NOTE: Questa storia partecipa alla Challenge “Puoi
scriverlo, ma a queste condizioni” indetta dal forum Siate Curiosi
Sempre.
Prompt scelto: Difficile – 02, “Nella storia deve
essere menzionato almeno due volte un personaggio senza che però questi compaia
mai fisicamente + deve essere scritta in seconda persona singolare + uno dei
personaggi apporta un cambiamento radicale nella propria vita + deve essere presente
una canzone degli anni '90 (a voi la scelta sia per la canzone che per come
inserirla all'interno della storia).”
Sotto
una buona stella
Ti
sfreghi le mani per l'impazienza davanti a casa di Nelly, in attesa che lei ti
apra. Ottobre è appena iniziato e l’aria si è fatta più fresca, ma
l’eccitazione che hai in corpo fa sì che il vento ti accarezzi il viso senza
pungerlo. Mentre aspetti, cerchi di tenere a bada il mezzo sorriso che vuole
stamparsi sulle tue labbra, perché sì, immagini già cosa voglia dirti, e il
solo pensiero ti fa brillare gli occhi.
Finalmente senti dei passi dall’interno, e in un
attimo lei è lì, alla porta, con i capelli raccolti e abiti comodi.
«Ciao, Nathan!», ti saluta, ed è il suo, di sorriso,
il primo ad aprirsi. «Vieni, entra.»
Ad accoglierti è un lieve tepore e una canzone alla
radio, il cui volume aumenta mano a mano che ti fai strada nel soggiorno.
Riconosci quella stazione che trasmette successi del passato, e ti chiedi se
passeranno anche le canzoni di quella che è stata, per tanti anni, la tua
boyband preferita. Ti guardi intorno, ma non c’è nessuno, nemmeno rumori da
altre stanze: è sola in casa.
Ti fa cenno di sederti e il divano in pelle color
crema ti accoglie, lei accanto a te; e pensi che la luce che entra dalla grande
finestra alla tua destra, che irradia la stanza e i vostri volti, porti lo
stesso calore che leggi sul viso di Nelly, e lei sul tuo.
«Vuoi qualcosa da bere?»
«No», rispondi secco, tradendo la tua impazienza. «Ti
ringrazio.»
Il cuore ti batte a mille, e nel concentrarti sui tuoi
battiti allenti quel freno al tuo sorriso, che poco alla volta si apre. Il
volto di Nelly riflette il tuo, e gli occhi cominciano a brillarle, così le
prendi le mani, e a quel punto le scappa una risata.
«Vabbè, non ti torturo oltre», dice lei. «Sono
incinta.»
Ti manca il fiato, lo stomaco ti si attorciglia e
un’emozione ti risale su per la gola, fino a che non la senti scorrere sulle
guance. Allunghi le braccia per stringere la donna di fronte a te e lei fa
altrettanto, insieme a una serie di risate che esprimono l’attesa e la speranza
che entrambi avete covato in quelle due settimane. La stringi, la accarezzi,
poi le riempi il viso di baci affettuosi, e lei ride, ride sempre più forte, e
alla fine ridi più forte anche tu, in mezzo alle tue lacrime e anche alle sue.
Sciogli l’abbraccio ma senza abbandonare il suo
sguardo, poi stringi le labbra per ridare un contegno alle tue emozioni.
«Quindi ha funzionato», dici, la voce rotta
dall’emozione.
«Pensavo che ci sarebbero voluti mesi, che ci saremmo
stressati un sacco tra dottori e cliniche», commenta lei con le lacrime agli
occhi, «e invece è arrivato subito.»
Lasci che la tua mente immagini questo bimbo che
ancora non c’è, ti chiedi come sarà stringerlo tra le tue braccia, ascoltare le
sue prime parole, vederlo crescere.
«Diventerò zio», riesci solo a dire. «“Zio Nathan”
suona bene, no?»
«Molto, e sono certa che il bambino ti adorerà!»
Ripeti quell’appellativo più volte nella tua mente e
ne gusti il sapore, poi ti immagini a fare le boccacce o le pernacchie sul
pancino a quel bimbo di cui sei già innamorato.
«Tu e Noah sarete due genitori fantastici», dici, e
all’improvviso l’idea che sarai solo uno zio – e che la vita non ti potrà
riservare più di così – fa sì che un briciolo di malinconia si insinui in te.
Ma sorridi ancora, perché trovi ingiusto adombrare quel momento di gioia con le
tue preoccupazioni.
«Adesso dobbiamo solo dirlo ad Alan», aggiungi per
scacciare quei pensieri. «Sarà felicissimo.»
Mentre lo dici ti chiedi se anche la sua felicità
verrà macchiata da qualche piccolo pensiero, come la tua. Non avete mai parlato
di figli.
«Non riesco proprio a immaginarmi la sua reazione»,
dice lei, poi ci pensa un attimo. «Nel senso, sarà felice, ma è comunque...
strano.»
«In effetti è una situazione particolare per lui»,
dici, e sotto sotto un po’ lo invidi, «ma vedrai che andrà bene. E poi–»
Non fai in tempo a terminare la frase, che la radio
dei grandi successi passa il tuo preferito.
«Oddio!», urli.
Il volto di Nelly si irrigidisce. «Che c’è?!»
Di nuovo sorridi, poi ti volti verso l’apparecchio e
col dito lo indichi. «Sono i Backstreet Boys! Dai, mettiti lì vicino.»
«Perché?», domanda lei, ma tu ti sei già alzato e le
stai porgendo la mano.
«I bambini che ascoltano buona musica diventano più
intelligenti. E “I want it that way” è buona musica.»
Nelly scoppia a ridere, poi afferra la tua mano e si
alza. «Non sei un po’ troppo vecchio per le boyband?»
«Attenta a come parli», le rispondi, con uno sguardo
minaccioso che nasconde un sorriso. «E poi ho solo ventisette anni, sono ancora
giovane.»
La conduci vicino alla radio e alzi il volume, ma non
troppo, perché vuoi che le vibrazioni della musica arrivino con dolcezza.
Ascoltate la canzone e canticchi come tuo solito, anche se, nel corso degli
anni, la voce ti si è un po’ abbassata.
«Nathan?»
«Sì?»
L'abbraccio di Nelly ti coglie così impreparato che
smetti di cantare.
«Grazie di tutto.»
Angolino
autrice
Salve
a tutti! Grazie a questa magnifica challenge ho avuto l’opportunità di dare
spazio a questo evento, forse non molto rilevante nelle vite dei Nathalan (per
i nuovi arrivati: è l’unione di Nathan + Alan 🤣)
in senso stretto, ma che ci tenevo proprio tanto a raccontare!
Ho
volutamente lasciato un po’ di ambiguità su come sia arrivato questo bambino, nella
speranza di creare più effetto sorpresa per i vecchi lettori, ma al contempo ho
cercato di far sì che la spiegazione fosse una soltanto 💕.
Alla
prossima e grazie a chiunque apprezzerà!
Simona