ALLE FONTI DEL TEVERE

di Selva oscura
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Era un gioco assai Interessante.

Sota avanzò nella stanza. Si sedette sul bordo del letto, con le mani intrecciate tra le gambe. Era una strana situazione in cui fare una proposta come quella di cui era in parte responsabile, forse la sorpresa, forse perché era stato totalmente inaspettato, ma non se la sentiva di convocare formalmente Kagome nel suo studio.

<< Mia cara… >> Esordì lentamente.

Kagome però fu più lesta togliendogli le parole di bocca.<< Non preoccupatevi zio. So cosa state per dirmi. Ma io non ci penso più >>

<< No, tu non sai. Se tua madre e tua zia scoprono ciò che sto per raccontarti, sicuramente mi tortureranno molto lentamente. >> rispose lo zio torturandosi le mani, la ragazza si fece seria immediatamente, forse il leggero tremore delle gambe dell’uomo, forse la sua espressione tirata tradiva un certo disagio. Non sarebbe stata una chiacchierata piacevole, pensò la ragazza osservandolo.
<< Quello che è accaduto ieri pomeriggio, bambina mia non è stata colpa tua. Avrei preferito che Kaede ti avesse almeno raccontato ieri sera stessa questa triste vicenda. Quello che ti chiedo è di non recriminare e accusarci per aver taciuto così a lungo. >> iniziò a parlare con voce sottile, lasciando trapelare una sofferenza interiore.
<< Molti anni fa, tu avevi a malapena tre anni, ci fu uno scandalo. Questo scandalo travolse l’intera famiglia, e la persona che lo provocò fu: Kikyo tua sorella. >> continuò guardando di sottecchi la ragazza. La fanciulla sgranò gli occhi sorpresa e aprendo leggermente le labbra, sussurrò flebile le uscì.
<< Tua sorella, era un’anima innocente e si era innamorata, quell’uomo le rovinò la vita per sempre. Bankotsu Banryu così si chiamava. >> disse afferrandole la mano.
<< Cosa le fece? >> domandò Kagome tremante e insicura di voler ascoltare la storia.
<< L’abbandonò, la sera prima delle nozze. Alla povera bambina le si spezzò il cuore e fece una sciocchezza! >> rispose sospirando Sota << Si tolse la vita! >>
Kagome scivolò lentamente sul pavimento, sentendo quelle parole, sua sorella abbandonata e suicida, ora capiva perché i suoi familiari l’avevano mandata nel convento, loro non desideravano che la macchia ricadesse anche su di lei. Si rialzò velocemente, spolverandosi il vestito con le mani.
Osservò suo zio ancora una volta, lei non sapeva come consolarlo era evidente che l’uomo aveva timore di una reazione da parte sua.
<< Kagome! >> la chiamò alzandosi a sua volta << Bambina mia, non era mia intenzione tubarti, ma non ho finito ieri sera è successa un’altra cosa. Forse è inopportuno parlartene ora, cioè voglio dire che dopo che ti ho raccontato di Kikyo… >> disse avvicinandosi alla ragazza.
<< Ma devi sapere che il Signor Inuyasha no Taisho mi ha chiesto formalmente la tua mano. >> esordì osservando la nipote, il suo visetto che un attimo prima era sconcertato e triste ora si tingeva lievemente di un delicato rossore.
<< Il signor Inuyasha mi vuole sposare? >> domandò la ragazza incredula << Mi ha visto soltanto per due volte e al secondo incontro desidera sposarmi? >> .
<< Questi giovani signori di oggigiorno, ti vedono solo per due volte e vogliono sposarsi con te. >> confermò Sota sorridendo a malapena.
<< Zio cosa le avete risposto? >> chiese fremendo dalla gioia la ragazza. << Gli ho assicurato che ne avrei parlato prima con te. >> rispose l’uomo << Suppongo che questo giovane ti sia gradito vero? Provi qualcosa per lui? >>
<< Oddio non posso ancora crederci, Inuyasha vuole sposare me! Grazie zio per avermi detto tutto, anche di Kikyo e comprendo le vostre scelte stai tranquillo. >> rispose sorridendo felice e volteggiano su se stessa coinvolgendo lo zio. << Suppongo che non avendo ne accettato e ne negato la sua proposta abbiamo del tempo per rispondere, giusto? >>
<< Si bambina, hai tutto il tempo che ti serve. >> confermò l’uomo sorridendo, la sua Kagome era sempre la stessa, bastava che lei sorrideva per sentirsi felici.
<< Allora zio darò una risposta al Signor Inuyasha tra un mese, non dobbiamo sembrare troppo ansiosi di mollare la merce giusto. >> disse sorridendogli furba.


Inuyasha stava comodamente seduto sulla sua poltrona, sorseggiando un caffè bollente un lusso per lui poiché la matrigna risparmiava su ogni cosa, perfino sulle lampade a gas a sentire lei costava troppo, e la casa illuminata dalle tenue fiamme delle candele assomigliava più ad un cimitero. Il ragazzo ripensava alla serata che aveva trascorso non si pentiva affatto di essere ritornato a casa Shikon, anzi era addirittura euforico. Udì bussare e Haruka accogliere l’ospite, passarono minuti nei quali Inuyasha si era sistemato la giacca pronto per riceverlo, ma entrò solamente la piccola domestica.
<< Signore un messaggio da parte della Signorina Hirai. >> comunicò deferente al giovane padrone di casa. Inuyasha lesse attentamente il messaggio, sorrise. La ragazza non lo aveva rifiutato, ma chiedeva un mese di tempo per pensarci.
Un mese poteva sembrare poco tempo, ma lui sapeva perfettamente che era un periodo molto lungo.
<< Magnifico, allora a noi, signorina Hirai. Ti corteggierò così tanto che sarai tu stessa ad accettare rapidamente la proposta di matrimonio. >> disse guardando il biglietto mentre la sua mente già si operava ad un piano brillante.




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