Il dolore che non parla sussurra
È sempre stato una grana, mio fratello:
Sempre a far macello, sempre a urlare, sempre a ridere sganasciato,
Sempre a cacciarsi nei guai.
Forse era per quello che eravamo inseparabili:
Una simbiosi al punto che a scuola copiavamo dalla stessa persona,
prendendo puntualmente 2 ma ciò è irrilevante.
Poi c’è stata la frattura;
I nostri genitori sono morti, nostra sorella anche,
ma io ho sempre colpevolizzato solo lui:
non ho mai pensato a quanto abbia sofferto.
Eppure non l’ho mai visto piangere, non l’ho mai sentito gridare.
Forse perché non ero con lui.
L’equilibrio si è rotto di nuovo l’altro ieri,
quando mi hanno comunicato il suo suicidio.
Un rombo di tuono: la realizzazione di non esserci stato.
Le domande come tamburi nelle orecchie:
Che ne so io di quando voleva sprofondare ?
Che ne so io di quando era preso male ?
Dov’ero quando la notte diventava la sua prigione ?
Asciugati gli occhi, ho capito il più grande merito di Wuxian:
Non essendo riuscito a uccidere il mostro fingendosi felice,
l’ha preso per mano.
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