Solo polvere

di Anctartic
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                                                                              SOLO POLVERE

Mattina e il giorno comincia. Un giorno cupo e tedioso come tutti gli altri: la gloria svanita, la felicità infranta.
Nella mia mente odo ancora il clangore della armi, i nitriti strozzati dall’agonia dei destrieri, il freddo del Nord da cui nemmeno la mia armatura riusciva a proteggermi. Ma tutto era ripagato dal sapore della vittoria, un sapore amaro e ferroso ma buono, un sapore che mi sono divertito a suggere finché ho potuto, finché anche per me è finita.
È buio dentro di me, cieli profondamente neri senza fine, questa è la mia anima.
Dopo di me non ce ne saranno più, ma forse questo è il destino dei grandi uomini. Io lo sono stato? Mi piace pensare di sì, se per grandezza si intende quella nel male.
Cosa resterà di me? Si trattasse solo di questo, non ne sarei tanto angosciato, del resto siamo solo granelli di polvere nel cosmo, ma qui non c’entro solo, qui è in gioco il futuro del mio Impero, tutto ciò che i miei antenati hanno costruito e che io ho distrutto quando credevo di esserne all’apice.
Anche se da una parte so che tutto è ciclico, che anche i più grandi domini finiscono, imploro il loro perdono, anche se so che non servirà a nulla.
È mattina e il giorno comincia. Ma in me regna una notte eterna, una notte più potente di qualsiasi sovrano. Sono triste, amareggiato, spezzato.
Non c’è speranza nel mio cuore, c’è solo la morte.




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