Remnant Cap4
Kaedra chiude gli occhi di fronte all’improvvisa quantità di luce. Un ruggito fa tremare la Corona.
Una figura scura emerge dal bagliore. Pelle nera e lucida simile a
metallo, diverse parti dell’immensa creatura sono argentate, come
se indossasse un’armatura malmessa. Spalanca le fauci, vomita un
bolide di luce.
Kaedra salta, la lancia si materializza nella sua mano, vola verso il
mostro. La sfera fiammeggiante si schianta su qualcosa, una barriera
composta di esagoni traslucidi si manifesta. Crepe frastagliate si
formano sulla superficie.
“Non regge.” Kaedra afferra la lancia con entrambe le mani.
La barriera esplode. Le fiamme le arroventano la pelle. Stringe gli
occhi irritati, si sposta di lato. Punta la lancia contro la sfera. Un
raggio di luce azzurra scaturisce dall’arma, si dirama in una
serie di fasci luminosi che si chiudono attorno al bolide. Kaedra ruota
il busto, tira verso l’esterno. Il colpo cambia traiettoria, la
luce azzurra si tende come la lenza di una canna da pesca.
«Riprenditela!» Agita la lancia davanti a sé con un
colpo deciso. Il bolide vola verso la creatura. L’esplosione
illumina il cielo a giorno. Kaedra si copre gli occhi con il braccio.
Quando lo riabbassa la creatura ha tagliato le distanze, le sue fauci
sono spalancate di fronte a lei.
Sgrana gli occhi. “Via da qui!”
L’aria le fischia nelle orecchie. S’irrigidisce, stringe la
lancia tra le mani e la punta verso l’alto. Le fauci si
richiudono.
Non un filo di luce passa tra i denti della creatura. Kaedra affonda la
lancia tra le zanne, ma rimbalza per il contraccolpo. Perde la presa
sull’arma, apre e richiude le mani: le braccia le tremano, ma non
sente le dita.
«Lero viverna!» Stringe il pugno e tira un altro colpo. La
gola della creatura vibra, l’alito le pizzica le narici. Preme
una mano contro il naso.
Caccia un urlo quando le perfora lo sterno, un dolore acuto , un sapore
metallico sale dalla gola, qualcosa le scivola dalle labbra. Stringe le
dita attorno alla cosa che l’ha ferita. Fredda, liscia, scivolosa
a causa del suo sangue.
“Non dovrebbe potermi ferire fino a questo punto.” Tenta di
premere contro la base del metallo per spezzarlo, ma lo spuntone non
dà il minimo segno di cedimento. Una seconda fitta le trapassa
il polpaccio. La gamba cede. Kaedra stringe i denti, esce un gemito
strozzato. Il terzo spuntone mira al petto. Riesce solo a piegarsi di
lato a causa del primo spuntone ancora conficcato dentro di lei. Il
terzo le trapassa la spalla, urla. Stringe gli occhi, chiude la mano
che s’illumina di luce tenue.
Delle piccole protuberanze appuntite tremano, pronte a scattare.
“...L’intera bocca è piena di questi affari.”
Kaedra soffia a denti stretti. «...è così che te ne
sei andata?»
Una delle protuberanze si allunga di scatto. In quella condizione
riesce a malapena a capire cosa sta accadendo. Le costole le si
spezzano, la punta lacera il polmone ed esce dalla sua schiena. Sputa
un conato di sangue.
“Forse hai scelto la persona sbagliata...”
Socchiude gli occhi, la testa cala in avanti, la presa sullo spuntone si allenta.
Un forte boato rieccheggia attorna a lei, si fa tutto nero.
Kaedra apre gli occhi. Una stanza
completamente bianca. Sa di essere seduta su un divano, ma non
percepisce il ruvido della copertura. Altri due divani si trovano ai
lati di quello in cui è seduta, al centro tra essi un tavolino.
“è la zona relax?” Si volta verso la finestra che dà sulla Corona, vede solo una luce accecante.
Gli occhi scorrono in cerca di qualcosa. «...Credo di essere morta.»
«Hmm, no. Non ancora.»
Un cilindro di luce appare di fronte
a lei. Una figura siede sopra uno sgabello a tre gambe. Alta, dai
lunghi capelli candidi, gira sulla seduta come una ragazzina
spensierata.
Kaedra apre e richiude gli occhi un
paio di volte per cercare di metterla a fuoco. La figura si ferma,
mette le mani sulle ginocchia, distingue un sorriso.
«...Prim?»
La figura mette un dito sotto la
bocca. «Forse? Chissà, so solo che questa è la
forma che vuoi vedere più di tutte.»
Kaedra stringe i pugni. “Cerco di non negarlo. Almeno a me stessa.”
Alza lo sguardo, Prim ha la testa inclinata di lato. «Teheh. Ti sei offesa?»
Kaedra mette su un sorriso, cerca di parlare ma non riesce ad emettere fiato di fronte a quello scherzo della mente.
«Daiii, rispondimiii.» Prim si avvicina e la pungola, le ferite le vanno a fuoco le fanno stringere i denti.
Alza il braccio, lo posa sulla testa
di Prim. Richiude la bocca e le accarezza i capelli. Prim, o qualunque
cosa sia, sembra apprezzare, le mostra il suo sorriso. Erano anni che
non lo vedeva.
«...Sto morendo vero?»
«Yup e sono un’immagine del tuo subconscio.»
Kaedra continua ad accarezzare la testa di Prim.
“Prim normalmente non si faceva neanche toccare i capelli. Chissà se anche Hitomi è così...”
Kaedra ferma la mano, sbarra gli occhi. «Dov’è Hitomi?»
I capelli di Prim scivolano dalle sue dita, Prim si spinge indietro. «Come mai ti interessa?»
«Se muoio adesso la lascerei
sola.» Stringe le dita sulle ginocchia. “L’ultima
creazione di Prim. Dovrei proteggerla.”
«Ma tu l’hai lasciata sola,» ribatte.
Kaedra emette un gemito. Non sa se la fitta al cuore è reale o emotiva. «Dammi tregua, stavo morendo.»
Prim gonfia una guancia, si avvicina
a passi decisi. «Non stavi morendo quando cercavi i miei segreti
nelle profondità della Corona.»
Kaedra indietreggia con la testa.
«O quando hai urlato contro le tue collaboratrici.»
Kaedra prende un respiro profondo. “Inizio a sentirmi orribile.”
«O prima di decidere di caricare quell’esterno senza pensare che se fossi morta, lei sarebbe rimasta da sola.»
Gli occhi le si inumidiscono “...Teoricamente ci sono Ostara e Selene, ora sei tu a non cons-“
«Sai cosa intendo, non sono la
vera Prim, ricordi? Sai quello che voglio dire, perché è
quello che senti di dover fare.»
Kaedra abbassa la testa, annuisce appena.
Prim mette le mani sui fianchi. «Quindi?»
Kaedra ciondola un po’ con la testa, mette su un sorriso forzato. «Sono morta ormai...»
La luce della finestra diventa
più intensa. Prim incrocia le braccia mentre sparisce dalla sua
vista. Le fischiano le orecchie, come se stesse precipitando.
«Certo che non sei morta ancora! Apri gli occhi e azzecca quell’atterraggio!»
Kaedra riapre gli occhi di scatto.
La figura della creatura, piegata di lato come se avesse ricevuto un
ceffone diventa sempre più piccola alla sua vista. Una
sensazione di freschezza la avvolge. I graffi ed i tagli sulle braccia
stanno lentamente scomparendo. “Devo essere rientrata
nell’atmosfera della Corona.”
Punta i piedi all’indietro, la caduta si arresta, porta la
schiena in avanti e si raddrizza. In quel momento vede la figura
sospesa di fronte alla bestia.
«Hitomi.» Le esce strozzato.
La ragazzina è di fronte alla creatura, una lunga sciarpa nera attorno al suo collo che emette scintille verdi.
Kaedra si spinge verso quella scena, il cuore le inizia a batterle violentemente. Urla. «Vattene da lì!»
La bestia si volta nuovamente verso la ragazzina, la fissa con gli
occhi vuoti. Hitomi alza il braccio, scintille si staccano dalla
sciarpa concentrandosi sulla sua mano formando una sfera. Hitomi
affonda la mano nella luce, tira indietro il braccio, impugnando un
tridente di luce verde. La creatura spalanca le fauci e si spinge in
avanti.
«No!» Kaedra tende la mano verso la scena.
Hitomi scaglia il tridente e contemporaneamente si spinge
all’indietro. L’arma sparisce all’interno delle fauci
della creatura, la quale viene attraversata da una luce simile a quella
delle scintille.
“Devo raggiungerla subito!” Kaedra si dà un’altra spinta.
La bestia sgrana gli occhi. Un suono ovattato proviene dal suo corpo.
Scintille verdi si espandono dalla creatura. Kaedra fissa la bestia
rigida scomparire come se si stesse sgretolando. Tira un sospiro di
sollievo, cambia traiettoria per raggiungere Hitomi.
La ragazzina si volta, la sta fissando. Gli occhi cremisi hanno una pupilla così ristretta da sembrare assente.
“Ma cosa le succede?” Kaedra si avvicina a lei. Accade
tutto in un attimo. La sciarpa sparisce dal collo della ragazzina, le
pupille tornano normali ed inizia a precipitare urlando.
Kaedra rimane intontita un secondo. “Si è appena dimenticata di saperlo fare o cosa?”
Si spinge verso il basso, la ragazzina in caduta libera sta tendendo le mani tremanti verso di lei. Ha le lacrime agli occhi.
Kaedra dà un ulteriore spinta verso il basso, afferra Hitomi e
la stringe tra le braccia, sente la sua stretta ferrea attorno a lei.
Le appoggia una mano sulla testa. «Va tutto bene.»
Guarda la pavimentazione avvicinarsi fin troppo rapidamente.
“Farà male.”
Kaedra dà la schiena al terreno e si prepara a sentire le proteste della spina dorsale. Chiude gli occhi.
Si sente afferrare, due grosse zampe si stringono delicate su di loro.
Sente la pressione dell’aria sulla testa anziché alla
schiena. Apre gli occhi, sta volando per le strade della Corona a pochi
metri dal terreno. Abbassa lo sguardo, l’ombra sotto di loro
è grande e provvista di due grosse ali. Alza lo sguardo, un
drago azzurro delle dimensioni di un cavallo abbassa la testa verso di
loro.
Kaedra sorride. «Ti ha mandato Ostara?»
Il drago sbuffa annuendo mentre prende quota puntando verso la dimora di Selene.
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