"You
can't win a war. Someone else just loses."
-
Alexandra
Christo
-
The
Loose Cannon
1.
C'è
una cosa che i Topsider non imparano mai.
C'è
un particolare che si ostina
sfuggire
alle loro menti sazie - sane,
come tanto amavano definirle.
Il
ponte esplode,
gli Enforcer cadono
-
vengono inghiottiti da Zaun e dal suo immondo ventre.
State
tornando a casa,
aveva ringhiato Karvyq, ruotando le doppie spade davanti a lui.
Allora,
figli di puttana; com'è la terra su cui avete sputato per
anni?, l'urlo
bestiale - che attraversa la cacofonia delle armi, il sibilo degli
spari.
Sevika
si era rialzata, armando il braccio meccanico e rovesciando la testa
all'indietro quando lo Shimmer le era scivolato sotto la pelle, nel
sangue.
Alcuni
Enforcer avevano perso le maschere a ossigeno e soffocano nell'aria
infetta - non loro,
i
figli di Zaun.
Una
seconda esplosione fa tremare il suolo, facendole quasi perdere
l'equilibrio.
Karvyq
solleva il capo, segue il filo rosa e blu che si dipana dal punto
d'impatto - attorno ad esso minuscole, fragili, farfalle.
Sevika
preme le labbra tra loro, la sente
ancora
prima di vederla.
Tap
tap. Tap tap.
"C'è
nessuno?" chiosa una voce infantile, che nei mesi sembra essersi
rattrappita
in se stessa - regredita nel dedalo delle sue paure.
Sevika
inspira con forza, alle sue spalle soldati e Chem Baron.
Tap
tap. Tap tap.
Snuda
i denti, segue lo sguardo di Karvyq - il tetto della fabbrica 42.
"Se-se-sevikaaa."
cantilena, dondolando un piede oltre il bordo del tetto.
Le
farfalle si fermano, espandendosi poi di colpo e lanciandosi addosso
agli uomini di Piltover - piccoli siluri che li trapassano come
proiettili ed esplodono.
Kaboom!
Sevika
tace, osserva gli Enforcer trasformarsi in una poltiglia di carne e
rosso - lungo lo zigomo sangue e quello che assomiglia a un pezzo di
viscero.
Tump.
Sottile,
esangue; Sevika nota quanto
sia cambiata in quei pochi mesi - occhi enormi, in cui lo Shimmer
brucia,
togliendole
ogni parvenza di ragione.
Dà
qualche pacca gentile al cannone che tiene in equilibrio sulla spalla
- ehi,
Fishbone; cosa ne dici se andiamo a prenderli a calci in culo? -
sfregandovi
contro la guancia con un'affettuosità che le fa drizzare i
peli sulle braccia.
Gli
Enforcer gridano, i Chem Thugs rispondono - nel mezzo una ragazzina
magra e pallida.
"Gliela
faremo vedere. A tutti loro."
Jinx
riapre gli occhi e sorride.
I'm
sorry for everything
Oh,
everything I've done.
Il
cannone sciolto;
così la chiamavano adesso.
Sevika
era stata troppo impegnata a cercare di mantenere il controllo sui
Chem Baron e sul proprio dolore per dare a questa voce attenzione, ma
adesso,
al termine di una riunione in cui avrebbe voluto tanto
riavere
indietro Silco, il pensiero torna, molesto.
Si
reclina all'indietro, posando lo sguardo sul bordo del soppalco di
Jinx - colori fluo e scritte spigolose.
Chiude
le dita a pugno, odiandosi
per
non essere riuscita a staccarlo da lì, magari dandogli fuoco.
"È
ancora viva."
Sevika
lo ignora, troppo stanca per fare altro che bere, e affogare.
"Vive
nella vecchia fabbrica."
Dove
l'ha ammazzato, vomita
la sua mente ancora prima della lingua.
"Pare
abbia perso la sanità mentale."
Sevika
libera una risata desolata, crudele.
"Perché,
dottore?"
sibila, guardandolo "È mai stata normale
la nostra preziosa Jinx?"
Singed
sposta una sedia all'indietro, accomodandosi.
"L'avevo
avvertito."
Sì,
be', pensa
Sevika, Silco
non era mai stato molto bravo a ragionare lucidamente quando si
parlava di quella scimmia.
"La
procedura era nuova, e invasiva. Un'iniezione così massiccia
avrebbe compromesso per sempre le sue funzioni neurologiche, già
precarie, se vuoi la mia opinione."
Sevika
beve direttamente dal collo della bottiglia, sbattendola sulla
scrivania con un tumpf
sordo.
"Non
mi ha ascoltato."
"Che
sorpresa." mormora lei, le parole liquide, confuse dall'alcol.
"Julian
l'ha vista."
Sevika
alza un sopracciglio - Julian
chi? -
ricorda vagamente il secondo in comando di Petrok.
Singed
la fissa con l'occhio sano, quieto.
"Non
è più la Jinx che ricordi."
Sevika
ride - un suono orrendo, privo di allegria - incrociando i piedi sul
bracciolo della poltrona.
"È...
imprevedibile."
Sevika
tace, il whisky colpirla come un pugno acido nello stomaco.
"...
crede che sia ancora vivo."
Singed
stiracchia l'orlo della manica, pensieroso.
"Non
ci sono più altre voci."
"E
questo cambia qualcosa?" sussurra Sevika, all'improvviso stanca
- esausta.
Singed
posa le mani in grembo, fissandola.
"Non
lo so; ma Julian è ridotto a un tronco ambulante."
Sevika
inclina il mento verso di lui, sperando di aver sentito male.
"Gli
ha fatto esplodere le braccia, le gambe. E solo perché era
convinta che l'avesse guardata male - con lascivia,
sono state le sue esatte parole."
Sevika
deglutisce, la lingua una striscia secca in bocca.
"E
gli tagliato il pene."
"Hai
solo una fortuna, ragazzo; la lama è affilata."
Sevika
chiude gli occhi e comincia a ridere.
2.
Se
Jinx era davvero
l'espressione
migliore di Zaun, be', Piltover era fottuta.
Karvyq
scivola con le ginocchia a terra, ruotando su stesso - salta, e
taglia le gambe di un Enforcer, conficcando la spada nell'addome del
secondo.
Attorno
a lui si espande l'odore pungente della cordite, quello chimico della
nitrocellulosa - sotto,
una vaga nota di bergamotto.
La
ragazzina è un profilo sottile e pallido vestito di niente -
cazzo,
se la fissa abbastanza a lungo può persino vederle i capezzoli
sotto quei due pezzi di stoffa fucsia e neri.
Solleva
un cannone grande cinque volte lei, parlandogli in una litania
continua, a metà tra il supplice e il provocante.
"Si
stanno ritirando!" lo raggiunge la voce di Lenare, ed è
allora
che
la ragazzina si volta di scatto, mostrandogli occhi enormi,
deliranti.
Cosa...?
Lenare
si erge nel mezzo delle macerie del ponte, riconoscibile dalle gambe
in lega di bronzo e oro - una ferita sanguinante sulla fronte e una
lungo la schiena.
"Via!"
gli grida Sevika, arrivando correndo a grandi passi - letteralmente
scavalcando
morti e pietre.
"Levati,
cazzo, levati!" urla di nuovo, e Karvyq socchiude la bocca -
stordito dal momento, dal fischio delle esplosioni nelle orecchie.
Troia.
Karvyq
si volta - che
cazzo...? -
la ragazzina punta il cannone dritto dritto su Lenare, esibendo un
ghigno che le squarcia tutta la faccia.
Sevika
si lancia in avanti e lo toglie dalla linea di tiro con un colpo
secco del gomito.
Am
I out of touch?
Am
I out of my place?
When
I keep saying that I'm looking for an empty space.
Il
silenzio è ancora peggio delle voci.
Rimane
sdraiata sulla tavola che aveva preparato per
cosa? Una
resa dei conti finale? La verità?
La
propria sconfitta?
Percepisce
le minuscole schegge di legno graffiarle la schiena, la cera sciolta
delle candele grattarle la pelle.
Si
infetteranno.
Jinx
rimane immobile, gambe e braccia divaricate in un'angolazione
dolorosa, storta.
Dovresti
medicarti.
Fissa
il cielo polveroso di Zaun senza sbattere le palpebre, chiedendosi
quanto a lungo può resistere con gli occhi aperti - forse le
cadranno fuori dalla orbite; oppure si asciugheranno così
tanto che richiuderle sarà come strapparli.
Sì,
questa sarebbe la giusta punizione.
Jinx.
Deglutisce,
ingoiando sabbia e vetro.
Non
essere ridicola.
Respira
appena, godendo
in quel dolore; nella puntura rovente che l'aria le provoca ogni
volta che trattiene il fiato e che poi è costretta
a
rilasciare.
Un
fruscio, una mano fredda sulla fronte.
"Non
sei morta."
"Tu
sì." mormora, aspettando che la carni si stacchi
dalle
ossa e si appiccichi al tavolo - sarebbe quasi divertente.
Un
sospiro - un tut-tut
senza
malizia.
"Jinx."
"Non
sei reale."
"Ha
importanza?"
L'ha
avuta mentre Mylo ti insultava e
Claggor gridava e
Vander,
oh, che capolavoro
che
era stato nel farti sentire inadatta, sporca, malata e...
Jinx
getta un'occhiata supplice alla sua destra, lungo il viso lacrime
asciutte, sporche di nero e sangue.
E
Vi. Vi,
che
ha avuto il coraggio
di
dirti va
tutto bene: è
ok
aver ammazzato l'unica persona ti abbia mai accettato per quella che
sei. È ok
aver
risolto un problema di Piltover per noi, grazie mille, Jinx. Adesso
sì
che
io e Cupcake potremo vivere la nostra vita felice e serena; insieme,
mentre tu sei solasolasolasola.
Jinx
ricomincia a piangere - singhiozzi infantili, che la riportano
indietro alla notte in cui era morta,
Morta
davvero,
e
si aggrappa a un fantasma che è solido sotto le sue dita -
caldo.
ma
se ne era accorta troppo tardi.
Jinx
affonda tra le sue braccia e ricorda tutto ciò che gli altri
non sapranno mai.
3.
Oggi
sono cadute le forze di Piltover; si sono disgregate le sue mani
bianche, le lance dorate.
Si
sono arresi
i
suoi alfieri, soffocati da una città che aveva fatto del
proprio veleno un'arma - che aveva coltivato
figli
imperfetti
e
feroci e
che sopravviveranno.
Sempre.
Karvyq
rimane immobile nel mezzo di quella devastazione, percepisce le grida
di Lenare squarciare
il
silenzio - a farle da contrappunto una risata trillante, disarmonica.
Si
solleva, le dita della mano destra bloccate a metà, quella
della sinistra solo parzialmente funzionanti.
Sposta
lo sguardo dietro di sé e Lenare è lì,
dall'altra parte del fiume; affonda le unghie nella terra, sputando
sangue e una sostanza oleosa, che Karvyq riconosce
essere il fluido della sua gabbia toracica.
"Testa
di cazzo!" lo raggiunge la voce di Sevika, furiosa.
La
risata di prima si espande,
percuotendogli le tempie, le ossa.
"Sei
una fottuta testa di cazzo!" ripete, e Karvyq sbatte le palpebre
una, due volte, arricciando le labbra in una smorfia infastidita.
"L'hai
quasi ammazzata!"
"Bene!"
cinguetta una voce più giovane, che non mette subito a fuoco.
"Oh,
non sapevo Silco avesse una figlia."
Karvyq
si volta, le vede - Sevika con le ginocchia strette attorno a un
cosino
tutta
ossa e tatuaggi, un pugno di nuvole che sotto la luce malsana della
città assumono la forma di una contusione.
"Tu
hai qualcosa che non va in quel cervello di merda!" ringhia
Sevika, sbattendole la testa sul cemento.
"Se
la aprissi cosa ci troverei, uhm? I vermi!" continua,
schiacciandole la tempia in un ammasso di mattoni e terra.
E
ride, il cosino.
Jinx
Jinx Jinx.
Ride,
e Karvyq riconosce quel sentimento - quel senso di sollievo
che segue la punizione.
Fai
del tuo peggio: me lo merito.
È
l'estasi del castigo - la conferma che i tuoi peccati sono
imperdonabili;
che nulla
potrà mai cancellarli e che tutto quell'odio è diretto
verso la persona giusta.
Te
stesso.
Sevika
ruggisce, incapace di capirne la lingua - è una guerriera
ed esprime il dolore in punta di spada e nella rena, non facendo(si)
male ancora e
ancora e
ancora.
"E
sai perché è una cosa così orribile, Karvyq?
Perché provi piacere mentre la fai."
La
bocca dello squalo si illumina di blu, Sevika la colpisce un'ultima
volta con le nocche dritte dritte sui denti.
Crack;
se non fosse così gonfiata
di
Shimmer da bruciare probabilmente la ragazzina li avrebbe già
persi tutti.
Jinx
scivola via da sotto Sevika lasciando dietro di sé Bow-Tie,
the Bite! e tutta la sua terribile
distruzione.
Oh,
I'm wishing you're here
But
I'm wishing you're gone
I
can't have you and I'm only gonna do you wrong.
993
AN.
Per
un uomo nella sua posizione non c'era tempo per i rimorsi - l'etica o
la morale.
Per
chi voleva vedere Zaun libera
e
indipendente il rimpianto era un fardello inutile - un lusso dei
Topsider mentre piangevano nelle loro tazze dorate.
Non
c'era limite che non potesse essere riscritto,
barriera abbattuta - la violenza l'unica lingua compresa dal sotto e
dal sopra.
Belle
bamboline di ceramica e avorio dai denti aguzzi e le armi già
cariche.
Motteggiava
di fedeltà,
ma
aveva gettato ogni cosa nella pira funeraria che aveva issato per
Piltover - polvere e
cenere e
ossa.
Non
lei.
Silco
inspira una boccata di fumo, fissando il soffitto rosso - quasi nero
nella luce malsana di Zaun.
C'è
silenzio a quell'ora della notte nella sua stanza - quando il Last
Drop si spegne e l'alba non è ancora sorta.
Posa
lo sguardo sui fogli sparsi da Jinx sul pavimento, ne raccoglie uno -
provami!
Sono Bow-Tie, the Bite! - lasciando
il sigaro nel posacenere.
Studia
il progetto di una farfalla esplosiva che una volta rilasciata
dovrebbe forare l'obiettivo come un proiettile, distruggendolo
dall'interno.
Inclina
il foglio, notando la costruzione elegante delle ali, le antenne
dell'insetto - un'arma che assomiglia più a un gioiello.
Getta
un'occhiata alla sua sinistra, soffermandosi sul profilo addormentato
di Jinx - stropicciato, completamente arrotolato nelle lenzuola.
E
sorride, Silco, nel petto un sentimento che indulge
nelle
tenerezza, diventa altro
quando
Jinx lo bacia, sgretolando l'ultimo confine che inutilmente
si
era imposto.
Oh,
vedo che hai fatto un ottimo lavoro nel rispettarlo.
A
volte se lo chiede; a volte non riesce a evitarlo e le domande - quel
ratto
che Vander aveva provato ad affogare anni prima - tornano a galla,
facendolo sentire ridicolo.
La
guarda, e vede qualcosa di perfetto
- non come lui.
Preme
le labbra tra loro, riflettendosi suo malgrado nella superficie
liscia della finestra - l'occhio rosso che lo fissa, malevolo.
Che
tutto vede; che tutto sa.
Si
porta una mano al lato sinistro del viso, percependo la pelle più
spessa, irregolare e sfregiata dalla acque tossiche in cui Vander
l'aveva spinto.
"Il
tradimento è un sentimento potente, Jinx: ti consuma
dall'interno e può spaccarti
o
renderti qualcosa di migliore."
E
lo sente, Silco: non si è mai
spento quel fuoco - quella rabbia corrosiva che ogni tanto riemergeva
e lo rendeva una bestia fuori controllo, terribile.
La
stessa che anima Jinx quando neppure il rumore delle bombe basta più.
Potrebbe
essere tua figlia, gli
aveva sussurrato una vocina, orrendamente simile a quella di Vander.
Agli
altri dici che lo è, aveva
ripetuto, e Silco si chiede se la follia sia contagiosa: se Jinx
possa attaccargliela o se ne è sempre stato infetto anche lui.
Forse
un po' tutte e due.
Jinx
mormora qualcosa nel sonno, aprendo le braccia a x
per il materasso e posandogliene una in grembo.
Silco
alza un sopracciglio, divertito da quel comportamento infantile - ma
nulla
in
lei lo era più da molto, molto tempo.
Appoggia
i fogli sul comodino, intrecciando le sue dita a quelle di Jinx.
"Ti
piace?" lo raggiunge la sua voce, ancora impastata dal sonno.
Silco
inclina il mento verso di lei, trovandola con gli occhi ancora
chiusi.
"Bow-Tie."
specifica lei, avvicinandosi e rannicchiandosi contro il suo fianco.
Silco
le circonda le spalle con un braccio, arrotolandosi una ciocca di
capelli attorno l'indice.
"Sono
molto belle." mormora, lasciando che la quiete di quel momento
si estenda il più possibile.
Jinx
sorride contro la sua pelle e lui può sentirlo dal modo in cui
le sue labbra si curvano - si irrigidisce, imbarazzato da cicatrici
che vanno bene per essere l'Occhio di Zaun, l'Industriale, non...
Le
dita di Jinx scivolano lungo i margini del cordolo più grande,
provocandogli una sensazione a metà tra il disagio e
l'eccitazione.
"Silly
Silco." sussurra, prima di sollevarsi verso il suo viso e
baciarlo sotto l'occhio sinistro.
Silco
inspira, Jinx gli cerca la bocca in un bacio morbido, sul quale può
sentire l'eco di una risata - Silly
Silco, Silly Silco.
Non
c'è nulla
che
ti distrugga come essere accettato e amato.
4.
"...
e hai visto come sono esplosi
in aria?"
Splish,
splash.
"BUM.
Rosso e giallo e un pizzico di blu: avrei dovuto aggiungerci anche il
verde."
Splash,
splotch.
"Ma
la faccia di Sevika, la sua faccia! Impagabile."
Clack.
Jinx
si arrampica lungo una grondaia pericolante, il muso di Fishbone
dolorosamente premuto contro le natiche, la cinghia che sfrega
sulla
clavicola, grattandole via carne e pelle.
Tump.
"Gliel'ho
fatta vedere a quei bastardi." ripete, stropicciandosi le
palpebre.
"Adesso
sì
che
avranno un bel po' di tombe da riempire." continua, premendo i
pollici sotto gli occhi.
"Spero
muoia anche quella puttana." mormora, nascondendo il viso tra le
mani.
"Ho
freddo." sussurra, piegando le labbra in una smorfia che non sa
se vuole ridere o piangere.
"Ho
freddo e
ho fame e
sete e..."
si blocca, lasciandosi cadere a terra - attorno a lei macchinari
morti e ricordi vivi.
Jinx.
Ho
paura,
vorrebbe dirgli.
Ho
paura e non riesco a farci niente,
piagnucola nella sua mente, ma lui riesce a sentirla comunque -
sempre.
Abbraccia
Fishbone, stringendolo fino a quando il metallo non le taglia una
guancia, mescolando il sangue alle lacrime.
"Jinx."
"Dovevi
lasciarmi morire su quel ponte."
Un
fruscio, seguito da qualcosa di caldo sulle spalle, lungo la schiena.
"Non
avrei mai potuto."
Jinx
trema, si scuote come un giunco al vento - ed è sottile,
Jinx: così magra che è possibile contarle le costole
una per una, i suoi abiti ridotti alla parodia di un paio di mutande
e reggiseno multicolore.
Silco
- è
morto, idiota: mortomortomorto
-
intreccia le dita nei suoi capelli, sfregando tra il pollice e
l'indice uno dei fermagli metallici.
"Un
giorno sarei morto comunque."
Ma
non per colpa mia,
e il pensiero che la soffoca,
lo Shimmer nel suo corpo che la mantiene viva anche quando non lo è
affatto.
"Sei
stata brava."
Jinx
riapre un occhio, fissandolo.
"Non
ci sarebbe mai stata la pace, Jinx; non senza di te."
Deglutisce,
sotto la lingua cenere e sangue.
Tu
non sei reale, sta
per dirgli, ma qualcosa scatta nella sua testa e...
Basta.
"Hai
combattuto bene, Jinx." le dice Silco, reclinandola
all'indietro.
"Non
ha più importanza quello che è reale o meno: lo siamo
stati tutti." prosegue, posandole una mano sulla nuca.
Mylo,
Claggor. Vander, Vi.
Jinx
inspira - acqua e
sale - espira, sopra di lei una distesa buia di stelle fredde e
distorte.
Io.
"Lasciati
andare, Jinx." bladisce, ed è come quella notte al lago,
quando le ha insegnato e
le ha spiegato come fare e oh,
se
fosse stata più attenta e più...
"Devi
lasciare andare ciò che eri per poter rinascere, Jinx."
Zaun
tace, il suo cuore si ferma.
"Sono
morta?"
"In
un certo senso."
Se
qualcuno entrasse nella vecchia fabbrica in quel
momento troverebbe
solo una ragazzina sdraiata sul pavimento, immobile.
Stringerebbe
a sé un cannone a forma di squalo e avrebbe un labbro rotto,
qualche osso spezzato e le guance rigate di nero - il residuo di
lacrime che continuerebbero a uscire anche se nel suo petto non c'è
più alcune respiro.
"Mi
dispiace; mi dispiace così tanto."
Lo
sconosciuto non si chiederebbe nulla di lei, perché a Zaun non
è strano morire da soli, nella sporcizia e nella tristezza.
"Lo
so, Jinx. Lo so."
Si
guarderebbe intorno in cerca di qualcosa da rubare, forse si
chiederebbe se è ancora abbastanza calda da poterla usare
-
ignaro di ciò che le scorre sotto la pelle, nelle vene.
"Lasciami
restare."
Lo
sconosciuto si china, sta per sfiorarle la borsa che porta appesa al
fianco - allunga una mano e...
"Sarò
sempre con te, Jinx: sempre."
Le
dita di Jinx si chiudono attorno al polso dell'uomo, spaccano le
ossa, lacerano la carne.
L'uomo
grida, Jinx inspira con forza - non
ti abbandonerò mai -
e spara, spingendolo all'indietro di diversi metri.
Plic.
Plic. Plic.
"Non
avrebbe dovuto toccarti."
"No."
"Singed
ha fatto un ottimo lavoro."
Jinx
ansima, cerca di riprendere fiato - lo Shimmer un rullio furioso,
rovente.
Silco
si siede sui talloni al suo fianco e lei può sentirlo
questa
volta - è lì, con lei.
"Forse
è lo Shimmer." le dice lui, inclinando il capo verso la
spalla.
Jinx
si tocca il petto scarno, tra le costole un battito rabbioso, veloce.
"O
forse ho trovato il modo di tornare dal mondo dei morti."
continua, e a Jinx non gliene frega niente, perché adesso
sente,
oh, se sente.
Il
suo odore; la consistenza setosa della camicia sotto le dita; persino
il suo cuore quieto, che l'aveva accompagnata tante volte nel sonno.
Silco
si siede, allungando una gamba davanti a sé e posando il
braccio sul ginocchio.
"Mi
sei mancata." confessa, fissandola.
Jinx
lo tocca e non è come le allucinazioni che aveva di Vander o
Mylo, no: lui sembra - è
reale.
Oh,
finalmente quel tuo cervellino pieno di vermi ha fatto crack crack,
uhm?
Silco
alza un sopracciglio - ha
importanza, Jinx? -
rivolgendole un'occhiata predatoria, vorace.
Jinx
sorride
Powder
è morta; lunga vita a Jinx.
e
si consegna completamente alla propria follia.
Oh,
I'm going to mess this up
Oh,
this is just my luck
Over
and over and over again.
993
AN.
Non
ha bisogno di uomini, Zaun, ma di mostri.
Non
esistono cavalieri a Zaun; solo draghi sputafuoco e lupi che gridano
alla luna.
Non
ci sono catene a Zaun, perché le ha spezzate tutte - ehi,
dimmi cosa cerchi e l'avrò, Topsider piccino picciò.
Jinx
cammina sul filo della ragione, uno spiraglio incredibilmente sottile
e fragile.
Ride,
ed esplode il mondo attorno a lei.
Ride,
e lo bacia come fosse normale - perché
lo è, Silly Silco.
Ride,
e strappa una spoletta a forma di gatto, rotolando poi verso la sua
scrivania e schiudendogli anima e cosce.
E
forse è stato tutto inutile - sei
una bestia, una bestia,
lo aveva chiamato anni prima Benzo.
Ma
io non sono la bella della storia, era
stata la replica di Jinx, indossando un capello fedora stropicciato e
un paio di calze spaiate.
No?,
aveva
ribattuto lui, incapace di trattenersi dall'ammirare il suo profilo -
pallido, nudo.
Oh
no, Silly Silco, il
mormorio a pochi centimetri dal suo viso, divertito.
Silco
le aveva preso il mento tra le dita, rimanendo sospeso
in
quel momento - in bilico sull'abisso, esattamente come Jinx.
Io
sono la Matta, il
sospiro, prima di cadere, e affondare con lei - in
lei.
Zaun
possiede e libera.
5.
Centinaia
di Enforcer morti, ancora più feriti.
Due
ponti crollati, danni per milioni di monete d'oro.
Violet
osserva tutta quella distruzione e si scopre leggervi dentro il
profilo di sua sorella.
Non
ha pietà, compassione: Jinx distorce
ogni
cosa ci sia di sacro, sacrificandola alla propria fede personale.
In
Silco: per Silco.
Caitlyn
le ha detto che deve scegliere; che non c'è altra possibilità.
Le
ha ricordato quello che era succeso nella vecchia fabbrica - la morte
dell'Occhio di Zaun, l'abbattimento del Concilio di Piltover.
"Non
era una prigioniera, Vi: sapeva quello che stava facendo."
Piltover
piange ancora i suoi morti, Vi ha seppellito Powder molto tempo
prima.
"Suppongo
che queste siano le nostre nuove noi."
China
il viso verso il basso, posando lo sguardo sulla nebbia che ricopre
Zaun - la ricorda,
eppure non le è mai sembrata più ostile, aliena.
"Era
come un padre per lei: c'è chi dice anche di più."
E
reprime un brivido, Vi, perché c'è qualcosa
che
le fa contorcere le viscere a quel pensiero - all'immagine di un uomo
come Silco con sua sorella.
"Jinx!
Il suo nome è Jinx!"
Rabbia
e
disperazione; rimorso e
perdita: quela notte si erano mescolati così tanti
sentimenti diversi e contrastanti che Vi ha avuto bisogno di
ripeterla più e più volte nella sua mente per cogliere
i piccoli particolari - quei guizzi
che
Caitlyn aveva visto prima di lei.
"Loro
non possono capirci, Jinx."
Due
Enforcer le passano vicino, trasportando un ragazzo poco più
grande di lei - il busto svuotato
dall'esplosione,
il viso bruciato fino al teschio.
"Siamo
solo noi, Jinx. Tutti ci hanno tradito. Vander. Lei."
Vi
apre e chiude le dita della mano dentro il guanto a tecnologia
Hextech, sospirando.
"Sei
mia figlia."
Raddrizza
le spalle, toccandosi appena il simbolo di Piltover sul petto.
"Non
ti abbandonerei mai."
Getta
un'ultima occhiata al cratere giù nella piana, glitter azzurri
e cadaveri divelti.
"No.
No no no.
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace."
"E
non l'hai fatto, bastardo." mormora, incamminandosi verso
Caitlyn.
Non
l'hai lasciata e non lo farai mai.
Caitlyn
si passa il dorso della mano sulla fronte, vedendola scendere verso
il campo di primo soccorso e rivolgendole un sorriso timido, caldo.
Vi
accetta una morte in più
E
non lo farà neanche lei.
e
indossa la lorica bianca e oro di Piltover.
I'm
sorry for everything
Oh,
everything I've done
From
the second that I was born it seems I had a loaded gun.
993
AN.
Sevika
sa
di
aver fatto una cazzata: ne è sicura.
Si
passa le mani nei capelli, stringendoli alla radice e tirando
- sperando che il dolore superi la rabbia verso se stessa.
"Seeevika!"
grida Jinx, aggrappandosi a lei come una scimmia.
"Mi
piacciono le tue guance." continua, punzecchiandole entrambe con
le dita appiccicose e sporche di kouaxi.
Sevika
libera un verso frustrato, sostenendola con un braccio attorno alla
vita.
"Jinx,
scendi."
le dice, ma non viene ascoltata, anzi:
la scimmia psicotica decide di strofinare il naso nel suo mantello,
mordicchiandolo.
Sevika
getta due monete sul bancone del bar - un cazzo di buco sperduto
nelle Black Lane - lontano dal Last Drop perché la
signorina voleva
bere qualcosa di diverso dal solito cavernberry.
Sono
già abbastanza grande, aveva
motteggiato, spingendo quell'ossuto petto in fuori.
Silco
non mi fa mai bere niente di più forte, si
era lagnata senza darle tregua.
Seeevika,
dai: non farò esplodere nulla per un mese, le
aveva promesso.
La
verità? I bordelli delle Lane erano notevoli
e
Sevika voleva farsi un giretto con Emilie.
Il
vero motivo sotto
la
verità? Che voleva farle un dispetto e vederla piegata in
angolo della città a vomitare anche l'anima.
Sevika
si incammina a grandi passi verso il Last Drop, cambiando idea
all'ultimo minuto: se Silco la vede così come minimo - minimo
-
la manderà a pulire la merda degli Slum per anni.
Jinx
le saltella al fianco e Sevika è costretta
a
tenerla per le trecce - un guinzaglio improvvisato.
"Dove
andiamo, dove andiamo?"
"Camminiamo
finché non ti passa la sbornia." sibila lei, piccata.
Jinx
si volta, esibendo un sorriso a trentadue denti.
"È
questo le persone che fanno quando sono ubriache?"
"No."
mastica lei, inspirando con forza.
Jinx
ballonzola all'indietro, quasi cadendo nel fango.
"E
cosa fanno?"
"Dipende."
"Da
cosa?"
"Da
dove sono e con chi
sono." spera di chiuderla lì Sevika, accelerando.
Jinx
rimane in silenzio per qualche minuto e Sevika si augura che l'alcol
le stia aprendo lo stomaco in due, così da sbrigarsela più
in fretta, ma viene delusa quando Jinx la tira per il fodero della
spada, attirando la sua attenzione.
"Fanno
anche sesso?"
Sevika
chiude gli occhi - la
ammazzo. Adesso l'ammazzo -
si ferma, appoggiandosi al muro con una spalla.
Jinx
le compare davanti al viso - le guance rosse, la bocca socchiusa e
l'indice infilato nell'ovale che ha creato con le dita dell'altra
mano.
"Chi
ti ha insegnato quel gesto?"
Jinx
si scrolla nelle spalle, sorridendole - una smorfia un po' stupida e
infantile.
"L'ho
visto in giro."
Sevika
grugnisce, annuendo.
"Sì,
scopano anche."
Jinx
aggrotta le sopracciglia, perplessa.
"A
me non va molto di scopare in questo momento. Mi fa male qui."
borbotta, indicandosi sotto il diaframma, all'altezza dello stomaco.
"Tu
non
devi farlo,
sgorbio: non che ne freghi qualcosa a
me,
ma credo che Silco ne sarebbe quantomeno
irritato."
Jinx
incrocia le braccia al petto, dondolando su un piede solo.
"Silly
Silco." dice, e nei suoi occhi c'è una scintilla
divertita, furba.
Sevika
le riserva un'occhiata in tralice, guardinga.
"Sei
sua figlia;
questo ti pone in una condizione diversa dal resto di noi."
Jinx
sembra soppesare le sue parole, quieta.
"Potrebbero
cercarti per avere informazioni o ricattarlo: nel peggiore dei casi
per farti del male. Silco stesso ha usato spesso questo metodo per
tenere in pugno gli uomini e le donne di Piltover."
Jinx
sfrega la punta dello stivale nel terriccio, silenziosa.
"Figlia."
ripete, arrotolando la parola sulla lingua.
Sevika
inclina il capo verso la spalla, studiandola con attenzione.
Jinx
canta un motivetto stonato, ondeggia con la schiena - sussulta,
trattenendo un rutto.
Solleva
lo sguardo, prendendola a braccetto e ruotandola verso il Last Drop.
"Hai
ragione, Se-se-seeevika: a Silly Silco non piacerebbe per nulla."
esclama, ridendo verso il cielo.
Sevika
registra le sue parole, cerca di sovrapporle alla smorfia possessiva
che
le adombra il viso, indurendole gli occhi, la linea della mandibola.
"E
neanche a me." sussurra poi, così piano che Sevika si
convince quasi
di
aver sentito male.
Sulla
soglia del suo ufficio Silco indosserà la medesima, terribile,
espressione.
6.
Ha
toccato
tutte le corde che poteva, Sevika.
Le
ha cercate nella memoria, tra le parole di Silco - una per una le ha
tirate
a sé, riscuotendo debiti e ricattando
i
Topsider ancora sulla sua bustapaga.
Ha
guidato,
Sevika, ma mai come in quel momento si era sentita fuori posto -
un'usurpatrice, una bugiarda.
Karvyq
continua a far ondeggiare il bicchiere, fissandone il ghiaccio ormai
sciolto.
Sevika
gli rivolge un'occhiata obliqua, frustrata dal suo silenzio.
Sbatte
il pugno chiuso sulla scrivania, facendo cadere il posacenere - ti
piace, Silly Silco?
Karvyq
ferma la rotazione del polso, rimanendo immobile.
"Qualcosa
da dire, Karvyq?"
sibila lei, rigida.
Il
tempo si dilata, nell'aria l'odore stantio dell'alcol e quello
ferroso del sangue.
"Dipende."
ribatte lui, asciutto.
"Mi
ascolterai?" continua, sollevando lo sguardo e fissandola dritta
in faccia.
Sevika
incrocia le braccia al petto, il suo profilo bruciare
di
una luce malsana, che attraversa il rosone principale in schegge
verdi e gialle.
Karvyq
sospira, toccandosi il petto - un gesto che fa spesso quando deve
riflettere: quando chiede ad Aurelie un consiglio e un aiuto.
"Silco
è stato ucciso da un sicario di Piltover." annuncia,
strofinandosi sotto il pettorale sinistro.
"Lo
sceriffo Kiramman, una volta saputo del precedente rapporto
famigliare tra la detenuta numero 516 e la figlia dell'Occhio di
Zaun, ha teso loro una trappola."
Sevika
si umetta le labbra, fissandolo con molta attenzione.
"Possiamo
dire che ha peccato di stupidità." mormora, scuotendo la
testa in un gesto scorato - triste.
"Sì,
stupidità. E amore, ma questo è meglio se lo teniamo
per noi, uhm? Jinx ha pensato di potersi fidare di sua sorella e lo
sceriffo Kiramman ne ha approfittato per attirare anche Silco in
un'imboscata."
Sevika
rimane immobile, Karvyq le rivolge uno sguardo opaco, infelice.
"C'è
stato uno scontro e quando ha capito la verità - quando Silco
è morto
- Jinx ha distrutto
il Concilio perché la sua stessa morte è stata un atto
di guerra: la totale incapacità
di
voler stabilire una pace duratura con Zaun da parte di Piltover."
Sevika
annuisce bruscamente, chiudendo e aprendo le dita della mano
meccanica.
"Tra
di noi Jinx non ha mai goduto di molta... simpatia."
aggiunge poi Karvyq, reclinandosi all'indietro.
"Non
è difficile credere che sia totalmente
fuori controllo a causa della morte di Silco: in fondo, sai anche tu
cosa si diceva di lei."
E
lui, percepisce
Sevika sospeso sulla punta della lingua, ma Karvyq è un uomo
pratico e francamente
non gliene è mai fregato niente se quelle insinuazioni fossero
vere o meno.
Sevika
apre la bocca - non
è la verità -
richiudendola subito dopo.
Karvyq
appoggia la nuca sullo schienale del divano, esausto.
"Daremo
loro un martire: l'ennesimo figlio di Zaun tradito."
le dice, fissando il soffitto.
Assolveremo
Jinx perché non possiamo
permetterci
di lottare l'uno contro l'altro - non adesso.
"E
faremo di Piltover un esempio per chiunque
voglia
schiacciarci." conclude, consegnando a Sevika la storia perfetta
- quella in cui Silco aveva davvero
concluso
la pace per tutti loro.
In
cui Jinx era solo una povera figlia
addolorata per la morte del padre.
Sevika
si siede e dispiega davanti a sé un foglio bianco con il
blasone di Zaun.
And
then I shot, shot, shot a hole through everything I loved
Oh,
I shot, shot, shot a hole through every single thing that I loved.
983
AN.
La
scena sarebbe anche surreale
se Sevika non sentisse un dolore pulsante
irradiarsi
dallo spazio vuoto sotto la spalla sinistra, dove prima c'era il suo
braccio.
La
bambina si pulisce la bocca con il dorso della mano, ignorandola
completamente.
Sevika
sbatte le palpebre una, due volte - cerca di capire cosa
abbia
mancato in quelle settimane di convalescenza.
La
bambina afferra con le dita una focaccina dolce, ficcandola
direttamente dentro il gelato - da
quando in qua abbiamo del cazzo di gelato giù a Zaun? -
e gonfiando le guance nel tentativo di ingoiarla tutta.
"Sevika."
la richiama Silco, picchiettando la penna sulla scrivania.
"Uhm?"
si lascia scappare lei, percependo Silco sospirare.
"Il
braccio."
La
bambina si batte il pugno chiuso sul petto, tossendo - e Silco, Silco
-
le lascia andare qualche colpetto sulla schiena senza smettere di
scrivere.
"Singed
si è offerto di aiutarti."
Sevika
scuote appena il capo, fissandolo.
"Non
ci tengo a diventare uno dei suoi esperimenti di merda."
ribatte, cogliendo la bambina aprire in due un'altra focaccina e
riempirla con uno sguardo concentrato.
"Pensava
a qualcosa di più raffinato
per te." le spiega Silco, spostando appena un foglio quando la
bambina distende una gamba davanti a sé.
Sevika
si avvicina, sedendosi sulla poltrona in angolo.
"Ovvero?"
"Lo
Shimmer può essere inserito anche in arti meccanici; alle
giuste dosi non è tossico. Non completamente."
"Crea
dipendenza." replica Sevika, asciutta.
La
bambina sembra non ascoltarli, ma qualcosa
nei
suoi movimenti le dà l'impressione che stia captando ogni cosa
- la stia assorbendo,
facendola sua.
Silco
le rivolge uno sguardo in tralice, quieto.
"Pensaci.
Non sarebbe a rilascio continuo, ma solo quando vuoi tu; quando
attivi il pistone interno."
Sevika
appoggia il mento sul pugno chiuso, reclinandosi verso destra.
"E
dove si collegherebbero questi iniettori?"
Silco
sta per rispondere quando la bambina gli mette davanti al viso una
focaccina orrendamente
ripiena - un miscuglio di verde e bianco e gocce di quello che crede
sia
cioccolato, ma ne ha visto così poco in vita sua da non
esserne sicura.
Silco
solleva il viso verso quello della bambina - le mani tese, un sorriso
enorme, che Sevika definirebbe radioso.
"Silly
Silco." lo chiama, e lui rimane immobile, studiandola in
silenzio.
"Silly
Silco." ripete, adesso nella sua voce una crepa
-
un'incrinatura carica di incertezza, dubbio.
La
bambina aggrotta le sopracciglia, sembra sul punto di mettersi a
piangere, ma Silco è più veloce e accetta la focaccina,
spegnendo
un
tormento interiore che Sevika imparerà a conoscere bene
nei
mesi successivi.
"Grazie,
Jinx." mormora, e la bambina si distende
- borbotta qualcosa dietro di sé, scivolando poi verso Silco e
raggomitolandosi sulle gambe.
La
parodia di un gatto spelacchiato e blu.
Silco
mangia un pezzo di focaccina, riprendendo a parlarle di Singed e
della sua idea come se nulla fosse.
La
sua - loro
- nuova normalità ha i colori del cielo e della rabbia.
7.
Questo
è il mondo in cui vivono adesso
- solfuro e metallo.
Questa
è adesso Sevika - guerriera incoronata su un trono troppo
grande.
Troppo
vuoto.
Questo
è adesso Karvyq - portatore dell'unica verità che
valga.
"Sono
i sopravvissuti a scrivere la verità, Jinx."
Questa
è Zaun e in lei c'è tutto di Jinx - i suoi colori, il
suo dolore.
La
sua follia.
Sevika
osserva la scrivania vuota, tra le mani una tazza decorata con le
linee spezzate rosa e verdi - l'ho
chiamata Angry Monkey perché ti assomiglia quando ti arrabbi,
Silly Silco.
Raccoglie
anche il posacenere, solleva il capo - incontra la parte inferiore
del soppalco in cui era solita nascondersi Jinx.
Vi
legge la scritta che ne decora il legno in un rosa fosforescente -
Boom!
-
usa la sedia in angolo per issarsi verso l'alto e deporvi sopra
entrambi gli oggetti.
Li
spinge all'indietro, nell'oscurità da cui Jinx aveva vegliato
su Silco per anni, osservandolo come un animaletto curioso e
spaventato.
Un'abitudine
che era poi mutata in una sorta di gioco - trecce lunghe e che
calavano come una fune sulla scrivania di Silco, canzoni stonate a
mezza bocca e negli occhi qualcosa
che Sevika aveva voluto ignorare con tutte le sue forze.
Scende,
Sevika, accostando la sedia al muro.
"Sai
cosa si dice del boss e della sua presunta figlia,
no?"
Apre
le dita sulla superficie lucida della scrivania, fissando il proprio
riflesso, invecchiato di colpo.
"È
tuo compito assicurarti che vada tutto per il meglio: non di Jinx."
Sevika
china il capo, schioccando la lingua contro il palato.
"Già:
era il mio
di
compito; il suo,
quello di far esplodere cose e persone." mormora nel silenzio,
accolta solo dal borbottio dell'acqua nelle tubature.
Compreso
te.
Avvicina
la poltrona, sedendosi - e la memoria la colpisce come un pugno
dritto
in faccia.
"Silly
Silco."
"Sei
troppo grande per questo,
Jinx. Le mie gambe non sono una sedia."
"Eppure
ci sto ancora comoda: guarda! Peachy easy!"
"Uhm."
"Siiilly
Silco."
Sevika
concede un ultimo sguardo al soppalco di Jinx prima di accogliere i
Chem Baron nella loro prima riunione ufficiale da quando.
I'm
sorry for everything
Oh,
everything I've done
From
the second that I was born it seems I had a loaded gun
And
then I shot, shot, shot a hole through everything I loved
Oh,
I shot, shot, shot a hole through every single thing that I loved.
994
AN.
Si
dice che ci sia bisogno di un eroe per scrivere una tragedia, ma non
è affatto vero.
Non
vi sono eroi a Zaun; solo tragedie e
rimpianti.
Cosa
puoi mai chiedere a una città che getta
i propri figli sul Rising Howl, costringendoli a raggiungerne la cima
o a morire?
Cosa,
quando ogni confine viene spezzato
-
ogni morale schiacciata
dal
potere e dalle sue propaggini?
Silco
osserva Piltover da una delle terrazze dello Skylight, l'aria pulita
renderlo acutamente
consapevole
delle sue cicatrici.
Tump.
Lo
accoglie un vago retrogusto di miele, quello più dolce della
vaniglia.
Un
klozome entra nel suo campo visivo, accompagnato da unghie colorate
di blu e rosa.
Silco
lo accetta in silenzio, sfregandone la superficie rotonda tra il
pollice e l'indice.
"E
non devi neanche preoccuparti di pagare il mercante." gli dice
Jinx, ridacchiando.
Silco
alza un sopracciglio, inclinando il mento verso di lei.
Jinx
risponde al suo sguardo interrogativo con un sorriso enorme,
incurante di essersi sporcata di zucchero fino al naso.
"Non
l'ho fatto esplodere." aggiunge, sollevando un dito.
Silco
aspetta, la guarda in silenzio.
"Ho
pagato." dichiara tutta orgogliosa, gettandosi in bocca l'ultimo
pezzo di klozome - una pallina fritta che aveva sempre adorato
fin
da piccola.
"Con
i soldi di Sevika." conclude, pulendosi le mani sui pantaloni.
Silco
scuote appena la testa, annotandosi mentalmente di risarcire Sevika -
e di farlo prima
che
lo scopra.
Jinx
lo affianca, posandogli il capo contro la spalla.
"Fa
quasi venire la nausea."
Silco
divide in due il dolce, passandone metà a Jinx - consapevole
che gliel'avrebbe chiesto comunque.
"Tutto
questo."
gesticola, indicando Piltover e le sue alte torri d'avorio e
cristallo.
Jinx
accetta il klozome, sfregando la guancia nel suo cappotto.
"Sarebbe
bello vederla bruciare." mormora, e Silco coglie il significato
di quelle parole - il loro intimo
valore.
"Un
giorno." le risponde, addentando un pezzo di dolce.
Jinx
lo guarda, alzandosi sulla punta dei piedi e baciandogli un angolo
della bocca.
"Diventerà
tutto così colorato."
sussurra Jinx, regalandogli uno sguardo limpido, vuoto di fantasmi e
voci.
"Sarà
un'esplosione che coprirà ogni
cosa."
afferma, stretta a lui come una promessa - una condanna.
Silco
le cerca gli occhi, vi trova dentro tutto
- oh,
piccolo ratto infame: avrei dovuto schiacciarti la testa sulle pietre
invece di affogarti, sembra
vibri la voce di Vander.
Troppo
tardi, fratello.
Jinx
l'attira a sé, Silco la segue - incapace di negarle se stesso,
loro.
"Possono
bruciare, Jinx; il Concilio, Piltover. Tutti."
La
bacia, e oh,
se divampano
le voci attorno - se gridano e
urlano e strepitano e...
"Gliela
faremo vedere, Jinx. A tutti loro."
La
solitudine è un dolore troppo grande
perché entrambi possano sopportarlo da soli.
"That’s
love: two lonely persons keep each other safe
and
touch each other and talk to each other."
-
Rainer Maria Rilke -
|