Star Trek Destiny Vol. I: Oltre la soglia

di Parmandil
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-Epilogo:
Data Stellare 2610.48
Luogo: Mondo Corallo, capitale Undine
 
   Il pianeta corallino fluttuava nello Spazio Fluido, al centro di un continuo andirivieni di bionavi che rifornivano la sua folta popolazione. Miliardi di Undine erano affaccendati in tutte le attività necessarie a governare il loro vasto impero. Per la maggior parte di loro era un onore il solo fatto d’essere ammessi nella capitale. Ma l’Attendente avrebbe dato un braccio per trovarsi in qualunque altro luogo.
   «Inaudito!» commentò il Supervisore, dopo aver ricevuto il suo rapporto sulla distruzione della biosfera. «Quel che è accaduto è di una gravità inaudita» ripeté, aggirandosi nel salone in penombra. Le pareti organiche si scurirono, in accordo con il suo pessimo umore. «Avete perso la biosfera, venti bionavi, persino un Distruttore Planetario, tutto a causa di quei bipedi! E la cosa più grave è che vi sono sfuggiti! Ora informeranno la Federazione dell’accaduto. Dovremo riformulare tutta la nostra strategia. Anni d’accurata pianificazione... vanificati dalla vostra incompetenza!».
   «Con tutto il rispetto, signore, ma è stato l’Esaminatore a insistere per tenere la Vorta con sé sulla Destiny» puntualizzò l’Attendente. «Pensava di averla sotto controllo. Credo che volesse farne la sua portavoce presso i federali...».
   «Allora è stato doppiamente stupido!» tagliò corto il Supervisore. «Se non avesse già pagato con la vita, lo giustizierei io stesso». Dette le spalle al sottoposto e si accostò all’alcova dorata incastonata nella parete di fondo. Lì, in un liquido viscoso simile alla resina, galleggiava una figura umanoide tenuta in animazione sospesa.
   «Non tutto è perduto, signore» rivelò l’Attendente. «Poco prima di morire, l’Esaminatore ci ha inviato un messaggio telepatico. Ci ha informati di aver cancellato dal computer della Destiny le coordinate quantiche del suo Universo d’origine. Così i fuggiaschi non potranno tornare alla Federazione per avvertirla dell’accaduto».
   «Davvero?» s’interessò il Supervisore, girando la testa. «Allora la nostra strategia può ancora riuscire. Ma c’è qualcosa che mi lascia perplesso. Dici che i federali non avevano le coordinate di casa, eppure se ne sono andati...».
   «Senza dubbio hanno impostato una destinazione casuale, per sfuggire alla nostra flotta» rispose l’Attendente. «Ora sono perduti nel Multiverso, senza alcun indizio su come tornare. È matematicamente impossibile che trovino le giuste coordinate per mera fortuna. Sono condannati a vagare nel Multiverso, finché qualcosa o qualcuno li distruggerà. Se posso esprimere il mio parere, non sentiremo più parlare di loro. È come se fossero già morti».
   «Uhm, può darsi» ammise il Supervisore, meditabondo. «Ma dopo questo clamoroso fallimento, non dobbiamo più sottovalutare l’intraprendenza dei federali. Non è da escludere che un giorno la Destiny torni a darci noie. Fortunatamente ho ancora qualche risorsa da impiegare in quel frangente» ragionò, tornando a osservare la figura umanoide tenuta in animazione sospesa. Calva, con gli occhi chiusi, ancora rivestita della sua uniforme, il Capitano Dualla dell’USS Destiny galleggiava come un insetto nell’ambra.
 
 
FINE
 
 




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