatto. Il giovane si era svegliato e si guardava
intorno con aria confusa.
«Come
mai siete così rosse?» aggiunse stupito.
«Lascia
perdere!» urlò quasi Rebecca, coprendosi a sua
volta il viso con le
mani mentre il tizio le rivolgeva uno sguardo ancora più
stranito.
«Ah,
già... Cosa stavi dicendo prima?» chiese poi dopo
qualche secondo,
ricordatosi di averla sentita urlare qualcosa a un nulla dal suo viso
chissà quanto tempo prima. Non riusciva a capire cosa stesse
succedendo ma non gli sembrava il caso di disobbedire a quell'ordine
così perentorio.
«Niente
di importante» sospirò la bionda, facendo un
grosso sforzo per
calmarsi.
«Sembrava
di sì però» ribatté lui
pensieroso.
«Cercavo
di farti riprendere per scappare dai Beedril ma sei svenuto di nuovo
appena li hai visti. Si può sapere che problemi hai? Era un
innocuo
Caterpie che voleva fare amicizia» scattò la
ragazza.
«Non
sopporto gli insetti» le spiegò il giovane con un
sorriso
leggermente imbarazzato.
«Immagino
di no» borbottò Rebecca.
«Comunque
grazie. Ti sei messa in pericolo per aiutarmi»
proseguì con
gratitudine.
«Di
niente» rispose lei, ammorbidendosi un po'.
«Tu
chi sei? Non mi sembra di averti vista prima» disse poi il
giovane
rivolgendosi all'altra ragazza, che si stava congratulando in
disparte con il suo Pokemon.
«Ho
sentito delle urla e sono venuta a dare una mano. Mi chiamo Homura.
Piacere di conoscervi» rispose timidamente.
«Grazie
anche a te allora. Io sono Shiki, piacere mio» disse il
ragazzo con
un gran sorriso.
«Grazie
davvero, Homura. Tu e il tuo Vulpix siete stati grandiosi. Non so
come avremmo fatto senza di voi» intervenne la bionda
accarezzando
il pelo morbido del Pokemon di fuoco, che nel frattempo si era
avvicinato a lei. «Il mio nome è Rebecca, felice
di conoscervi» si
presentò a sua volta.
«Anche
il tuo Sneasel è stato in gamba. Ha battuto da solo quasi
tutti quei
Beedril» osservò la ragazza dai capelli blu. Era
arrivata in tempo
per assistere da lontano alla fine dello scontro ed era rimasta
impressionata dalla sua bravura e agilità.
«È
stato bravissimo» confermò Rebecca mentre il
Pokemon, sentendo il
suo nome, si avvicinava a Homura squittendo per fare conoscenza.
«Avete
dei Pokemon davvero forti. Dovete essere delle ottime
allenatrici»
osservò Shiki con ammirazione.
«Io?
Ma no, figurati. Ho appena iniziato il mio viaggio» si
schermì la
bionda imbarazzata. «È tutto merito di
Sneasel.»
«Cosa
stai dicendo? Ho ancora molto da imparare» rispose anche
Homura.
«Vulpix era già forte quando l'ho incontrato e con
la mossa giusta
ha potuto affrontare quei Beedril senza farsi male» aggiuse
modestamente. «Sei un allenatore anche tu?» chiese
poi interessata,
sperando di cambiare discorso. Le aveva fatto piacere il complimento
ma non era abituata a riceverne e si sentiva a disagio.
«Sì
ma sono partito solo oggi da Granbell e immagino si veda»
confessò
Shiki imbarazzato. «Un vero allenatore avrebbe reagito
diversamente»
aggiunse in tono amaro, rivolgendosi più a sé
stesso che alle sue
interlocutrici.
«Abbiamo
tempo per imparare. Nessuno sa tutto fin dall'inizio» disse
saggiamente Homura.
«Ha
ragione» intervenne Rebecca, molto colpita dalle parole di
entrambi.
«Comunque è una bella coincidenza. Anch'io sono
partita oggi»
aggiunse, sperando di distrarlo. Era evidente che Shiki si
vergognasse parecchio per l'accaduto e iniziava a dispiacerle per
lui.
«Davvero?
Da dove vieni?» chiese il ragazzo stupito. Non avrebbe mai
pensato
che la bionda fosse una novellina.
«Da
Norma» rispose lei. «E tu?»
domandò curiosa rivolgendosi a
Homura.
«Sono
partita qualche giorno fa da Oedo» disse lei sorridendo
mentre il
suo Vulpix le saltava in braccio in cerca di coccole.
«Smettila, mi
fai il solletico!» rise poi, quando il Pokemon le
leccò la guancia.
«Ti è
davvero affezionato» commentò Rebecca stupita. Era
bello vedere un
simile legame tra un Pokemon e il suo allenatore.
«Lo
conosco da tempo ed è sempre stato molto
affettuoso» spiegò
Homura. Raccontò quindi del giorno in cui l'aveva incontrato
qualche
mese prima e a quel punto i ragazzi iniziarono a chiacchierare, con
accanto i rispettivi compagni di avventura. Approfittando della
pausa, infatti, anche Shiki fece uscire dalla sfera il suo Eevee, che
subito si avvicinò curioso a tutti i presenti.
Passò
del tempo prima che si accorgessero che la luce iniziava a calare,
ricordando loro che avrebbero dovuto sbrigarsi se volevano arrivare
in città prima di sera.
«Accidenti,
Weisz non sarà contento di avermi aspettata per
ore!» esclamò
Rebecca.
«Chi
è?» domandò Homura incuriosita.
«Mio
fratello, diciamo» rispose lei. «Avrei dovuto
raggiungerlo in città
nel pomeriggio» continuò, guardando accigliata
l'orologio.
«Digli
pure che è stata colpa mia. In fondo è vero,
no?» propose Shiki
sorridendo.
«Non
so se ti conviene. Conoscendolo, farà un sacco di battute al
riguardo» disse Rebecca con leggero disappunto.
«E
allora? Che genere di battute potrebbe fare?» chiese
ingenuamente
lui.
«Dici
sul serio?» domandò la bionda incredula dopo
qualche secondo di
silenzio, ricevendo in cambio uno sguardo interrogativo.
«Non
sa proprio nulla al riguardo. A modo suo è carino ma
è meglio non
dirlo» si lasciò sfuggire la ragazza dai capelli
blu.
«Homura!»
la avvisò Rebecca disperata, strappandole uno strillo
inorridito
appena si rese conto dell'accaduto mentre Shiki cercava invano di
capire.
«Di
cosa non so nulla?» chiese infatti a entrambe, senza essere
minimamente ascoltato.
«Mi
dispiace! È una brutta abitudine che non riesco a
togliermi» si
scusò la giovane imbarazzata.
«Puoi
dirlo forte» si lamentò la bionda, pentendosene un
istante dopo
quando capì di aver infierito senza volerlo. In
realtà aveva
pensato la stessa cosa su Shiki e sentirlo dire ad alta voce in
quell'attimo di silenzio le aveva fatto uno strano effetto.
«Cercherò
di lavorarci» promise mortificata Homura, scoprendosi
lentamente il
viso di un bel rosso acceso.
«Ehi,
qualcuno mi risponde?» protestò Shiki ripetendo la
domanda per
l'ennesima volta. Non riusciva proprio a capirle in certi momenti e
si sentiva tagliato fuori. Per quale motivo una frase normalissima
aveva scatenato una tale agitazione?
«Attento,
c'è un Pokemon Coleottero!» esclamò
Rebecca, esasperata da tanta
insistenza.
«Dove?»
urlò il ragazzo allontanandosi di scatto dagli alberi.
«Dov'è? Non
lo vedo! È vicino a me?» strepitò
agitato guardandosi
freneticamente intorno già sudato e scosso dai brividi.
«Stavo
scherzando!» disse la ragazza scoppiando a ridere. L'aveva
detto
senza pensarci e la scena si stava rivelando più esilarante
di
quanto immaginasse.
«Sei
davvero terribile, Rebecca» commentò Homura
ridacchiando.
«Lo
so» rispose lei, ridendo ancora più forte.
Iniziava a sentirsi
piuttosto meschina nel vedere la reazione dell'amico ma non riusciva
a fermarsi.
«Si
può sapere cos'hai nella testa? Mi hai spaventato»
intervenne serio
Shiki guardandola storto.
«Scusa
ma era un'occasione troppo bella per non sfruttarla» disse la
bionda
a fatica cercando invano di riprendere fiato mentre il giovane
borbottava qualcosa di poco carino che la fece sentire ancora
più in
colpa.
«Scusa,
non avrei dovuto» riprovò Rebecca poco dopo appena
si fu calmata.
«D'accordo»
annuì Shiki, capendo dal suo sguardo che era davvero
pentita.
«Adesso mi spieghi cosa stavate dicendo?» aggiunse
subito dopo
strappandole un gemito. La bionda non se l'aspettava proprio e il suo
cervello lavorò febbrilmente in cerca di una scappatoia. Non
aveva
la minima intenzione di spiegargli una cosa simile, anche se forse
glielo doveva dopo quello scherzetto.
«È
un discorso lungo e delicato... vero, Homura?»
iniziò piano dopo
qualche secondo, colta da un'improvvisa illuminazione, cercando il
sostegno dell'amica.
«Esatto.
Un discorso tra uomini, soprattutto» confermò
subito lei, annuendo
convinta. «E adesso dobbiamo proprio sbrigarci»
aggiunse decisa.
«Ah,
ho capito! È meglio che chieda a tuo fratello allora.
Giusto,
Rebecca?» esclamò Shiki trionfante.
«No,
non a lui!» strillò inorridita la bionda mentre
questi si avviava
allegro in direzione della città senza ascoltarla.
«Scusa»
disse dispiaciuta Homura in risposta all'occhiataccia dell'amica. Le
era sembrata una buona idea per darle una mano ma era evidente che la
situazione avesse preso invece una brutta piega.
«Ora
mio fratello non la smetterà più davvero, povera
me» gemette
sconsolata Rebecca immaginando la scena di Shiki che domandava
proprio a Weisz una cosa simile.
«Andiamo,
non sarà così terribile»
cercò di incoraggiarla Homura,
augurandosi di avere ragione. La bionda sembrava davvero terrorizzata
all'idea e si sentiva parecchio in colpa ad averla messa ancor
più
nei guai dopo che lei aveva chiesto il suo aiuto.
«Vedrò
di sopravvivere come sempre. In fondo non sarà la prima
volta che
Weisz si fissa su qualcosa di assurdo» sospirò
rassegnata Rebecca
qualche istante dopo, sforzandosi di intravedere uno spiraglio di
luce in un disastro simile. Era da un po' che non si vedevano ma in
fondo era sempre stata in grado di tenergli testa fin da bambina. E
nel peggiore dei casi, avrebbe sempre potuto contare sull'aiuto del
nonno, telefonandogli da un qualsiasi Centro Pokemon. Non che l'uomo
potesse fare molto, così a distanza, ma una bella strigliata
al
nipote l'avrebbe data di sicuro.
Fu il
turno di Homura di scoppiare a ridere, divertita dalla sua
espressione improvvisamente decisa. Per fortuna Rebecca non sembrava
essersela presa più di tanto per l'ennesimo guaio provocato
dalla
sua linguaccia e le due affrettarono il passo per raggiungere Shiki,
tutto entusiasta all'idea di avere presto la compagnia di un altro
ragazzo. Non che gli dispiacesse quella delle sue nuove amiche ma
aveva diritto anche lui a un po' di sostegno e suo nonno gli aveva
detto tante volte che viaggiare in gruppo sarebbe stato molto
più
piacevole.
Dal
canto suo Rebecca, archiviato momentaneamente il problema in un
angolo del suo cervello, non riusciva a smettere di sorridere, felice
e fiduciosa per l'avventura appena cominciata. Nonostante qualche
piccolo imprevisto, aveva già incontrato dei ragazzi
simpatici che
si augurava avrebbero accettato l'invito di unirsi a lei e Weisz. Non
ne avevano parlato apertamente ma era abbastanza sicura, a giudicare
dai loro sguardi, che avessero il medesimo desiderio di proseguire
tutti insieme ed era certa che suo fratello non avrebbe fatto
obiezioni. Il suo viaggio era iniziato solo da poche ore ma non
avrebbe potuto essere più soddisfatta di così.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta e di avervi strappato almeno un sorriso con questo
piccolo esperimento. Era da un po' che avevo in mente un crossover
tra Edens Zero e il mondo dei Pokemon, e finalmente ho avuto
l'occasione di lavorarci. Probabilmente diventerà una serie
che
coinvolgerà in futuro anche i personaggi di Fairy Tail
(motivo per
cui tante cose sono rimaste volutamente in sospeso), ma per ora
iniziamo con questa fic. Fatemi sapere che ne pensate della mia
ennesima follia, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete
dedicato anche solo leggendo. <3
Come
ho accennato nell'introduzione, questa storia partecipa
all'iniziativa “AU & Crossover challenge”
del gruppo facebook
“Fairy
Tail & Edens Zero Italian fan group”,
aperta a scrittori e
disegnatori nei fandom di Fairy Tail, Edens Zero, Rave e il nuovo
Gate of Nightmares (manga promozionale basato su un videogioco che
Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e
personaggi). Avete tempo fino al 30 settembre compreso per
partecipare secondo le regole che troverete sul gruppo. Che decidiate
di partecipare o meno, vi aspettiamo numerosi per condividere il
nostro amore nei confronti di queste bellissime opere (attenzione
però ai possibili spoiler se non seguite le scan online)! :3
Se a
qualcuno interessa, potete trovarmi anche nella mia
pagina facebook (oltre che su Instagram
e Twitter),
dove posto
le mie color e i link delle fanfiction.
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona serata.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
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