Intriso

di CatherineC94
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Intriso
 
 
 
[Grondante, fradicio]
 
 
Regulus stringe gli occhi lento, il respiro viene a mancare mentre intorno rimangono solo echi di un tempo.
Il silenzio è opprimente, il petto si abbassa e si alza ritmicamente senza sosta; gli occhi incavati che dallo specchio sembrano pallide immagini di ciò che un tempo ha quasi lambito la perfezione degli antichi scritti dei suoi avi.
Adesso riesce a guardarsi nello specchio, quella superficie liscia e brillante ma non si ritrova più.
Regulus può solo incontrare pallide immagini di un tempo, per poi scomparire nel profondo incavo della sua coscienza, mentre il ricordo di Sirius, lo stringe in una morsa a tratti dolorosa.
Suo fratello non saprà mai perché sta per immergersi in quella lucida e stagnante distesa di morte e forse Regulus, che brilla quasi quanto lui, sente che quel momento è giusto che sia così.
Vuole respirare, riempirsi i polmoni di quella salsedine malsana che in realtà sente  crescere dentro.
Lo rivede davanti, in quella grotta buia. I suoi occhi grigi che si accendono di curiosità e tanto coraggio; il suo sorriso, quello di un fratello fiero, che però s’incrina fino a spezzarsi quando scopre la strada sbagliata che ha preso.
Un singhiozzo lo coglie, consapevole del fatto che ha sempre, in un modo o nell’altro, deluso Sirius.
Non protesta quando grondante di puntuale voracità lo morte lo divora.
E mentre decide di non chiudere gli occhi lo rivede ancora là, fermo davanti a tutto e tutti e gli chiede scusa.
Sirius avrà sentito il suo urlo?
 


Sirius annusa l’aria.
L’aria sempre appesantita da una pioggia imminente che però non cade, non in quel momento almeno. Così si stringe il lungo cappotto a righe per salvare qualche lembo di pelle, ma sembra tutto inutile.  I brividi lo colgono senza sosta e quindi decide di aumentare il passo anche se quella notte, sembra che tutto sia diverso.
Nell’aria ancora una zaffata di caramelle, di mele candite e qualche scarafaggio al grappolo mentre in testa un’idea che sembra bislacca prende forma prepotente.
Accelera il passo, ma davanti ritrova una tana puzzolente  e vuota; il puzzo di colpa che sente nell’aria lo fa correre senza sosta, per poi capire.
Non ci crede e mentre scava senza sosta e senza bacchetta, con le mani insanguinate li ritrova là.
Fiacchi, rattrappiti come bambole di pezza.
La risata folle gli riempie il cervello e le mani fradice di colpe molto più gravi vorrebbero solo compiere l’atto che la natura implora, la vendetta.
Poi si risveglia, chiuso in quelle quattro mura nere e piene di graffi. C’è lo stesso puzzo di morte che aleggia e Sirius si chiede se suo fratello ha continuato ad indossare quello stupido maglione a righe che Lily ha cucito con i ferri lo scorso anno.
«Certo che sì, stupido cane» gli dice poggiato su quei graffi.
Sirius a quel punto vorrebbe mandarlo a quel paese, ma si limita a sbruffare per trattenere le lacrime che rigano il volto magro.
James riesce a sentire le sue urla?

 
Grazie per il vostro tempo.
 




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