How to save a life

di reggina
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(Ok, con il promt di oggi non sono riuscita a tirar fuori nessuna storia dolce ma giuro che ho cercato di rendere l'hurt-comfort il più delicato possibile)


Prompt 6: Morte

La prima chiamata arriva due settimane dopo la morte di Jenny, ed è una fortuna che arrivi in un momento in cui Philip è abbastanza sobrio da rispondere coerentemente, anche se in modo sciatto.

"Philip?" Lei chiede. "Come stai, caro?"

Philip riconosce abbastanza bene la voce, Amy Aoba, la moglie- o forse è più corretto dire la vedova- del suo migliore amico.

Gli è sempre piaciuta Amy, dolce e volitiva, capace di tener sempre testa a Julian...Philip non vuole pensare a lui in questo momento.

Non quando sta sperimentando lo stesso dolore in cui la morte di Julian ha catapultato Amy per un tempo indefinito.

Philip non incontrava così spesso Amy da bambini durante i tornei scolastici di calcio eppure, nelle loro poche interazioni, la ragazzina dai capelli rossi era sempre stata gentile.

Prorpio come adesso sembra sinceramente interessata a sentire parlare Philip della sua vita, del suo dolore.

"Come stai, Philip?"

"Sto bene."

"Phil!"

Il tono è quello che ha sempre messo in riga Julian quando tentava qualche nuovo colpo di testa.

"Mi manca Jenny", ammette facilmente Philip, sperando che Amy non si accorga che sta piangendo ma,probabilmente, già lo fa.

"Continuo a svegliarmi e a cercarla nello spazio del letto ora vuoto."

"Oh, caro", Amy dice dolcemente, con voce accorata. "Lo so. Lo so".

"Cosa posso fare perchè smetta di fare così male, Amy?" Philip chiede.

Ha perso persone a cui voleva bene nella sua vita.

Ha perso Julian, il suo migliore amico; ha perso il preside-allenatore, un mentore per lui, e si è sempre rialzato ma come può sopravvivere alla morte dell'amore della sua vita?

"Tempo", dice alla fine Amy . "Ci vuole tempo, Phil. E poi ritorna. Un odore, un cibo, una frase. E fa male, ma l'hai già superato prima, e puoi farlo di nuovo. E tu continui a farlo. Riempi gli spazi vuoti con cose buone. È così che continuiamo a vivere, caro".

Philip non dice come questo sembri così lontano, così impossibile in questo momento. Pensa che Amy lo sappia comunque.


"Pensi di poter dormire, Philip?" Lei chiede. "Penso che tu ne abbia bisogno."

"Io... Non lo so... non lo sono."

"Sdraiati", istruisce. "Chiudi gli occhi."

E poi gli racconta una storia, una storia sulla prima volta che è arrivata a Tokyo da bambina.

Proprio quando gli occhi di Philip sono alla deriva, il suo cervello diventa morbido e languido, la storia finisce.

"Vai a dormire, caro", Sussurra Amy, come una dolce e premurosa zia. "Chiamerò di nuovo al mattino."

Ci sono state così tante persone che hanno fatto promesse a Philip nella sua vita. Moltitudini, davvero. E la maggior parte di loro le hanno infrante.

Amy Aoba non è una di quelle persone.





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