Five Nights in Anime: La Maledizione

di Mattalara
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Il grande orologio che poteva essere ammirato subito una volta entrati segnava le 6:30.
Mezz'ora era passata da quando la guardia diurna avrebbe dovuto iniziare con l'apertura del locale e dare il cambio e la possibilità al collega notturno di andare a riposare, eppure era come se non fosse arrivato nessuno.
Il locale era ancora buio, le serrande ancora abbassate ad impedire l'entrata della luce solare dalle finestre e tutto all'interno di ogni stanza era come lo avevano lasciato gli inservienti prima della mezzanotte.
C'era solo una differenza, neanche tanto piccola o difficile da notare: due uomini.
Il primo era in piedi, rigido come una statua e considerando che erano passati diversi minuti da quanto aveva assunto quella posizione, avrebbe potuto tranquillamente passare per una scultura vera e propria, se non fosse stato per il volto contorto in una smorfia di disgusto e terrore fin troppo evidenti perché qualcuno potesse replicarli nel mero marmo. Il secondo uomo era sdraiato a terra come se stesse dormendo, la sua uniforme era strappata al punto che pochi lembi di stoffa erano rimasti appesi sul suo corpo, questo coperto di lividi su braccia e gambe, ma non erano quelli i dettagli più raccapriccianti, questi erano i fluidi che bagnavano l'uomo in alcuni punti e il colorito innaturale del suo volto, quello di qualcuno che era stato soffocato e che, assieme alla disperata espressione di chi aveva lottato fino all'ultimo pur di sfuggire al fato, tenevano il guardiano diurno bloccato in posa.
Quest'ultimo non reagì nemmeno quando un uomo entrò e si fermò di fianco a lui, guardando quel cadavere lasciato sul tavolo al centro del salone come un agnello sacrificale offerto all'altare.

<< È il terzo questo mese... >>

Borbottò l'uomo appena entrato, il suo tono era colmo di fastidio e mancava di ogni traccia di compassione, il suo stesso sguardo sembrava privo di emozioni, come se stesse guardando qualcosa di ogni giorno.

<< Aiutami forza, dobbiamo aprire fra poco e questo deve sparire. >>

Il guardiano si costrinse ad obbedire, non volendo far adirare il direttore in persona e rischiare il posto.
Dopotutto era vicino alla promozione e i soldi gli servivano, un collega in più o in meno non avrebbe fatto la differenza.

<< Nemmeno lo conoscevo tanto bene... >>

Si disse per darsi forza e si ripeté che era solo questione di abituarsi alla situazione e che, una volta superato il disgusto, non avrebbe avuto alcun problema.
Anche se avrebbe preferito di gran lunga non dover aiutare il capo ad eliminare le prove, solitamente erano la vicedirettrice e la segretaria ad occuparsi della faccenda, ma non erano ancora arrivate e lui non poteva di certo contestare la richiesta o far tardare l'apertura del locale.
Avrebbero fatto finire lui al posto di quel poveretto.

<< Angel, ci serve una buona copertura per giustificare la sparizione... >>

Disse il direttore al telefono, il suo tono era formale e tranquillo, aveva anche iniziato a ripulire il tavolo su cui era stato posato il corpo, tenendo il cellulare fra la spalla sinistra e il capo e lucidando distrattamente la superficie con un sorriso lieve sulle labbra, il suo umore era notevolmente migliorato.

<< ... e avverti Viola che ne abbiamo perso un altro. Voglio un nuovo guardiano notturno entro... oh, c'è già qualcuno in attesa? Magnifico! >>

Un sospiro strozzato lasciò le labbra del ragazzo che si stava pulendo le mani con del disinfettante, quelle parole e il pensiero di un futuro cadavere lo portarono ad accelerare i movimenti, finché non si fecero tanto intensi che sentì la pelle bruciare.

<< È adatto alla posizione? ... Uh-uh... perfetto, organizzatemi un colloquio peer la prossima settimana, lo voglio in divisa entro Lunedì. >>

A seguire quelle parole non fu un altro suono da parte del guardiano notturno, ma delle risate provenienti da dietro un sipario.

 





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