Stay with me, or I will be no longer human

di Queen_kitsunebi
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- Avvertenze -
 
Ciao a tutti! Scrivo qui due righe. Chiaramente questa ff è un AU dove scrivo di un Dazai che ho immaginato nella mia testa e che sicuramente rispetto al manga/anime va OOC, mi sembra superfluo specificarlo ma voglio comunque farlo. Stessa cosa vale per Chuuya ovviamente, spero che comunque vi piaccia!



 

Capitolo tre – Stay with me
 
 
L’auto di Dazai sfrecciava inesorabile tra le strade buie di Yokohama, le luci dei semafori diventarono dei fasci di luce impercettibili, era come se la sua amata città fosse stata risucchiata in una dimensione atemporale. Era come se tutto si fosse fermato e Dazai, per la prima volta nella sua vita, non riusciva più a ragionare con lucidità.
Osamu Dazai, il boss della Port Mafia conosciuto per la sua brillante mente calcolatrice, non riusciva a pensare. Mentre si dirigeva alla clinica privata della Port Mafia, costruita anni fa proprio per emergenze simili, Dazai si sentì invaso dai sensi di colpa. Non si trattava solamente di ciò che gli aveva detto quel giorno, ma della facilità con cui qualcuno aveva eluso i suoi sistemi di sicurezza, infiltrandosi addirittura nella sua residenza, sentiva di aver fallito sia come boss che come compagno. Tutta la sicurezza che aveva acquisito, tutte le sue certezze sembravano essere crollate come un castello di sabbia. “Il tuo sangue è nero come la mafia, più di tutti noi” gli aveva detto una volta Higuchi, Dazai era naturalmente portato - da sempre - ad essere un leader.
E allora come era potuto succedere?
Perché attaccare proprio Chuuya e non il boss? Avevano usato Chuuya per arrivare a lui? Era una trappola e l’assassino conosceva il legame che aveva con il rosso? Quelle domande gli frullavano nella mente, mentre non riuscì nemmeno a udire i suoni del mondo che lo circondava, era un miracolo se era riuscito a non investire nessuno.

«Chuuya non azzardarti a morire!» esclamò Dazai parcheggiando in malo modo davanti alla clinica. Dazai corse verso l’ingresso, poteva sentire i battiti del suo cuore rimbombargli nel petto e il sudore inumidirgli i vestiti. Una volta entrato vide Koyou, Akutagawa, Tachihara e gli altri fuori dalla stanza, tutti ancora sconvolti non realizzavano cosa stesse accadendo.
«Boss, non può entrare.. lo stanno operando, ha perso molto sangue--» disse Akutagawa, ma non fece in tempo a finire che un pugno di Dazai lo fece cadere a terra.
«Tu! Tu dov’eri?! Dov’eravate tutti mentre uno sconosciuto entrava nella nostra base?!» urlò Dazai, tutti lo guardarono intimoriti, non lo avevano mai visto così.
«Dazai.. nessuno ha visto né sentito nulla, nemmeno Chuuya che è stato colto di sorpresa, deve avere una qualche abilità particolare o non si spiega.» provò a spiegare Koyou, mentre Dazai la fulminò con lo sguardo. «I fantasmi non esistono! Non cercate scuse per giustificare la vostra incompetenza! Se Chuuya morirà, avremo tutti le mani sporche del suo sangue!» urlò Dazai, non escludendosi da quel discorso, quel sangue sarebbe stato anche sulle sue mani.
«Akutagawa, volevi diventare dirigente vero? Chuuya te l’aveva promesso, scordatelo, non salirai mai di grado, non finché respiro. Non servi a niente, quel tuo potere è inutile, eri lì e non sei nemmeno riuscito a percepire la presenza di un estraneo a pochi metri da te! Sei un fallimento!» urlò Dazai con tutto il fiato, sfogando su Akutagawa un dolore e una rabbia che non aveva mai provato prima. Akutagawa non disse nulla, mentre piombò un silenzio carico di tensione e Dazai si avvicinò alla sala operatoria, cercando di scorgere qualcosa.

Finché lo vide.
Riuscì a intravedere la chioma aranciata di Chuuya sul cuscino bianco del letto operatorio, era circondato da almeno cinque dottori e infermieri, mentre teli e asciugamani pregni di sangue venivano accatastati in un angolo della sala.  Quando un infermiere si spostò… riuscì a intravedere le ferite, i tagli, l’assassino aveva usato un coltello o forse una spada, ma la visione del corpo di Chuuya ridotto così gli fece salire un panico tale da provocargli un conato di vomito, ritrovandosi costretto a correre in bagno.
Le ore che seguirono furono interminabili, probabilmente le più lunghe della sua vita. Non mangiò né dormì per tutto il tempo, aspettava solamente che qualcuno uscisse da quella dannata porta per delle notizie. Si accontentava anche di uno spiraglio di speranza. Si fecero quasi le quattro del mattino, finché un dottore visibilmente stanco e provato, uscì dalla sala. Dazai corse verso di lui, cercando di riprendersi ed essere abbastanza lucido per capire cosa stesse dicendo.
«Il signor Nakahara Chuuya è stato colpito in più punti con un’arma da taglio, credo una katana o un’arma di media lunghezza.. ha perso molto sangue e abbiamo subito iniziato con le trasfusioni, i colpi non hanno raggiunto organi vitali, per un soffio. Abbiamo fatto il possibile, non sappiamo quando riprenderà conoscenza, potrebbe farcela ma non vogliamo illudervi troppo…» spiegò il dottore.
Chuuya era ancora vivo, a Dazai bastò questo per andare avanti, per non lasciarsi completamente cadere nel baratro oscuro sotto i suoi piedi. «Grazie per ciò che avete fatto, ma ora devo vederlo.»
Il dottore annuì e Dazai entrò nella sala, Chuuya era legato a diversi macchinari che lo aiutavano a respirare e monitoravano i segni vitali. Non avrebbe mai dimenticato l’immagine del rosso disteso su quel letto, il volto sembrava sereno, come se stesse dormendo. Dazai si sedette accanto al letto, portandosi le mani tra i propri capelli castani. «Chuuya…» sussurrò, non sapendo nemmeno lui cosa dire. Chuuya era l’unico che probabilmente aveva visto l’assassino, ma essendo incosciente avrebbe dovuto affidarsi solamente agli indizi nella sua stanza… la stanza! Ricordò subito Dazai, si girò e alzò la voce.

«Akutagawa!!» lo chiamò e il moro entrò subito, ancora visibilmente sconvolto. «Dai l’ordine di non far entrare nessuno nella mia stanza, nessuno deve pulire o anche metterci piede, capito? Gli unici indizi che possiamo raccogliere sul colpevole sono lì, se qualcuno intacca la scena del crimine la colpa sarà tua, e non mi limiterò ad un semplice pugno la prossima volta. Ora vai e chiamami Kouyou.» Akutagawa annuì e uscì, andando immediatamente ad impartire gli ordini a tutte le divisioni della Port Mafia. Kouyou entrò e si sedette dall’altra parte, sapeva che in quel momento Dazai aveva bisogno di qualcuno che lo sostenesse, dopotutto Kouyou seguì in prima persona la relazione tra Osamu e Chuuya, essendo un’amica e confidente del rosso.

«Dobbiamo aumentare la sorveglianza alla clinica.. Chuuya è fuori combattimento potrebbe riattaccare in qualsiasi momento. Forse dovrei farlo trasferire?» La mente di Dazai analizzava in modo confusionario tutti gli scenari possibili, quando Kouyou decise di intervenire.
«Dazai, se vuoi davvero salvare Chuuya, la prima cosa che devi fare è tornare in te e calmarti, per quanto sia difficile. Abbiamo bisogno del tuo acume ora, per trovare il nemico. Per quanto riguarda l’incolumità di Chuuya, un’alternativa è farlo trasferire a Kyoto.»

«Kyoto? Non abbiamo basi lì.» osservò Dazai, ‘calmarsi’ era più difficile di quanto credesse.
«Non la Port Mafia, è vero, ma io ho una residenza lì, inutilizzata da molti anni, era un luogo per delle vacanze che non ho mai fatto. Dubito che l’assassino ne conosca la posizione, è immersa nel verde e non c’è sulle mappe, sarebbe perfetta, potrei fare delle telefonate e far tirare su una stanza con tutte le attrezzature mediche per Chuuya. L’unico problema è il trasferimento… ci vorrebbe un elicottero o un jet, il tutto senza attirare l’attenzione del nemico. Potresti mandare la Lucertola per occuparsi di tutto questo, e ovviamente anche io.» Dazai si prese qualche minuto per riflettere.
«Per il jet non è un problema, non importa quanti soldi serviranno, li tirerò fuori. Io rimarrò qui con Akutagawa per cercare l’assassino… tuttavia il trasferimento rimane comunque rischioso, non la residenza in sé, ma il viaggio fino al jet. Ci servirà un furgone blindato.» Dazai continuò a pensare, chiunque avesse ferito Chuuya in quel modo, che fosse una persona singola o un’organizzazione, stava diventando decisamente il nemico più temibile che la Port Mafia avesse mai affrontato. Questo perché Chuuya era decisamente il più potente nella Mafia.
Ed era stato messo KO nel giro di mezz’ora.

Non potevano abbassare la guardia e tenerlo lì, i sistemi di sicurezza della clinica erano decisamente inadeguati. «Se l’obiettivo ero io, che mi vengano a cercare, almeno Chuuya sarà lontano. Se l’obiettivo è Chuuya… dovranno prima scoprire da me dove l’ho portato.» disse Dazai, e Kouyou annuì. «Io inizio i preparativi, mi ci vorrà qualche giorno almeno.. nel frattempo lo sorveglieremo. Ora ti lascio solo con lui.» Dazai annuì, ritrovandosi da solo con i suoi pensieri e Chuuya davanti a sé.
Era strano non sentire la sua voce, le sue critiche o gli insulti, non vederlo girare in camera in accappatoio mentre si prendeva cura della sua chioma rossa, lanciando qualche imprecazione per i nodi che si formavano incastrandosi nel pettine. Lo sguardo di Dazai andò alle sue mani, ne aveva sempre amato la forma, anche se non l’aveva mai confessato a Chuuya. La mano di Dazai andò a sfiorare quella del rosso, sentendola fredda, Chuuya aveva sempre avuto le mani calde e rabbrividì nel sentirlo così freddo. Dazai si alzò e aprì la porta, alzando la voce verso gli infermieri. «Aumentate il riscaldamento e portate altre coperte! E’ freddo come il ghiaccio! Non ho fatto costruire una clinica perché assomigliasse al polo nord!» esclamò Dazai, mentre gli infermieri corsero subito a rimediare.

Dazai tornò seduto, sistemando le nuove coperte che avevano portato su Chuuya.
«Perdonami, Chuuya… sono un pessimo boss senza di te. Ti prego, resta con me.» sussurrò Dazai, mentre una lacrima salata iniziò a scorrere lungo la sua guancia.



- Angolo Autrice -

Grazie per i numerosi lettori e lettrici! Non credevo mi leggessero in tanti :"D
Mi scuso per il ritardo con questo capitolo ma sono stata diversi giorni fuori casa! Il rilascio dei capitoli potrebbe rallentare ora, a breve riprendo le lezioni in università e avrò un trasloco piuttosto importante che mi porterà via parecchio tempo. Ma non temete perché non abbandonerò questa storia, vi terrò compagnia mentre attendiamo con ansia l'arrivo della s4! Personalmente non finirò mai di ringraziare Bungou Stray Dogs, è un'opera con cui sono andata in fissa dopo ANNI di vuoto in ambito anime, nel senso che avevo praticamente smesso di vederli. Inoltre mi ha aiutata a distrarmi in un momento davvero difficile, ed è anche il primo anime di cui abbia MAI scritto, questo per dire che ci metto davvero il cuore in questa storia (e in quelle future). Quindi grazie davvero a chiunque mi legga! A presto!

 




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