Un cuore
spezzato
L'alba di un nuovo giorno accoglieva la Revenge e la sua ciurma, molti
degli uomini erano già al lavoro mentre altri stavano
facendo
colazione con la scarsa razione che gli toccava, le condizioni a bordo
erano davvero pessime e la maggior parte di loro credeva ci sarebbe
voluto più di un miracolo per risolvere la situazione, in
più c'era un evidente tensione che aleggiava tra tutti loro,
da
un lato la ciurma del pirata gentiluomo dall'altro quella di Barbanera
e nonostante quest'ultimo aveva promesso che nessuno sarebbe stato
toccato era ovvio che quelli che erano stati abbandonati, rapiti o
spinti in mare non si fidassero poi molto delle sue parole.
Il peggio però non era certo quello ma
l'elettricità che
scorreva tra i due capitani, era chiaro a tutti che non avessero
risolto un bel niente e che Stede stava solo cercando un modo per farsi
perdonare da Edward ma con scarsi risultati perché tutte le
volte che provava anche solo ad aggiungere una parola in più
Edward si ritirava nella sua stanza sbattendogli la porta in faccia,
era difficile lavorare in quelle condizioni e il novello pirata sapeva
che i suoi uomini non avrebbero retto ancora a lungo per questo doveva
darsi una mossa, ma non quel giorno perché aveva mandato a
monte
un abbordaggio capendo male gli ordini e ovviamente Barbanera si era
infuriato con lui, aveva tentato di pugnalarlo ma non ci era riuscito e
questo lo aveva mandato ancora più in bestia.
Ovviamente i guai non arrivano mai soli e dopo quel fallimento anche il
mare e il cielo decisero di farsi beffa della loro situazione
scatenando la peggiore tempesta mai vista, il mare gonfio e grigio si
abbatteva sulla nave facendola ondeggiare selvaggiamente, il vento
ululava così forte e con tanta potenza da costringerli a
chiudere le vele, sul pavimento di legno si scivolava, la roba rotolava
ovunque e anche l'equipaggio faticava a tenersi in piedi, c'erano tuoni
seguiti da fulmini che rischiavano di colpire l'albero ad ogni schiocco
e in più anche il timone sembrava essersi bloccato.
<< Ed così ci schianteremo! >>
urlò Stede tenendosi come meglio poteva alla ringhiera.
<< So quello che faccio, sono io che comando qui!
>>
<< Edward metti da parte l'orgoglio per una buona volta e
ascol...- >> la frase si interruppe lì
perché
un'onda parecchio forte si abbatté sulla fiancata della nave
facendolo volare in avanti, finì dritto contro Edward e si
aggrappò a lui ma anche i suoi vestiti di pelle erano resi
scivolosi dall'acqua.
<< Ti ho già ascoltato una volta!
>> urlò
Barbanera spingendo Stede per toglierselo di dosso e facendolo cadere a
terra, le rocce intanto diventavano sempre più vicine sotto
lo
sguardo terrorizzato del pirata gentiluomo che invano continuava ad
urlare.
<< EDWARD! >>
<< Fang al mio tre ruota a tutta destra il timone!
>>
urlò Edward ignorando completamente la voce terrorizzata
sotto
di lui.
<< Uno! >>
Stede si aggrappò alle ringhiere più forte che
poté.
<< Due! >>
Chiuse gli occhi preparandosi all'impatto.
<< Tre! Ora, vai! >>
Fang eseguì l'ordine sforzandosi di girare il timone con
tutta
la forza di cui era capace, la nave virò di colpo schivando
per
un pelo gli scogli che erano a pochi metri da loro, i barili e le casse
rotolarono schiantandosi nel lato destro della nave e anche tutti gli
uomini che non si erano aggrappati bene finirono con le schiene o le
pance sbattuti contro il legno che fortunatamente era abbastanza
resistente da non rompersi, Edward urlò di gioia saltando
giù alla base della nave.
<< Ce l'abbiamo fatta! >>
<< Uomo in mare! >> gridò
Buttons indicando un
puntino che si dibatteva tra le onde, era Roach che era salito
sull'albero per chiudere le vele e con quella manovra di prima era
scivolato non riuscendo a tenersi stretto ed era caduto in acqua, Stede
che fino a poco prima era rimasto aggrappato alla ringhiera ancora
tremante si alzò di scatto ignorando il tremore che sentiva
alle
gambe, corse a prendere una corda e la lanciò al poveretto
sperando riuscisse ad afferrarla.
<< Roach aggrappati! >>
<< Forza amico puoi farcela >>
gridò qualcuno.
Edward guardava la scena e in particolar modo Stede che sembrava
essersi trasformato da lattante in vero uomo, era determinato, urlava
cosa fare con decisione senza nemmeno una traccia di titubanza nella
voce, deglutì sentendo il cuore accelerare di fronte a
quella
nuova versione del suo ex co-capitano.
<< Meglio se ti arrendi, le onde sono troppo alte
>> gli
disse con l'intenzione di fargli male ma quello che ottenne fu solo uno
sguardo infuocato e deciso.
<< Ho promesso che non avrei più abbandonato
nessuno ed
è quello che farò a costo di andare io stesso a
prenderlo. >>
Gli altri uomini sentendo quelle parole sorrisero ammirando il loro
capitano e ciò che era diventato, forse avevano fatto bene a
dargli di nuovo fiducia, si stava comportando come un vero uomo d'onore
dimostrando che la loro fedeltà era ben ripagata.
<< Morirai anche tu se ti butti >> disse
serio.
<< Non importa >> rispose Stede e dopo
essersi assicurato
che la corda fosse abbastanza stretta iniziò a calarsi
giù cercando di non guardare troppo verso il basso e non
pensare
che sotto di lui c'era una quantità d'acqua perfettamente in
grado di divorarlo.
<< Lascia che vada Edward, almeno ci toglieremo di torno
un
inutile parassita >> disse Izzy a bassa voce
avvicinandosi a lui,
ma Edward non poteva permettere che morisse proprio sulla sua nave, se
doveva abbandonarlo di nuovo non era con la morte che doveva succedere,
non se la sarebbe cavata così facilmente.
<< Bonnet! Legati la corda intorno al corpo e poi salta
>> urlò Barbanera e tutti lo guardarono
sconvolti.
<< Così annegherà >>
disse Lucius.
<< No che non lo farà. >>
Stede guardava Edward titubante insicuro sul fatto se gli stesse
suggerendo una cosa giusta o meno, poi chiuse gli occhi e gli tornarono
in mente i ricordi che aveva con lui, quando si era lasciato infilzare
per insegnargli a combattere, quando gli aveva suggerito di alzare
bandiera bianca e la volta con gli Spagnoli, in tutti quei
casi
aveva seguito le sue indicazioni e le cose erano andate bene,
così una volta legatosi la corda intorno alla vita si
lasciò cadere in acqua sotto lo sguardo pietrificato di
tutti.
<< Sei impazzito! >>
<< Così ti ammazzerai >>
gridarono in coro ma
l'unico a non essere spaventato era proprio Edward che era stupito
della fiducia che Stede gli aveva dato nonostante tutto, il pirata
biondo era riuscito ad afferrare Roach ma salire in due sarebbe stato
molto più complicato, intanto Barbanera si era calato dal
bordo
tenendosi alla corda.
<< Ok ora fai salire Roach io lo tirerò su, tu
non temere
perché sei legato e non verrai trascinato via dalla
corrente!
>>
Così fecero e con non poca fatica il cuoco della nave
riuscì a salire aiutato prima da Edward e poi da tutti i
suoi
amici, fortunatamente non aveva bevuto troppa acqua ma era solo
frastornato, era il turno di Stede che però ogni volta che
tentava di appoggiarsi con i piedi alla nave come gli aveva suggerito
Barbanera scivolava giù, in più la corda stava
per
spezzarsi e infatti dopo altri due tentativi si sentì un
crack,
Stede piombò in acqua ma Edward afferrò la cima
prima che
finisse anch'essa in mare.
In quelle condizioni rischiava di venir trascinato giù anche
lui
e il pirata gentiluomo non avrebbe potuto sopportarlo, guardava
terrorizzato quelle mani guantate che reggevano con tutta la forza
quella corda, i denti digrignati e il viso rosso per lo sforzo.
<< Ed lascia la corda! >> urlò.
<< Non voglio che finisci in acqua anche tu, non me lo
perdonerei
mai! >> gridò di nuovo e a quel punto Edward
aprì
gli occhi che incontrarono quelli scuri dell'altro, si stava
preoccupando per lui, perché si chiedeva ma non era il tempo
di
porsi domande, gli altri uomini corsero afferrando Barbanera per non
farlo cadere ma questo non risolveva il problema di Stede, purtroppo
però con tutto quello sballottamento andò a
colpire con
la testa contro la nave e perse i sensi.
<< Cazzo >> imprecò Edward a
denti stretti.
<< Va bene ora abbiamo solo una soluzione tirare con
tutte le
nostre forze e sperare che la corda non si spezzi di nuovo
>>
gridò.
<< Pronti? >>
<< Sì >> risposero tutti.
<< Forza iniziamo! >> tirarono con tutta
l'energia che
avevano in corpo, qualcuno scivolò ma si rimise subito in
piedi,
tirarono, tirarono e tirarono ancora fino a che il corpo privo di sensi
di Stede non venne finalmente su, Edward lo prese tra le braccia
tirandolo dentro e accasciandosi vicino a lui, ansimava per lo sforzo
fatto, poi guardò quel viso tanto bello da far male, gli
accarezzò la nuca vedendo i capelli sporchi di sangue,
tirò su quel ciuffo e scoprì un taglio, non era
grave e
lui si rese conto che stava diventando troppo protettivo nei suoi
confronti così si alzò di scatto come se si fosse
scottato.
<< Medicatelo e portatelo in cabina >>
ordinò senza
più guardarlo e lui stesso si ritirò nella sua,
si
spogliò da quei vestiti bagnati e si rannicchiò
davanti
al fuoco per scaldarsi, sollevò la mano con la quale aveva
sfiorato i capelli di quel pirata che gli aveva spezzato il cuore, per
un attimo si addolcì sentendo il magone salirgli alla gola
ma
poi la chiuse a pugno e i suoi occhi si spensero di nuovo sotto quella
rabbia cieca che aveva imparato a provare.
Dopo circa un'ora quando i suoi abiti erano quasi asciutti e lui si era
messo qualcosa per la notte qualcuno bussò alla sua porta,
imprecò a denti stretti non avendo voglia di vedere nessuno
così provò a fingere di star dormendo ma il
bussare non
si placava affatto.
<< Avanti cazzo! >>
Si aprì uno spiraglio e Olu entrò titubante
giustamente
spaventato e in allerta, non si poteva mai sapere con Edward
soprattutto se aveva bevuto o se aveva semplicemente avuto una brutta
giornata, ma quello che aveva da dire non poteva aspettare e gli altri
avevano deciso in unanimità che lui era il più
indicato
per parlare con quel matto che perdeva la testa anche se solo gli
portavi il cibo sbagliato.
<< Che cazzo vuoi? Ti sembra l'ora per venire a fare una
visitina? >>
Olu titubò un po' poi prese coraggio.
<< Mi dispiace capitano ma abbiamo un problema urgente,
riguarda
Stede >> con quella semplice frase riuscì ad
ottenere la
sua attenzione ma purtroppo l'interesse scemò in fretta.
<< Allora non mi interessa potete risolverlo da soli
>>
disse spostando lo sguardo verso il basso e serrando la mascella, Olu
però non si spostò dalla sua posizione.
<< Edward so che le cose tra voi...- >>
Barbanera gli si
avvicinò come una furia costringendolo ad indietreggiare, lo
studiò con occhi che sprizzavano scintille di rabbia poi lo
prese per la maglia tirandolo verso di sé, ne aveva
già
abbastanza di tutti loro.
<< Allora non mi hai sentito, ho detto che...-
>>
<< Rischia la vita >> disse solo Olu ed
Edward allentò la presa.
<< Che significa? >> domandò
severo.
<< Quando lo abbiamo portato dentro gli abbiamo messo dei
vestiti
asciutti addosso ma non è servito, sta tremando da parecchio
ormai e temiamo abbia la febbre. >>
<< Quel vostro cuoco non è anche un medico?
>> chiese sollevando appena le sopracciglia.
<< Sì più o meno ma il punto
è che gli servirebbe solo un posto caldo dove stare.
>>
Edward si scostò da lui allontanandosi lentamente, non lo
guardava più perché stava riflettendo.
<< E quindi cosa vuoi da me? >>
Olu aprì e chiuse le braccia sperando di fare breccia in
quel lato di lui che forse non era ancora morto del tutto.
<< Se potessimo portarlo qui e farlo scaldare vicino al
fuoco
probabilmente entro questa notte starebbe già meglio.
>>
<< Non se ne parla >> rispose Barbanera
continuando a fissare il pavimento.
<< Per favore...ci hai fatti tornare a bordo solo per
vederci
morire uno a uno? E prima lo hai salvato dandoti tutta quella pena per
poi rischiare di farlo uccidere da un raffreddore? >> Olu
sapeva
di star rischiando grosso, prendersi troppe libertà costava
caro
ma lui era determinato a farlo ragionare, Edward gli si
avvicinò
di nuovo pensando sarebbe fuggito sotto il suo sguardo feroce ma non
accadde.
<< Sai cosa accade a chi mi parla così?
>>
<< Lo so >> deglutì
<< ma Stede ha bisogno di
aiuto e io voglio fare il possibile per darglielo. >>
Edward a quel punto non sapeva più come ribattere o meglio
non
ne aveva forza e voglia, in fondo quel ragazzo aveva ragione non lo
aveva salvato per vederlo morire in modo così sciocco, ma
averlo
lì nella sua camera di nuovo cosa avrebbe significato, cosa
avrebbe riportato a galla? Niente si rispose, lui era il Kraken e quel
mostro non ha sentimenti, aveva qualcosa da dimostrare e per quello gli
serviva che Stede fosse vivo.
<< Portatelo qui >> disse andandosi a
rannicchiare poi sul letto.
<< Grazie >> Olu sorrise e uscì
svelto dalla stanza.
Poco dopo un gruppo di ragazzi vagamente disordinati entrarono
discutendo tra loro su come era meglio tenere il corpo dell loro
capitano per non fargli male, la discussione finì una volta
che
incontrarono lo sguardo cupo di Barbanera << sicuro che
gli stia
bene? >> domandò Lucius a Olu che
annuì,
sistemarono Stede vicino al fuoco usando come giaciglio coperte e
qualche straccio.
<< Ok così dovrebbe andare. >>
Olu si avvicinò a Barbanera tenendosi le mani nelle tasche
posteriori dei pantaloni << Edward... >>
voleva
ringraziarlo di nuovo e magari così i rapporti tra loro
sarebbero migliorati e sulla nave si sarebbe potuto respirare di nuovo
ma ovviamente lui non glielo permise.
<< Fuori >> ordinò e Lucius,
Pete, lo Svedese obbedirono senza farselo ripetere.
<< Anche tu >> disse guardando Olu negli
occhi che
però titubava << non vuoi che resti per
>> ma lo
sguardo trafiggente di Edward lo convinse che era meglio fare come
diceva prima di scatenare la sua ira e rischiare di far buttare fuori
anche Stede, così dopo aver buttato un'occhiata al suo
capitano
dormiente uscì svelto dalla porta.
<< Pensi che rimarrà lì tutta la
notte a fissarlo? >> bisbigliò Lucius.
<< Non lo so tesoro, forse >> rispose Pete.
<< E' inquietante. >>
<< Vi sento idioti! >> urlò
Edward da dietro alla
porta tirandole contro uno stivale, tutti quanti fuggirono via alla
svelta lasciandolo finalmente completamente solo, o quasi
perché
c'era Stede con lui anche se completamente inconsapevole di dove si
trovasse, era strano trovarsi nella stessa cabina dopo tanto tempo,
avevano condiviso un mucchio di cose lì dentro parecchie
delle
quali belle e felici, ricordava i sorrisi, i brindisi e le risate,
guardava quell'uomo dormiente da lontano come se temesse che
avvicinandosi troppo avrebbe potuto scottarsi.
Sembrava così innocuo visto in quelle condizioni e invece
era
stato capace di strappargli il cuore dal petto, gli aveva fatto
più male lui con la sua gentilezza che tutti gli uomini che
lo
avevano ferito con la spada, Edward aveva imparato che le cicatrici sul
cuore
facevano molto più male di quelle che aveva sul corpo, i
suoi
cupi pensieri vennero interrotti dalla voce di Stede, stava mugolando
qualcosa mentre si agitava nel sonno.
<< Ed...mi dispiace Edward. >>
<< Perdonami. >>
Barbanera venne colpito da quelle frasi ma si rifiutava di ascoltarle,
scosse la testa tappandosi le orecchie e stringendo gli occhi, non
poteva permettersi di cedere di nuovo, stava solo sognando e le sue non
erano vere scuse, se ne sarebbe andato di nuovo lasciandolo solo e lui
stava solo aspettando il momento che accadesse.
<< Zitto Bonnet tieniti le tue patetiche scuse per te
>>
disse sorseggiando le ultime gocce d'alcol che gli erano rimaste nella
fiaschetta poi si girò e tentò di dormire.
L'indomani Izzy andò come tutti i giorni a svegliare il suo
capitano trovandolo però già in piedi, i suoi
occhi
vennero attirati dalla figura di Bonnet che sonnecchiava beato sul
pavimento, lo sguardo del primo ufficiale si spostò
terrorizzato
sulla figura del suo capitano, non poteva essere successo
ciò
che credeva.
<< Edward che ci fa questo coglione qui? >>
<< Niente Izzy non fa proprio niente >>
rispose uscendo
dalla camera con Izzy al seguito che continuò a riempirlo di
domande lungo il tragitto.
<< Se ti dico che non devi preoccuparti fallo e basta.
>>
<< E' solo che sono preoccupato, non voglio succeda come
l'ultima volta >> disse Izzy guardandolo serio.
<< Per caso ti sembro uno stupido Izzy, avanti dillo
>> in quel momento passò Lucius, loro si
zittirono sperando
se ne andasse senza dire una parola ma lui rimase li impalato.
<< Dovrei solo...ecco passare...il corridoio è
stretto
>> disse il ragazzo con la voce che gli tremava
leggermente, loro due si spostarono e lui passò in tutta
fretta
dicendo << voglio che sappiate che non ho sentito niente
>>
poi corse via, Izzy sbuffò alzando gli occhi al cielo.
<< Allora dimmi perché dobbiamo tenerli sulla
nave, se non
vuoi ucciderli abbandoniamoli da qualche parte, lasciamoli in un porto
o dove ti pare, non ha senso continuare tutto questo >> Edward sollevò un dito
<< ti ho
già spiegato che se ne andranno loro, voglio solo divertirmi
un
po' nel mentre e dimostrare a Ste...a Bonnet che ho ragione sul suo
conto. >>
<< Cioè? >> domandò
Izzy.
<< Che è un bugiardo. >>
Izzy sospirò.
<< Mi è concesso divertirmi un po' o no? Sono
Barbanera
cazzo, io devo divertirmi e ti pregherei di non affrontare
più
questo discorso e di non prendere iniziative, sai quello che
è
successo l'ultima volta vero? >> indicò con lo
sguardo il
piede mutilato del primo ufficiale.
<< Sì...capo >> rispose Izzy
levandosi ti torno.
Quando Stede aprì gli occhi trovò accanto a
sé
Olu, si guardò intorno stropicciandosi gli occhi ricordando
vagamente che cosa era successo il giorno prima, si sentiva debole ma
forse aveva solo bisogno di mangiare qualcosa e rilassarsi, quando
riuscì a mettere a fuoco la figura del suo compagno di
avventure
lo guardò confuso.
<< Dove mi trovo? >> sentiva la bocca molto
secca.
<< Sei nella cabina di Edward, che è anche la
tua in
effetti ma...comunque ieri tremavi e avevi la febbre così
abbiamo chiesto a lui il permesso di metterti vicino al fuoco.
>>
<< E lui ve lo ha concesso... >> le sue
labbra si aprirono in un sorriso di stupore.
<< Sì ma capo non illuderti troppo,
è stato difficile convincerlo. >>
L'espressione di Stede mutò di nuovo diventando
più triste.
<< Già immagino...però è
un passo avanti
vero? >> chiese speranzoso e Olu proprio non se la
sentiva di
farlo stare male così annuì rispondendo
affermativamente
e il pirata gentiluomo ritrovò un po' del suo buon umore,
anche
loro due si diressero in cucina dove trovarono alcuni membri della
ciurma intenti a mangiare.
<< Voi pensate voglia ucciderci? >>
<< Se avesse voluto farlo perché avrebbe
salvato me e Stede? >> disse Roach.
<< Spero non abbia intenzione di abbandonarci ancora,
credete che
il talent show si possa ancora fare? >>
domandò lo Svedese.
<< Ah ma sta zitto. >>
Stede si schiarì la voce e Olu si andò ad
accomodare accanto a Jim.
<< Ragazzi voglio tranquillizzarvi su questo punto,
nessuno
morirà, Edward e io abbiamo fatto un patto al massimo se non
mi
vorrà più è me che ucciderà
ma voi sarete
liberi di andarvene. >>
<< Come facciamo a fidarci di nuovo? >>
domandò Pete attirando il consenso degli altri.
<< Io mi fido di lui Pete, se c'è qualcuno che
ha
sbagliato qui sono io, è vero lui non doveva fare
ciò che
vi ha fatto ma era molto arrabbiato per colpa mia, quindi se dovete
avercela con qualcuno quello sono io >> spiegò
Stede, in
quel momento stava passando Edward che si nascose dietro la porta ad
ascoltare, stava parlando bene di lui prendendosi tutta la colpa,
questa consapevolezza gli fece bruciare forte gli occhi, se li
asciugò entrando in cucina, quando lo videro gli altri
rimasero
in silenzio affrettandosi ad alzarsi, solo Stede rimase in cucina.
<< Ed...volevo ringraziarti per...- >>
<< Zitto Bonnet, non voglio sentire una parola uscire da
quella
tua bocca bugiarda, e ti ho già detto che sono Barbanera per
te.
>>
<< D'accordo! Allora Barbanera posso avere la tua
attenzione? >>
<< No >> rispose pizzicando una mollica di
pane e
mettendosela in bocca, stava per uscire ma Stede si mise davanti a lui.
<< Senti io ho accettato le tue condizioni, hai detto che
potevo
rimanere se fossi rimasto solo tu al comando, non dovevo intervenire
per alcun motivo e non mettere becco sui tuoi metodi e non l'ho fatto,
quello che ti chiedo è di ascoltare quello che...-
>>
Edward si pulì le mani dalle briciole e lo fissò
come se
fosse la centesima volta che doveva ripetergli quel discorso.
<< L'ho già fatto, ti ho ascoltato
è per questo che
sei qui, non credo a una parola di ciò che mi hai detto, so
che
te ne andrai di nuovo alla prima occasione e te lo
dimostrerò,
per questo tengo te e i tuoi giocattoli sulla mia nave. >>
<< Era la mia nave Edward! >>
Barbanera ridacchiò.
<< Che vuoi fare riprendertela? >>
Stede ci pensò su, stava per negare quando gli venne
un'idea, una folle e pazza ma che poteva funzionare.
<< Sì. Ti sfido a duello Barbanera, se vinco
io
tornerò ad essere tuo co-capitano e tu dovrai ascoltare
quello
che ho da dirti, se vinci tu mi ucciderai >> disse
deglutendo
senza spostare lo sguardo, Edward ovviamente era spiazzato, sapeva che
quell'ometto era pazzo ma non fino a quel punto, con Izzy era stata
fortuna mischiata a un pizzico di strategia ma non avrebbe mai potuto
vincere contro di lui.
<< Ci tieni tanto a morire? >>
Il pirata gentiluomo si umettò le labbra spostando lo
sguardo verso il basso e poi di nuovo su di lui.
<< Non ha senso continuare a vivere senza di te, se tu mi
odi
così tanto allora accetta la mia sfida e ti libererai di me,
l'unico per cui voglio combattere sei tu Edward e non ho paura di
mettere la mia vita in palio. >>
<< Non mi batterò con te Bonnet
>> disse superandolo.
<< Codardo >> rispose Stede tremando
appena, Edward si fermò di colpo.
<< Cosa hai detto? >>
<< Ho detto che sei un codardo >>
ripeté stringendo
i pugni, Barbanera fece qualche passo indietro fermandosi proprio
dietro alla schiena di Stede.
<< Tu vieni a dire a me che sono un codardo.
>>
<< Sarò anche scappato ma ora tu stai facendo
la stessa
cosa, dimostra che sei meglio di me Edward Teach >> non
ebbe il
coraggio di voltarsi perché gli occhi scuri e profondi
dell'uomo
che aveva capito di amare gli avrebbero sicuramente fatto perdere tutta
la determinazione.
<< Accetto la sfida, se proprio ci tieni a fare una
brutta fine.
Ma non dire che non ti avevo avvisato e...non sarò gentile
per
niente >> disse Edward, in quel momento arrivò
Izzy che
vedendo quella strana situazione capì che c'era qualcosa
sotto.
<< Che cosa succede? >> domandò
al suo capitano.
<< Izzy voglio che lucidi e affili la mia spada, questo
pomeriggio ci sarà un incontro. >>
Il primo ufficiale lo guardò confuso << un
incontro tra
chi? >> ma Edward si allontanò senza
rispondere, Stede
guardava verso il basso ancora voltato di spalle con gli occhi lucidi,
Izzy guardò lui e si chiese se fosse lui l'uomo contro cui
il
suo capo voleva combattere, possibile? Sorrise all'idea e si
affrettò a fare ciò che gli aveva ordinato.
Tutti presto seppero dell'incontro e ovviamente diedero del pazzo a
Stede, alcuni gli consigliarono di ritirarsi ma lui non rispondeva, era
determinato a portare avanti il suo scopo, il primo ufficiale
consegnò con orgoglio la spada che aveva tirato a lucido a
Edward, gli batté una mano sulla spalla <<
è ovvio
che vincerai Edward >> disse con gli occhi che gli
brillavano,
aveva aspettato quel giorno per mesi e finalmente era arrivato.
Barbanera uscì sul ponte scuro in volto, erano
già tutti
lì con Stede al centro che lo stava aspettando, si
guardarono
per un istante e i loro occhi si scambiarono parole che a voce ancora
non sarebbero risusciti a dirsi, Edward si impose di vedere nell'uomo
davanti a lui solo un avversario e non l'uomo che aveva amato e che
segretamente amava ancora, Stede era insicuro ma determinato, strinse
l'elsa della sua spada e diedero il via al combattimento.
Le spade si incrociavano tintinnando l'una contro l'altra,
strusciavano, si allontanavano e poi di nuovo erano unite in uno
scontro di forza, da un lato il pirata gentiluomo che cercava di fare
forza e dall'altro il terrore dei mari che ne sapeva molto
più
di lui, ci stava andando piano giusto per il gusto di fargli credere di
potercela fare ma doveva ammettere che era migliorato, la sua tecnica
era più specifica rispetto all'ultima volta che si erano
allenati insieme.
Gli uomini tifavano con titubanza perché non sapevano quale
dei
due era meglio scegliere, temevano di finire nei guai con Barbanera se
avesse vinto ma Stede era il loro capitano, li aveva salvati e si stava
battendo con coraggio perciò decisero di essere loro stessi
uomini valorosi e cominciarono a incitare il biondo pirata.
Poi Edward iniziò a fare sul serio sferrando colpi sempre
più veloci e precisi, malgrado Stede riuscisse a pararli ne
arrivavano sempre altri e alla fine uno di questi lo colpì
sul
braccio tagliandogli il tessuto della camicia e anche la pelle, gemette
guardandosi il taglio, tutti gli altri erano rimasti in silenzio,
Barbanera però non si fece impietosire e
ricominciò ad
attaccare, il pirata gentiluomo riuscì a spostarsi e
spingere
l'altro uomo contro un barile ma lui si voltò di fretta, in
un
attimo lo raggiunse alzando la spada, sferrò il colpo con
forza
brutale ma Stede lo bloccò, sorrise soddisfatto e tirando un
respiro di sollievo quando Edward allungò una gamba
facendogli
lo sgambetto, il biondo pirata cadde a terra sbattendo la testa, la
spada gli cadde di mano e lui riuscì a vedere solo la figura
di
Edward che si inginocchiava sopra di lui.
<< Hai perso Bonnet >> disse con voce
profonda sollevandolo
per la camicia, lasciò la spada e tirò fuori il
pugnale,
voleva colpirlo dritto al cuore lì dove lui mesi prima era
stato
colpito, voleva vedere quella camicia bianca riempirsi di sangue
proprio nel punto dove quell'organo era situato, Stede non vedeva bene,
la testa gli girava e gli faceva male per il colpo, era sudato anzi
entrambi lo erano, sorrise comunque sollevando una mano per andare a
sfiorare quel viso colorato di nero.
<< Sarà un onore morire per mano tua.
>>
<< Avanti Edward che aspetti finiscilo! >>
urlò Izzy
guadagnandosi un'occhiataccia da tutti, vedendo che Edward non faceva
alcuna mossa alcuni di loro iniziarono ad incitare il loro capitano,
<< forza capo puoi farcela spingilo via! >>
ma Stede non
mosse un muscolo, ansimava per la fatica guardando fisso Barbanera che
strinse più forte il pugnale tra le dita,
lo puntò contro quel petto caldo e vivo, la sua faccia si
contorceva per la frustrazione, voleva farlo, doveva farlo, doveva
uccidere e togliere la vita a Stede Bonnet, ci fu un istante in cui i
loro occhi si incontrarono e in quelli nocciola del pirata gentiluomo
Edward non vi lesse nulla di quello che avrebbe dovuto esserci, non
c'era paura, terrore o accusa, erano solo quegli occhi belli e buoni
che mai lo avevano guardato come se fosse un mostro.
Digrignò i denti spingendo un poco la punta del pugnale ma
la
sua mano si rifiutò
di andare oltre, buttò via la lama con un ringhio feroce e
con
l'altra lasciò andare il lembo di camicia che stava tenendo
stretto, si alzò di scatto causando un indietreggiamento da
parte del resto della ciurma e a passo spedito si diresse verso
l'interno della nave, passò di fianco a Izzy che malgrado il
nervosismo ebbe la saggezza di non dire una parola e si
rifugiò
nella sua cabina.
Gli uomini che erano rimasti con il fiato sospeso fino a quel momento
poterono finalmente riprendere a respirare sollevati che il loro
capitano fosse uscito da quel duello sano e salvo, Ivan e Fang furono
gli unici che rimasero in silenzio ma dentro anche loro erano felici
della buona sorte che sembrava accompagnare sempre quello strano ometto.
<< Grazie per l'appoggio ragazzi >>
iniziò a dire
Stede << ma questa non è stata una vittoria.
>>
<< Ma come no? >>
<< Sì capo tu hai chiaramente vinto.
>>
<< Vi ringrazio davvero ma...- >>
continuò tentando
di placare gli animi anche con un gesto delle mani ma poi intervenne
Buttons che già era stato arbitro del primo duello con Izzy
<< capitano secondo le regole se qualcuno lascia lo
scontro prima
che sia finito determina la sua resa, perciò vince chi
rimane.
In questo caso tu hai vinto. >>
Sul volto di Stede nacque un lieve sorriso << davvero
queste sono
le regole? >> domandò apparendo quasi
incredulo e tutti
risposero affermativamente.
<< E pensate che Edward lo sappia? >>
<< Sì! >> risposero in coro.
<< E quindi significa che... >> sorrise
<< posso parlare con lui. >>
<< Sì capo ce l'hai fatta >>
dissero alcuni dandogli
affettuose pacche sulle spalle ma il sollievo sul volto di Stede
durò ben poco, << però non
è giusto, non mi
sembra di aver vinto lealmente >> e tutti ovviamente
sbuffarono.
<< Ascolta capo ti sei battuto rispettando le regole, non
sei tu
quello che se ne è andato >> provò
a spiegargli Olu.
<< Sì ma io...non l'ho scansato quando potevo,
è come se mi fossi arreso anche io. >>
<< Ma non te ne sei andato >> disse Pete.
Stede non sembrava ancora convinto così intervenne Lucius
esasperato da tutta quella situazione, da quei battibecchi che
rischiavano ogni giorno di farli morire contro qualche scoglio o per
mano di qualche idiota, e lui aveva già avuto il suo bel da
fare
una volta e gli era bastato << ascolta Stede hai voluto
batterti
con lui e ha accettato, stava per vincere ma ha deciso di non infierire
il che significa che tu hai vinto regolarmente, quindi ora muovi quel
culo e dimostra di non essere un codardo per una buona volta.
Probabilmente adesso e lì dentro che piange o si dispera per
te
o per essere stato inadatto, e forse questo potrebbe comportare
un'altra crisi nella quale uno di noi potrebbe finirci di mezzo, quindi
se non vuoi farlo per te o per lui fallo almeno per noi!
>>
Il capitano e tutti gli altri avevano ascoltato quel discorso detto
tutto d'un fiato a bocca aperta e senza emettere alcun suono, non
avevano mai visto Lucius così determinato e rimasero davvero
sorpresi, Pete gli lanciò uno sguardo d'apprezzamento e gli
strinse un braccio intorno alla vita, Stede lo guardò e
rispose
<< hai assolutamente ragione Lucius, devo tirare fuori il
coraggio. >>
<< E le palle >> suggerì Jim.
<< Sì anche quelle >> rispose
Stede tra le risate
generali e poi si allontanò lasciandoli soli, Pete
baciò
Lucius sulle labbra e disse << sei stato molto bravo
>>, il
ragazzo ammiccò e rispose << lo so.
>>
Nella cabina di Edward intanto c'erano già state delle
vittime,
l'unica sedia presente era stata rovesciata malamente, le carte sporche
d'inchiostro e carbone erano state spazzate a terra in un moto di
rabbia
e ora giacevano spiegazzate in un angolo del pavimento sembrando anche
più vecchie e logore di quanto non fossero, Izzy che era
stato
cacciato via in malo modo ma questo non fu un dramma per lui anche
perché non sapeva bene che cosa era andato a fare, parlargli
dell'incontro o del perché non avesse ucciso quel maledetto
Bonnet sapeva bene che sarebbe stato contro producente e
così se
ne era andato senza ribattere, anche se dentro di sé covava
una
rabbia sia verso quel damerino, sia verso il suo capitano che era
sicuro prima o poi sarebbe esplosa.
Il giovane pirata dai capelli color dell'oro aveva camminato per una
buona mezzora avanti e indietro in una delle sale dedicata al
divertimento della Revenge, aveva provato almeno quindici o venti volte
il discorso da fare a Edward visto che quello che gli aveva fatto la
prima volta non aveva funzionato, o forse un pochino sì
visto
che lui e la sua ciurma si trovavano sulla nave, anche se quello che
era stato il suo co-capitano diceva di averlo accettato a bordo solo
per dimostrare che di lui non ci si poteva fidare, che era un codardo
che non manteneva le promesse e che presto se ne sarebbe andato.
Dopo l'ennesimo sospiro strinse forte i pugni e disse <<
coraggio
Stede puoi farcela, è solo Edward, non ti farà
del male
>> deglutì << forse >> drizzò le
spalle e si decise finalmente a muovere i primi passi con il cuore che
batteva forte rimbombando nella cassa toracica, in un attimo era
davanti alla porta, quella porta che aveva varcato centinaia di volte e
che ora gli faceva così paura, allungò una mano
chiusa a pugno per bussare ma senti un forte rumore all'interno
così la
ritirò << forse dovrei aspettare
>> si disse, ma in
quel momento passò Lucius che vedendo la scena disse
<<
non se ne parla >> bussò alla porta al posto
di Stede,
l'aprì e ce lo spinse dentro chiudendola e andandosene
frettolosamente.
<< Chi cazzo ti ha dato il permesso di entrare?
>> ringhiò Barbanera guardandolo storto.
Stede guardò lui, poi la porta e di nuovo lui
<<
ehm...tecnicamente questa è anche la mia cabina
>> disse
riprendendo un briciolo di autocontrollo.
<< Non più Bonnet >> rispose
Edward facendo
frusciare il collo rotto di una bottiglia che teneva in mano,
lo sguardo del pirata gentiluomo cadde su quel pezzo di vetro e
iniziò a sudare freddo, poi però il motivo per
cui era
lì gli tornò in mente e così prendendo
l'ennesimo
respiro si ricompose.
<< Avevi detto che se io avessi vinto il duello mi
avresti ascoltato...e saremmo tornati a essere co-capitani.
>>
Edward lo degnò solo di una risata sprezzante dimostrando
che non lo stava affatto prendendo sul serio.
<< Tu non hai vinto cazzo. >>
<< Mi hanno spiegato le regole, ti sei arreso...-
>>
<< Io non >> gli si avvicinò di
scatto prendendolo
per il colletto della camicia e gli ringhiò sul volto
<<
mi sono arreso. >>
<< D'accordo ma non hai finito, te ne sei andato prima di
scagliare l'ultimo colpo. >>
<< Hai fatto male a fidarti delle promesse di un pirata
>>
ghignò tentando di sembrare malvagio ma Stede era
impassibile,
vedeva oltre sotto quell'armatura di ghiaccio, dietro quello sguardo
macchiato ancora di nero e quell'espressione arrabbiata lui vedeva solo
la ferita di Edward.
<< Promessa o no ora siamo tornati a collaborare, hai
detto che
stai aspettando che me ne vada di nuovo, non ti costa niente aspettare
prendendo con me le decisioni. >>
Barbanera era incredibilmente sorpreso del sangue freddo che stava
dimostrando quell'uomo, ma non doveva esserlo, si era da subito
dimostrato uno in gamba, forse un po' folle e sconsiderato ma comunque
una volta mostratogli la via lui era capace di prenderla senza
più avere bisogno di aiuto e soprattutto non aveva mai avuto
paura di lui quindi non poteva aspettarsi che ne avesse adesso.
<< Va bene ma non condivideremo l'alloggio
>> disse
corrugando le sopracciglia ma Stede scosse la testa, <<
invece
sì, un capitano ha bisogno delle sue comodità per
governare al
meglio la propria nave, ma tranquillo il letto è tuo, io mi
accontento volentieri di quel mucchio di coperte. >>
Edward rise di nuovo << governare Stede? Ti limiti a
lasciare che
le cose accadano, lasci che gli altri facciano quello che sanno fare e
tu segui la corrente, e questo non è governare una nave.
>>
Sul volto del pirata biondo si aprì un sorriso pieno di
stupore,
la sua mente era ferma sul modo in cui Edward lo aveva chiamato, che
fosse stato per errore o di proposito non gli importava per lui era
comunque un passo avanti.
<< Hai ragione io mi sono imbarcato in questa avventura
senza
saperne niente, la maggior parte delle cose che so le ho imparate
grazie a te, ho capito di aver commesso un...più di un
errore ma
adesso voglio davvero, con tutto il mio cuore imparare ad essere un
vero pirata, voglio fare le cose fatte bene e...- >>
<< Allora dovresti iniziare come hanno fatto tutti, hai
potuto
essere un capitano solo perché avevi i soldi per farlo,
senza
soldi probabilmente saresti già morto >> disse
Edward
sentendo quelle parole uscire velenose dalla sua bocca, era come se con
ogni frase volesse provare a ferirlo, punzecchiarlo dove faceva
più male.
Stede rimase qualche secondo in silenzio, considerò
ciò
che gli aveva appena detto e in effetti non aveva tutti i torti, Edward
stesso aveva dovuto affrontare chissà quali pene prima di
diventare capitano, << se questo serve a farti fidare di
me
io...- >>
<< Io non mi fiderò mai più di te
cazzo! Nemmeno se
ti metti a supplicarmi in ginocchio o lustri la nave da
cima a fondo io potrei fidarmi di te. >>
Gli occhi di Stede si riempirono di lacrime << quindi hai
già deciso per noi due. >>
Edward avanzò di un passò e rafforzò
la frase che
stava per dire con un gesto delle mani << non
è esiste
più un noi due, se mai è esistito ha smesso di
farlo
quando tu te ne sei andato lasciandomi come un cazzo di idiota ad
aspettarti per tutta la notte! Ti rendi conto di come mi sono sentito?
Un fottuto coglione che non si è dato per vinto fino
all'alba,
Stede io ti ho aspetta fino alla mattina e tu non sei venuto...
>> anche i suoi occhi scuri si erano riempiti di
tristezza
liquida, abbassò e alzò lo sguardo sperando che
quelle
lacrime non lo umiliassero scendendo proprio in quel momento.
<< Mi spezza il cuore vederti così Ed, sapere
di averti
fatto così male non mi fa dormire la notte, faccio sempre
gli
stessi incubi e il periodo che sono stato lontano da te è
stato
il peggiore della mia vita. Lo sai che ho persino cenato con te mentre
ero a casa da solo? Ho finto che...che quella stupida arancia che
avevamo trovato fossi tu >> sorrise a quel ricordo mentre
una
gocciolina solcava la sua guancia meno rasata del solito, se
l'asciugò con un delicato gesto della mano, Edward aveva
spalancato per un attimo gli occhi a sentire quel racconto, sembrava
una scena così tenera e malinconica da immaginare, ma poteva
anche essere una menzogna raccontata sul momento per convincerlo per
questo si sforzò di ricomporsi, non voleva fare l'errore di
mostrarsi troppo vulnerabile.
Poi qualcosa gli balenò nella mente, si raccontò
che lo
faceva per togliergli qualcosa a cui teneva e per fargli capire quanto
male avesse provato lui quando ciò che amava lo aveva
lasciato,
ma in realtà nel suo cuore vigeva una speranza, se Stede
raccontava il vero allora non avrebbe avuto problemi a fare
ciò
che stava per chiedergli.
<< Dalla a me >> disse serio attirando
l'attenzione del pirata.
<< Che cosa? >> domandò con un
velo di confusione Stede.
<< L'arancia dalla a me e non fare domande.
>>
Stede deglutì, teneva molto a quell'oggetto, già
da
subito si era affezionato ma il suo valore era maturato con il tempo e
con gli avvenimenti, non era più solo un tesoro ricordo di
una
bella giornata passata con Edward, era l'ancora che lo aveva tenuto
attaccato alla sua nuova famiglia quando era lontano ricordandogli che
quello che aveva vissuto non era stato solo un sogno, poi una volta
divisa rappresentava ciò che aveva lasciato una volta capito
chi
amava davvero e quello che desiderava.
Però qualcosa gli diceva che dietro quella strana richiesta
non
c'era solo la volontà di privarlo di qualcosa a cui teneva
ma
c'era dell'altro, e non poteva permettersi di sbagliare un'altra volta
con lui, aveva già tradito la sua fiducia e se quel gesto
rappresentava la sua seconda possibilità allora non poteva
sprecarla, si mise una mano in tasca e la tirò fuori, se la
rigirò tra le dita sotto lo sguardo attento di Edward e poi
si
avvicinò a lui mostrandogliela.
<< E' divisa in due perché prima di partire
per cercarti
mia figlia ha voluto tenerne metà, così io mi
sarei
ricordato di lei e lei di me. Spero ti basti comunque. >>
Edward la prese attento a non sfiorare la pelle dell'altro, sarebbe
stato un errore fatale che gli sarebbe costato un giorno intero di
nostalgia e disperazione, non commentò nemmeno quel racconto
che
gli aveva colpito in modo particolare il cuore, una parte di lui
avrebbe voluto sapere di più del viaggio di Stede, del suo
ritorno a casa, di cosa avesse provato, lui aveva tentato di
raccontarglielo ma non era stato a sentirlo più di tanto
credendo fossero tutte menzogne.
<< L'unica cosa...prenditi cura di lei, se puoi ecco ti
chiedo
solo questo >> espresse quella richiesta con un tono di
voce
così basso e dolce da sembrare fragile, Edward non rispose
nemmeno a quello fingendo non lo avesse toccato, strinse solo quel
pezzo di pietra tra le dita e poi diede le spalle a Stede,
<<
d'accordo io...me ne vado >> disse lui e quando
uscì a
passo lento dalla porta fece un respiro profondo, non sapeva come dover
considerare quello che era successo ma forse, una piccola speranza
l'aveva ancora.
All'interno della cabina Edward camminò strisciando i piedi
verso il letto, si mise seduto e poi si appallottolò in
posizione fetale tenendo stretto tra le dita quel pezzo di pietra, se
lo avvicinò al viso sfiorandolo con il naso poi
successivamente con le labbra, chiuse gli occhi stringendo forte quella
roccia e pianse sentendo il cuore frantumarsi in tanti piccoli
pezzettini, aveva un pezzo di Stede ora ma non aveva lui, malgrado
fosse lì lo sentiva lontano, lo teneva lontano e questo gli
faceva così male da non farlo respirare.
Stede era ancora fuori dalla porta e lo sentì piangere ma
non ebbe il coraggio di entrare, pensava non fosse giusto interrompere
quel momento così delicato e personale, lo aveva
già fatto ma a quel tempo erano amici, se si azzardasse a
farlo ora riceverebbe solo male parole, così
appoggiò solamente la fronte contro in legno della porta,
chiuse gli occhi, con una mano ne accarezzò le lievi insenature
e ripeté più volte a bassa voce <<
mi dispiace Edward...mi dispiace >> mentre una lacrima
gli scendeva lungo la guancia.
|