E ti avrei abbracciato di spalle nel buio,
stretto al petto finché il dolore non si fosse placato.
Ti avrei tenuto per mano, accarezzato piano.
Sussurrato poesie all'orecchio, perché il silenzio non facesse più paura.
Ti avrei baciato sugli occhi per farti addormentare.
Raccolto ogni tua lacrima fra le dita così da farle scomparire.
Oh, avrei, e avrei ancora...
Ma ero un'ombra muta sulla parete.
Un soffio leggero sulla pelle,
e poco più.
Ero la luce fioca dell'alba, il rosa tenue dell'aurora.
Ero polvere sui mobili, passi in punta di piedi nella penombra del tramonto.
Ero le nuvole nel cielo, i raggi del sole tra le foglie;
il riflesso che trema in uno specchio d'acqua.
Ero il torpore del fuoco, la quiete immobile della notte;
il sibilo del vento durante la tempesta.
Ero lacrime infinite,
solchi profondi sulle guance.
Urla soffocate,
e sorrisi spenti.
La malinconia soffocante della sera.
L'illusione crudele del mattino.
Ero in ogni spazio vuoto.
Nell'inconsistenza vaporosa di un miraggio.
In un ricordo sbiadito che raffiora,
e già si è dissolto.
Ero essenza nell'assenza.
L'immensità indefinita del nulla.
Ma in ogni goccia di tempo che lentamente scivolava via,
oh non dubitarlo mai,
nemmeno per un istante.
Io ero lì.
Accanto a te. |