500 parole per ricominciare ad amare

di Carme93
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Capitolo tre
Prompt: occasione
 
 
 
 
E un segreto è soltanto un segreto
un compleanno niente di concreto
e il tempismo è solo un’attesa
ma queste cose insieme fanno una sorpresa
 



 
 
«Io ho fame, vieni con me?».
«Ma se nemmeno ci conosciamo».
«Come no? Ci siamo appena presentati».

 
Quella era stata la prima di molte sere in cui avrebbero mangiato insieme. Theo non comprendeva il motivo, ma la compagnia di Lucretia lo faceva stare bene. Con il trascorrere dei mesi s’insinuò in lui l’idea che potesse esistere ancora qualcosa di bello nel mondo.
Si vedevano per lo più la sera: Lucretia lavorava in un pub, lui andava lì e la osservava finché lei non concludeva il turno. Nei finesettimana si trattenevano un po’ di più in giro per Londra, perché lei studiava ed era impegnata quasi tutti i giorni.
Quei momenti per quanto brevi erano diventati importanti per lui. Si ritrovava ad aspettarli con ansia.
«Ehi, aspetta».
Era una fredda notte di inverno e aveva appena salutato Lucretia che sarebbe tornata a casa con alcune sue amiche. Si voltò sorpreso e si ritrovò di fronte uno degli amici di Lucretia. Non lo considerava molto simpatico.
«Scusami, ma ho fretta» tagliò corto.
«Ti rubo solo qualche minuto» insisté il ragazzo. «Sabato sarà il compleanno di Lucretia».
«Non lo sapevo» ammise Theo quasi sentendosi in colpa.
«É molto riservata» replicò l’altro. «Comunque le stiamo organizzando una festa a sorpresa. Sarai dei nostri? Lei sarebbe contenta».
«Oh, sei sicuro? Io e lei non siamo così tanto in confidenza» si schermì con il cuore trepidante.
«Ma lei ci tiene. Ci ucciderebbe se sapesse che abbiamo organizzato la festa e non ti abbiamo detto nulla».
Il cuore di Theo cominciò a battere più forte.
«Non esagerare» bofonchiò.
«Non esagero. Ci tiene molto a te. Allora vieni?».
«Sì» la parola gli scappò dalla bocca senza che se ne rendesse conto.
«Fantastico. Allora a sabato».
Theo rimase da solo nella strada deserta e sorrise.
Quando il sabato giunse, il ragazzo era abbastanza agitato.
Era già stato nel piccolo appartamento in cui Lucretia abitava quando studiava a Londra. Theo l’ammirava molto anche per questo: era a chilometri da casa solo per realizzare i suoi sogni, lavorava ogni sera per mantenersi lì e intanto aveva nostalgia di casa.
Quella sera di settembre, in cui si erano scontrati, anche Lucretia era triste ma si era presa cura di lui.
«Sorpresa» gridò insieme al gruppetto di ragazzi che era stato invitato, ma rimase in disparte finché lei con una scusa non lo condusse nel corridoio, lontano da orecchie e sguardi indiscreti.
«Sono felice che tu sia venuto».  
Si sorrisero. Theo le si avvicinò e le baciò la guancia, poi le labbra scesero lentamente verso le sue.

 

 




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